Storie recenti

  • in

    MN02

    MN02Non troverei me stesso neanche sotto tutta la sabbia del desertoCome una mano beffarda che vende zucchero per saleMi escludo se ripenso a ogni singolo momentoCome un'onda che cerca di non toccare il mareCapisco quando scambio della paglia con il fienoNon invece il voler diventare qualcuno opprimendo continuamente me stessoHo pianto per rendere il tutto un po' più veroNella speranza di poter v... Altro...

    MN02

    Non troverei me stesso neanche sotto tutta la sabbia del deserto

    Come una mano beffarda che vende zucchero per sale

    Mi escludo se ripenso a ogni singolo momento

    Come un'onda che cerca di non toccare il mare

    Capisco quando scambio della paglia con il fieno

    Non invece il voler diventare qualcuno opprimendo continuamente me stesso

    Ho pianto per rendere il tutto un po' più vero

    Nella speranza di poter veder scendere la neve tra l'abisso

    Bisognerà di nuovo imparare a credere

    Di nuovo imparare a vivere

    Prendersi del tempo per non sentirsi più inutile

    Correre e volare per poi sceglier di cadere

    Ricominciare insieme sotto terra o sulle nuvole

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    L'HISTOIRE D'UNE VIE (A Cesare Pavese)

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,ancorato ad una stella,mai tacesti parolache non fosse terra d’alberi e di strade,il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,di nidi sopra i tetti,ostinata brezza sulle colline avvolte.Urla il cuore all’alba che non giungea placare l’anima sul soglio dell’ignoto,torce la luce nel fiotto del bacile.Esacerbata notte che s’arrende,affiora dai disciolt... Altro...

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,

    ancorato ad una stella,

    mai tacesti parola

    che non fosse terra d’alberi e di strade,

    il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,

    di nidi sopra i tetti,

    ostinata brezza sulle colline avvolte.

    Urla il cuore all’alba che non giunge

    a placare l’anima sul soglio dell’ignoto,

    torce la luce nel fiotto del bacile.

    Esacerbata notte che s’arrende,

    affiora dai disciolti nimbi

    la fievole apparenza,

    cuspide la ruga sullo specchio,

    il segno del prodigio nel cuore di una viola...

    e quell'amore che non fu mai gancio

    ma fuggente desiderio,

    inafferrato gaudio, agognato sorso.

    Thea Matera

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    YUGEN

    Di sogni si tinge il mare

    e l'occhio tuo

    - dislagata stilla -

    che di ricordi di vento

    e di stelle marine

    si densa, cilestro,

    nella vena d'argillite

    rischiara la pupilla.

    Trasluce la luna

    dall'artiglio di risacche

    e nell'orbita mesta di ginestre

    si schiude l'Universo.

    Thea Matera ©️ 

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    Estate

    Quando la primavera porta via i colori tenui, si accende forte l’estate. Impetuosa muovi le mani fra i capelli mentre la brezza del mare, ti accoglie in un sussurro. Le caviglie si bagnano del profumo del mare, cambi colore baciando il sole,  come se fosse il tuo vero amore. Ed io ti osservo, distante un passo. Quando mostri al mondo i tuoi colori e come una stagione rivel... Altro...
    Quando la primavera porta via i colori tenui, si accende forte l’estate. Impetuosa muovi le mani fra i capelli mentre la brezza del mare, ti accoglie in un sussurro. Le caviglie si bagnano del profumo del mare, cambi colore baciando il sole,  come se fosse il tuo vero amore. Ed io ti osservo, distante un passo. Quando mostri al mondo i tuoi colori e come una stagione riveli la tua essenza. Ed io ti osservo, distante un passo  dalle tue labbra.[caption class="snax-figure" align="aligncenter" width="662"][/caption]

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    LA MUTA DEL MELO (Inclinazione ad Est)

    Il tulipano biancocon un vezzo,trepido anela al soleche rosseggiando langue,nel ritmo vanesio di luce ed ombra.Ad uncino lo sguardo,sotteso fra le ciglia,s'addossa lievesul divenire di un aforisma.Crollai sul fondodell’origma - icàrio fusto-nel voltéggio di foglie brunitee stoppie d' autunno,con un sorriso inciso,spigolo di piombo tra le fronde.La solitudine mi è compagna,eco suadente,co... Altro...

    Il tulipano bianco

    con un vezzo,

    trepido anela al sole

    che rosseggiando langue,

    nel ritmo vanesio di luce 

    ed ombra.

    Ad uncino lo sguardo,

    sotteso fra le ciglia,

    s'addossa lieve

    sul divenire di un aforisma.

