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Vera FerroOffline

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  • Vasco ha gli occhi azzurri, di Silvia Mazzocchi

    “Quando avevo cinque anni ogni domenica con i miei genitori andavamo nella casa di famiglia a Montefiridolfi, frazione di poche anime contadine su un cucuzzolo in Chianti. Montefiridolfi era un bucolico paesino campagna vicino alla metropoli di Mercatale Val di Pesa, non ancora balzata nelle prime pagine della cronaca a causa delle vicende del mostro di Firenze. Da Firenze per raggiungere Montef... Altro...

    “Quando avevo cinque anni ogni domenica con i miei genitori andavamo nella casa di famiglia a Montefiridolfi, frazione di poche anime contadine su un cucuzzolo in Chianti. Montefiridolfi era un bucolico paesino campagna vicino alla metropoli di Mercatale Val di Pesa, non ancora balzata nelle prime pagine della cronaca a causa delle vicende del mostro di Firenze. Da Firenze per raggiungere Montefiridolfi servivano una quarantina di minuti di macchina, per me era un viaggio vero. Adoravo andare nella grande casa colonica di famiglia dove c’era la libertà, la Bmx da cross e le ciliegie da rubare sugli alberi. C’erano i miei cugini, i nonni e soprattutto c’era la totale retrocessione di noi bambini allo stato selvaggio. Durante il viaggio da Firenze a Montefiridolfi me ne stavo seduta nei sedili posteriori della Lancia Beta di mio babbo, senza cinture che a quei tempi non usavano proprio, rigorosamente seduta nel centro per guardare la strada, a me la macchina mi ha sempre dato noia. Con i miei genitori ci divertivamo a scegliere le canzoni alla radio. Era prima dei cd, prima di SPOTIFY e nella nostra macchina c’era la radio con la ruzzola per scegliere le stazioni radio. Era bellissimo quando dopo tante attese ti capitava di ascoltare una canzone che ti piaceva, cosa che a me non capitava quasi mai. Avevo appena cinque anni e conoscevo giusto le canzoni dei cartoni animati, Jeeg Robot d’acciaio per eccellenza e come cantanti da grandi mi piaceva un sacco Adriano Celentano, mia mamma era fissata con Azzurro e il Ragazzo della via Gluck. I miei genitori erano più fortunati nel toto-canzoni, a parte le canzoni italiane, da Dalla a Guccini, da Morandi a de Gregori, da Baglioni a Vecchioni - mio zio ci ha frantumato le palle per anni con Samarcanda - amavano anche i Beatles i Rolling Stones come cantava Morandi, altro mito di mia mamma peraltro. Poi un pomeriggio, non saprei dire con esattezza l’anno ma suppongo nei primi anni 80, mentre tornavamo dalla campagna passarono in radio una canzone e mio babbo alzò subito il volume. “Silvia! Ascolta le parole di questa canzone!”

    Mi disse. “Babbo ma questo è quel Vasco Rossi!”

    Lo odio! Ha una voce orrenda e poi lo sai che lui è un drogato?”

     

    Ecco “Vasco ha gli occhi azzurri” di Silvia Mazzocchi edito da Edizioni Il Foglio, in distribuzione da Maggio 2024.

    Era solo una bimba di cinque anni quando suo babbo Giuliano le fece ascoltare “Silvia”. Buffo pensare che lei non voleva proprio saperne di ascoltare “quel Vasco Rossi là”! Suo babbo le ripeteva che doveva ascoltare le parole di quella canzone perché quella “Silvia” era come lei, una bambina che arrivava sempre tardi e stava per diventare grande.

    Silvia cresce ma prima di trovare la fede nel giusto mito attraversa gli anni 80’ accompagnata dalla musica pop di Madonna e dall’amore per John Taylor dei Duran Duran ma è grazie al suo primo fidanzatino che a 13 anni scopre Il Blasco” e lui e la sua musica diventano una droga per lei.

    L’emozionante libro di Silvia Mazzocchi attraverso una fotografia generazionale, ripercorre non solo il successo di un mito come Vasco Rossi, ma permette al lettore di seguirla nella sua straordinaria esperienza da fan: fatica, sudore, la corsa per la transenna in prima fila, la stanchezza, una passione divorante capace di azzerare ogni esigenza fisica.

