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    Vade retro, sport!

    Lo sport è vita.Lo sport è indispensabile.Lo sport ti da la carica per affrontare la vita con grinta.Lo sport ti aiuta a crescere e maturare.Lo sport sviluppa le endorfine, gli ormoni corresponsabili della felicità.Lo sport ti mantiene in forma. Fin qui, tutte affermazioni più che assodate... che si scontrano tuttavia con la mia esperienza personale. Esperienza che si riassume con un'unic... Altro...

    Lo sport è vita.

    Lo sport è indispensabile.

    Lo sport ti da la carica per affrontare la vita con grinta.

    Lo sport ti aiuta a crescere e maturare.

    Lo sport sviluppa le endorfine, gli ormoni corresponsabili della felicità.

    Lo sport ti mantiene in forma. 

    Fin qui, tutte affermazioni più che assodate... che si scontrano tuttavia con la mia esperienza personale. Esperienza che si riassume con un'unica frase: lo sport è fatica. Una insopportabile, fastidiosa e snervante fatica.

    Già, perché io sto allo sport come Voldemort al Premio Nobel per la pace. E chi ha letto "Harry Potter" capirà subito il confronto...

    Ecco una breve carrellata del mio palmares sportivo, che vanta innumerevoli approcci con diverse discipline.

    Danza: testimoni narrano di una prova di danza moderna fatta con mia cugina Federica (nota per leggiadria e grazia) alla tenera età di 6 o 7 anni. Una disfatta totale.

    Lei sembrava la Cuccarini, io Pippo Baudo.

    Lei Heather Parisi, io Marisa Laurito.

    Lei Carla Fracci, io una lottatrice di sumo.

    Un'ora di calvario al termine della quale mia mamma e nonna, presenti allo sfacelo, fecero credere agli altri genitori di essere parenti solo di mia cugina.

    Io relegata al ruolo di trovatella.

    Nonostante il trauma, continuo a rivolgere la parola a mia mamma e a pranzare il lunedì con la Fede.

    Equitazione: approccio iniziato con qualche lezione in montagna (avevo sì e no 13 anni) a cui seguirono delle cavalcate estive in Calabria, complice una vacanza estiva dalla famiglia della Cri, una delle mie più care amiche. Peccato che a Pippo, il simpatico equino, io non fossi particolarmente simpatica. Alla quinta lezione, il buon Pippo decise di partire al galoppo trascinandomi con se e, prima di avermi disarcionato, mi fece fare qualche metro attaccata solo per una staffa.

    Risultato: botta alla testa e all'osso sacro e carriera da fantina finita prima ancora di iniziare. In compenso, grazie a Pippo oggi mangio la carne di cavallo senza rimorso. Tiè.

    Camminate in montagna: un incubo durato fino alla tarda adolescenza. Quando, pur di non andare in montagna d'estate, mi facevo rimandare in tutte le materie possibili per poi poter stare a casa a studiare.

    Cosa c'è di peggio che nascere in una famiglia di sportivi? Nascere in una famiglia di montanari... Un incubo. Avversione totale per la montagna d'estate: le camminate che mi obbligavano a fare i miei genitori, lungo sentieri impervi, erano una vera via crucis. La corona di spine era sostituita da enormi vesciche sui piedi che mi guarivano giusto il giorno prima della camminata successiva.Le stigmate di Padre Pio?! Nulla, in confronto. 

    Gli scarponi erano uno strumento di tortura.

    Non capisco perché non mi abbiano fatto santa subito. Step: praticato in età adulta. Io ero quella che, quando tutti andavano da una parte, andava dell'altra. Quando le altre terminano la coreografia, io ero ancora al primo passo per capire se partire con il piede destro o sinistro. Non ho mai capito come fare. Incredibile. Sembravo un salmone che andava controcorrente.

    Un disagio che mi ha portato presto ad abbandonare lo step. Sorvolo su altri corsi provati in palestra... Ho una dignità anch'io!

    Piscina: fatemi nuotare, fatemi fare qualsiasi cosa in acqua. E' il mio elemento, forse perché non ci sono coreografie o balletti da improvvisare. O forse perché non lo trovo così faticoso come altre discipline.

    Pallavolo: ci giocavo a scuola ed ero pure bravina, grazie anche al fatto che, quando battevo, le compagne si nascondevano come dei soldati in trincea durante la prima guerra mondiale. Ok, l'elasticità e l'agilità non sono mai state il mio forte, ma il braccio da muratore non mi è mai mancato!

    Corsa: leggende narrano che, quando corro io, dall'altra parte del mondo arriva il terremoto. Uno sport che non riesco a praticare. Dopo cinque minuti di camminata veloce (troppo pretenzioso chiamarla "corsa") vedo già tutti i santi del Paradiso e la Madonna che mi suggeriscono di smettere per evitare di avere un infarto e raggiungerli prima del dovuto.  Da quando sono diventata mamma, santi e Madonna sono stati sostituiti da una fotografia dei miei figli con la seguente didascalia: "corri piano, pensa a noi". Non voglio farli diventare orfani anzitempo.

    Ciclismo: ogni tanto mi capita di salire sulla bici di mio fratello e fare qualche pedalata in solitaria.

    In questo caso me la cavo meglio della corsa. C'è anche il vantaggio di potersi godere il paesaggio senza temere l'intervento di un defibrillatore.

    Il fatto che io sia una dilettante si capisce da un particolare: odio i ciclisti. Li odio quanto passano con il rosso (sempre), li odio quando fanno conversazione affiancati anziché in fila indiana, li odio quando sfrecciano sui marciapiedi, suonando il loro campanellino per farti scansare.

    Poi, of course, ci sono ciclisti e ciclisti... Ma andrebbe scritto un capitolo a parte.

    Lascio per ultima l'unico sport che amo follemente e che non smetterei mai di praticare: lo sci!Sciare è la mia grandissima passione, e con gli sci ai piedi sono molto più agile di quando cammino.La montagna d'inverno è l'unica ragione per cui dovrebbe esistere la montagna... Orsù, proponiamo l'abolizione delle vacanze montanare d'estate!Alla passione per lo sci, già manifestata sin da bambina, seguì ben presto quella nei confronti dello sciatore per eccellenza: Alberto Tomba. Un amore non corrisposto, solo perché Lui, il Divino, non ha avuto modo di conoscermi, eccezione fatta per una foto scattata ormai 10 anni fa in una discoteca in Sardegna... Io non proprio sobria e lui non proprio felice di farsi fotografare... Com'è ingiusta la vita, a volte. Con gli uomini non sono mai stata fortunata.A proposito di Tomba, non ditelo a nessuno... Mio papà si chiama Alberto. Lui è convinto, o forse fa finta di esserlo, che mio figlio si chiami Alberto in suo onore.Sono una figlia infame, lo so.

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    Io e la tecnologia

    Io e la tecnologia.Potrebbe essere il titolo del post più breve del mondo. Anzi, potrebbe essere l'intero post. Fine.Sono un disastro. Una storia triste di un'ignoranza deplorevole e colpevole.Qualcuno, leggendomi, penserà: "eh però ha aperto un blog, chissà quanto studio dietro questo progetto".Sì, in effetti è vero: digitare su Google "come aprire un blog" (gratis, ma questo dettaglio non ... Altro...
    Io e la tecnologia.Potrebbe essere il titolo del post più breve del mondo. Anzi, potrebbe essere l'intero post. Fine.Sono un disastro. Una storia triste di un'ignoranza deplorevole e colpevole.Qualcuno, leggendomi, penserà: "eh però ha aperto un blog, chissà quanto studio dietro questo progetto".Sì, in effetti è vero: digitare su Google "come aprire un blog" (gratis, ma questo dettaglio non è elegante, quindi avrei dovuto ometterlo) è stata una vera fatica. Estenuante, oserei dire.Mi si sono aperte 2.500 pagine di consigli, suggerimenti, moniti, ordini... Un'infinita quantità di materiale che mi sono stancata di leggere dopo dieci minuti. La mia proverbiale costanza nel fare le cose... Sono Gemelli, che colpa ne ho io?!Mi sono affidata a "Blogger", che sembrava la soluzione migliore. Forse perché la più semplice per una neofita come me.Superato questo primo step, ho iniziato a creare il mio blog, prendendo come punto di partenza le varie opzioni che avevo a disposizione. Temi, colori, sfondi, caratteri, ecc... ecc... ecc... Cercando ovviamente di rimanere molto "basica", dal momento che ben conosco i miei limiti.Fin qui la parte tecnica, al termine della quale dovevo anche pensare al titolo e alla descrizione del mio diario.Per me, che sono un'amante dei giochi di parole, è stato relativamente semplice. "Tonda d'urto": già dal titolo si capisce che sarà un blog a metà tra il serio e l'ironico. Insomma, un luogo virtuale dove scrivere quello che (più o meno) mi passa per la testa.Sopravvissuta a questa laboriosa fase di progettazione, durata complessivamente qualche ora, ora mi sento espertissima.Ah, scusate, ho una comunicazione di servizio: Billuccio (Gates) se ti serve una mano per ampliare le tue conoscenze informatiche, chiamami pure senza problemi! Dicevamo, io e la tecnologia... Breve guida per conoscermi meglio.Cellulare: fedele al mio vecchio e mezzo scassato Samsung. Un trattorino di qualche anno che funziona alla perfezione (e qui partono gli scongiuri perché si sa che i Samsung da un giorno all'altro passano a miglior vita, soprattutto dopo che ne hai  pubblicamente decantato l'immortalità). Lo schermo rotto a mo' di ragnatela gli conferisce un aspetto vintage che io adoro.PC: a casa lo accendo talmente poco che, quando capita, i miei figli lo osservano con stupore e strisciano le loro dita sul monitor convinti che sia "touch", una sorta di cellulare gigante... Colpa mia che li tengo lontani da queste diavolerie moderne.Tablet: non pervenuto. Non riesco a capire l'utilità di un "coso" troppo piccolo per essere un PC e troppo grande per essere un telefono.Play Station e/o Nintendo: trattasi di? Io sono ferma al Commodore 16 o al massimo al Game Boy. Qualcuno mi aiuti.Agende elettroniche: vuoi mettere il fascino dell'agendina cartacea che ti regalano a dicembre nei negozi? Non ha la batteria e sei sicura di non perdere i dati a causa di qualche virus.Macchina fotografica: la Polaroid è ancora quanto di più avanzato la mia mente possa immaginare.Pare, nel frattempo, che siano arrivate anche le macchine digitali, nelle quali non devi inserire il rullino della Kodak da 24 o 36 foto... Mi potete gentilmente confermare? Kindle: ecco, questa è l'unica eccezione alla mia avversione per la tecnologia. Ce l'ho e lo trovo anche comodo perché mi permette di avere in tempo zero tutti i libri che voglio senza schiodare il sedere dal divano.Confesso però una (sua) debolezza: quando lo annuso non provo lo stesso irrefrenabile piacere che ho quando faccio la stessa cosa con le pagine di un libro "vero". Eppoi io adoro collezionare libri!Insomma, il Kindle è comodo ma il libro-libro è tutt'altra cosa.Sono talmente allergica al progresso che, a questo punto, non mi vengono in mente altre diavolerie presenti a casa mia.Vabè, ci sarebbero il Silk-epil del 2009 e un "Sapientino", di seconda mano, dei bimbi... ma non credo possano rientrare a pieno titolo nella categoria "elettronica"...Social network: quest'anno festeggio i 15 anni di fidanzamento con "Facebook". Come tutte le coppie che si rispettino, abbiamo avuto alti e bassi ma, in fondo, ci vogliamo tanto bene. Lo uso molto spesso e grazie ad esso mi è venuta voglia di scrivere in modo più assiduo.Instragram: grazie di esistere. I tuoi filtri fanno miracoli e, a volte, mi fanno quasi sembrare fotogenica. Quasi, eh! Salvo poi tornare all'amara realtà quando mi guardo nello specchio dell'ascensore in ufficio... Un altro motivo per prendere le scale.Twitter: bocciato! Spiegatemi come condensare un pensiero in circa 150 caratteri. Impensabile per una come me, che non ha ricevuto il dono della sintesi.Linkedin: un mistero mai esplorato. Però ho scoperto di mandare inviti a casaccio a persone che non conosco. Mah...Ora vi saluto: la batteria del mio cellulare dura 10 minuti e mancano solo 30 secondi allo spegnimento.Vado a riesumare la macchina da scrivere.

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    1. eccetto che….per i capelli meravigliosi, il fisico strepitoso, la casa che occupa due stati e il fidanzato meno effeminato (questo è un bene però🤣)
      Vabbè dai la smetto di vaneggiare!
      Comunque volevo dirti che riguardo a blogger hai tutta la mia comprensione!
      Io l’ho provato solo mezz’ora e poi…sono scappata su un’altra piattaforma!
      Era così semplice da risultare difficile!!!!
      Ehhhhh sì! I Samsung questi sciroccati!
      Io conservo ancora un reperto storico il primo modello di smartphone samsung della serie galaxy s che ormai uso solo per la sveglia (sempre se inspiegabilmente non si

    2. No vabbè 🤣🤣🤣 adoro il tuo post!
      Io mi definisco un’ avventuriera della tecnologia anche se devo confessarti che il pre-smart aveva qualcosa di affascinante soprattutto perchè avevi moooolta più privacy e nessuno ti spiattellava all’improvviso un banner pubblicitario in cui ti “suggeriva” quale modello di ferrari fa al caso tuo solo perchè incuriosita avevi osato sbirciare quel messaggio pubblicitario tentata dall’idea di sognare un pò come quando da bambina giocavi con Barbie e lei aveva quella bella macchina…e adesso da adulta guardarla ti fa sentire un pò Barbie…vabbè eccetto che.

      • D’accordissimo sull’argomento privacy. L’assenza di quest’ultima è ormai totale. Usufruiamo di tanti servizi gratuiti non rendendoci conto che se lo sono è proprio perché qualsiasi cosa facciamo online sul browser o sulle nostre app viene raccolto e monetizzato rivendendolo in pacchetti infiocchettati a seconda dello scopo finale dell’acquirente. I pulsanti per disattivare microfono e fotocamera sui cellulari, gli ad-blocker e anti-tracker sono diventati miei amici fidati. Basta parlare di qualsiasi cosa vicino al proprio smartphone e ci si ritrova bombardati da pubblicità personalizzate

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    Il sottile confine tra gioventù e vecchiaia

    Chi mi conosce lo sa bene: non ho mai brillato quanto a costanza nel fare le cose o nel rispettare i buoni propositi, tranne in sporadici casi.L'ultima volta che ho scritto sul mio blog era il lontano marzo 2020, in piena pandemia. Il clima di allora aveva ispirato un post assai serio e molto lontano dal filo conduttore che mi aveva spinto ad aprire la mia pagina.Ma quelle parole, un bel giorno di... Altro...

    Chi mi conosce lo sa bene: non ho mai brillato quanto a costanza nel fare le cose o nel rispettare i buoni propositi, tranne in sporadici casi.

    L'ultima volta che ho scritto sul mio blog era il lontano marzo 2020, in piena pandemia. Il clima di allora aveva ispirato un post assai serio e molto lontano dal filo conduttore che mi aveva spinto ad aprire la mia pagina.

    Ma quelle parole, un bel giorno di aprile dello stesso anno, mi avevano fatto guadagnare l'intera pag. 13 de "L'Eco di Bergamo", il "New York Times" orobico, nientepopodimeno.

    Pagina tre-di-ci, signore e signori! Chi sono io per non auto proclamarmi la nuova Oriana Fallaci?! Chi sono io per non tirarmela come una fionda per questo strepitoso successo? Chi sono io per non inserire nel mio curriculum questa preziosa perla?! Ecco, appunto, chi sono io?

    Mah, qui siamo ancora in alto mare per capirlo con esattezza.

    Dicevamo... Da allora sono passati quasi due anni e mezzo, un milione di euro spesi in mascherine e tamponi, bagni purificanti in piscine di gel igienizzante (che nemmeno gli indù nel fiume Gange), una mezza dozzina di quarantene delle tenere creature, la foresta amazzonica sterminata a furia di stampare autocertificazioni per ogni genere di attività, tre dosi di vaccino, il covid come originale regalo di Natale 2021, le orecchie esauste di sentire teorie complottiste strampalate e chi più ne ha più ne metta.Ah, ho pure cambiato lavoro! Una bella novità degna di nota e di cui parlerò in un'altra circostanza.Ma ora sono qui per cercare di metabolizzare la fine della mia gioventù, anche se stento a crederlo. Perché io ero giovane fino ad agosto dell'anno scorso.

    A decretare questo temuto passaggio all'età adulta sono stati due piccoli, apparentemente insignificanti oggetti che mi hanno messo al tappeto: le lenti progressive. Passi per la leggera miopia, ma la presbiopia quella no: non la accetto! Vaghe reminiscenze degli studi classici mi ricordano che il termine presbite in greco significa "vecchio".

    Così, vecchia: senza pietà.

    Presbite era la mia novantenne prozia Maria, con i suoi occhiali e l'annessa catenina di metallo il cui peso superava quello della zia Maria stessa...

    Ok, ok: io ho ereditato la costituzione "robusta" dall'altro ramo della famiglia!

    Presbite era la mia infaticabile professoressa di francese del liceo che inforcava gli occhiali solo per leggere l'ultimo numero di "Grazia" durante le verifiche scritte in classe. Di secondo nome faceva Stakanov, narra la leggenda.

    Io non andavo a genio a lei e lei non andava a genio a me, motivo per cui, nonostante la lettura avvincente del rotocalco, sollevava lo sguardo e si toglieva gli occhiali solo ed unicamente per dirmi di non copiare dalla mia vicina di banco (ciao Chiari!). Per la cronaca, la prof. Stakanov non è mai riuscita a rimandarmi in francese. Tiè.

    Professoressa bonjour. Merci per avoir moi fatto comprendre che, dans la vita, è plus important etre simpatique alla copain che passava le solutions durant les verifiques plutot che ad una ancienne lectrice di "Grazia".

    Presbite era la signora Emma che, con i suoi lunghi capelli grigi raccolti in uno chignon, il vestito a righe azzurre e il dolce sorriso, osservava con i suoi occhiali una bellissima e simpaticissima bimba che passava davanti casa sua a Zoagli, sempre allegra e sorridente.

    Beh... Prima che una parte del parentado mi sbugiardi pubblicamente, ammetto a denti stretti che erano le mie amate cugine quelle sorridenti; io ero quella di cui si ricordano tutti per i capricci. Ma questa è un'altra storia.

    Presbite è la mitica "Signora in giallo", Jessica Fletcher. Quella che io adoravo e adoro tuttora, anche se porta una sfiga terribile: ovunque arriva lei, ci scappa il morto. Roba da fare gli scongiuri ogni volta che la si incontra, anche solo facendo zapping.

    Presbite, e non solo, era Giulio Andreotti; in questo caso, la presbiopia era l'ultimo dei difetti, effettivamente.

    Presbite era il rag. Filini. Talmente poco avvenente da non avere nemmeno una Pina al suo fianco, ma almeno faceva ridere.

    Presbite credo fosse anche Sandra Mondaini; altrimenti non si spiegano i suoi occhiali, le cui dimensioni ricordavano quelle di un oblò di una nave da crociera. 

    Bradley Cooper no, lui indubbiamente non è presbite. Charlize Teron nemmeno, pur essendo mia coetanea. Maledette ingiustizie della vita. O forse portano le lenti a contatto?

    E ora, ora sono presbite anche io. Sono diventata una quattr'occhi a tutti gli effetti: ho ceduto agli occhiali quando mi sono accorta che, per leggere in modo nitido i messaggi nella chat Whatsapp delle mamme, non bastandomi allungare il braccio, dovevo affidare il cellulare ad una delle tenere creature ed indietreggiare di almeno cinque metri. Scena che, se non fosse per l'ambientazione casalinga e non da Far West, avrebbe potuto evocare il duello di "Per qualche dollaro in più". Senza vittime, ci terrei a specificare.

    Ma torniamo a noi: la lettura dei temuti messaggi delle mamme, dicevo.

    La mamma A, particolarmente attiva nel gruppo, inizia a scrivere, scrivere, scrivere un messaggio dietro l'altro.

    Scrive alla mamma B che il bambino C ha studiato la pag. 43 del libro arancione scuro grande mentre pare che la nonna del bambino F, in confidenza, abbia riferito alla mamma P che la maestra D aveva fatto scrivere sul diario che dovevano studiare la pag. 34 del libro arancione chiaro piccolo. Riferisce che la mamma E, fuori dalla scuola, ha detto che suo figlio non scrive mai sul diario i compiti perché sa che la maestra F li aggiunge su Classroom ma la maestra G li riporta solo sul registro elettronico... Un monologo di 175 messaggi incomprensibili ed un'ora dopo, interviene timidamente la signora U per dire alla mamma A che ha scritto nel gruppo Pilates del giovedì sera (di cui facciamo "fortunatamente" parte entrambe) e non in quello della classe 5A. Per fortuna adeso la scuola è finita.

    Giù il sipario e, con esso, le mie diottrie.

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    Nostalgia della mafia

    Una tranquilla domenica di Giugno. Paleimmo, Sicily. Ci sono le elezioni amministrative e i referendum, ma è tutto calmo. Non c'è fretta per non andare a votare. Quello che fa i panini ca meusa sta al suo posto e si prepara per il mezzogiorno o, meglio, la sera, cu friscu ( non è San Francisco pronunciato da Kerouac), quello delle panelle sta già friggendo, ma con calma, molta calma, una calma... Altro...

    Una tranquilla domenica di Giugno. Paleimmo, Sicily. Ci sono le elezioni amministrative e i referendum, ma è tutto calmo. Non c'è fretta per non andare a votare. Quello che fa i panini ca meusa sta al suo posto e si prepara per il mezzogiorno o, meglio, la sera, cu friscu ( non è San Francisco pronunciato da Kerouac), quello delle panelle sta già friggendo, ma con calma, molta calma, una calma buddhista, quasi, quello che vende pesce fritto , a furia di friggere, ha assunto l'aspetto del pesce che frigge, la faccia, diciamolo. Francuzzo, laureato 110 e lode in giurisprudenza, chi o fice pi a secunna parti solamenti, "prudenza", è ancora a letto, ore 10 e 20. Sul tavolo della cucina c'è l'invito a presentarsi come presidente di seggio presso una scuola media nei pressi del suo quartiere, che non mi ricordo che quartiere sia, adesso, ma ai fini della nostra storia, non ce ne fotte una minchia, giusto per restare in tema. Francuzzo si alza sbadigliando, va in cucina, guarda il foglio di invito sul tavolo della cucina medesima. Lo prende in mano, lo accartoccia e lo lancia nella pattumiera. Fa centro al primo colpo. Minchia, disse, lu jucaturi ri Baskèt, ddovevo fare! Con calma si veste ed esce. Giusto il tempo di arrivare al Bar di fronte. Dutturi, dutturi, lo salutano gli avventori del bar che stanno giocando a carte dalla sera prima e che hanno l'aria di non essere andati a dormire a casa, picchì è megghiu al bar c'amici che cu le scassaminghia di mugghieri. Francuzzu saluta a tutti e si siede fuori, dove c'è un bel venticello fresco che gli accarezza il viso ancora non rasato della mattina sonnolenta e sonniferina. Un cornetto cu la granita di caffè e panna, dice improvvisamente. Tutti ordinano la stessa cosa al barman, e l'ordinazione è fatta così: "pigghiu la stessa cosa ru dutturi". Il barman, con calma, con molta calma, dopo circa mezz'ora, gli porta il cornetto ripieno di granita di caffè con panna. Francuzzu se lo divora con piacere e con gusto. Sempre con calma, da quelle parti non serve la fretta, se sei vivo, la fretta serve solo se ti devono accoppare, per quello si adopera l'efficienza milanese, non temete. "Dutturi", dice un vecchio che sta giocando a tressette, ad un tavolo lì vicino, anch'egli immerso nella brezza che dell'aria condizionata se ne fotte quasi quanto della libertà condizionata i mafiosi (ops, non esiste questa parola, sono "cosi ri giornalisti infami"),"pi cu avimu a vutari?". Francuzzo che sta finendo il cornetto e c'ha un poco di panna che gli casca dal piccolo pizzo di barbetta, sorride. Prende tempo per la risposta. Si guarda intorno. Poi pensa, è inutile che mi guardo intorno, quelli che comandano non hanno bisogno di sentire ddirettamente, inventarono i ddroni umani. Se dici una cosa tempo dieci minuti lo sanno i boss (ssshhhh, non si può dire nemmeno col pensiero). "E basta con queste nnovità. E' tempo ri turnari alla vecchia nostra tradizione!", dice Francuzzo. La parola tradizione sta per MAFIA però si può dire senza che gli altri, li cuntinentali e li  forestieri lo capiscano. "Mi chiamarono pi mi minacciari che se non mi presento come presidente di seggio, mi denunciano! Ma io me ne fotto una minchia. Oggi non tengo voglia. Sto qui, mi mangiu lu meu cornettu cu la granita e la panna. Chiu tardi minni vaio allu mari, a pigghiari u soli e cu s'è vistu s'è visto. Non mi scassassero la minchia. Dopo, stasira, minni vaio a vidiri u Paleimmo". I vecchi che giocavano a carte approvarono con un segno del capo. Erano d'accordo. Poi uno di loro, il più vecchio e saggio, fra un lancio di carte e l'altro disse: "però, tuttu stu studio non ti cambiò nemmeno per una minchia. Ti laureasti pi addiventari nu cunigghiu". Tutti gli altri vecchi risero. E continuarono a giocare a carte.

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    Il temibile azzardo della scarpetta

    Non pensare di poter cambiare le cose se continui ad agire allo stesso modo. Una banalità.Un’ovvietà.Una di quelle frasi che ritrovi sui social a incoraggiare esseri umani di mezza età, alle prese con bilanci sulla sensazione dello spreco di tempo delle loro esistenze, sulle illusioni perdute e su quant’altro resta del loro tempo, quando la china del declino inizia a prendere velocità... Altro...

    Non pensare di poter cambiare le cose se continui ad agire allo stesso modo. 

    Una banalità.

    Un’ovvietà.

    Una di quelle frasi che ritrovi sui social a incoraggiare esseri umani di mezza età, alle prese con bilanci sulla sensazione dello spreco di tempo delle loro esistenze, sulle illusioni perdute e su quant’altro resta del loro tempo, quando la china del declino inizia a prendere velocità. Il fiammifero si sta accorciando. Meglio morire di una bella vampata che stare ad aspettare il tempo della conclusione. 

    Un passo oltre e sono nel vuoto. 

    Ma non si può agire sempre nello stesso modo: casa, lavoro, cenetta, pranzetto e poi a nanna, prima telegiornale: crisi economica, crisi energetica, crisi climatica, crisi della crisi della crisi della crisi esistenziale che mi porto, irrisolta da chissà quanto.  

    Un po’ melodrammatico, vero?

    Beh, sì, proprio così.  

    D’altronde, però, se non avessi letto quella frase, non sarei qui, bordo precipizio, a fare bungee jumping. 

    Salta.

    Salta, mi intima il tipo che mi ha imbracato.

    Un attimo… dico io con voce malcerta.

    Va’ che sei al sicuro: i cavi ti tengono. Sai quanta gente è saltata prima di te! 

    V***, penso, tu te ne stai qui, ci sei abituato e dell’altra gente non me ne frega niente. 

    Che ne sai che il cavo non si  sia teso una volta di troppo, che il tizio prima di me non l’abbia inavvertitamente strappato con il suo slancio, vuoi che per il calcolo delle probabilità, tra le migliaia di lanci il mio non sia quello mortale… che cosa ne sappiamo di come accadono le cose che accadono?

    Io vorrei dirlo al tipo che non voglio mica finire sul giornale come L’ennesima povera vittima di una tragica fatalità.

    Chiamiamo fatalità la mancata comprensione dei nessi che abbiano fatto sì che accadano le millantate “fatalità”.

    Mi sono informato, però: c’è lo 0,006% delle probabilità che io muoia, qui e ora, bruciando il mio fiammifero d’un colpo. 

    E mi sono informato anche su quali siano le maggiori cause di morte: addirittura c’è un’unità di misura: il Micromort.

    Ho pensato: minchia, che nome allegrO. Nomen omen! 

    Comunque.

    Mio caro jumper: che io sia qui sul bordo del precipizio lo devo alla fottuta paura dell’oblio e dell’assurdo.

    Tu la fai facile: sei drogato di adrenalina e buttarti da questo precipizio ormai ti ha alzato la soglia del pericolo, ma io? 

    Ma che ne sai che mi costa questo balzo nel vuoto?!!?

    Oddio, ho scoperto che stare seduti mi espone, percentualmente, alla fine temuta più di prendere un aereo o lanciarmi con il paracadute: quindi tecnicamente, il mio culo posato sulla sedia del tinello è stato più a rischio che qui, sul bordo del precipizio. Il che mi rende però conscio dell’idea che se non sono morto in cucina, affettando il pane o facendo scarpetta, beh, vuol dire che finora sono stato immortale come un dio. 

    Quindi, in realtà, sono molto più esposto io, ogni giorno, a pranzo, di te, che te ne stai in piedi, tutti i giorni, qui, bordo precipizio, a guardare tutti ‘sti sfigati, in cerca di una via di uscita al tedio quotidiano e all’insensatezza, sfigati tra cui mi metto anche io. 

    Non so allora chi è a un passa dal suo limite intangibile del Micromort tra me e te: e non lo sai neanche tu. 

    Meglio non saperlo, in ogni caso, non credi, mio caro adrenalinico jumepr?

    Questo gioco della vita ha una sua ironia sottile: in un mai realizzato libretto d’istruzioni si troverebbe questo: gioca pulito, ma le regole potranno cambiare, a caso, nel corso del gioco; impegnati, ma sii sufficiente distaccato da non dare troppo peso a quel che avrai: lo lascerai qui, inevitabilmente; ama, ma non credere dato a te l’amore più di quanto non sia già stato dato ad altri; goditela finché puoi, ma non dissipare eccessivamente; fregatene ma cerca di fare in modo che ti importi; vivi ma sappi che ogni giorno che passa è uno in meno…

    Potrei andare avanti: tutto e il contrario di tut..

    Sento una voce scocciata: Allora, salti o no? C’è gente che aspetta!

    Lo guardo diretto: E che aspetti. Che ne sai che non sarò lo 0.0006%

    Scusa?!, mi fa il tipo.

    Lo guardo ancora più intensamente:

    Prendimi una sedia che mi butto con quella.  Confondiamo le probabilità, incasiniamo il Micromort: vedi mai?!

    Ma che stai dicendo, vieni qui che ti tolgo l’imbracatura… i pazzi non li facciamo saltare!

    Mi viene un’idea.

    Lo afferro.

    Mi butto. 

    Anzi CI butto. 

    Voglio proprio vedere che fa, ora, il saccente.

    Un lampo terrorizzato negli occhi del tipo che mi urla, nei secondi in cui ci fiondiamo giù per il precipizio, mentre sento la gente strillare di terrore: Io non ho mai saltato!

    Gli sorrido.

    Mi rivedo sulla sedia della cucina.

    Mangerò in piedi. 

     

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    Diventare vecchi 7

    Diventare vecchi, rapporti genitori-figli...Se sei padre ed ha circa sessant'anni e tuo figlio una ventina, dire che sono cazzi, vuol dire edulcorare la questione. Quando vai a prendere tuo figlio dal Liceo o da qualsiasi altra scuola superiore, lui cercherà di non farsi trovare, se non gli amici gli dicono, oh, ma chi viene, tuo nonno, a prenderti?Quando chiami tuo figlio al telefono , lui rispo... Altro...

    Diventare vecchi, rapporti genitori-figli...

    Se sei padre ed ha circa sessant'anni e tuo figlio una ventina, dire che sono cazzi, vuol dire edulcorare la questione. Quando vai a prendere tuo figlio dal Liceo o da qualsiasi altra scuola superiore, lui cercherà di non farsi trovare, se non gli amici gli dicono, oh, ma chi viene, tuo nonno, a prenderti?Quando chiami tuo figlio al telefono , lui risponde scocciato e dice, perchè non mi mandi un messaggio su whatsapp? Non lo so usare, rispondi. E' come imparare ad andare in bici, Pa, impara! See, come no, così faccio come te che l'ultima volta che eri in bici, per rispondere ad un messaggio, sei finito su un palo della luce! Ti sbagli Pa, ho l'applicazione con il sensore di movimento! Lo osservate per un lungo minuto. Dì un pò, ma le seghe, voi ggiovani ve le fate ancora a mano , o avete un applicazione anche per quello? Sono queste le cose che vi fanno amare da vostro figlio.

    Se chiamate vostra figlia, di solito non risponde. Quando rientra la sera vi dice che aveva messo l'i-phone in modalità vibrazione. E che era in casa. In realtà non era mai uscita. Voi guardate vostra moglie e lei si gira dall'altra parte, dicendo, ai miei tempi usavamo altri metodi. Voi la guardate incredulo e dite-che metodi? Manomettevamo la serratura della porta mentre eravamo in camera col tipo. Ma di cosa stiamo parlando? Chiedete a quel punto Scappatalle! Dice lei...Allora tua figlia usa sempre la nostra stanza, trovo sempre la serratura rotta! Vostra moglie ridacchia e fa-davvero? Cazzo, pensate a quel punto, ho sposato Pinocchio in versione femminile. Cazzo, pensa lei, ho sposato l'unico cornuto che si crede un muflone...c'ha le corna, ma poichè sono arrotolate pensa di non averne...

    Diventare vecchi, la pompa di benzina informatica..

    .Quando andate a fare benzina e magari siete già in pensione, quindi siete tagliati fuori da tutte le novità tecnologiche, spesso vi troverete a fronteggiare l'ultima insidia in termini informatici: le pompe di benzina con il touch screen, parlanti. L'altro giorno ho visto uno che rispondeva alla pompa i benzina che gli chiedeva con la voce di C-3PO ( il robot umanoide di Guerre Stellari) se aveva già messo il denaro. L'ho messo, diceva il tipo attempato, capelli grigi e pancetta d'ordinanza. Ma la pompa di benzina diceva di mettere i soldi o scegliere la pompa per rifornirsi. Il tipo è rimasto mezz'ora a grattarsi la testa mentre la pompa ripeteva pedissequamente il concetto. Bisogna stare attenti a non incazzarsi, perchè vengono voglie violente. Potreste abbracciare la pompa con la voglia di strozzarla. Poi arrivano i vigili urbani che vi accuseranno di atti osceni in luogo pubblico!

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    Fesbuk 1

    Facebook, il numero dei like....Se scrivete qualcosa di interessante e bello e divertente ma anche solo commovente e prendete un numero di like sul post che avete creato inferiore a quello che prendono altri vostri contatti che hanno postato cose che ritenete meno interessanti delle vostre e questo vi deprime...dovete andare da uno psicanalista. Non c'è altra soluzione. Facebook è un fornitore d... Altro...

    Facebook, il numero dei like....

    Se scrivete qualcosa di interessante e bello e divertente ma anche solo commovente e prendete un numero di like sul post che avete creato inferiore a quello che prendono altri vostri contatti che hanno postato cose che ritenete meno interessanti delle vostre e questo vi deprime...dovete andare da uno psicanalista. Non c'è altra soluzione. Facebook è un fornitore di connessione e funziona come tutte le altre cose della vita reale: se siete ruffiani, finti, accattivanti e postate selfies con accanto personaggi famosi oppure dei vostri addominali scolpiti ( o non scolpiti trattenendo il fiato come faceva Maiorca) per sembrare in perfetta forma, o delle vostre mogli o fidanzate che sembrano modelle, prenderete migliaia di like. Se postate cose ancor più amene e prendete migliaia di like, spesso il gradimento è dato dalla vostra collocazione sociale, dal fatto che siete un professionista affermato nella vita reale e che siete, nella vita reale, apprezzato...per cui qualsiasi cosa scriviate o mettiate sul vostro diario sarà subissato di like. Se siete un medico , un avvocato, un professionista che ha fatto dei favori in giro , il numero dei like sulle cose che postate è rivolto a voi come persone o personaggi nella vita, non tanto ai contenuti. Se invece credete che siano ai vostri contenuti, dovete andare dallo psicanalista. Non c'è altra soluzione...Se siete già uno psicanalista dovete andare da un collega.

    Continua...

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    Diventare vecchi 6

    Diventare vecchi: smettere di fumare.Quando si diventa vecchi, si perdono colpi.  I medici dicono le stesse cose a tutti gli anziani. Smettere di fumare, mangiare meno carne, fare movimento. Anche ai muratori, dicono di fare movimento. Perchè hanno una sorta di nastro incorporato e dicono le stesse cose a tutti indistintamente, Lo direbbero anche ad un maratoneta ultraquarantenne. Eh, ma lei... Altro...

    Diventare vecchi: smettere di fumare.

    Quando si diventa vecchi, si perdono colpi.  I medici dicono le stesse cose a tutti gli anziani. Smettere di fumare, mangiare meno carne, fare movimento. Anche ai muratori, dicono di fare movimento. Perchè hanno una sorta di nastro incorporato e dicono le stesse cose a tutti indistintamente, Lo direbbero anche ad un maratoneta ultraquarantenne. Eh, ma lei deve fare più movimento. Poi al termine del turno di lavoro escono dallo studio e si fumano una bella sigaretta.

    Ed ecco il maturo ultraquarantenne, verso i cinquanta o poco più che cinquantenne, convertirsi subito alla sigaretta elettronica. Vanno nei negozi di Svapo e comprano la sigaretta elettronica. L'esperimento dura qualche giorno. Dopo li vedi che hanno ripreso a fumare sigarette a cinque la volta. Devono recuperare nicotina. Poi ci riprovano, cambiano sigaretta elettronica. Stavolta è deciso, dura di più. Si sentono meglio, i polmoni funzionano meglio. Ma sospetto che sia un effetto psicologico. Dopo un mese passano alle sigarette fatte a mano. Le devi fare ogni volta, e ci metti meno tabacco, per cui ti illudi di fumare meno. Sei in pausa al lavoro e cerchi di farti una sigaretta, ma la pausa sta per scadere. Te la fumi in 10 secondi. L'effetto relax è svanito. Se ti compri le sigarette normali stai dentro al quarto d'ora perchè non perdi tempio a fartele a mano. Tutto questo sbattimento psicologico dovrebbe farti guadagnare in salute. I polmoni sembrano beneficiarne ma devi andare dallo psichiatra! Non fumare finisce per costare di più che fumare.

    Qualcuno passa ai sigari. Dicono che fanno meno male ai polmoni. Ma la bocca, le mucose, la gola? Niente. Torni alle sigarette.

    A volte ce la fai, a smettere del tutto. E questo è un bene. Così lo comunichi al tuo doc. Bravo, dice, ora passiamo alla carne. Abolita! Cosa mangi in alternativa? Eh, ci sono un mucchio di cose da mangiare...per esempio il pesce. Ha un basso tasso di colesterolo. E giù a fare grigliate di polpo. Lo comunichi al tuo doc. No, ma che fa? Il Polpo contiene altissime percentuali di colesterolo. Non va bene. Ma è lei, doc, che mi ha detto di darmi al pesce. Pesce azzurro, dice il dottore. Ti informi sul pesce azzurro e vai al supermercato. E vai di merluzzo surgelato, sardine, salmone...il salmone contiene omega tre. Tutti giorni pesce. E la vita scorre bene, è migliorata. Le sigarette sono un lontano ricordo. Poi inizia la depressione. Torni dal medico. Devi trovare delle motivazioni, per vivere. Tua moglie, i tuoi figli, il lavoro, la pensione che non arriva. La pensione che non arriva, magari la togliamo, dice il doc. Finalmente fai le analisi. Colesterolo, trigliceridi, transaminasi, tutti altissimi. Ma come, doc, ma non mi ha mica detto che col pesce...sarebbe tornato tutto nella norma? Lei è ingrassato troppo. Troppo pesce. Ma il pesce azzurro? Troppo pesce azzurro, dice il doc. Ti metti a dieta. Niente sigarette, niente carne, niente alcolici, niente troppo pesce azzurro. Insalatine, zucchine, melanzane, pomodori...no, i pomodori no, attivano gli acidi urici. Arrivi a sessantanni e pensi: ho eliminato le sigarette, la carne, gli alcolici, per il sesso devo fare la domanda in carta da bollo a mia moglie. Ti accendi una sigaretta e pensi. Solo una, che può farmi solo una sigaretta? Poi però riprendi a fumare.

    Quando sei alla frutta di nuovo vai dal doc. Lui ti guarda preoccupato. Scuote la testa. Guarda e analisi che ha davanti, scuote la testa ancora. Lei ha un tasso di colesterolo altissimo, che facciamo? Be', dottò, sa che facciamo, ce lo facciamo arrostito. Cosa? Fa il doc. Il tasso. Ma lei scherza, se continua così finisce male! Dice il doc. Peggio del tasso non credo. Il dottore ti guarda e finge di arrabbiarsi. Non vede l'ora di finire le visite. Per fumarsi in santa pace, una bella sigaretta. Morale: se invecchiare vuol dire andare avanti per sottrazione, togli questo, togli quello...aggiungiamoci un pò di ironia ogni tanto. Lo sappiamo che dobbiamo sottrarre, solo lasciatecelo fare per gradi.

    Ps: io fumo ogni tanto i sigari e mangio carne. Ho 56 anni. Le mie analisi sono buone, specie quelle sociologiche!

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    Ros

    ROSSi chiamava Ros. E che io sappia si chiama ancora cosi'. Anche se non ho proprio idea di dove sia andato a finire. E se vogliamo questo e'proprio il suo stile. Ha superato i sessanta, quasi verso i 70. Lo conobbi piu' di trent'anni fa.  Jeans, camicia hawaiana, capelli lunghi, perenne sigaretta incollata al labbro. Lo conobbi perche' si innamoro' di una mia amica d'infanzia. Una moracciona... Altro...

    ROS

    Si chiamava Ros. E che io sappia si chiama ancora cosi'. Anche se non ho proprio idea di dove sia andato a finire. E se vogliamo questo e'proprio il suo stile. Ha superato i sessanta, quasi verso i 70. Lo conobbi piu' di trent'anni fa.  Jeans, camicia hawaiana, capelli lunghi, perenne sigaretta incollata al labbro. Lo conobbi perche' si innamoro' di una mia amica d'infanzia. Una moracciona anticonvenzionale che studiava Scienze politiche come me. Per starle accanto mise in piedi in quattro e quattr'otto un negozietto di bigiotteria . Lo andavo a trovare spesso, nella zona storica di Ostuni, a fianco ad un bar famoso che aveva preso il nome da un famoso cantante lirico di quei lidi: Tito Schipa. Interi pomeriggi in cui assistevo a lezioni di vendita di un bene voluttuario, la bigiotteria. Ma la bigiotteria era una scusa. Le donne volevano parlare con qualcuno. Volevano qualcuno che le facesse sentire importanti anche solo a bersi l'inganno di frasi come : guardi questa collana come la sfina e la ingentilisce-davanti ad uno specchio che aveva il potere di rinpicciolirti- guardi come la rende intrigante. Cose cosi'. Ros aveva vissuto mille vite in mille posti diversi. Era di Poggio Marino, credo. Campano quindi. Ma aveva vissuto a Bologna dove aveva conosciuto un altro grosso esponente della vita di strada : Beppe Maniglia, un culturista vegetariano che suonava in strada con la chitarra elettrica brani di Santana e faceva esplodere borse d'acqua calda con la forza dei respiro. E di Bologna aveva preso l'accento e la spocchia cittadina di quando si viene a contatto con la provincia. Una provincia dei sud. Soccia, raga', quando accendi il gas anche il fuoco qui va lento, diceva a volte. Ed era stato a Roma, dove aveva lavorato in un negozio di import-export di vestiti con Bali e Thailandia. Il suo socio era un ex di Autonomia operaia che aveva finito per tifare Lazio. A Roma era noto come Ivano. A Bologna come Ros. Credo fosse il diminutivo dell'archetipico campano Rosario. Ad Ostuni alloggiava in una casupola del  Centro Storico, quartiere Terra. Per lui era la dimora piu fantastica del pianeta , perche'ha finestra dava sulla marina di Ostuni, con la sua spianata di ulivi secolari che parevano un esercito di giganti millenari a difesa delle murge. Li' a lume di candela leggeva Castaneda e Kerouac. Due autori che gli avevano tracciato una via per la vita.  Castaneda si sposava perfettamente con la sua spiritualita' partenopea. Kerouac gli aveva insegnato che l'importante era andare. Non importava dove, perche' se non sapevi dove stavi andando poteva pure essere meglio. Cosi almeno non potevi perderti. Poi l'amore fini' e lui che era uno che viveva per amore e d'amore, uno per cui l'amore veniva sopra ogni cosa e soprattutto in barba a qualsiasi convenzione sociale, impazzi' dal dolore. Segui la sua bella a Bari, dove lei si era trasferita con la scusa dell'Universita' . Ogni giorno, da Ostuni, prendeva il treno  con una valigetta piena di bigiotteria al seguito e scendeva a Bari . Faceva il giro delle gioiellerie e vendeva la sua mercanzia. Era bravo a vendere perche' vendeva la sua simpatia, la sua fantasia , la sua arte di far vivere i sogni. Ma l'amore fini' dei tutto . Non per lui. Resto' ancora un anno  circa vivendo onestamente di onesti espedienti. Poi quando capi' che era finita se ne ando' a Roma. Che per lui c'era sempre un posto nel negozio di import-export dei suo amico . Lo rividi dopo anni. Mi telefono' dicendomi che voleva presentarmi la sua nuova fiamma . Era venuto in vacanza con lei da qualche parte nella marina di Carovigno . Era una mattina d'estate e li raggiunsi in un bar sul mare. Ci abbracciammo.  Lei era bellissima. Ed era la fotocopia gemella della mia amica. E'incredibile l'amore cosa puo' produrre. Crea bellezza ma anche inganni. Era ancora innamorato della mia amica . Ma cosi' tanto innamorato da essersi legato per sempre a quell'immagine cercata e trovata in un altra donna. Ma non fece in tempo a dirmi di non sottolineare quella somiglianza che mi sfuggi' di farglielo notare. Stetti molto male per quella gaffe, per molto tempo. Ma lui non me lo fece mai pesare. Perche' era buono come un pezzo di pane. E io mi sono sempre legato in amicizia con i pezzi di pane e mai con i pezzi di merda...che tanto piacciono  all'italiano medio ammiratore dell'uomo forte. Non lo rividi piu'. Sono anni che non lo vedo. Lo immagino all'inseguimento dell'amore, l'ennesimo, rischiando sempre tutto senza raccogliere quanto dovuto e ambito nel modo in cui lo vorrebbe lui. Senza vestirsi in giacca e cravatta per fregare il prossimo con titolo di studio e belle parole.  Ma con gli occhi del malocchio a chi gli vuol male, nel ricordo di Castaneda. E sempre in movimento.  Come Kerouac. Perche'se ti muovi sempre anche se le persone cambiano e tu no, c'e' sempre la speranza di ritrovarsi comunque. Come ha scritto Castaneda in uno dei suoi libri, la vita di uno sciamano o di un guerriero dello spirito ha una ricapitolazione  , ad un certo punto. Devi incontrare i vecchi amici e scusarti con loro. Beh, Ros, questa e' una delle cose che faro' anche con te. Anche se non sono uno sciamano.Per quella volta in cui me ne potevo stare zitto e invece ti ho.lasciato in balia del fuoco amico. Di lei che dice, hai visto? Pure lui dice che assomiglio a lei!

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    Quei quindici racconti

    Questi sono racconti che esplorano alcuni comportamenti umani di fronte a certe situazioni insolite che potrebbero capitare a chiunque.Sono storie legate ad alcuni situazioni professionali, storie di vita che ci pongono di fronte a delle decisioni o a delle situazioni che ci potrebbero turbare.Ciascuno di questi racconti presenta un finale destabilizzante e inatteso, che potrebbe far riflettere su... Altro...

    Questi sono racconti che esplorano alcuni comportamenti umani di fronte a certe situazioni insolite che potrebbero capitare a chiunque.

    Sono storie legate ad alcuni situazioni professionali, storie di vita che ci pongono di fronte a delle decisioni o a delle situazioni che ci potrebbero turbare.

    Ciascuno di questi racconti presenta un finale destabilizzante e inatteso, che potrebbe far riflettere su quanto letto prima.

    Il libro contiene il racconto “Città grigia”, ispirato dal romanzo “Dark World”, vincitore di un concorso letterario organizzato dalla casa editrici Idrovolante Edizioni per il genere futuristico fantascientifico.

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    Diventare vecchi 5

    Diventare vecchi: alcune conseguenzeQuesto è un pezzo di merda. Non intendo riferirmi  a qualche politico e suo sodale. In tal caso avrei detto due pezzi di merda. Mi riferisco allo scritto. Affronteremo ora alcune diffficoltà che si incontrano in tarda età, quando la vescica e lo sfintere non rispondono più come un secchione di Yale ad un interrogazione, ma rispondono come le frecce per ... Altro...

    Diventare vecchi: alcune conseguenze

    Questo è un pezzo di merda. Non intendo riferirmi  a qualche politico e suo sodale. In tal caso avrei detto due pezzi di merda. Mi riferisco allo scritto. Affronteremo ora alcune diffficoltà che si incontrano in tarda età, quando la vescica e lo sfintere non rispondono più come un secchione di Yale ad un interrogazione, ma rispondono come le frecce per i Carabinieri: adesso sì adesso no adesso sì adesso no.

    La mattina, fa freddo, voi che avete supereato gli anta, non volete rinunciare alla corsetta mattutina. Alla prima avvisaglia di blocco della schiena, vi riconvertite immediatamente in camminatori. E fin quì, tutto ok, baby. Ma il freddo è intenso e voi prima di uscire non avete fatto la pipì. Il contesto è semiurbano: si ci sono giardini, ma intorno ai palazzi. E circola gente che di primo mattino va al lavoro o porta il cane a fare la pipì. Ora a voi vi scappa e vedete che persino un cane la può fare liberamente e si libera e lo vedete bello sorridenbte e scodinzolante. MA VOI NO! Cominciate a camminare con le ginocchia unite, passi corti, fiato corto. La vescica carica a molla. E percepite che tutti vi osservano, che siete in difficoltà. E restano lì in zona con i loro cani o senza cani, soli con cani o soli come cani, ma insieme e VI OSSERVANO! Intuiscono il problema. Voi cercate un cespuglio, fuori dalla vista dei cani e dei loro padroni. Ma non ce ne sono. Ci sono delle siepi ma a vista e se vi avvicinate e ci sparite dietro, potreste attirarvi le esecrazioni di chi vi ha visto entrare dietro la siepe ed è pronto a crociffiggervi pubblicamente. Perchè l'olezzo di orina, resta. Quello dei cani anche, ma loro sono cani, che ci possono fare? Nulla, a parte restare con la vescica integra. Non vi resta che tornare indietro. Non vi resta che tornare a casa. In fretta e furia, dovete correre. Ecco che riprendete a correre. Perchè tutto il circolo delle circostanze vi spinge a farlo. Arrivate davanti al portone e cercate nervosamente la chiave. E non vuoi che un vicino di casa non vi incontri e  vi chieda, come va, mostrando di volersi intrattenere in una debita conversazione? E da queste cose  che nasce l'odio verso i vicini di casa!

    Capitolo 2:  conseguenze più gravi.

    Intendete mangiare saporitamente, a pranzo? Allora non lasciatemi scrivere di conseguenze più gravi. Perchè attengono deiezioni più disgustose. Noi esseri umani e anziani in particolare, non siamo tutto rose e fiori. A volte ci dedichiamo al nutrimento , di rose e fiori. Se sono in zona.  Altrimenti dobbiamo entrare in un bar. Ma quando entri sei solo a metà strada. E questo comporta conseguenze...

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    Diventare vecchi 4

    Diventare vecchi, con la nipote a teatro.Quando diventi anziano e non hai figli, potrebbe toccarti di portare in giro tua nipote. Per esempio a teatro. A teatro ci vanno solo i vecchi, ci sono solo vecchi. I vecchi non hanno l'abitudine di parlare con la gente attraverso dei vetrini, che si vuol fare. "Zio, ci sono i pop corn?";" Sssshhhh...non gridare, a teatro non si usa." Nipote: "ci sono tanti... Altro...

    Diventare vecchi, con la nipote a teatro.

    Quando diventi anziano e non hai figli, potrebbe toccarti di portare in giro tua nipote. Per esempio a teatro. A teatro ci vanno solo i vecchi, ci sono solo vecchi. I vecchi non hanno l'abitudine di parlare con la gente attraverso dei vetrini, che si vuol fare. "Zio, ci sono i pop corn?";" Sssshhhh...non gridare, a teatro non si usa." Nipote: "ci sono tanti posti in cui non si può gridare!" Io:" per esempio?" Nipote:" quando ti chiudi in camera da letto con la zia le dici sempre di non gridare!" Io...silenzio ( non ce la posso fare). Nipote,durante la piece" sembra il cartone Transilvania." Io:" ma il titolo è Zio Vania ed è una commedia di Cechov." Nipote: "di che parlano?" Io: " Zio Vania odia il professor Astrov, perchè è pomposo! "Nipote: "che significa pomposo?" Io: (sollevando gli occhi al cielo, mò come glielo spiego?):" hai presente quando si sgonfia la gomma di una bicicletta?". Nipote:" si devo sempre portarla da quello che le aggiusta...ma non si chiama Vania, si chiama Gino!"Io...silenzio ( non ce la posso fare). Nipote:" il professore (Serebrijakov) , cos'ha, che si lamenta sempre?". Io:" be', è malato". Nipote:" a me sembra che beve e basta, lo dovevano chiamare Serembrijakov!"Io:( non ce la posso fare).

    Diventare vecchi, con tua nipote al cinema...

    Stai vedendo Pulp Fiction al cinema, con tua nipote. Non sono film da far vedere ad una tredicenne, direte. Ma se uno come zio non ha molto tempo libero, deve cercare di razionalizzare quello che ha a disposizione. E Poi ci sono zii che hanno molta fantasia nel rendere sofisticamente candide, scene non per tredicenni. Nipote:"zio ma che fa John Travolta con la siringa?"Io( lo sapevo che non era una buona idea portarmela al cinema) .Io: "ehm, tesoro, si sta facendo un'iniezione di antidolorifico, perchè ha l'ernia del disco". Nipote: " macchè, secondo me si sta drogando!". Io:" no, no, ma che dici, è bicarbonato!". (Non ce la posso fare) Nipote: " zio, cosa fanno al nero nel negozio di chitarre?". Io" giocano alla cavallina, non vedi!". Nipote, sorridendo:" a me non sembra". Io:"a te che sembra?". Nipote:"quello che sembra a te... e penso anche che, dopo, gli devono mettere il ghiaccio". Insomma, viviamo tempi in cui dovrebbero essere le nipoti, ad "accompagnare" gli zii al cinema!

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    Diventare vecchi 3

    Diventare vecchi: scartare le Daygum...Diventare vecchi, comporta una serie di difficoltà. Fra le tante rientra lo scartare le Daygum e i Toscanelli. Come sapete o forse non sapete, ma ho i sospetto che lo stiate per apprendere, le Daygum sono quelle gomme che uno compra specie quando è fuori è non ha di che lavarsi i denti e magari dopo deve lavorare o incontrare una donna, robe del genere...p... Altro...

    Diventare vecchi: scartare le Daygum...

    Diventare vecchi, comporta una serie di difficoltà. Fra le tante rientra lo scartare le Daygum e i Toscanelli. Come sapete o forse non sapete, ma ho i sospetto che lo stiate per apprendere, le Daygum sono quelle gomme che uno compra specie quando è fuori è non ha di che lavarsi i denti e magari dopo deve lavorare o incontrare una donna, robe del genere...per non avere la bocca che emana il classico olezzo tipo fogne di Calcutta o la fiatella tipica di chi è avanti con gli anni ( non vi illudete, perchè ce l'hanno tutti). Vado all'autogrill e compro il fatidico pacchetto di Daygum...e volesse il cielo che qualche volta io riesca a scartare la scatoletta in questione dal cellophane. Di solito c'è una piccola orecchia di cellophane, individuata la quale scartare le Daygum è un gioco da ragazzi. Ma io non la trovo mai. Per cui si assiste allo spettacolo di vedere un uomo brizzolato che tenta disperatamente di togliere il cellophane al pacchetto in questione nei modi più bizzarri che ci possano essere. Con le chiavi, con l'accendino, con le unghie, con i denti...niente....L'ultima volta sono tornato a casa e ho aperto il pacchetto segandolo con un coltello. Non immaginate la rabbia con cui l'ho fatto. Ma direte, con gli occhiali è un'altra cosa, individui l'orecchia e tiri l'orecchia...niente! Neanche con i fottuti occhiali. Stessa cosa con i toscanelli. Hai appena mangiato bene, sei libero, hai del tempo a disposizione e vuoi rilassarti fumando un toscanello. Ed eccoci di fronte allo stesso dannato problema. Avete mai visto qualcuno che chiede a qualcun'altro se c'ha un sigaro con un pacchetto intonso di toscanelli in mano? Quello sono io!

    Diventare vecchi, traffico urbano...

    Il traffico urbano in una città, in particolare, ha cambiato le sue caratteristiche. Ci sono nuovi soggetti in giro con cui fare i conti e quindi se sei nel gorgo del traffico, per esempio milanese, come mi capita sovente, devi stare attento alle altre automobili, ai mezzi pubblici, ai motorini, che in molti comprano illudendosi che riusciranno a muoversi più veloci nel traffico, ma adesso anche alle bici di Deliveroo e ai monopattini elettrici. Un delirio! Sembri dentro un videogioco. Ma cosa ha aumentato , tra le altre cose, il traffico dei corrieri del cibo da asporto? La mancanza di tempo e la pigrizia nel cucinare, dopo otto ore di lavoro. Poi hai la fortuna di andare in pensione ma hai talmente assimilato certe abitudini -specie quella di non aver mai tempo se non per arricchire il tuo datore di lavoro-che finisci per continuare a ricorrere al cibo da asporto. E' un circolo vizioso e neanche vietato ai minori: provate a chiedere chi vi scassa i cosiddetti che vogliono pizza e hamburger a casa , la sera? I vostri figli. Ma diavolo, uscite e andate in pizzeria, se cominciate già da minorenni a non camminare più, alla mia età avrete una fisarmonica al posto de culo!

    Diventare vecchi: la raccolta differenziata...

    Il cibo da asporto aumenta a dismisura l'attività della raccolta differenziata. Ma per fare la raccolta differenziata come si deve, devi avere molto tempo, a disposizione. Non vedi l'ora di andare in pensione, per questo! Per non avere lo sgabuzzino pieno di bottiglie di plastica vuote stipate lì dal '98...che l'ultima volta che è venuto un critico d'arte a casa me la voleva comprare come opera d'arte contemporanea! Che poi uno dice, cavolo, la raccolta differenziata, rende virtuosi, contribuisci alla salvaguardia del pianeta, combatti l'inquinamento. E come mai dopo aver fatto la raccolta differenziata poi dove la sversano mettono tutto insieme? Qualcosa mi sfugge. Magari diventando vecchi si riprende a pensare. Ma siccome non ci sei più abituati, metti sulla tv e ti guardi la Pupa e il Secchione. Il Secchione dell'indifferenziata!

    Diventare vecchi, odio la Smart...

    Negli ultimi tempi, vuoi covid vuoi guerra, sta diventando difficile parcheggiare. Intorno a dove abiti trovare un posto per parcheggiare equivale a scoprire sepolta sotto la sabbia la mappa dell'Eldorado ( che poi si scoprirà essere la pubblicità di una pizzeria con tal nome). Il costo della benzina è salito alle stelle e quindi nessuno più esce, per cui i parcheggi sono pieni. Non temete, a piedi non si esce, perchè mai dovremmo fare tutta quella fatica a camminare quando possiamo veder sudare i campioni della Champions League standocene sdraiati sul divano con un bell'hamburger in mano appena servito da un Deliveroo o un Just It? Quindi la sera, non sei ancora in pensione, o sei in pensione e sei uscito a fare un giro per vedere qualche mostra, un cinema o per andare in qualche cavolo di ristorante dove al tavolo ti serva un cameriere in carne ed ossa (...e tu lì, avanti con gli anni, che non puoi mangiare niente o quasi gli hai appena chiesto, scusi vorrei qualcosa di vegetariano senza glutammato, olio di palma e senza glutine...e lui ti ha risposto, certo, quale tovagliolo vuole?)ed ecco che brami un parcheggio. Magari vicino casa. O non troppo lontano. E giri per le strade in tondo e quando ti sembra di aver trovato un posto libero ed entri tutto felice come una pasqua...trovi una Smart! Che da fuori non la vedevi...Ma compratevi una cazzo di macchina vera, non le macchinine con cui giocavate da piccoli appena un pò più grandi...Ma i pedali ce le hanno, le Smart?

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    Gruss Gott

    Gruss gottCon il mio amico d'infanzia, Giulio Vix, nel maggio del 1999 andammo a Imst, in Austria. Volevamo vedere il concerto dei Rolling Stones. Giulio venne in treno a Milano, da Lecce. Poi in macchina saremmo andati a Imst. Avevo la Punto, all'epoca. Per strada ci fermano in Valchiavenna . Mangiammo in un crotto e bevemmo in abbondanza del vino rosso frizzantino fresco appena uscito da una di ... Altro...

    Gruss gott

    Con il mio amico d'infanzia, Giulio Vix, nel maggio del 1999 andammo a Imst, in Austria. Volevamo vedere il concerto dei Rolling Stones. Giulio venne in treno a Milano, da Lecce. Poi in macchina saremmo andati a Imst. Avevo la Punto, all'epoca. Per strada ci fermano in Valchiavenna . Mangiammo in un crotto e bevemmo in abbondanza del vino rosso frizzantino fresco appena uscito da una di quelle fredde cantine dove si usava lasciarlo decantare. Ci rimettemmo in macchina e ci dirigemmo al confine. Durante il viaggio ci esercitammo nel parlare un nostro linguaggio inventato anni prima e che consisteva nel tradurre dall'inglese intraducibili espressioni gergali o frasi del nostro dialetto d'origine: l'anglostunese. Uno dei cavalli di battaglia linguistici era "water to the pipe" , che traduceva dal dialetto "acqua alla pipa", e si usava in vari contesti in cui si voleva intendere un niente di combinato. Arrivati alla frontiera ci fermò una guardia di frontiera, in divisa militare, austriaca.  Gruss gott  , ci disse. Io e Giulio ci guardano l'un l'altro. Gruss gott, ripete' l'austriaco. Io scesi dalla macchina e aprii il portabagagli. La parola assomigliava alla nostra italica " cruscotto" e cruscotto poteva voler dire portabagagli. Una volta aperto il portabagagli , l'uomo neanche ci guardo' dentro. Gruss gott, prese a gridare. Entrai in macchina e aprii il cruscotto, quello vero non il supposto equivocato in austriaco da me. L'austriaco non guardo'  neanche nel cruscotto. Io e Giulio ci guardammo. L'uomo ci fece segno di levare le tende. Gruss gott, continuava a gridare. Riprendemmo il cammino e giungemmo in un villaggio Sos dove saremmo stati ospitati. Scendemmo dall'auto e subito fummo accolti da dei ragazzi che ci urlavano: gruss gott, gruss gott, e ridevano a crepapelle. Io e Giulio ci guardammo. Si vede che si e' sparsa la voce, disse Giulio.

    Quando tornammo in Italia, dopo il concerto , raccontammo  l'episodio ad un oste , mentre mangiavamo qualcosa poco dopo il confine . Lui rise a  crepapelle. Gruss gott? Significa buona giornata,  disse. Io e Giulio ci guardano e ridemmo.  Nel 1999 non c'era Google. Per questo avevamo ancora qualcosa per cui ridere. E per questo abbiamo ancora qualcosa da raccontare.

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    Diventare vecchi 2

    Diventare vecchi: attraversare la strada mentre passa un auto elettrica.Quando un anziano attraversa la strada nel 2022 può finire investito da un auto elettrica. A me. che ancora non sono vecchissimo, stava succedendo l'altro giorno. Le auto elettriche non fanno alcun rumore e vanno veloci come le auto non elettriche. Ora, io già ci sento poco, poi mi piombi addosso con un auto al silenziatore.... Altro...

    Diventare vecchi: attraversare la strada mentre passa un auto elettrica.

    Quando un anziano attraversa la strada nel 2022 può finire investito da un auto elettrica. A me. che ancora non sono vecchissimo, stava succedendo l'altro giorno. Le auto elettriche non fanno alcun rumore e vanno veloci come le auto non elettriche. Ora, io già ci sento poco, poi mi piombi addosso con un auto al silenziatore...sfido io che ti mando a quel paese. Ehi, signore ( se ti danno del signore, sei già vecchio, fidati), non ci sono le strisce, ha detto il giovane guidatore elettrico. E che diamine, non vi si sente arrivare, ho detto. Non  solo abbiamo l'auto ecologica, dobbiamo pure rendere conto, ha detto il giovane. Ecologica? Ho replicato. Ma lo sai da dove viene il cobalto della batteria della tua macchina? Il giovane non ha risposto. Immaginavo che non lo sapessi, ho detto: viene dalle miniere di cobalto in Congo dove per estrarlo muoiono migliaia di bambini. Ci trovi qualcosa di ecologico, in questo? Il giovane ha sgommato ed è andato via. I vecchi hanno un difetto. Sanno molte cose e hanno una memoria a macchia di leopardo. Tirano fuori le notizie da chissà dove che uno alla fine pensa, però, il vecchio, ne sa di cose!

    Diventare vecchi, strisce pedonali.

    Quando un vecchio attraversa le strisce pedonali può succedere che il suo telefono squilli con una suoneria più o meno assordante. Anche se hanno cambiato telefono, costretti dal fatto che i vecchi telefoni non si usano più, hanno conservato le vecchie rumorose suonerie. E' un fatto legato alla nostalgia. Di solito mentre un giovane attraversa le strisce di fronte,  smanettando sul suo smartphone, infastidito dal suono della suoneria del vecchio, gli fa, ma lo sai che puoi mettere il telefono in vibrazione, o no? Lo so, replica il vecchio, solo che poi avrei l'impressione di avere il Parkinson...già sono vecchio, vedi un pò se l'altissimo si deve pure adoperare per mandarmi qualche altra disgrazia. Il giovane prosegue perplesso e smanettante, con lo sguardo fisso sullo smartphone. A quel punto possono accadere due cose. O va a sbattere su un palo della segnaletica stradale, giunto al marciapiede opposto...oppure si dimentica che in Italia non sempre le auto rispettano le strisce pedonali e finisce investito. A quel punto avrà la piena percezione di cosa vogliano dire i politici che non fanno altro che cianciare di investirmenti sui giovani.

    Diventare vecchi: separati o single.

    A volte da vecchi ci si ritrova separati o single. Può succedere. E' la vita. A questo punto si può pensare di rifarsi una nuova esistenza. Ma non avete idea di quanto sia difficile. Si diventa esigentissimi. Conosco anziani che si sono iscritti a Meetic, per incontrare l'anima gemella. E a volte ci sono riusciti. A incontrare qualcuno. Ma non è quasi mai diventata l'anima gemella. Si cominciano a guardare i difetti, nel partner, dimenticandosi dei propri. Insomma si continua ad elaborare il lutto per essere rimasti soli. Si è restati per un pò di tempo soli e si sono  maturate nuove abitudini. L'abitudine di non dover dare conto a nessuno. Mentre il mettersi insieme a qualcuno consiste comunque nella cessione di una quota parte di te stesso che è ormai abituato a lasciar lievitare l'immondizia nei secchi della differenziata ( questo per gli uomini. Per le donne si tratta di fare collezione di creme antirughe sparse un pò dappertutto come i soldatini della Atlantic, che collezionavo da piccolo). Insomma se vuoi stare con un partner devi cedere una parte delle tue libertà personali a vantaggio di un mutuo sostegno. Se sei un uomo ricopri la tua partner di nuovi regali, una borsa all'ultimo grido (quello del commercialista), scarpe alla moda (che ti costringono ad andare per vari sabati all'Ikea per progettare nuove scarpiere). Lei non sa cosa regalarti. E tu li a dire: regalami un Bimbi. Pensando che sia un pò anche un regalo per LEI. Pensa che geni! Ma quanto siamo stronzi ed egoisti noi uomini? Ci facciamo regalare qualcosa che tornerà alla fine più utile al nostro palato che alla unghie tipo Florence Griffith della nostra partner. Dopo un pò di tempo di nuova mutua convivenza, inizieranno a tornare le libertà personali: lei vi lascerà guardare le partite su Sky mentre uscirà a bere e spettegolare con le amiche. Boh...sempre meglio che trovarla a casa quando tornate dal lavoro, con i bigodini in testa. Conoscete l'acchiappasogni? Beh, esiste anche l'ammazzadesideri. Se invece siete un tipo fetish avrete trovato il vostro paradiso. Ciò che per qualcuno è l'inferno per qualcun altro è il paradiso.

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