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    “Moti d’inerzia”, di Mariagrazia Spadaro

    “Motid’inerzia”, è il nuovo coinvolgente libro di Mariagrazia Spadaro Norella, pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce, in distribuzione da giugno 2024.La forza di “Motid’inerzia” risiede senza dubbio nella costruzione di personaggi autentici. Ognuno di essi, sviluppato con cura e profondità, risuona in armonia con gli altri, intrecciando storie di vita che si richiamano... Altro...

    “Motid’inerzia”, è il nuovo coinvolgente libro di Mariagrazia Spadaro Norella, pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce, in distribuzione da giugno 2024.

    La forza di “Motid’inerzia” risiede senza dubbio nella costruzione di personaggi autentici. Ognuno di essi, sviluppato con cura e profondità, risuona in armonia con gli altri, intrecciando storie di vita che si richiamano a vicenda. I personaggi sono infatti sapientemente miscelati, creando un racconto strategico ed emozionante.

    Numerosi sono i temi che l’autrice, attraverso una narrazione coinvolgente e moderna, porta alla luce: dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini e incapacità di amare, allucinazioni e follia, fino ad arrivare all’abuso sessuale e all’ossessione per le proprie ambizioni. I sogni raccontati da Spadaro Norella svelano il lato oscuro e inedito della loro natura. I protagonisti di “Motid’inerzia” sognano in grande, e proprio i loro sogni li conducono verso un baratro fatto di privazioni, slanci eccessivi e mortificazioni del corpo. Sono storie emozionanti, dove il sogno si dissolve, lasciando spazio alla disillusione.

    L’opera offre profonde riflessioni sulla realizzazione personale e sulla difficile ricerca di un’identità artistica significativa. È un viaggio all’interno dei personaggi, capace di cogliere le loro più intime peculiarità, i loro sogni e i loro peccati. Un testo che, pagina dopo pagina, guida il lettore nelle vite di persone comuni, descritte con un linguaggio fluido e colloquiale.

    Il titolo, “Moti d’inerzia”, è perfetto per rappresentare un mondo in cui l’inerzia e il movimento si mescolano, dove l’alternanza tra andare e tornare diventa l’unica via per vivere appieno. Mina, Paola, Simona, Bartolomeo, Pietro, Mattia, e molti altri personaggi apriranno le porte delle loro esistenze ai lettori più attenti, offrendo un’opera moderna che affronta con profondità numerosi temi di grande rilevanza.

    I protagonisti di “Moti d’inerzia” – attori, pittori, cantanti, circensi – sono prigionieri dei loro stessi sogni artistici. Ognuno, intrappolato nella propria vita, è incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Queste storie, tutte pervase da un’amara ironia e ambientate nelle periferie romane, raccontano di dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini, incapacità di amare, allucinazioni e follia.

    Info biografiche

    Mariagrazia Spadaro Norella è nata a Roma nel 1966. Architetto appassionato, si è dedicata principalmente al recupero di aree degradate nelle città come Roma, Milano e Torino, restituendo questi spazi ai cittadini. Ha partecipato a concorsi internazionali di architettura, focalizzati sullo sviluppo di piazze e periferie, oltre che sulla realizzazione di musei e laboratori artistici in scuole ed edifici industriali dismessi. Attualmente si occupa della ristrutturazione di grandi uffici. Parallelamente alla sua professione, ha iniziato a scrivere: dapprima testi tecnici e di settore, poi racconti, culminati nella raccolta “Moti d’inerzia” negli ultimi quattro anni. Nel 2023, ha seguito il percorso di specializzazione "Narrativa/RomanzoOver 30" presso la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attualmente frequenta un corso di sceneggiatura presso la Scuola Tracce a Roma. Il suo sogno è trasformare uno dei racconti della raccolta in un film.

     

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    "Le donne di Maddalena” di Mormandi

    “Maddalena, che tutti in paese ormai chiamavano La Mammana, aveva fatto nascere quasi tutti i bambini da quando la precedente levatrice era venuta a mancare. Era entrata in tutte le case, conosceva tutti ed era a conoscenza delle storie intime di tutte le donne che si affidavano a lei quasi come a una Santa. Quella sparizione così improvvisa aveva lasciato tutti sgomenti: senza Maddalena le don... Altro...

    “Maddalena, che tutti in paese ormai chiamavano La Mammana, aveva fatto nascere quasi tutti i bambini da quando la precedente levatrice era venuta a mancare. Era entrata in tutte le case, conosceva tutti ed era a conoscenza delle storie intime di tutte le donne che si affidavano a lei quasi come a una Santa. Quella sparizione così improvvisa aveva lasciato tutti sgomenti: senza Maddalena le donne del paese si sentivano di colpo orfane e smarrite.

    A farsi visitare dal medico, le partorienti, non ci pensavano minimamente; non era consuetudine e non lo avrebbero mai fatto se non in situazioni gravissime. L'educazione ricevuta, assieme al pudore e alla vergogna, impartiva di preservare a ogni costo la propria intimità dagli occhi degli uomini. Questo pensiero così intransigente predominava in quasi tutte le donne del paese. Molte volte Maddalena aveva affrontato l’argomento cercando di far capire loro che non si dovevano vergognare, che non era sconveniente se in casi di assoluto bisogno fosse intervenuto il medico.

    Ma per loro era inconcepibile, rifiutavano a priori un simile discorso. Erano ferme sulle loro idee e credenze. Permettere a un uomo, sia pure un medico, di visitarle nelle parti intime era per ognuna di loro una forma di disonore e vergogna.

    Solo la mammana poteva essere d’aiuto per certe questioni e dopo tanti anni si era creato un rapporto di fiducia tra lei e le sue donne, come amava definirle”.

     “Le donne di Maddalena” di Giuseppina Mormandi, è edito da Blitos edizioni in distribuzione da Aprile 2024.

    Maddalena è una donna forte e caparbia, la sua professione da levatrice è più una vocazione celeste che un semplice lavoro. Ispirata prima da sua nonna e poi da sua madre, svolge il ruolo di “Mammana” con amore e passionalità. Ella è al fianco “delle sue donne”, non solo quando è il momento di dare alla luce un figlio, ma diviene anche abile confessore, amica infallibile, custode di segreti indicibili.

