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Nora MOffline

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  • La visita. Prima parte.

    Erano a casa, un pomeriggio di sole cocente, la sua piscina in giardino che diventava sempre più calda, scorta di birra in frigo. Giorgio si guardava indietro ed era quasi felice. Aveva faticato parecchio per comprare quella villa pensando di passarci il resto della propria vita, possibilmente in bella compagnia. Di donne ne aveva avute in modo discreto ma continuativo, storie lunghe, brevi, aman... Altro...

    Erano a casa, un pomeriggio di sole cocente, la sua piscina in giardino che diventava sempre più calda, scorta di birra in frigo. Giorgio si guardava indietro ed era quasi felice. Aveva faticato parecchio per comprare quella villa pensando di passarci il resto della propria vita, possibilmente in bella compagnia. Di donne ne aveva avute in modo discreto ma continuativo, storie lunghe, brevi, amanti, lacrime e delusioni, la giostra della vita in cui quasi tutti salgono e qualcuno si gusta ogni fermata riuscendo a risalire. Poi era arrivata lei, Sonia, la sua bellissima moglie. Abbronzata era ancora più magnetica, si immergeva con quel costume nero e sottile, una sirena dalla pelle color ambra, occhi castani capace di incantare chiunque, lui compreso. Avrebbe voluto farle mille cose, lì sul momento, senza pensarci su. Invece ormai si limitava ad un semplice:” sei bellissima anche oggi”. Lei rideva e annuiva, tuffandosi in acqua. La guardava muoversi sinuosa in mezzo a quell’azzurro, bramando quella pesca meravigliosa che ormai era solo un lontano ricordo. I primi tempi in quella piscina avevano vissuto amplessi dalle mille e una notte, tanto che le poche volte in cui ci entravano per fare solo il bagno pareva ad entrambi un qualcosa di surreale, normalmente non indossavano neanche i costumi. Ma oggi, dopo cinque anni di matrimonio, Sonia era cambiata. Meravigliosa sempre, solare meno. “Una statua senza espressione con il cuore grigio”, pensò lui. Rimuginò velocemente su tutto questo, e poi entrò in soggiorno. Solo verso le sette di sera ricordò che in casa mancava praticamente tutto e c’era bisogno di fare la spesa, le diede un veloce ed insipido bacio sulla fronte e poi prese le chiavi della macchina, andò al supermarket più vicino e prese le provviste. Sua moglie era in camera a guardare la televisione e se non fosse stato per il frettoloso saluto quasi non si sarebbe accorta della sua assenza. Nello specchio del supermarket l’uomo si vedeva ancora piacente, barba curata, un fisico robusto ma muscoloso, nel complesso era un tipo attraente. Portava ancora le ciabatte che usava per ciondolare dal divano al letto, ma tanto in paese tutti lo conoscevano come uno stimato e benestante architetto, nessuno avrebbe storto il naso davanti a quella caduta di stile, peraltro enormemente saldata dal conto in banca generoso e dai modi chiaramente altezzosi. Camminava frettolosamente calpestando con vigore i ciottoli del vialetto immaginandosi già in pigiama e su youporn, ormai sua unica forma di vita sessuale. E mentre si divideva fra pensieri e passi, un dolore fitto e acuto gli lacerò un dito del piede, dovette fermarsi all’istante. buio del giardino lo confuse, non riuscì subito a capire cosa potesse avergli provocato quel dolore fitto al piede, ma poi, poso le borse a terra e vide con chiarezza cosa fosse accaduto. Un pezzo di vetro si era conficcato nella pianta del suo piede. Ma da dove veniva? Un angolo della porta vetro era forato. Entrò di corsa, per terra c’erano alcuni bicchieri, macchie d’acqua nel tappeto, l’angoscia prese il sopravento sulla curiosità. “Giorgio”, sentì debolmente pronunciare il suo nome, e poi li vide. In quel momento, davanti a lui, tre uomini sorridenti e vagamente calmi lo fissavano, come nel peggior film horror, di quelli in cui i protagonisti muoiono, sempre. Sonia stava lì, ancora svestita, con un copricostume trasparente ed i capelli sciolti, vicino a lei il tizio più minaccioso, un trentenne alto e barbuto, dalla tasca della sua tuta rossa spuntava qualcosa, era una pistola. Un turbine di pensieri intensi e orribili lo attraversò all’istante. E mentre sudava freddo e cercava lo sguardo di lei, notò che la spallina della vestaglietta le era scivolata, senza aguzzare troppo la vista ora le si poteva quasi scorgere un capezzolo. Giorgio avrebbe voluto avvicinarsi e tirare su quel laccio impenitente, o tirarlo giù e baciarla, come quando vedevano insieme un film nel divano e lui con dolcezza le accarezzava la canotta e ci giocava, ma ora era diverso. Decisamente non era il momento di evidenziare un qualcosa che probabilmente quei delinquenti avevano già notato, con pacatezza rivolse la sua attenzione altrove, ma forse era già troppo tardi . Quello che doveva essere il capo dei delinquenti lo fissò per un momento, e in quella frazione di secondo, che si trasformò in un secolo, Giorgio ebbe l'assoluta certezza che quell'uomo stesse desiderando la stessa identica cosa che avrebbe voluto lui.

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