    Crollai sul fondo

    dell’origma - icàrio fusto-

    nel voltéggio di foglie brunite

    e stoppie d' autunno,

    con un sorriso inciso,

    spigolo di piombo tra le fronde.

    La solitudine mi è compagna,

    eco suadente,

    come amore eterno,

    e fedele suono,

    contorna i miei giorni

    (in camporum et arenarum

    solitudines concessit).

    Fra cirri aggrovigliati

    ascolto lo sfarfallìo

    del lampo lanciato nell'ombra,

    di albe raccolte nella luce

    di astri nascenti.

    Sono l'isola pensante,

    il periodo breve imbevuto

    di luna,

    il racemo che stride di lato,

    nel caduco falò del tempo

    che arroventa, nel chinarsi,

    le rughe del giorno.

    Conservo il senso del tempo

    sotto una campana di giada,

    e la mia eredità di spiccioli versi,

    preziosi come lacrime d'avorio,

    nell'ombra del mio cuore 

    nascosto.

    Ed un verso s'apprende

    nel crampo della mano,

    everge, opale, verso il mare.

    Thea Matera ©️ 

    EBOOK "CARTEGGI PERPENDICOLARI" DI THEA MATERA - ON AMAZON

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    GRECALE (Sguardo a Nord- Est)

    Il soffione si sperde,dimentico di questa primaverastrana, acerba,dissolto in sprigne pennellatesui muri raspati di Milos,sparge il suo velo di spillinel vento di Nord - Est.Memore di antiche meridiane,con moto di crisalide,mesto s'assottiglia.Guardo in lontananzasnodi abbaglianti di case bianche,fiori rossi rampicantiricadono in crepe d'argilla,nello scrèpolo di nebuli scorci,dove sosta il geco ... Altro...

    Il soffione si sperde,

    dimentico di questa primavera

    strana, acerba,

    dissolto in sprigne pennellate

    sui muri raspati di Milos,

    sparge il suo velo di spilli

    nel vento di Nord - Est.

    Memore di antiche meridiane,

    con moto di crisalide,

    mesto s'assottiglia.

    Guardo in lontananza

    snodi abbaglianti di case bianche,

    fiori rossi rampicanti

    ricadono in crepe d'argilla,

    nello scrèpolo di nebuli scorci,

    dove sosta il geco avvinto

    lungo la cicatrice del muro glabro.

    Il ragno sa che il filo può spezzarsi

    e tende il filamento

    sull'intonaco trasverso.

    Si scosta la tenda dietro la piattaia,

    si pande il sole verderame

    sul groppo del piumacolo,

    mentre falene girano intorno

    alla fiamma di una candela.

    Stordente scalpiccío

    nella zona d'ombra

    della fragolàia,

    si corruga l'elianto

    sull'orlo sbeccato del frontone,

    l'albatros sorvola il mascherétto.

    Si svela lo schianto

    del passo furtivo

    in cieche retrovìe - non era il vuoto 

    del disegno - dei cigli bistrati 

    di corvi bassi

    nel barlume di una volièra,

    sul pendio a vista,

    dove tremano inostrati nembi.

    Thea Matera ©️ 

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    THE BLUE CAPE

    Tremante la festucaall'ombra della tesa,annotta l'emisferodi cinciallegre.Duettano trepide lanternesulla guglia del brolo illune,s'incatenano nel dilucolofrastagli di comete,il fuso disarmal'ubbìa del rovaio,la ceppicona aureola,lo scrimolo del formicaio.Non conosco il disincagliodel naufragio,il ruglio del verso ermetico,la piegatura di parole nuove,s'annidano lepide lamedi luci sui fondali.Non ... Altro...

    Tremante la festuca

    all'ombra della tesa,

    annotta l'emisfero

    di cinciallegre.

    Duettano trepide lanterne

    sulla guglia del brolo illune,

    s'incatenano nel dilucolo

    frastagli di comete,

    il fuso disarma

    l'ubbìa del rovaio,

    la ceppicona aureola,

    lo scrimolo del formicaio.

    Non conosco il disincaglio

    del naufragio,

    il ruglio del verso ermetico,

    la piegatura di parole nuove,

    s'annidano lepide lame

    di luci sui fondali.

    Non specchia sul mare

    lo svelo di róffia,

    di corrosi ricci si muschia

    il blulivio della feritoia,

    s'addensa l'imbrifero siderale.

    Si spande un silenzio

    di cormorani

    nello screzio di enervati giunchi.

    Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *