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    I pazzi iniziano dove finisce la loro comprensione

    In coda al supermercato, un sabato pomeriggio.Me ne stavo lì in coda al supermercato e vedevo i carrelli davanti e dietro e intorno. Ovunque carrelli. Ma cosa c'era nei carrelli? E c'era un uomo corpulento...scusate, volevo dire grasso, la mania del politicamente corretto ci ucciderà più dei trigliceridi. Ma poi voi se foste una puttana vorreste essere chiamati/te operatrice sessuale? Nel suo c... Altro...

    In coda al supermercato, un sabato pomeriggio.

    Me ne stavo lì in coda al supermercato e vedevo i carrelli davanti e dietro e intorno. Ovunque carrelli. Ma cosa c'era nei carrelli? E c'era un uomo corpulento...scusate, volevo dire grasso, la mania del politicamente corretto ci ucciderà più dei trigliceridi. Ma poi voi se foste una puttana vorreste essere chiamati/te operatrice sessuale? Nel suo carrello c'erano wurstel, una montagna di wurstel. Stava parlando ad una signora lì accanto e diceva che lui adorava i wurstel. Poi stava dicendo anche che strozzerebbe il suo capo al lavoro. Deduco che scarica sui wurstel. La soluzione di trasformare il suo capo in carne da wurstel non la prendeva in considerazione. Spesso il cibo è il simbolo dell'autoflagellazione masochistica quando non riesci a essere violento con gli altri, che non è nella tua natura. Dimmi come mangi e stenderò io tuo profilo psicologico. La signora che parlava con il tipo sovrappeso era magra come un'acciuga di quelle che mettono sulle pizze il sabato sera quando danno fondo alle scatole di acciughe che hanno lì da quando c'era la lira...epperò te le vendono in euro. Lei odiava il suo capo. Cavolo, ero nel supermercato dei paria vessati da capi. Era celiaca. Nel supermarket dov'ero c'era uno scaffale intero per celiaci. E ovviamente, in coda, non si ha niente da fare, esauriti i like sui social ( lasciamoli stare per un po', magari più tardi ci sembreranno tanti, anziché vederli volta per volta che sembrano sempre pochi-tranquilli, nessuno vi vuole bene lo stesso e pochi leggono veramente quello che avete scritto, già se mettete una foto è un like sincero che significa: grazie per non aver scritto niente e avermi mandato il cervello in pappa...che in molti non si capisce la differenza fra il prima e il dopo...il cervello in pappa), che si fa? Si chiacchiera amabilmente. Mi sono fatto una cultura sui celiaci. Non è una cosa da poco essere allergici al glutine. Praticamente devi cambiare passaporto...figuriamoci, un italiano allergico alla pasta! Ma se la chiediamo anche all'estero. Persino in Cina, la chiediamo ( trova l'assurdità di quest'affermazione e vincerai la mia stima...bè, è chiaro, non voglio mandarvi il cervello in pappa, i Cinesi hanno inventato la pasta!). Questa fa il paio con quel mio amico pugliese che per fare l'arguto disse:”a me quando parlo in dialetto mi capiscono persino in Spagna”. E certo, se sei pugliese e hai avuto i Borboni. C'è pure il caffè, Borbone, al mio supermercato. Insomma la signora la capivo e la misericordiavo, senza pietismi, quelli li lascio a Salvini mentre fa la spesa tricolore all'Esselunga. M'è scappata la satira, scusate, del resto Salvini, satiricamente , è una tautologia vivente. Guardavo la spesa sul nastro della cassa di una signora davanti a me: birra, olio per frittura, maionese, wurstel, hamburgers, patatine, fonzies( scusate, questa la debbo dire a latere...sapete quegli uomini che camminano sulle spiagge tutto muscoli e spalle larghe e faccia squadrata e sguardo all'orizzonte del vasto latifondo del globo terracqueo? Nelle mutande gli s'intravede un minuscolo fonzie e lui non saprà mai di essere una satira di costume, da bagno, appunto, vivente!), che a un certo punto ho detto, signò..e già mi ha guardato con sospetto, come, questo a Milano, mi chiama signò e non sciura? Uhmmm, sentono puzza di terrone. Signò, dico, a casa sua i trigliceridi si sono arresi per omeopatia?Non conosco questa malattia, mi risponde. E certo, che pretendo pure di essere capito?Cazzooo, ho dimenticato il dado, e come faccio senza dado? Già, penso io come farà senza dado. Se vuole dare un po' di sapore a questi cibi industriali, il dado, ci vuole, i dado è tratto. Ah, le urlo da dietro, “alea acta est? Tangenziale ovest, prego, è stata la risposta! I pazzi iniziano dove finisce la loro comprensione!

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    Nostalgia della mafia

    Una tranquilla domenica di Giugno. Paleimmo, Sicily. Ci sono le elezioni amministrative e i referendum, ma è tutto calmo. Non c'è fretta per non andare a votare. Quello che fa i panini ca meusa sta al suo posto e si prepara per il mezzogiorno o, meglio, la sera, cu friscu ( non è San Francisco pronunciato da Kerouac), quello delle panelle sta già friggendo, ma con calma, molta calma, una calma... Altro...

    Una tranquilla domenica di Giugno. Paleimmo, Sicily. Ci sono le elezioni amministrative e i referendum, ma è tutto calmo. Non c'è fretta per non andare a votare. Quello che fa i panini ca meusa sta al suo posto e si prepara per il mezzogiorno o, meglio, la sera, cu friscu ( non è San Francisco pronunciato da Kerouac), quello delle panelle sta già friggendo, ma con calma, molta calma, una calma buddhista, quasi, quello che vende pesce fritto , a furia di friggere, ha assunto l'aspetto del pesce che frigge, la faccia, diciamolo. Francuzzo, laureato 110 e lode in giurisprudenza, chi o fice pi a secunna parti solamenti, "prudenza", è ancora a letto, ore 10 e 20. Sul tavolo della cucina c'è l'invito a presentarsi come presidente di seggio presso una scuola media nei pressi del suo quartiere, che non mi ricordo che quartiere sia, adesso, ma ai fini della nostra storia, non ce ne fotte una minchia, giusto per restare in tema. Francuzzo si alza sbadigliando, va in cucina, guarda il foglio di invito sul tavolo della cucina medesima. Lo prende in mano, lo accartoccia e lo lancia nella pattumiera. Fa centro al primo colpo. Minchia, disse, lu jucaturi ri Baskèt, ddovevo fare! Con calma si veste ed esce. Giusto il tempo di arrivare al Bar di fronte. Dutturi, dutturi, lo salutano gli avventori del bar che stanno giocando a carte dalla sera prima e che hanno l'aria di non essere andati a dormire a casa, picchì è megghiu al bar c'amici che cu le scassaminghia di mugghieri. Francuzzu saluta a tutti e si siede fuori, dove c'è un bel venticello fresco che gli accarezza il viso ancora non rasato della mattina sonnolenta e sonniferina. Un cornetto cu la granita di caffè e panna, dice improvvisamente. Tutti ordinano la stessa cosa al barman, e l'ordinazione è fatta così: "pigghiu la stessa cosa ru dutturi". Il barman, con calma, con molta calma, dopo circa mezz'ora, gli porta il cornetto ripieno di granita di caffè con panna. Francuzzu se lo divora con piacere e con gusto. Sempre con calma, da quelle parti non serve la fretta, se sei vivo, la fretta serve solo se ti devono accoppare, per quello si adopera l'efficienza milanese, non temete. "Dutturi", dice un vecchio che sta giocando a tressette, ad un tavolo lì vicino, anch'egli immerso nella brezza che dell'aria condizionata se ne fotte quasi quanto della libertà condizionata i mafiosi (ops, non esiste questa parola, sono "cosi ri giornalisti infami"),"pi cu avimu a vutari?". Francuzzo che sta finendo il cornetto e c'ha un poco di panna che gli casca dal piccolo pizzo di barbetta, sorride. Prende tempo per la risposta. Si guarda intorno. Poi pensa, è inutile che mi guardo intorno, quelli che comandano non hanno bisogno di sentire ddirettamente, inventarono i ddroni umani. Se dici una cosa tempo dieci minuti lo sanno i boss (ssshhhh, non si può dire nemmeno col pensiero). "E basta con queste nnovità. E' tempo ri turnari alla vecchia nostra tradizione!", dice Francuzzo. La parola tradizione sta per MAFIA però si può dire senza che gli altri, li cuntinentali e li  forestieri lo capiscano. "Mi chiamarono pi mi minacciari che se non mi presento come presidente di seggio, mi denunciano! Ma io me ne fotto una minchia. Oggi non tengo voglia. Sto qui, mi mangiu lu meu cornettu cu la granita e la panna. Chiu tardi minni vaio allu mari, a pigghiari u soli e cu s'è vistu s'è visto. Non mi scassassero la minchia. Dopo, stasira, minni vaio a vidiri u Paleimmo". I vecchi che giocavano a carte approvarono con un segno del capo. Erano d'accordo. Poi uno di loro, il più vecchio e saggio, fra un lancio di carte e l'altro disse: "però, tuttu stu studio non ti cambiò nemmeno per una minchia. Ti laureasti pi addiventari nu cunigghiu". Tutti gli altri vecchi risero. E continuarono a giocare a carte.

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    Il temibile azzardo della scarpetta

    Non pensare di poter cambiare le cose se continui ad agire allo stesso modo. Una banalità.Un’ovvietà.Una di quelle frasi che ritrovi sui social a incoraggiare esseri umani di mezza età, alle prese con bilanci sulla sensazione dello spreco di tempo delle loro esistenze, sulle illusioni perdute e su quant’altro resta del loro tempo, quando la china del declino inizia a prendere velocità... Altro...

    Non pensare di poter cambiare le cose se continui ad agire allo stesso modo. 

    Una banalità.

    Un’ovvietà.

    Una di quelle frasi che ritrovi sui social a incoraggiare esseri umani di mezza età, alle prese con bilanci sulla sensazione dello spreco di tempo delle loro esistenze, sulle illusioni perdute e su quant’altro resta del loro tempo, quando la china del declino inizia a prendere velocità. Il fiammifero si sta accorciando. Meglio morire di una bella vampata che stare ad aspettare il tempo della conclusione. 

    Un passo oltre e sono nel vuoto. 

    Ma non si può agire sempre nello stesso modo: casa, lavoro, cenetta, pranzetto e poi a nanna, prima telegiornale: crisi economica, crisi energetica, crisi climatica, crisi della crisi della crisi della crisi esistenziale che mi porto, irrisolta da chissà quanto.  

    Un po’ melodrammatico, vero?

    Beh, sì, proprio così.  

    D’altronde, però, se non avessi letto quella frase, non sarei qui, bordo precipizio, a fare bungee jumping. 

    Salta.

    Salta, mi intima il tipo che mi ha imbracato.

    Un attimo… dico io con voce malcerta.

    Va’ che sei al sicuro: i cavi ti tengono. Sai quanta gente è saltata prima di te! 

    V***, penso, tu te ne stai qui, ci sei abituato e dell’altra gente non me ne frega niente. 

    Che ne sai che il cavo non si  sia teso una volta di troppo, che il tizio prima di me non l’abbia inavvertitamente strappato con il suo slancio, vuoi che per il calcolo delle probabilità, tra le migliaia di lanci il mio non sia quello mortale… che cosa ne sappiamo di come accadono le cose che accadono?

    Io vorrei dirlo al tipo che non voglio mica finire sul giornale come L’ennesima povera vittima di una tragica fatalità.

    Chiamiamo fatalità la mancata comprensione dei nessi che abbiano fatto sì che accadano le millantate “fatalità”.

    Mi sono informato, però: c’è lo 0,006% delle probabilità che io muoia, qui e ora, bruciando il mio fiammifero d’un colpo. 

    E mi sono informato anche su quali siano le maggiori cause di morte: addirittura c’è un’unità di misura: il Micromort.

    Ho pensato: minchia, che nome allegrO. Nomen omen! 

    Comunque.

    Mio caro jumper: che io sia qui sul bordo del precipizio lo devo alla fottuta paura dell’oblio e dell’assurdo.

    Tu la fai facile: sei drogato di adrenalina e buttarti da questo precipizio ormai ti ha alzato la soglia del pericolo, ma io? 

    Ma che ne sai che mi costa questo balzo nel vuoto?!!?

    Oddio, ho scoperto che stare seduti mi espone, percentualmente, alla fine temuta più di prendere un aereo o lanciarmi con il paracadute: quindi tecnicamente, il mio culo posato sulla sedia del tinello è stato più a rischio che qui, sul bordo del precipizio. Il che mi rende però conscio dell’idea che se non sono morto in cucina, affettando il pane o facendo scarpetta, beh, vuol dire che finora sono stato immortale come un dio. 

    Quindi, in realtà, sono molto più esposto io, ogni giorno, a pranzo, di te, che te ne stai in piedi, tutti i giorni, qui, bordo precipizio, a guardare tutti ‘sti sfigati, in cerca di una via di uscita al tedio quotidiano e all’insensatezza, sfigati tra cui mi metto anche io. 

    Non so allora chi è a un passa dal suo limite intangibile del Micromort tra me e te: e non lo sai neanche tu. 

    Meglio non saperlo, in ogni caso, non credi, mio caro adrenalinico jumepr?

    Questo gioco della vita ha una sua ironia sottile: in un mai realizzato libretto d’istruzioni si troverebbe questo: gioca pulito, ma le regole potranno cambiare, a caso, nel corso del gioco; impegnati, ma sii sufficiente distaccato da non dare troppo peso a quel che avrai: lo lascerai qui, inevitabilmente; ama, ma non credere dato a te l’amore più di quanto non sia già stato dato ad altri; goditela finché puoi, ma non dissipare eccessivamente; fregatene ma cerca di fare in modo che ti importi; vivi ma sappi che ogni giorno che passa è uno in meno…

    Potrei andare avanti: tutto e il contrario di tut..

    Sento una voce scocciata: Allora, salti o no? C’è gente che aspetta!

    Lo guardo diretto: E che aspetti. Che ne sai che non sarò lo 0.0006%

    Scusa?!, mi fa il tipo.

    Lo guardo ancora più intensamente:

    Prendimi una sedia che mi butto con quella.  Confondiamo le probabilità, incasiniamo il Micromort: vedi mai?!

    Ma che stai dicendo, vieni qui che ti tolgo l’imbracatura… i pazzi non li facciamo saltare!

    Mi viene un’idea.

    Lo afferro.

    Mi butto. 

    Anzi CI butto. 

    Voglio proprio vedere che fa, ora, il saccente.

    Un lampo terrorizzato negli occhi del tipo che mi urla, nei secondi in cui ci fiondiamo giù per il precipizio, mentre sento la gente strillare di terrore: Io non ho mai saltato!

    Gli sorrido.

    Mi rivedo sulla sedia della cucina.

    Mangerò in piedi. 

     

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    Diventare vecchi 7

    Diventare vecchi, rapporti genitori-figli...Se sei padre ed ha circa sessant'anni e tuo figlio una ventina, dire che sono cazzi, vuol dire edulcorare la questione. Quando vai a prendere tuo figlio dal Liceo o da qualsiasi altra scuola superiore, lui cercherà di non farsi trovare, se non gli amici gli dicono, oh, ma chi viene, tuo nonno, a prenderti?Quando chiami tuo figlio al telefono , lui rispo... Altro...

    Diventare vecchi, rapporti genitori-figli...

    Se sei padre ed ha circa sessant'anni e tuo figlio una ventina, dire che sono cazzi, vuol dire edulcorare la questione. Quando vai a prendere tuo figlio dal Liceo o da qualsiasi altra scuola superiore, lui cercherà di non farsi trovare, se non gli amici gli dicono, oh, ma chi viene, tuo nonno, a prenderti?Quando chiami tuo figlio al telefono , lui risponde scocciato e dice, perchè non mi mandi un messaggio su whatsapp? Non lo so usare, rispondi. E' come imparare ad andare in bici, Pa, impara! See, come no, così faccio come te che l'ultima volta che eri in bici, per rispondere ad un messaggio, sei finito su un palo della luce! Ti sbagli Pa, ho l'applicazione con il sensore di movimento! Lo osservate per un lungo minuto. Dì un pò, ma le seghe, voi ggiovani ve le fate ancora a mano , o avete un applicazione anche per quello? Sono queste le cose che vi fanno amare da vostro figlio.

    Se chiamate vostra figlia, di solito non risponde. Quando rientra la sera vi dice che aveva messo l'i-phone in modalità vibrazione. E che era in casa. In realtà non era mai uscita. Voi guardate vostra moglie e lei si gira dall'altra parte, dicendo, ai miei tempi usavamo altri metodi. Voi la guardate incredulo e dite-che metodi? Manomettevamo la serratura della porta mentre eravamo in camera col tipo. Ma di cosa stiamo parlando? Chiedete a quel punto Scappatalle! Dice lei...Allora tua figlia usa sempre la nostra stanza, trovo sempre la serratura rotta! Vostra moglie ridacchia e fa-davvero? Cazzo, pensate a quel punto, ho sposato Pinocchio in versione femminile. Cazzo, pensa lei, ho sposato l'unico cornuto che si crede un muflone...c'ha le corna, ma poichè sono arrotolate pensa di non averne...

    Diventare vecchi, la pompa di benzina informatica..

    .Quando andate a fare benzina e magari siete già in pensione, quindi siete tagliati fuori da tutte le novità tecnologiche, spesso vi troverete a fronteggiare l'ultima insidia in termini informatici: le pompe di benzina con il touch screen, parlanti. L'altro giorno ho visto uno che rispondeva alla pompa i benzina che gli chiedeva con la voce di C-3PO ( il robot umanoide di Guerre Stellari) se aveva già messo il denaro. L'ho messo, diceva il tipo attempato, capelli grigi e pancetta d'ordinanza. Ma la pompa di benzina diceva di mettere i soldi o scegliere la pompa per rifornirsi. Il tipo è rimasto mezz'ora a grattarsi la testa mentre la pompa ripeteva pedissequamente il concetto. Bisogna stare attenti a non incazzarsi, perchè vengono voglie violente. Potreste abbracciare la pompa con la voglia di strozzarla. Poi arrivano i vigili urbani che vi accuseranno di atti osceni in luogo pubblico!

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    Fesbuk 1

    Facebook, il numero dei like....Se scrivete qualcosa di interessante e bello e divertente ma anche solo commovente e prendete un numero di like sul post che avete creato inferiore a quello che prendono altri vostri contatti che hanno postato cose che ritenete meno interessanti delle vostre e questo vi deprime...dovete andare da uno psicanalista. Non c'è altra soluzione. Facebook è un fornitore d... Altro...

    Facebook, il numero dei like....

    Se scrivete qualcosa di interessante e bello e divertente ma anche solo commovente e prendete un numero di like sul post che avete creato inferiore a quello che prendono altri vostri contatti che hanno postato cose che ritenete meno interessanti delle vostre e questo vi deprime...dovete andare da uno psicanalista. Non c'è altra soluzione. Facebook è un fornitore di connessione e funziona come tutte le altre cose della vita reale: se siete ruffiani, finti, accattivanti e postate selfies con accanto personaggi famosi oppure dei vostri addominali scolpiti ( o non scolpiti trattenendo il fiato come faceva Maiorca) per sembrare in perfetta forma, o delle vostre mogli o fidanzate che sembrano modelle, prenderete migliaia di like. Se postate cose ancor più amene e prendete migliaia di like, spesso il gradimento è dato dalla vostra collocazione sociale, dal fatto che siete un professionista affermato nella vita reale e che siete, nella vita reale, apprezzato...per cui qualsiasi cosa scriviate o mettiate sul vostro diario sarà subissato di like. Se siete un medico , un avvocato, un professionista che ha fatto dei favori in giro , il numero dei like sulle cose che postate è rivolto a voi come persone o personaggi nella vita, non tanto ai contenuti. Se invece credete che siano ai vostri contenuti, dovete andare dallo psicanalista. Non c'è altra soluzione...Se siete già uno psicanalista dovete andare da un collega.

    Continua...

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    Diventare vecchi 6

    Diventare vecchi: smettere di fumare.Quando si diventa vecchi, si perdono colpi.  I medici dicono le stesse cose a tutti gli anziani. Smettere di fumare, mangiare meno carne, fare movimento. Anche ai muratori, dicono di fare movimento. Perchè hanno una sorta di nastro incorporato e dicono le stesse cose a tutti indistintamente, Lo direbbero anche ad un maratoneta ultraquarantenne. Eh, ma lei... Altro...

    Diventare vecchi: smettere di fumare.

    Quando si diventa vecchi, si perdono colpi.  I medici dicono le stesse cose a tutti gli anziani. Smettere di fumare, mangiare meno carne, fare movimento. Anche ai muratori, dicono di fare movimento. Perchè hanno una sorta di nastro incorporato e dicono le stesse cose a tutti indistintamente, Lo direbbero anche ad un maratoneta ultraquarantenne. Eh, ma lei deve fare più movimento. Poi al termine del turno di lavoro escono dallo studio e si fumano una bella sigaretta.

    Ed ecco il maturo ultraquarantenne, verso i cinquanta o poco più che cinquantenne, convertirsi subito alla sigaretta elettronica. Vanno nei negozi di Svapo e comprano la sigaretta elettronica. L'esperimento dura qualche giorno. Dopo li vedi che hanno ripreso a fumare sigarette a cinque la volta. Devono recuperare nicotina. Poi ci riprovano, cambiano sigaretta elettronica. Stavolta è deciso, dura di più. Si sentono meglio, i polmoni funzionano meglio. Ma sospetto che sia un effetto psicologico. Dopo un mese passano alle sigarette fatte a mano. Le devi fare ogni volta, e ci metti meno tabacco, per cui ti illudi di fumare meno. Sei in pausa al lavoro e cerchi di farti una sigaretta, ma la pausa sta per scadere. Te la fumi in 10 secondi. L'effetto relax è svanito. Se ti compri le sigarette normali stai dentro al quarto d'ora perchè non perdi tempio a fartele a mano. Tutto questo sbattimento psicologico dovrebbe farti guadagnare in salute. I polmoni sembrano beneficiarne ma devi andare dallo psichiatra! Non fumare finisce per costare di più che fumare.

    Qualcuno passa ai sigari. Dicono che fanno meno male ai polmoni. Ma la bocca, le mucose, la gola? Niente. Torni alle sigarette.

    A volte ce la fai, a smettere del tutto. E questo è un bene. Così lo comunichi al tuo doc. Bravo, dice, ora passiamo alla carne. Abolita! Cosa mangi in alternativa? Eh, ci sono un mucchio di cose da mangiare...per esempio il pesce. Ha un basso tasso di colesterolo. E giù a fare grigliate di polpo. Lo comunichi al tuo doc. No, ma che fa? Il Polpo contiene altissime percentuali di colesterolo. Non va bene. Ma è lei, doc, che mi ha detto di darmi al pesce. Pesce azzurro, dice il dottore. Ti informi sul pesce azzurro e vai al supermercato. E vai di merluzzo surgelato, sardine, salmone...il salmone contiene omega tre. Tutti giorni pesce. E la vita scorre bene, è migliorata. Le sigarette sono un lontano ricordo. Poi inizia la depressione. Torni dal medico. Devi trovare delle motivazioni, per vivere. Tua moglie, i tuoi figli, il lavoro, la pensione che non arriva. La pensione che non arriva, magari la togliamo, dice il doc. Finalmente fai le analisi. Colesterolo, trigliceridi, transaminasi, tutti altissimi. Ma come, doc, ma non mi ha mica detto che col pesce...sarebbe tornato tutto nella norma? Lei è ingrassato troppo. Troppo pesce. Ma il pesce azzurro? Troppo pesce azzurro, dice il doc. Ti metti a dieta. Niente sigarette, niente carne, niente alcolici, niente troppo pesce azzurro. Insalatine, zucchine, melanzane, pomodori...no, i pomodori no, attivano gli acidi urici. Arrivi a sessantanni e pensi: ho eliminato le sigarette, la carne, gli alcolici, per il sesso devo fare la domanda in carta da bollo a mia moglie. Ti accendi una sigaretta e pensi. Solo una, che può farmi solo una sigaretta? Poi però riprendi a fumare.

    Quando sei alla frutta di nuovo vai dal doc. Lui ti guarda preoccupato. Scuote la testa. Guarda e analisi che ha davanti, scuote la testa ancora. Lei ha un tasso di colesterolo altissimo, che facciamo? Be', dottò, sa che facciamo, ce lo facciamo arrostito. Cosa? Fa il doc. Il tasso. Ma lei scherza, se continua così finisce male! Dice il doc. Peggio del tasso non credo. Il dottore ti guarda e finge di arrabbiarsi. Non vede l'ora di finire le visite. Per fumarsi in santa pace, una bella sigaretta. Morale: se invecchiare vuol dire andare avanti per sottrazione, togli questo, togli quello...aggiungiamoci un pò di ironia ogni tanto. Lo sappiamo che dobbiamo sottrarre, solo lasciatecelo fare per gradi.

    Ps: io fumo ogni tanto i sigari e mangio carne. Ho 56 anni. Le mie analisi sono buone, specie quelle sociologiche!

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    Ros

    ROSSi chiamava Ros. E che io sappia si chiama ancora cosi'. Anche se non ho proprio idea di dove sia andato a finire. E se vogliamo questo e'proprio il suo stile. Ha superato i sessanta, quasi verso i 70. Lo conobbi piu' di trent'anni fa.  Jeans, camicia hawaiana, capelli lunghi, perenne sigaretta incollata al labbro. Lo conobbi perche' si innamoro' di una mia amica d'infanzia. Una moracciona... Altro...

    ROS

    Si chiamava Ros. E che io sappia si chiama ancora cosi'. Anche se non ho proprio idea di dove sia andato a finire. E se vogliamo questo e'proprio il suo stile. Ha superato i sessanta, quasi verso i 70. Lo conobbi piu' di trent'anni fa.  Jeans, camicia hawaiana, capelli lunghi, perenne sigaretta incollata al labbro. Lo conobbi perche' si innamoro' di una mia amica d'infanzia. Una moracciona anticonvenzionale che studiava Scienze politiche come me. Per starle accanto mise in piedi in quattro e quattr'otto un negozietto di bigiotteria . Lo andavo a trovare spesso, nella zona storica di Ostuni, a fianco ad un bar famoso che aveva preso il nome da un famoso cantante lirico di quei lidi: Tito Schipa. Interi pomeriggi in cui assistevo a lezioni di vendita di un bene voluttuario, la bigiotteria. Ma la bigiotteria era una scusa. Le donne volevano parlare con qualcuno. Volevano qualcuno che le facesse sentire importanti anche solo a bersi l'inganno di frasi come : guardi questa collana come la sfina e la ingentilisce-davanti ad uno specchio che aveva il potere di rinpicciolirti- guardi come la rende intrigante. Cose cosi'. Ros aveva vissuto mille vite in mille posti diversi. Era di Poggio Marino, credo. Campano quindi. Ma aveva vissuto a Bologna dove aveva conosciuto un altro grosso esponente della vita di strada : Beppe Maniglia, un culturista vegetariano che suonava in strada con la chitarra elettrica brani di Santana e faceva esplodere borse d'acqua calda con la forza dei respiro. E di Bologna aveva preso l'accento e la spocchia cittadina di quando si viene a contatto con la provincia. Una provincia dei sud. Soccia, raga', quando accendi il gas anche il fuoco qui va lento, diceva a volte. Ed era stato a Roma, dove aveva lavorato in un negozio di import-export di vestiti con Bali e Thailandia. Il suo socio era un ex di Autonomia operaia che aveva finito per tifare Lazio. A Roma era noto come Ivano. A Bologna come Ros. Credo fosse il diminutivo dell'archetipico campano Rosario. Ad Ostuni alloggiava in una casupola del  Centro Storico, quartiere Terra. Per lui era la dimora piu fantastica del pianeta , perche'ha finestra dava sulla marina di Ostuni, con la sua spianata di ulivi secolari che parevano un esercito di giganti millenari a difesa delle murge. Li' a lume di candela leggeva Castaneda e Kerouac. Due autori che gli avevano tracciato una via per la vita.  Castaneda si sposava perfettamente con la sua spiritualita' partenopea. Kerouac gli aveva insegnato che l'importante era andare. Non importava dove, perche' se non sapevi dove stavi andando poteva pure essere meglio. Cosi almeno non potevi perderti. Poi l'amore fini' e lui che era uno che viveva per amore e d'amore, uno per cui l'amore veniva sopra ogni cosa e soprattutto in barba a qualsiasi convenzione sociale, impazzi' dal dolore. Segui la sua bella a Bari, dove lei si era trasferita con la scusa dell'Universita' . Ogni giorno, da Ostuni, prendeva il treno  con una valigetta piena di bigiotteria al seguito e scendeva a Bari . Faceva il giro delle gioiellerie e vendeva la sua mercanzia. Era bravo a vendere perche' vendeva la sua simpatia, la sua fantasia , la sua arte di far vivere i sogni. Ma l'amore fini' dei tutto . Non per lui. Resto' ancora un anno  circa vivendo onestamente di onesti espedienti. Poi quando capi' che era finita se ne ando' a Roma. Che per lui c'era sempre un posto nel negozio di import-export dei suo amico . Lo rividi dopo anni. Mi telefono' dicendomi che voleva presentarmi la sua nuova fiamma . Era venuto in vacanza con lei da qualche parte nella marina di Carovigno . Era una mattina d'estate e li raggiunsi in un bar sul mare. Ci abbracciammo.  Lei era bellissima. Ed era la fotocopia gemella della mia amica. E'incredibile l'amore cosa puo' produrre. Crea bellezza ma anche inganni. Era ancora innamorato della mia amica . Ma cosi' tanto innamorato da essersi legato per sempre a quell'immagine cercata e trovata in un altra donna. Ma non fece in tempo a dirmi di non sottolineare quella somiglianza che mi sfuggi' di farglielo notare. Stetti molto male per quella gaffe, per molto tempo. Ma lui non me lo fece mai pesare. Perche' era buono come un pezzo di pane. E io mi sono sempre legato in amicizia con i pezzi di pane e mai con i pezzi di merda...che tanto piacciono  all'italiano medio ammiratore dell'uomo forte. Non lo rividi piu'. Sono anni che non lo vedo. Lo immagino all'inseguimento dell'amore, l'ennesimo, rischiando sempre tutto senza raccogliere quanto dovuto e ambito nel modo in cui lo vorrebbe lui. Senza vestirsi in giacca e cravatta per fregare il prossimo con titolo di studio e belle parole.  Ma con gli occhi del malocchio a chi gli vuol male, nel ricordo di Castaneda. E sempre in movimento.  Come Kerouac. Perche'se ti muovi sempre anche se le persone cambiano e tu no, c'e' sempre la speranza di ritrovarsi comunque. Come ha scritto Castaneda in uno dei suoi libri, la vita di uno sciamano o di un guerriero dello spirito ha una ricapitolazione  , ad un certo punto. Devi incontrare i vecchi amici e scusarti con loro. Beh, Ros, questa e' una delle cose che faro' anche con te. Anche se non sono uno sciamano.Per quella volta in cui me ne potevo stare zitto e invece ti ho.lasciato in balia del fuoco amico. Di lei che dice, hai visto? Pure lui dice che assomiglio a lei!

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    Quei quindici racconti

    Questi sono racconti che esplorano alcuni comportamenti umani di fronte a certe situazioni insolite che potrebbero capitare a chiunque.Sono storie legate ad alcuni situazioni professionali, storie di vita che ci pongono di fronte a delle decisioni o a delle situazioni che ci potrebbero turbare.Ciascuno di questi racconti presenta un finale destabilizzante e inatteso, che potrebbe far riflettere su... Altro...

    Questi sono racconti che esplorano alcuni comportamenti umani di fronte a certe situazioni insolite che potrebbero capitare a chiunque.

    Sono storie legate ad alcuni situazioni professionali, storie di vita che ci pongono di fronte a delle decisioni o a delle situazioni che ci potrebbero turbare.

    Ciascuno di questi racconti presenta un finale destabilizzante e inatteso, che potrebbe far riflettere su quanto letto prima.

    Il libro contiene il racconto “Città grigia”, ispirato dal romanzo “Dark World”, vincitore di un concorso letterario organizzato dalla casa editrici Idrovolante Edizioni per il genere futuristico fantascientifico.

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    Diventare vecchi 5

    Diventare vecchi: alcune conseguenzeQuesto è un pezzo di merda. Non intendo riferirmi  a qualche politico e suo sodale. In tal caso avrei detto due pezzi di merda. Mi riferisco allo scritto. Affronteremo ora alcune diffficoltà che si incontrano in tarda età, quando la vescica e lo sfintere non rispondono più come un secchione di Yale ad un interrogazione, ma rispondono come le frecce per ... Altro...

    Diventare vecchi: alcune conseguenze

    Questo è un pezzo di merda. Non intendo riferirmi  a qualche politico e suo sodale. In tal caso avrei detto due pezzi di merda. Mi riferisco allo scritto. Affronteremo ora alcune diffficoltà che si incontrano in tarda età, quando la vescica e lo sfintere non rispondono più come un secchione di Yale ad un interrogazione, ma rispondono come le frecce per i Carabinieri: adesso sì adesso no adesso sì adesso no.

    La mattina, fa freddo, voi che avete supereato gli anta, non volete rinunciare alla corsetta mattutina. Alla prima avvisaglia di blocco della schiena, vi riconvertite immediatamente in camminatori. E fin quì, tutto ok, baby. Ma il freddo è intenso e voi prima di uscire non avete fatto la pipì. Il contesto è semiurbano: si ci sono giardini, ma intorno ai palazzi. E circola gente che di primo mattino va al lavoro o porta il cane a fare la pipì. Ora a voi vi scappa e vedete che persino un cane la può fare liberamente e si libera e lo vedete bello sorridenbte e scodinzolante. MA VOI NO! Cominciate a camminare con le ginocchia unite, passi corti, fiato corto. La vescica carica a molla. E percepite che tutti vi osservano, che siete in difficoltà. E restano lì in zona con i loro cani o senza cani, soli con cani o soli come cani, ma insieme e VI OSSERVANO! Intuiscono il problema. Voi cercate un cespuglio, fuori dalla vista dei cani e dei loro padroni. Ma non ce ne sono. Ci sono delle siepi ma a vista e se vi avvicinate e ci sparite dietro, potreste attirarvi le esecrazioni di chi vi ha visto entrare dietro la siepe ed è pronto a crociffiggervi pubblicamente. Perchè l'olezzo di orina, resta. Quello dei cani anche, ma loro sono cani, che ci possono fare? Nulla, a parte restare con la vescica integra. Non vi resta che tornare indietro. Non vi resta che tornare a casa. In fretta e furia, dovete correre. Ecco che riprendete a correre. Perchè tutto il circolo delle circostanze vi spinge a farlo. Arrivate davanti al portone e cercate nervosamente la chiave. E non vuoi che un vicino di casa non vi incontri e  vi chieda, come va, mostrando di volersi intrattenere in una debita conversazione? E da queste cose  che nasce l'odio verso i vicini di casa!

    Capitolo 2:  conseguenze più gravi.

    Intendete mangiare saporitamente, a pranzo? Allora non lasciatemi scrivere di conseguenze più gravi. Perchè attengono deiezioni più disgustose. Noi esseri umani e anziani in particolare, non siamo tutto rose e fiori. A volte ci dedichiamo al nutrimento , di rose e fiori. Se sono in zona.  Altrimenti dobbiamo entrare in un bar. Ma quando entri sei solo a metà strada. E questo comporta conseguenze...

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    Diventare vecchi 4

    Diventare vecchi, con la nipote a teatro.Quando diventi anziano e non hai figli, potrebbe toccarti di portare in giro tua nipote. Per esempio a teatro. A teatro ci vanno solo i vecchi, ci sono solo vecchi. I vecchi non hanno l'abitudine di parlare con la gente attraverso dei vetrini, che si vuol fare. "Zio, ci sono i pop corn?";" Sssshhhh...non gridare, a teatro non si usa." Nipote: "ci sono tanti... Altro...

    Diventare vecchi, con la nipote a teatro.

    Quando diventi anziano e non hai figli, potrebbe toccarti di portare in giro tua nipote. Per esempio a teatro. A teatro ci vanno solo i vecchi, ci sono solo vecchi. I vecchi non hanno l'abitudine di parlare con la gente attraverso dei vetrini, che si vuol fare. "Zio, ci sono i pop corn?";" Sssshhhh...non gridare, a teatro non si usa." Nipote: "ci sono tanti posti in cui non si può gridare!" Io:" per esempio?" Nipote:" quando ti chiudi in camera da letto con la zia le dici sempre di non gridare!" Io...silenzio ( non ce la posso fare). Nipote,durante la piece" sembra il cartone Transilvania." Io:" ma il titolo è Zio Vania ed è una commedia di Cechov." Nipote: "di che parlano?" Io: " Zio Vania odia il professor Astrov, perchè è pomposo! "Nipote: "che significa pomposo?" Io: (sollevando gli occhi al cielo, mò come glielo spiego?):" hai presente quando si sgonfia la gomma di una bicicletta?". Nipote:" si devo sempre portarla da quello che le aggiusta...ma non si chiama Vania, si chiama Gino!"Io...silenzio ( non ce la posso fare). Nipote:" il professore (Serebrijakov) , cos'ha, che si lamenta sempre?". Io:" be', è malato". Nipote:" a me sembra che beve e basta, lo dovevano chiamare Serembrijakov!"Io:( non ce la posso fare).

    Diventare vecchi, con tua nipote al cinema...

    Stai vedendo Pulp Fiction al cinema, con tua nipote. Non sono film da far vedere ad una tredicenne, direte. Ma se uno come zio non ha molto tempo libero, deve cercare di razionalizzare quello che ha a disposizione. E Poi ci sono zii che hanno molta fantasia nel rendere sofisticamente candide, scene non per tredicenni. Nipote:"zio ma che fa John Travolta con la siringa?"Io( lo sapevo che non era una buona idea portarmela al cinema) .Io: "ehm, tesoro, si sta facendo un'iniezione di antidolorifico, perchè ha l'ernia del disco". Nipote: " macchè, secondo me si sta drogando!". Io:" no, no, ma che dici, è bicarbonato!". (Non ce la posso fare) Nipote: " zio, cosa fanno al nero nel negozio di chitarre?". Io" giocano alla cavallina, non vedi!". Nipote, sorridendo:" a me non sembra". Io:"a te che sembra?". Nipote:"quello che sembra a te... e penso anche che, dopo, gli devono mettere il ghiaccio". Insomma, viviamo tempi in cui dovrebbero essere le nipoti, ad "accompagnare" gli zii al cinema!

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    Diventare vecchi 3

    Diventare vecchi: scartare le Daygum...Diventare vecchi, comporta una serie di difficoltà. Fra le tante rientra lo scartare le Daygum e i Toscanelli. Come sapete o forse non sapete, ma ho i sospetto che lo stiate per apprendere, le Daygum sono quelle gomme che uno compra specie quando è fuori è non ha di che lavarsi i denti e magari dopo deve lavorare o incontrare una donna, robe del genere...p... Altro...

    Diventare vecchi: scartare le Daygum...

    Diventare vecchi, comporta una serie di difficoltà. Fra le tante rientra lo scartare le Daygum e i Toscanelli. Come sapete o forse non sapete, ma ho i sospetto che lo stiate per apprendere, le Daygum sono quelle gomme che uno compra specie quando è fuori è non ha di che lavarsi i denti e magari dopo deve lavorare o incontrare una donna, robe del genere...per non avere la bocca che emana il classico olezzo tipo fogne di Calcutta o la fiatella tipica di chi è avanti con gli anni ( non vi illudete, perchè ce l'hanno tutti). Vado all'autogrill e compro il fatidico pacchetto di Daygum...e volesse il cielo che qualche volta io riesca a scartare la scatoletta in questione dal cellophane. Di solito c'è una piccola orecchia di cellophane, individuata la quale scartare le Daygum è un gioco da ragazzi. Ma io non la trovo mai. Per cui si assiste allo spettacolo di vedere un uomo brizzolato che tenta disperatamente di togliere il cellophane al pacchetto in questione nei modi più bizzarri che ci possano essere. Con le chiavi, con l'accendino, con le unghie, con i denti...niente....L'ultima volta sono tornato a casa e ho aperto il pacchetto segandolo con un coltello. Non immaginate la rabbia con cui l'ho fatto. Ma direte, con gli occhiali è un'altra cosa, individui l'orecchia e tiri l'orecchia...niente! Neanche con i fottuti occhiali. Stessa cosa con i toscanelli. Hai appena mangiato bene, sei libero, hai del tempo a disposizione e vuoi rilassarti fumando un toscanello. Ed eccoci di fronte allo stesso dannato problema. Avete mai visto qualcuno che chiede a qualcun'altro se c'ha un sigaro con un pacchetto intonso di toscanelli in mano? Quello sono io!

    Diventare vecchi, traffico urbano...

    Il traffico urbano in una città, in particolare, ha cambiato le sue caratteristiche. Ci sono nuovi soggetti in giro con cui fare i conti e quindi se sei nel gorgo del traffico, per esempio milanese, come mi capita sovente, devi stare attento alle altre automobili, ai mezzi pubblici, ai motorini, che in molti comprano illudendosi che riusciranno a muoversi più veloci nel traffico, ma adesso anche alle bici di Deliveroo e ai monopattini elettrici. Un delirio! Sembri dentro un videogioco. Ma cosa ha aumentato , tra le altre cose, il traffico dei corrieri del cibo da asporto? La mancanza di tempo e la pigrizia nel cucinare, dopo otto ore di lavoro. Poi hai la fortuna di andare in pensione ma hai talmente assimilato certe abitudini -specie quella di non aver mai tempo se non per arricchire il tuo datore di lavoro-che finisci per continuare a ricorrere al cibo da asporto. E' un circolo vizioso e neanche vietato ai minori: provate a chiedere chi vi scassa i cosiddetti che vogliono pizza e hamburger a casa , la sera? I vostri figli. Ma diavolo, uscite e andate in pizzeria, se cominciate già da minorenni a non camminare più, alla mia età avrete una fisarmonica al posto de culo!

    Diventare vecchi: la raccolta differenziata...

    Il cibo da asporto aumenta a dismisura l'attività della raccolta differenziata. Ma per fare la raccolta differenziata come si deve, devi avere molto tempo, a disposizione. Non vedi l'ora di andare in pensione, per questo! Per non avere lo sgabuzzino pieno di bottiglie di plastica vuote stipate lì dal '98...che l'ultima volta che è venuto un critico d'arte a casa me la voleva comprare come opera d'arte contemporanea! Che poi uno dice, cavolo, la raccolta differenziata, rende virtuosi, contribuisci alla salvaguardia del pianeta, combatti l'inquinamento. E come mai dopo aver fatto la raccolta differenziata poi dove la sversano mettono tutto insieme? Qualcosa mi sfugge. Magari diventando vecchi si riprende a pensare. Ma siccome non ci sei più abituati, metti sulla tv e ti guardi la Pupa e il Secchione. Il Secchione dell'indifferenziata!

    Diventare vecchi, odio la Smart...