    Il romanzo di Giuseppina Mormandi è capace di dare voce alle donne, nelle loro vicende complesse e intricate. In una società fortemente patriarcale, le donne del romanzo di Mormandi sono semplici mezzi per le attività riproduttive. Da qui l’insoddisfazione, la vergogna e il timore di non essere all’altezza, sopraggiungono in un vortice estenuante, che solo Maddalena è capace di dissipare.

    Numerosi gli argomenti che l’autrice racconta con abile maestria: l’abbandono alla culla della vita, l’angoscia di vivere una terza gravidanza senza la gioia di mettere al mondo un erede maschio, la morte sopraggiunta da parto prematuro, la bruttura di un matrimonio forzato e diverso da come ci si aspettava, l’orrore di dover rispettare a tutti i costi i doveri coniugali, fino a giungere alla solitudine di quelle donne che non sanno cosa dar da mangiare ai propri figli, ormai ridotti ad uno squadrone tutt’ ossa.

    Un romanzo intenso e coinvolgente, una fotografia di Pietraia che capitolo dopo capitolo è capace di raccontare le brutture di una società ormai tramontata.

    Un linguaggio semplice e scorrevole, capitoli avvincenti e vivaci. Un libro che si è classificato primo al Premio Letterario Nazionale DI PARI PASSO 2024. Un testo, quello di Giuseppina Mormandi che racconta la storia di donne di paese, che perdono luce e vita lungo il percorso della loro esistenza.

    Nei primi anni del Novecento a Pietraia, un paesino abbarbicato su un costone di roccia, arriva a dorso di mulo una giovane donna: il suo nome è Maddalena.Dopo un’iniziale diffidenza, la nuova Mammana diventa ben presto punto di riferimento indispensabile per tutte le donne del paese.Un giorno Maddalena sparisce inaspettatamente, lasciando tutti gli abitanti in preda allo sgomento e a un profondo senso di abbandono.Maddalena, che tutti in paese ormai chiamavano La Mammana, aveva fatto nascere quasi tutti i bambini da quando la precedente levatrice era venuta a mancare.Era entrata in tutte le case, ed era a conoscenza delle storie intime di tutte le donne che si affidavano a lei quasi come a una Santa.Un romanzo delicato che affronta la questione femminile riportando alla memoria antiche usanze e consuetudini, tipiche della società patriarcale di inizio Novecento, che governavano la vita di tutti nei piccoli paesini rurali d’Italia.Maddalena è l’archetipo della donna moderna, libera di scegliere per sé, noncurante del giudizio altrui, a differenza di tutte le donne che si trova ad aiutare.

     

    Info biografiche

    Giuseppina Mormandi nasce a Roseto Capo Spulico (CS). Rinuncia all’insegnamento per dedicarsi alla famiglia e alle sue molteplici passioni tra cui la poesia, la prosa e la pittura. Scrive poesie dall’età adolescenziale.

    Pubblicazioni: Roseto (raccolta di poesie), ’I timpe ‘i ‘na vote (usi e costumi rosetani), Mario Luzi editore, ‘I dettète èntiche ‘o nne fèlliscene mèje ( proverbi rosetani) Jonia Editrice, Alta e bassa marea (silloge di poesie), Aletti editore, Venere e la luna (silloge di poesie), Aletti editore, Malinconie (silloge di poesie) Aletti editore, Tu oltre l’orizzonte (silloge di poesie), Temperino rosso editore, Rimembranze (silloge di poesie) Temperino rosso editore, L’amore al quadrato (silloge di poesie) Scorpione editrice, Cento rose (poesie su Roseto) Scorpione editrice, Il vento dell’amore, (silloge di poesie) Scorpione editrice, Te tènghe ‘nt’u core Poesie in dialetto rosetano, Jonia Editrice, Pommedi’je e cosecusi’lle Favole, filastrocche, indovinelli e modi di dire in dialetto rosetano, Jonia Editrice, I sogni non finiscono all’alba, (silloge di poesie), Temperino rosso editore, inserita nell’Antologia poetica Scrivendo 2022, nella collana “I poeti del nuovo millennio” Vente du Midì” con le liriche “I reverberi dell’animo”, nella collana “Il paese della poesia”, e nella raccolta “Canti per Alda” (Accademia dei Bronzi), recensita tra gli “Scrittori dell’Alto Ionio cosentino”. Le sue poesie hanno vinto molti premi e prestigiosi riconoscimenti.

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    Girasoli Viola

    https://store.youcanprint.it/girasoli-viola/b/1a63f40b-ba3c-5350-9db2-c671a7572aec

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    Girasoli Viola

    Vita e avventure di un piccolo Rom torinese che gira il mondo in cerca di un posto dove fermarsi, un luogo che gli appartenga..

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    A piedi scalzi nei ricordi

    Puglia, 1996. Anna Lafortezza, quasi sessantenne, fa ritorno a Tenuta Ornella, una casa dove da giovanissima, dopo essere scampata alla guerra, ha lavorato come infermiera privata. La casa è in rovina, abbandonata alla pioggia e al tempo che scorre impietoso. Anna si prodiga subito per ripulirla dalla muffa e dal sudiciume, ma le ombre dei ricordi si allungano sul suo cuore, riportando nel presen... Altro...

    Puglia, 1996. Anna Lafortezza, quasi sessantenne, fa ritorno a Tenuta Ornella, una casa dove da giovanissima, dopo essere scampata alla guerra, ha lavorato come infermiera privata. La casa è in rovina, abbandonata alla pioggia e al tempo che scorre impietoso. Anna si prodiga subito per ripulirla dalla muffa e dal sudiciume, ma le ombre dei ricordi si allungano sul suo cuore, riportando nel presente tanti momenti significativi: la vita al convento con le orfanelle, la scelta di non prendere i voti, la scoperta dell'amore al rifiuto dello stesso. Perseguitata in ogni angolo della casa dai ricordi, si rende conto che l'apatia, la disconnessione emotiva che l'hanno aiutata a vivere lontana da Tenuta Ornella, è solo un modo per difendersi e non soffrire. Anna ritorna in un viaggio liberatorio in se stessa, alla scoperta di un amore lasciato indietro e all'accettazione delle proprie scelte. Ma soprattutto ritrova il coraggio di tenere vivi i ricordi e di prendersene cura.

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    FALLING DOWN- MAI PIÙ SOLA

    https://youtu.be/mGiAe7pFLgs?si=jidCgr9DXwR12LAN

    Amore e soprattutto dolore, crescita e perdita... solo due delle infinite dicotomie che il mio primo romanzo vuole farvi scovare.

    Ecco il booktrailer del mio primo romanzo "Falling Down- Mai più sola".

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    La prima nota del canto

    La colpa che sottende l'epifania nel risalire la china intercettata come ostile, non canta le parole che scendono silenti dagli sguardi di una codarda.La discrepanza dovuta certo al clima di desolazione assoluta in termini individuali e,sicuramente dopo aver immediatamente avvertito la repentina chiusura di porte con tanto di blocchi sociali.Certo è che l'immagine disgregante non sortisce affatto... Altro...

    La colpa che sottende l'epifania nel risalire la china intercettata come ostile, non canta le parole che scendono silenti dagli sguardi di una codarda.

    La discrepanza dovuta certo al clima di desolazione assoluta in termini individuali e,sicuramente dopo aver immediatamente avvertito la repentina chiusura di porte con tanto di blocchi sociali.

    Certo è che l'immagine disgregante non sortisce affatto l'effetto di una qualsivoglia sequenza finale di stabilità, servirebbe spiegare altresì molte cose tra cui l'asciutto movimento analogo alle processioni di una colonia di formiche fuoriuscite dal ginepraio grazie all'intervento di una badilata sulla montagnola di terra putrida.

    A prescindere dai momenti annichilanti dell'intera programmazione, riferita in tal senso, si dovrebbe fare lo sforzo di una masochista a cui il suono della frusta, evoca degli esercizi che non sono affatto esempi da divulgare come mera decisione personale.

    La voce, tenuta in un' ambiente protetto dagli sguardi malevoli della piaggeria da inquisizione, fatica a venir fuori,come sarebbe una qualsiasi situazione di ingerenza da parte delle insulse manfrine ,smancerie che invadono in tutte le successive parti nel valutare un contesto specifico e ripetitivo.

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    "Hi chiuso con te" di Emanuela Esposito Amato

    “Ho chiuso con te” edito Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Narrato attraverso tre punti di vista che si alternano, ovvero quello di Lola, quello di Alessandro, quello della voce narrante del tempo di Caivano che s’intromette a raccontare il passato delle gemelle, il libro ha per protagoniste Lola, che non ha memoria della tragedia familiare, e Nina che invece ne ... Altro...

    “Ho chiuso con te” edito Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Narrato attraverso tre punti di vista che si alternano, ovvero quello di Lola, quello di Alessandro, quello della voce narrante del tempo di Caivano che s’intromette a raccontare il passato delle gemelle, il libro ha per protagoniste Lola, che non ha memoria della tragedia familiare, e Nina che invece ne ha, e forse è questo il motivo che l’ha spinta a diventare la donna che è adesso.

    Un romanzo che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al pathos che trasmette. L’ambientazione è quella di Caivano, una zona di Napoli vittima di degrado e di abbandono. Le protagoniste sono Lola e Nina, due gemelle che a causa di un evento traumatico si vedranno costrette a dividersi. 

    Lola andrà a Parigi perché vuole diventare importante nel mondo della moda, mentre Nina decide di restare qui a Napoli e di dedicarsi all’arte. La vita di Nina verrà stravolta da un incontro. Cosa succederà a entrambe? Un romanzo introspettivo che va a scavare non soltanto nella vita delle protagoniste ma anche in quella degli stessi lettori. Il passato e il presente vanno a intrecciarsi in questa lettura creando curiosità nel lettore e soprattutto spingerà a chiedergli sempre: “Cos’è che ora accadrà”? Uno stile fluido, coinvolgente che viene caratterizzato da un ritmo veloce e soprattutto carico di tensione e adrenalina, quel tocco in più che servirà proprio per affrontare il rush finale della lettura e restare coinvolti e colpiti dal finale. Non soltanto quindi il racconto della vita delle due protagoniste, di Napoli, la figura di Alessandro e la tematica del narcisismo, presente all’interno del romanzo anche segreti legati alla sfera della famiglia.

    “Quando ci hai chiamati a raccolta, con quella voce impostata di chi ha qualcosa di fondamentale da dire, ho pensato al peggio. E non sbagliavo. Gli zii sono andati in estasi. Complimenti, promesse di sostegno, strette orgogliose”.

    Ho chiuso con te, è un romanzo dalla struttura narrativa ben articolata che richiama alla mente L’amica geniale di Elena Ferrante, le sue due protagoniste, ma qui non c’è nessun mistero legato all’identità dell’autrice.

     

     

     

     

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    “Ho chiuso con te” di Emanuela Esposito

    “Ho chiuso con te” edito da Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Un romanzo coinvolgente che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al ... Altro...

    “Ho chiuso con te” edito da Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Un romanzo coinvolgente che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al pathos che trasmette. 

    L’ambientazione è quella di Caivano, una zona di Napoli vittima di degrado e di abbandono. Le protagoniste sono Lola e Nina, due gemelle che a causa di un evento traumatico si vedranno costrette a dividersi. Lola andrà a Parigi perché vuole diventare importante nel mondo della moda, mentre Nina decide di restare qui a Napoli e di dedicarsi all’arte. La vita di Nina verrà stravolta da un incontro. Cosa succederà a entrambe? Un romanzo introspettivo che va a scavare non soltanto nella vita delle protagoniste ma anche in quella degli stessi lettori. Il passato e il presente vanno a intrecciarsi in questa lettura creando curiosità nel lettore e soprattutto spingerà a chiedergli sempre: “Cos’è che ora accadrà”? 

    Uno stile fluido, coinvolgente che viene caratterizzato da un ritmo veloce e soprattutto carico di tensione e adrenalina, quel tocco in più che servirà proprio per affrontare il rush finale della lettura e restare coinvolti e colpiti dal finale. Non soltanto quindi il racconto della vita delle due protagoniste, di Napoli, la figura di Alessandro e la tematica del narcisismo, presente all’interno del romanzo anche segreti legati alla sfera della famiglia.

    “Quando ci hai chiamati a raccolta, con quella voce impostata di chi ha qualcosa di fondamentale da dire, ho pensato al peggio. E non sbagliavo. Gli zii sono andati in estasi. Complimenti, promesse di sostegno, strette orgogliose”.

     

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    Il cognome del nonno

    "La vita riprendeva dopo il passaggio della guerra, la sofferenza di chi l'aveva fatta e di chi l'aveva subita era comune. Forse, l'unione di due patimenti, diversi ma simili, portava alla nascita di un comune sentimento...Napoli, 1943. Mentre la guerra ancora imperversa, le vite di una giovane partenopea e di un soldato afroamericano si legano inestricabilmente. Perché un solo sentimento riesce ... Altro...

    "La vita riprendeva dopo il passaggio della guerra, la sofferenza di chi l'aveva fatta e di chi l'aveva subita era comune. Forse, l'unione di due patimenti, diversi ma simili, portava alla nascita di un comune sentimento...

    Napoli, 1943. Mentre la guerra ancora imperversa, le vite di una giovane partenopea e di un soldato afroamericano si legano inestricabilmente. Perché un solo sentimento riesce a vincere l'odio, e non può che essere l'amore."

    Questo si legge sul retro del mio nuovo romanzo breve edito dalle Edizioni Leonida di Reggio Calabria, disponibile in preordine sul sito dell'editore. Chiunque fosse interessato, può acquistarlo, leggerlo, recensirlo, farmi sapere la sua opinione e i suoi suggerimenti. È una storia d'amore, declinata a 360 gradi: l'amore tra un soldato afroamericano e una ragazza napoletana, tra un padre e una figlia, tra una madre e un figlio,  tra un nonno e un nipote, circondati dalla peggiore tragedia capitata all'Italia nella sua lunga storia, la seconda guerra mondiale.

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    AMORE AL MACELLO (parte 2)

    Quello che succede quando Liam Van Heerden è online su Gayza è la metafora di ciò che era accaduto giorni prima nel vicino Zimbabwe, teatro di un tracollo economico-finanziario epocale.Nel Paese, definito fino al 2000 “Granaio d’Africa” o “Svizzera del Sud”, un camion carico di bestiame si ribalta per una manovra distratta.Un gruppo di affamati spettatori sulla strada assalta le vacch... Altro...

    Quello che succede quando Liam Van Heerden è online su Gayza è la metafora di ciò che era accaduto giorni prima nel vicino Zimbabwe, teatro di un tracollo economico-finanziario epocale.Nel Paese, definito fino al 2000 “Granaio d’Africa” o “Svizzera del Sud”, un camion carico di bestiame si ribalta per una manovra distratta.Un gruppo di affamati spettatori sulla strada assalta le vacche e le scuoia vive a pugni e mazzate contendendosi le carni macellate a mani nude. Uno scenario splatter degno di un b-movie, di una tragedia greca o di una chat per incontri fra allupati.Nella tragica, metaforica calca di affamati di carne di vacca, si identifica un conoscente…

    Lo attendo in pausa pranzo sul prato della facoltà di discipline sportive. I rugbisti del college si allenano al sole regalandomi una panoramica notevole. Liam arriva a piedi reggendo i roller con le mani.Si siede sull’erba e accenna un sorriso vacuo.

    Io sospiro intuitivo “Lo sapevo…spara.”

    “Avevi ragione, sei riuscito a trovare un soggetto peggiore di me.”

    “Quanto peggiore?”

    “Si chiama Isak, non Joshua. Ha 42 anni. Non è di Sandton, vive a Kymberly con sua moglie, hanno una figlia di dieci anni. Si sbatte un biondino minorenne che va al liceo di Fichardt Park. Tira coca e non è nuovo al bareback. L’unica cosa vera è il suo lavoro, i diamanti.”

    “Però! Quanto chiacchierate al Romeo…”

    “Mi dispiace Fax.”

    “Mi ha detto ti amo al secondo appuntamento, dovevo immaginarlo.”

    “Già, non credere mai alle parole di un maschio sulla sogliadell’ orgasmo. Io Sabato ho ansimato una proposta di matrimonio al fattorino della pizzeria.”

    “E non lo sposerai?”

    “Per ora no, si è arrabbiato.”

    “Perché?”

    “Credo c’entri il fatto che Lunedì ho scopato il tipo che dà i volantini per la promozione quattro formaggi.”

    Scuoto il capo. Liam incalza “Fottitene Fax, fatti un giro su uno di quei rugbisti. Ti presento io qualcuno.”

    “Si fa un biondino del liceo? E vuole convincermi a cavalcarmi a pelo!”

    “Se vuoi lo faccio pestare. Conosco un ex carcerato sempre pronto ad aiutarmi…”

    “Sei dolce, però no, devo affrontarlo io.”

    Stavo da schifo, una latta di carne in gelatina, così mi sentivo. Uno scarto di macello in lattina sottoprezzo esposto sugli scaffali di un discount, mentre un accattivante fast food offre hamburger, patatine dorate e gadget. Mi tormentavo immaginando Joshua (ora Isak) scoparsi quell’adolescente, odiandomi per non essere biondo e per essere tutto quello che ero. La richiesta del sesso non protetto poi, accompagnata da un’infilata di stronzate sul completamento di un sentimento mai provato prima, che avrebbe consolidato il nostro rapporto da un vincolo di complicità…Izak ignorava fosse caduta la maschera di Joshua, ma ignorava soprattutto quanto pericoloso e vendicativo fosse un ventenne umiliato che indossa la maschera dell’ingenuo, rassicurante, bravo ragazzo.

    “Una serata memorabile”, questo gli avevo promesso.Dall’anta dell’armadio nel dormitorio lo specchio mi riflette sobrio ed elegante.Prelevo i due biglietti dalla cassettiera alla testa del letto.Li custodisco separati, uno nella tasca destra dei pantaloni, l’altro nella sinistra. Quei cartoncini riveleranno “qualcosa” nel memorabile appuntamento.Ho scelto io il ristorante esclusivo in Brand Street, dove, casualmente (?) quella sera si riuniscono le Dame Boere della Carità Afrikaner, una congrega di borghesi razziste che alterna l’hobby della filantropia alle kermesse stagionali.Joshua mi preleva con il suo coupé fuori dal campus.Commenta quanto i pantaloni mi disegnino bene il culo.Mentre guida preme la mia mano sul suo pacco per farmi sentire quanto sia duro all’idea di scoparmi dopo cena (finalmente senza guaine di lattice). Dice che sarà come una nuova prima volta, liberi, pelle contro pelle. Schiocca le dita sul ritmo della musica pop in un patetico eccesso di giovanilismo ostentato.È sensuale, spavaldo, di ottimo umore, solo mi domanda perché abbia scelto un locale così pretenzioso. Imbocchiamo il viale alberato di Brand Street.Mi imbarazza quando nel parcheggio lancia le chiavi dell’auto al posteggiatore armato di mitra “Ti affido la bambina!”Il parcheggiatore in divisa non può saperlo, ma dentro di me gli prometto “Tranquillo, lo distruggo prima del dessert.”

    Il ristorante è un edificio nederlandese di fine 1800, con soffitti alti dai pannelli dipinti e pavimentazione in legno, un ampio camino in arenaria e un proverbiale utilizzo delle luci soffuse. Alle pareti, sequenze di dipinti del Great Trek e scene di vita nell’ Oranje Vrijstaat. Un presidio della resistenza segregazionista che non si è arresa alle trasformazioni occorse al di là delle siepi potate chirurgicamente. Gli unici “non bianchi” presenti sono dei subalterni relegati alle mansioni meno esposte. Il pianista suona qualche inno, probabilmente tratto dal repertorio della Banda nazionalsocialista.Joshua si incupisce un poco quando il maître ci conduce al tavolo centrale nella sala.A pochi metri da noi la moglie del sindaco, adorna di una parure sufficiente a sanare il debito pubblico del Malawi, pronuncia un’arringa al convivio delle Dame Boere della Carità Afrikaner.

    Ci accomodiamo. Lui, scruta la sala diffidente “Avrei preferito un posto più intimo…”

    Io, ingenuo “Non ti piace?”

    “Certo, è carino, ma è lo stile formale che frequento per i meeting di lavoro.”

    “Scusa, non lo sapevo…”

    “Quante cose devo insegnarti.”

    Io, malizioso “Che ne sai? Magari stasera scopri che ho imparato qualcosa di nuovo…e che so fartelo bene.”

    Geme sommesso “Mmmh, non fare così o ti porto via subito…Ti va? Saltiamo la cena!”

    “Scordatelo! Sulla carta dei dolci c’è il pudding alla malva e lo voglio!”

    Gioca sui doppi sensi tra il dolce e le farciture che mi offrirebbe al posto del pudding. Nuovi avventori occupano i tavoli circostanti. Controlla il tono della voce sussurrando.Gli sferro il primo colpo quando il sommelier versa l’assaggio dello Château d’Yquem.Mentre lui sorseggia il vino io incalzo “Allora, IZAK, com’è?”

    Esplode un colpo di tosse nervoso, nebulizza il vino dalle narici e si tampona con il tovagliolo.

    Il sommelier, preoccupato “Qualcosa non va signore?”

    Lui si ricompone e lo congeda.

    “Perché mi hai chiamato così?”

    Io, candido “Così come? Ti ho chiamato col tuo nome…”E tracanno il primo calice.

    Sembra sospettoso. Dissipo i suoi dubbi avviando una vivace conversazione di aneddoti sulla vita al college, lui parla della frenesia di Johannesburg e delle ingerenze capitaliste di un magnate cinese nel settore minerario locale. Monopolizzo la bottiglia da cui attingo generose porzioni. Prima di assaggiare l’agnello glassato allo zenzero la mia lingua è sufficientemente sciolta da schioccare le sferzate “Quell’industriale pechinese dovrebbe sapere che non si può prendere tutto senza riguardi. Digli che se trovasse il cadavere di una balena nel Colinshire, sarebbe obbligato a consegnare la testa e la coda ai Sovrani di Buckingham.”

    “Ah, ah, sul serio?”

    “Certo! Spesso ignoriamo la legge senza saperlo. Ci pensi mai?È importante conoscere le consuetudini del posto in cui vivi. Per esempio, tu sapevi che in Kenya è vietato fumare tabacco per le strade?”

    “No, non lo sapevo.”

    “Ecco, vedi? E magari non sai che l’età minima per un rapporto sessuale in Sudafrica è 16 anni per gli etero mentre 19 per i gay. Non si capisce perché i gay debbano pensarci tre anni più degli etero prima di darlo via! Ma è questa è la legge.”

    “Perché parliamo di questo?”

    Io, pacato “Perché forse ti sei distratto, forse non sai che scoparsi un quindicenne in questo Paese è un reato!”

    Lui, gelido “Ma cosa dici?”

    Dimentico di sussurrare “Dico che tu, fottuto bastardo, vuoi montarmi senza sella quando raccatti chiunque in chat e fuori dai licei!”

    “Cristo di un Dio, vuoi abbassare la voce? Ti sentono!”

    “E allora? Tu sei un protagonista dominante, però ti dò una notizia, a volte i ruoli secondari ti sorprendono e ti fottono la scena! Nelle tasche dei miei pantaloni ci sono due biglietti, in uno c’è il numero di tua moglie a Kimberly, nell’altro quello della famiglia del biondino che ti sbatti. Chi chiamerò prima?”

    (continua...)

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    AMORE AL MACELLO (parte 1)

    La prima volta non si scorda mai, purtroppo.La mia prima volta con Liam, il pattinatore dai glutei stellati, la volevo dimenticare.Per questo, matricola al college in Sudafrica, creai un profilo su una chat gay. La necessità di essere amati spinge a commettere delle scelte confuse. Dovevo essere davvero confuso per cercare l’amore in un sito che misurava le probabilità di trovarlo sui centimet... Altro...

    La prima volta non si scorda mai, purtroppo.La mia prima volta con Liam, il pattinatore dai glutei stellati, la volevo dimenticare.Per questo, matricola al college in Sudafrica, creai un profilo su una chat gay. La necessità di essere amati spinge a commettere delle scelte confuse. Dovevo essere davvero confuso per cercare l’amore in un sito che misurava le probabilità di trovarlo sui centimetri in dotazione.L’amore passava poi da un questionario che chiedeva se fossi attivo, passivo, versatile nelle gang bang, all’aperto o da interni, disponibile al pissing, bukkake, fisting, quanto amassi masticare i capezzoli o pressare i miei con le pinze, farmi legare, appendere, impalare, sostare al crepuscolo nella piazzola dei tir davanti al fast food per camionisti di Edemburg, frustarmi i testicoli con un fascio di ortiche del Limpopo o con un rovo del Karoo…Decine di varianti per tracciare il profilo della vacca ideale, pronta a condividere le sue carni, PER AMORE. Sembrava che tutti gli utenti collegati cercassero il principe azzurro, ma in attesa di riconoscere lo strepito degli zoccoli del cavallo bianco non disdegnassero rovistare l’arsenale di qualche arciere di passaggio.Aprii un profilo moderato e funzionò.La parvenza del pudico ventenne da alfabetizzare all’eros suscitava una fila di pulsioni hardcore quanto quelle dichiarate platealmente. Districandomi nell’umida giungla di erezioni rigogliose giunsi al profilo di “ForEverHard”.Una brillante strategia di emancipazione dal superficiale pattinatore tatuato.Dietro al sempre duro nickname si celava Joshua, 35 anni da Sandton, azionista nel settore minerario, spesso in trasferta nel Free State, sicuro di sé, realizzato professionalmente, gli occhi azzurro algidi, una fantastica fossetta sul mento e quella voce virile dalle proprietà orgasmiche.C’era qualcosa di nuovo nel gioco dei ruoli che si era creato fra me e Joshua. Lui esperto e fascinoso, io acerbo in fase di collaudo.L’idea di frequentare un uomo più grande di quindici anni, sfidare la mia immaturità sessuale facendo di lui un mentore, mi poneva nel costante bilico tra il timore e l’eccitazione per il rischio.Da neofita del sesso assumeva un’aurea trasgressiva anche quello che non lo era, ma riponevo in Joshua la fiducia nel farmi guidare dove prima avrei dubitato di giungere.Fiducia che si stemperò alla sua richiesta di sesso senza preservativo. Declinai. Fu il primo “NO” e i turgori svigorirono. Avevo infranto il gioco di accondiscendenza, l’ombra di un mio rifiuto rendeva per lui meno eccitante il nostro rapporto. Affrontai la questione apertamente. Avrei accettato se entrambi ci fossimo sottoposti al test hiv e mi avesse garantito che escludeva amplessi con altre persone. Mi accusò di essere diffidente, si dichiarò deluso e tradito.Mi chiedevo come un sudafricano potesse concepire la leggerezza meditata del sesso non protetto. Come poteva essere certo che io fossi a posto? Ero iscritto in un ateneo internazionale dove frequentavo il Drama Department e abitavo nel residence del campus, tutti i requisiti per una cittadinanza onoraria a Sodoma.I dati sulla diffusione di Aids e Hiv nell’Africa australe raccontano uno sterminio silenzioso che si compie per effetto di una guerra senza deflagrazioni. Luther, il mio compagno di corso namibiano, confermava che il business delle pompe funebri aveva reso suo padre uno degli uomini più facoltosi di Mariental.Il sagace patriarca aveva però seppellito due dei suoi figli sieropositivi. Nonostante l’hiv sia diffuso gli africani provano molta vergogna a parlarne. Nelson Mandela, sulle pagine del Sunday Times condivise la scomparsa del suo secondogenito “Lo dico pubblicamente, perché il virus non sia un tabù, mio figlio è morto di Aids”.Il nostro maestro di danza contemporanea biasimava la molliccia campagna di prevenzione sessuale programmata dal College. Preferiva condurci la Domenica mattina nel reparto di malattie infettive dell’ospedale civile e imporci come aiutanti agli infermieri.Un confronto pratico con le conseguenze delle scopate disinvolte.Ma è anche una realtà che milioni di persone hiv+ in Sudafrica e nel mondo conducono vite longeve e prive di limitazioni.Appena giunto nel luminoso Free State dal fosco Colinshire ero uno straniero diffidente tormentato dall’ombra dell’epidemia.Dopo sette giorni le ombre diventarono persone, nomi, storie, amici, compagni di corso, vita.Detestavo ammetterlo, ma per la faccenda del bareback con Joshua avevo bisogno della valutazione di uno scopatore seriale…LIAM, il pattinatore dai glutei stellati che mi aveva tradito con il barista del Romeo nei cessi del locale.

    Sono le 8.10 del mattino. Liam è in ritardo. Seduto al dehor di una tavola calda boera fingo di memorizzare le battute di un monologo per conferire all’attesa un distacco disinteressato. La cameriera indossa un costume tradizionale afrikaner rabberciato.È irritata perché occupo il tavolino senza ordinare, io quanto lei perché comincio a temere l’umiliazione di un bidone all’appuntamento.Dal pergolato pendono i glicini che disperdono petali viola sul mio copione. Un polveroso pick-up con il cassone carico di pecore lamentose inchioda davanti al locale. Sgusciano dall’abitacolo due giovani farmer con fucile a tracolla seguiti da un cane.Distraggono la cameriera con lusinghe ruvide che lei non disprezza. Ordinano frittata di funghi saltati, speck e birre.Poi lo scorgo librare sui roller appena svoltata la collina dei girasoli. Plana sull’aria sfiorando il lastricato con il portamento di un atleta ellenico in slim shorts e canotta fluo. Mi odio perché lo penso, ma penso che non ricordassi quanto fosse bello.Incurante della panoramica luminosa che sembra studiata da un team pubblicitario per celebrare il suo ingresso, Liam frena davanti al dehor. Ha colorato con striature smeraldo i capelli biondi.Il cane lo circuisce con latrati rabbiosi. Gli allevatori lo richiamano severi ma fissano Liam sprezzanti.

    Guardo il cane ringhiare mentre lui si accomoda -“È il comitato di accoglienza che ti meriti…”-

    Sorride smagliante -“Sono in ritardo!”-

    Io, nervoso -“Certo che lo sei, ti avevo scritto che ho lezione alle nove.”-

    -“Scusa! Ma lasciami parlare prima che mi spieghi perché siamo qui, ho pensato a un discorso. Farei qualunque cosa per farmi perdonare Fax. Sono stato pessimo, tutte le bugie, il tradimento. So di aver fatto sanguinare il tuo cuore.”-

    -“Beh mica solo quello, visto che ti sei preso la mia verginità!”-

    I due farmer ci osservano dal loro tavolo.Io mi schiarisco la gola e modero il tono della voce, ma continuo ad aggredire Liam -“E poi piantala di parlare come in una soap opera.”-

    -“Volevo dare un tocco teatrale al discorso, pensavo ti facesse piacere.”

    -“Non è teatrale, mi dà sui nervi! Sembri la caricatura di un episodio di Egoli.”-Una tensione fastidiosa si concentra sulla mia epiglottide, respiro per combattere il reflusso di rancori e ammetto -“Però un tocco teatrale c’è …”- Gli mostro la coincidenza nel titolo del copione che sto memorizzando, “Il ragazzo dai capelli verdi” di Betsy Beaton. Lui, divertito lisciandosi il ciuffo smeraldo con la mano -“Wow! Sono già diventato leggenda!”-

    -“Sicuro, se i cessi del Romeo potessero parlare…”-

    -“Comunque Fax sono contento del tuo messaggio, non pensavo di risentirti.”-

    -“Neanche io, ma ho un secondo fine.”-

    -“Spara!”-

    -“Prima ordiniamo, rischio due ore di training a stomaco vuoto con quell’invasato di Kosta.”-

    -“Quel tipo balcanico che vi addestra come militari?”-

    -“Lui!”-

    La cameriera ci porge caffè e waffel con i bricchi di sciroppo d’acero e cioccolata fusa. Dal tavolo dei farmer si leva un rutto, lei sghignazza complice.

    Mentre annego il mio pasto sotto una colata iperglicemica dico a Liam -“Ho visto il tuo profilo sulla chat Gayza, scrivi che cerchi l’amore.”-

    -“Beh, è la verità!”-

    -“E come mai le pose della tua gallery sembrano la fase preparatoria di una colonscopia?”-

    -“Per mostrare le stelle! Che senso ha tatuarsi il culo se nessuno può vederlo?”-

    -“Sei una vittima dell’altruismo. Ma non temere, in quelle foto si vedono le stelle, i pianeti  e un buco nero.”-

    -“Cosa avrei dovuto fare? Non hai più voluto saperne di me.”-

    -“Devi prestarmi il tuo culo Liam, ecco cosa devi fare!”-

    -“Non credevo lo volessi ancora!”-

    -“Non voglio scopare con te, idiota!” (Mentivo, volevo eccome). “Devi contattare un tipo che frequento dal tuo profilo Gayza, per capire che intenzioni abbia.”-

    -“Sei fuori? Scordatelo!”-

    -“Oh, ma dai! Hai detto che faresti qualunque cosa per farti perdonare. Mi trovo in una situazione spiacevole e in parte sei responsabile.”-

    -“Io?”-

    -“Dovevo dimenticarti e forse nella fretta sono riuscito a trovare un soggetto peggiore di te.”-

    -“Ti tradisce?”-

    -“No! Non lo so. Mi ha proposto sesso condom free.”-

    -“Non lo hai fatto?”-

    -No. Gli ho chiesto il test hiv e si è offeso.”-

    -“È un idiota!”-

    -“Capisci perché ho bisogno di te?”-

    -“Ma non puoi aprire un profilo fake con la foto di un concorrente del Big Brother svedese come fanno tutti?”-

    -“Io non rubo le foto di uno svedese, e poi nessun reality ha mostrato il culo come fai tu in quella gallery.”-

    -“Mi descrivi come una puttana senza morale!”-

    -“Liam, non costringermi a essere amaro…Da quando hai le stelle sul didietro ricevi più visite del planetarium di Naval. Provocalo un po’ online e fai qualche domanda su di lui, i tuoi amici del Romeo sono un comitato di comari del gossip.”-

    I due allevatori si dirigono al pick up seguiti dal cane, uno di loro sputa per terra nella nostra traiettoria, l’altro mugugna -“moffie.”- (frocio in afrikaans).Liam ha le labbra lucide di sciroppo, le ripulisce con un giro di lingua, mi diventa duro.Accetta la missione -“Va bene, ti aggiorno fra una settimana.”-

    -“Ti dò quattro giorni. Devo rivederlo nel week end!”-

    Aspetto che passi l’erezione, mollo conto, mancia e fuggo via verso il campus. Kosta mi farà vomitare il waffel di corsa a salti e piegamenti in serie da 20, secondo uno schema di allenamento che chiama “suicidio”.

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    Romanzo digitale, di Antonio Pascotto

    Romanzo Digitale di Antonio Pascotto è edito dalla casa editrice Jolly Roger Edizioni per la collana IQ133 Narrativa Aumentata, in distribuzione da settembre 2023.C’era una volta un tempo in cui i giorni si contavano strappando i fogli da un blocchetto. C’era una volta, e poi nulla più.Il mondo è in continua evoluzione, sta attraversando una fase di importanti innovazioni, e noi, anche inco... Altro...

    Romanzo Digitale di Antonio Pascotto è edito dalla casa editrice Jolly Roger Edizioni per la collana IQ133 Narrativa Aumentata, in distribuzione da settembre 2023.

    C’era una volta un tempo in cui i giorni si contavano strappando i fogli da un blocchetto. C’era una volta, e poi nulla più.

    Il mondo è in continua evoluzione, sta attraversando una fase di importanti innovazioni, e noi, anche inconsciamente, stiamo cambiando insieme a Lui.

    Questo preambolo introduttivo rappresenta appieno il romanzo di Antonio Pascotto. L’autore ci accompagna attraverso gli occhi di Giancarlo, il protagonista, che sottoforma di diario paragona passato e presente; il confronto tra i due è notevole e lo sottolinea. Del resto, l’evoluzione tecnologia degli ultimi anni ha cambiato inevitabilmente le nostre abitudini e il nostro stile di vita: oggigiorno, per esempio, è facile trovare robot che scrivono poesie, che pongono quesiti e che, attraverso algoritmi sofisticati, allungano addirittura la vita dell’uomo. La realtà odierna, forse è assurdo ammetterlo, è governata dalle intelligenze artificiali. Ma proprio l’assurdo è ormai parte integrante della nostra esistenza: la realtà aumentata è la regola, la solitudine digitale non tarda ad arrivare e i taxi non hanno conducente. Romanzo Digitale, però, offre uno sguardo attento sul passato, per capire il presente, ma anche e soprattutto il futuro: si parte da un passato non così tanto remoto, quello della pandemia da Covid-19, all’intelligenza artificiale, fino ad arrivare a riflessioni accurate sui limiti tecnologici, sulle minacce e sul concetto di tempo. 

    Romanzo digitale sottolinea anche un altro importante concetto: il rispetto all’ambiente, che strizza l’occhio ai vecchi giochi da bambini, senza disdegnarne l’avvento dei nuovi. La nostalgia del passato cammina e “balla a braccetto” con il futuro, in un mondo dove il Metaverso ha già preso piede e spalanca le porte a una realtà dove tutto è possibile. Romanzo digitale possiamo definirlo come “un racconto per immagini”: quelle che iniziano con la pandemia, che ha accelerato la fase di transizione da un mondo all’altro, e quelle che si proiettano verso un futuro molto vicino. Realtà e immaginazione si mescolano in un viavai di momenti già vissuti e di altri che devono ancora arrivare, ma che sono oramai alle porte, alternandosi con le pagine dei diari del protagonista, che partono dal 2020, per arrivare fino al 2033. Ma Romanzo Digitale è tanto altro ancora. Attraverso una serie di riflessioni sul mondo che cambia, ma anche sul passato, a un certo punto, diventa anche una sorta di viaggio nel tempo. E proprio il tempo, infatti, è il filo conduttore delle pagine di questo libro, dove i ricordi descrivono emozioni che riemergono alla vigilia di grandi cambiamenti. Tempo e futuro sono in stretta correlazione.

    È possibile cogliere diverse sfaccettature del tempo: c’è il tempo che misura le ore e i giorni e quello che ancora deve arrivare; il tempo trascorso e quello che regaliamo agli algoritmi, quando restiamo incollati ai cellulari per ore; quello (sempre più veloce) impiegato dalle macchine dotate di intelligenza artificiale per svolgere un particolare compito; e poi ancora, il tempo che abbiamo ancora a disposizione (ma non per molto) per tutelare l’ambiente ed evitare la catastrofe. La costante, però, è unica: il tempo oscilla come un pendolo.

    Info biografiche 

    Antonio Pascotto è giornalista e lavora a Mediaset ormai da molti anni, dal 1993. Attualmente, è caporedattore della testata TgCom24. Antonio ha varie pubblicazioni alle spalle e, tra le più rilevanti, riportiamo: La televisione senza palinsesto. Contenuti nella tivù dell’era digitale, De Angelis Editore, 2007; Alberto Sordi. Il cinema e gli altri, De Angelis Editore, 2008; L’informazione connessa, Armando Curcio Editore, 2012; Il mondo senza Internet. Connessioni e ossessioni. Dallo scandalo Facebook alla quiete digitale, Male Edizioni, 2019. 

     

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    ABBRACCIAMI

    Quella di Andrea Stefani è la storia di un ragazzo di diciassette anni, studente, che vive sull’isola di Procida. Ha due amiche del cuore con le quali condivide il suo tempo libero. Poi c’è Antonio, un vero e proprio faro illuminante, sempre disposto ad ascoltare Andrea, incoraggiarlo e, se lo vede troppo triste e deluso, difenderlo con quello che resta il gesto più avvolgente e p... Altro...

    Quella di Andrea Stefani è la storia di un ragazzo di diciassette anni, studente, che vive sull’isola di Procida. Ha due amiche del cuore con le quali condivide il suo tempo libero. Poi c’è Antonio, un vero e proprio faro illuminante, sempre disposto ad ascoltare Andrea, incoraggiarlo e, se lo vede troppo triste e deluso, difenderlo con quello che resta il gesto più avvolgente e protettivo che conosca: l’ABBRACCIO!Prima di addentrarvi nella lettura, però, è giusto accennare al Mocio, un coetaneo del protagonista, perfido e spregevole, che gli sta rendendo la vita un vero inferno dal quale non riesce a liberarsi.La storia di Andrea Stefani è quella di tanti, molti altri ragazzi come lui, che vivono la propria esistenza a stretto contatto con il bullismo, che lascia segni dolorosi sul cuore e nell’anima… incancellabili a vita!

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    ABBRACCIAMI di Gianfranco Iovino – booktrailer romanzo

    https://youtu.be/hqh894stUFs?si=rvNibgcCE3BwpQ4-

    Booktrailer ufficiale del romanzo ABBRACCIAMI di Gianfranco Iovino - edito da Capponi Editore e distribuito da Messaggerie Libri

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