    Negli ultimi tempi, vuoi covid vuoi guerra, sta diventando difficile parcheggiare. Intorno a dove abiti trovare un posto per parcheggiare equivale a scoprire sepolta sotto la sabbia la mappa dell'Eldorado ( che poi si scoprirà essere la pubblicità di una pizzeria con tal nome). Il costo della benzina è salito alle stelle e quindi nessuno più esce, per cui i parcheggi sono pieni. Non temete, a piedi non si esce, perchè mai dovremmo fare tutta quella fatica a camminare quando possiamo veder sudare i campioni della Champions League standocene sdraiati sul divano con un bell'hamburger in mano appena servito da un Deliveroo o un Just It? Quindi la sera, non sei ancora in pensione, o sei in pensione e sei uscito a fare un giro per vedere qualche mostra, un cinema o per andare in qualche cavolo di ristorante dove al tavolo ti serva un cameriere in carne ed ossa (...e tu lì, avanti con gli anni, che non puoi mangiare niente o quasi gli hai appena chiesto, scusi vorrei qualcosa di vegetariano senza glutammato, olio di palma e senza glutine...e lui ti ha risposto, certo, quale tovagliolo vuole?)ed ecco che brami un parcheggio. Magari vicino casa. O non troppo lontano. E giri per le strade in tondo e quando ti sembra di aver trovato un posto libero ed entri tutto felice come una pasqua...trovi una Smart! Che da fuori non la vedevi...Ma compratevi una cazzo di macchina vera, non le macchinine con cui giocavate da piccoli appena un pò più grandi...Ma i pedali ce le hanno, le Smart?

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    Gruss Gott

    Gruss gottCon il mio amico d'infanzia, Giulio Vix, nel maggio del 1999 andammo a Imst, in Austria. Volevamo vedere il concerto dei Rolling Stones. Giulio venne in treno a Milano, da Lecce. Poi in macchina saremmo andati a Imst. Avevo la Punto, all'epoca. Per strada ci fermano in Valchiavenna . Mangiammo in un crotto e bevemmo in abbondanza del vino rosso frizzantino fresco appena uscito da una di ... Altro...

    Gruss gott

    Con il mio amico d'infanzia, Giulio Vix, nel maggio del 1999 andammo a Imst, in Austria. Volevamo vedere il concerto dei Rolling Stones. Giulio venne in treno a Milano, da Lecce. Poi in macchina saremmo andati a Imst. Avevo la Punto, all'epoca. Per strada ci fermano in Valchiavenna . Mangiammo in un crotto e bevemmo in abbondanza del vino rosso frizzantino fresco appena uscito da una di quelle fredde cantine dove si usava lasciarlo decantare. Ci rimettemmo in macchina e ci dirigemmo al confine. Durante il viaggio ci esercitammo nel parlare un nostro linguaggio inventato anni prima e che consisteva nel tradurre dall'inglese intraducibili espressioni gergali o frasi del nostro dialetto d'origine: l'anglostunese. Uno dei cavalli di battaglia linguistici era "water to the pipe" , che traduceva dal dialetto "acqua alla pipa", e si usava in vari contesti in cui si voleva intendere un niente di combinato. Arrivati alla frontiera ci fermò una guardia di frontiera, in divisa militare, austriaca.  Gruss gott  , ci disse. Io e Giulio ci guardano l'un l'altro. Gruss gott, ripete' l'austriaco. Io scesi dalla macchina e aprii il portabagagli. La parola assomigliava alla nostra italica " cruscotto" e cruscotto poteva voler dire portabagagli. Una volta aperto il portabagagli , l'uomo neanche ci guardo' dentro. Gruss gott, prese a gridare. Entrai in macchina e aprii il cruscotto, quello vero non il supposto equivocato in austriaco da me. L'austriaco non guardo'  neanche nel cruscotto. Io e Giulio ci guardammo. L'uomo ci fece segno di levare le tende. Gruss gott, continuava a gridare. Riprendemmo il cammino e giungemmo in un villaggio Sos dove saremmo stati ospitati. Scendemmo dall'auto e subito fummo accolti da dei ragazzi che ci urlavano: gruss gott, gruss gott, e ridevano a crepapelle. Io e Giulio ci guardammo. Si vede che si e' sparsa la voce, disse Giulio.

    Quando tornammo in Italia, dopo il concerto , raccontammo  l'episodio ad un oste , mentre mangiavamo qualcosa poco dopo il confine . Lui rise a  crepapelle. Gruss gott? Significa buona giornata,  disse. Io e Giulio ci guardano e ridemmo.  Nel 1999 non c'era Google. Per questo avevamo ancora qualcosa per cui ridere. E per questo abbiamo ancora qualcosa da raccontare.

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    Diventare vecchi 2

    Diventare vecchi: attraversare la strada mentre passa un auto elettrica.Quando un anziano attraversa la strada nel 2022 può finire investito da un auto elettrica. A me. che ancora non sono vecchissimo, stava succedendo l'altro giorno. Le auto elettriche non fanno alcun rumore e vanno veloci come le auto non elettriche. Ora, io già ci sento poco, poi mi piombi addosso con un auto al silenziatore.... Altro...

    Diventare vecchi: attraversare la strada mentre passa un auto elettrica.

    Quando un anziano attraversa la strada nel 2022 può finire investito da un auto elettrica. A me. che ancora non sono vecchissimo, stava succedendo l'altro giorno. Le auto elettriche non fanno alcun rumore e vanno veloci come le auto non elettriche. Ora, io già ci sento poco, poi mi piombi addosso con un auto al silenziatore...sfido io che ti mando a quel paese. Ehi, signore ( se ti danno del signore, sei già vecchio, fidati), non ci sono le strisce, ha detto il giovane guidatore elettrico. E che diamine, non vi si sente arrivare, ho detto. Non  solo abbiamo l'auto ecologica, dobbiamo pure rendere conto, ha detto il giovane. Ecologica? Ho replicato. Ma lo sai da dove viene il cobalto della batteria della tua macchina? Il giovane non ha risposto. Immaginavo che non lo sapessi, ho detto: viene dalle miniere di cobalto in Congo dove per estrarlo muoiono migliaia di bambini. Ci trovi qualcosa di ecologico, in questo? Il giovane ha sgommato ed è andato via. I vecchi hanno un difetto. Sanno molte cose e hanno una memoria a macchia di leopardo. Tirano fuori le notizie da chissà dove che uno alla fine pensa, però, il vecchio, ne sa di cose!

    Diventare vecchi, strisce pedonali.

    Quando un vecchio attraversa le strisce pedonali può succedere che il suo telefono squilli con una suoneria più o meno assordante. Anche se hanno cambiato telefono, costretti dal fatto che i vecchi telefoni non si usano più, hanno conservato le vecchie rumorose suonerie. E' un fatto legato alla nostalgia. Di solito mentre un giovane attraversa le strisce di fronte,  smanettando sul suo smartphone, infastidito dal suono della suoneria del vecchio, gli fa, ma lo sai che puoi mettere il telefono in vibrazione, o no? Lo so, replica il vecchio, solo che poi avrei l'impressione di avere il Parkinson...già sono vecchio, vedi un pò se l'altissimo si deve pure adoperare per mandarmi qualche altra disgrazia. Il giovane prosegue perplesso e smanettante, con lo sguardo fisso sullo smartphone. A quel punto possono accadere due cose. O va a sbattere su un palo della segnaletica stradale, giunto al marciapiede opposto...oppure si dimentica che in Italia non sempre le auto rispettano le strisce pedonali e finisce investito. A quel punto avrà la piena percezione di cosa vogliano dire i politici che non fanno altro che cianciare di investirmenti sui giovani.

    Diventare vecchi: separati o single.

    A volte da vecchi ci si ritrova separati o single. Può succedere. E' la vita. A questo punto si può pensare di rifarsi una nuova esistenza. Ma non avete idea di quanto sia difficile. Si diventa esigentissimi. Conosco anziani che si sono iscritti a Meetic, per incontrare l'anima gemella. E a volte ci sono riusciti. A incontrare qualcuno. Ma non è quasi mai diventata l'anima gemella. Si cominciano a guardare i difetti, nel partner, dimenticandosi dei propri. Insomma si continua ad elaborare il lutto per essere rimasti soli. Si è restati per un pò di tempo soli e si sono  maturate nuove abitudini. L'abitudine di non dover dare conto a nessuno. Mentre il mettersi insieme a qualcuno consiste comunque nella cessione di una quota parte di te stesso che è ormai abituato a lasciar lievitare l'immondizia nei secchi della differenziata ( questo per gli uomini. Per le donne si tratta di fare collezione di creme antirughe sparse un pò dappertutto come i soldatini della Atlantic, che collezionavo da piccolo). Insomma se vuoi stare con un partner devi cedere una parte delle tue libertà personali a vantaggio di un mutuo sostegno. Se sei un uomo ricopri la tua partner di nuovi regali, una borsa all'ultimo grido (quello del commercialista), scarpe alla moda (che ti costringono ad andare per vari sabati all'Ikea per progettare nuove scarpiere). Lei non sa cosa regalarti. E tu li a dire: regalami un Bimbi. Pensando che sia un pò anche un regalo per LEI. Pensa che geni! Ma quanto siamo stronzi ed egoisti noi uomini? Ci facciamo regalare qualcosa che tornerà alla fine più utile al nostro palato che alla unghie tipo Florence Griffith della nostra partner. Dopo un pò di tempo di nuova mutua convivenza, inizieranno a tornare le libertà personali: lei vi lascerà guardare le partite su Sky mentre uscirà a bere e spettegolare con le amiche. Boh...sempre meglio che trovarla a casa quando tornate dal lavoro, con i bigodini in testa. Conoscete l'acchiappasogni? Beh, esiste anche l'ammazzadesideri. Se invece siete un tipo fetish avrete trovato il vostro paradiso. Ciò che per qualcuno è l'inferno per qualcun altro è il paradiso.

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    Disavventure…

    Ero al pub che mi stavo bevendo una birra molti anni fa. Vedo una tipa che mi piace. È con un'amica. L'approccio alla meglio peggio. È una tipa che vuole darsi un tono. Mi dice che è di Napoli. Si è laureata in legge a Pisa. Mi racconta che sta festeggiando perché quel giorno è diventata avvocatessa. Mi chiede cosa faccio nella vita. Gli rispondo che ho un piccolo negozio. Io mi complimento ... Altro...

    Ero al pub che mi stavo bevendo una birra molti anni fa. Vedo una tipa che mi piace. È con un'amica. L'approccio alla meglio peggio. È una tipa che vuole darsi un tono. Mi dice che è di Napoli. Si è laureata in legge a Pisa. Mi racconta che sta festeggiando perché quel giorno è diventata avvocatessa. Mi chiede cosa faccio nella vita. Gli rispondo che ho un piccolo negozio. Io mi complimento con lei. Ma la sua amica mi dice che il gioco è bello finché dura poco e lei non può certo stare a perdere tempo con me che sono un commerciante. Poi continua dicendomi che ormai è una donna in carriera. Finisco la birra e mi allontano. Penso che non è molto facile al mondo d'oggi aprire uno studio e farsi una clientela. Ma rimango in silenzio e faccio un cenno per salutare. Prendo il treno. Vado a Pisa. Me ne sto qualche ora al Gambrinus. Siedo fuori a un tavolino. Vedo passare la gente. È il mio passatempo. Non assumo alcolici. Arrivo a una discoteca nel centro della città.  Non so se nel 2022 è  ancora aperta. È piena. È venerdì sera e gli studenti universitari affollano la pista. Mi metto a parlare con una tipa. Dopo cinque minuti ci mettiamo a ballare. La tengo stretta a me. È davvero una bella ragazza. Tutto sembra andare per il meglio. Poi specifica che lei non è una studentessa qualsiasi fuori sede ma una normalista della classe di lettere. Mi dice che ha voluto illudermi, che si è solo presa gioco di me, che ha già perso troppo tempo con uno sfigato di merda come me, che lei è destinata a un grande futuro perché si sta laureando in una scuola di eccellenza.  Mi dice di andare via altrimenti chiama il suo ragazzo. Mi arrabbio. Gliene dico quattro. Arriva il suo ragazzo per placare gli animi. Ma io sono molto arrabbiato. Ho bevuto tre superalcolici e so bene che anche se mi danno due botte non le sento perché l'alcol alza la soglia del dolore. Arrivano i buttafuori.  Ci dividono pacificamente. Me ne vado deluso e arrabbiato. Certamente la normalista l'ho presa a male parole ma se lo meritava. Poi ero alticcio. Vado verso la stazione. Mi incammino. Guardo piccoli spacciatori, tossicodipendenti,  barboni. Guardo un hotel nella zona che è destinato a chiudere perché non ha clientela a causa del degrado. Penso che in fondo c'è di peggio nella vita delle piccole disavventure che mi sono capitate. La vita in fondo può far male, ma qualche birra può alzare anche la soglia del dolore esistenziale. Questo è quanto. 

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    La comparsa: Vita, morte e miracoli di Agazio Sanguedolce

    Il libro racconta la biografia - immaginaria - di Agazio Sanguedolce, antieroe che nella vita ricopre sistematicamente il ruolo della comparsa. Agazio è comparsa sin dalla nascita e in questa parte (reggimoccolo, fidanzato a noleggio, attore nei programmi “verità” in tv, prestanome inconsapevole per attività poco lecite e via dicendo) trascorre tutta la sua misera vita. Finché un giorno, d... Altro...

    Il libro racconta la biografia - immaginaria - di Agazio Sanguedolce, antieroe che nella vita ricopre sistematicamente il ruolo della comparsa. Agazio è comparsa sin dalla nascita e in questa parte (reggimoccolo, fidanzato a noleggio, attore nei programmi “verità” in tv, prestanome inconsapevole per attività poco lecite e via dicendo) trascorre tutta la sua misera vita. Finché un giorno, dopo la morte della madre, trova conforto alla sua solitudine iscrivendosi al Partito degli italiani e cambia vita. E inizia una folgorante carriera politica. Pur restando di fatto una comparsa fino all'improvvisa morte. Il protagonista è un personaggio ben caratterizzato che ammicca a Pirandello come al Fantozzi di Paolo Villaggio. E alla tragicomica parabola del famoso “biondino degli 883”, a cui l'autore concede perfino un piccolo cammeo nel racconto. La storia è ambientata nell'Italietta contemporanea e ben inserita nel contesto (nel libro compaiono personaggi noti del mondo della politica e dello spettacolo, con nomi storpiati ad arte). Un'opera che fa ridere e fa riflettere, con forti elementi di critica sociale e qualche tocco di teatro.

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