    Questo, il racconto di un testo che la Mazzocchi regala ai suoi lettori, attraverso una narrazione sincera e diretta. La sua è una ricostruzione altresì epocale, attraverso le mode degli anni 90’ e dei primi anni 2000.

    Una cronologia temporale che la vede protagonista di numerosi concerti sparsi per l’Italia. Un Vasco frizzante e dissacrante, poi pronto a lasciare la vita da rockstar per una vita più ordinaria. Una fascia temporale che vede la stessa autrice perdersi nel vuoto interiore, disciolto solo dall’amore per la scrittura e la musica.

    Un testo che si stringe alla forma diario, e che permette attraverso una narrazione colloquiale, ai lettori di ogni stregua di affezionarsi ad un mito della musica che ancora oggi fa la storia.

    Un racconto sincero, attraverso il quale, l’autrice promette l’identikit di “un suo Vasco”. Un’attesa lunga e faticosa, alla volta del prossimo concerto. Un libro che apre le braccia al tempo, che partendo dagli anni 80’ ripercorre quarant’anni di una passione infinita, che vede Silvia Mazzocchi stretta per sempre al suo Vasco.

    Si può raccontare una passione. Forse No. Perché una passione si vive, si respira, si mastica a grandi morsi e raccontarla è difficile. Eppure in questo libro l’autrice con una dose infinita di incoscienza e follia ci ha voluto provare. Silvia Mazzocchi vuole portarvi dentro la sua passione, forse illogica e insana, ma quale passione degna di questo nome non lo è? Cosa serve quindi per leggere questo libro? Serve il cuore, solo quello. Lasciate ogni buon senso o voi che entrate e lanciatevi, rigorosamente senza paracadute, dentro questa storia. Questa è la domanda che ci pone l’autrice: "Ma voi, l’avete mai seguito un cantante per quarant’anni? Avete mai provato una passione vera, carnale e illogica per lui? Tanto grande da scriverci un libro? Io sì."

     

    Info biografiche:

    Silvia Mazzocchi classe 1975. Irvi75 nel mondo dei social network.

    Professione: Ha un contratto a tempo indeterminato con l’ansia, ma mira a far carriera nel mondo della calma.  Sport praticati: è medaglia d’oro olimpica nel lancio della polemica e argento nel triplo salto carpiato della crisi di nervi.  Lingue parlate: il sarcasmo. Studia da anni la diplomazia, ma non riesco proprio a farmela piacere.

    Dipendenze: burro di arachidi e gorgonzola.  Come combatte i momenti di crisi: aggiunge al carrello. Pregi: Parla troppo, scrive troppo, beve troppo, fuma troppo e dice un sacco di parolacce, ma ho anche dei difetti.  Sogno nel cassetto: il folletto, ma per ora ha investito in altri beni di lusso come la psicoterapia.  Religione: è atea ma dal lontano 1988 prega il suo Dio.  Il sui Dio si chiama Vasco. Vasco Rossi. 

  • "Le lettere a Nora” di James Joyce

    La relazione tra James Joyce e Nora Barnacle iniziò il 16 giugno del 1904, giorno del loro primo appuntamento: una data che oggi coincide con il "Bloomsday", la festività istituita in onore dell'autore irlandese. L'appassionato legame con Nora, destinata a diventare amante, musa e moglie, fu fonte di ispirazione per innumerevoli dettagli descritti nelle opere dello scrittore dublinese. In questo... Altro...

    La relazione tra James Joyce e Nora Barnacle iniziò il 16 giugno del 1904, giorno del loro primo appuntamento: una data che oggi coincide con il "Bloomsday", la festività istituita in onore dell'autore irlandese. L'appassionato legame con Nora, destinata a diventare amante, musa e moglie, fu fonte di ispirazione per innumerevoli dettagli descritti nelle opere dello scrittore dublinese. In questo volume viene riportata una selezione della loro corrispondenza; attraverso le missive è possibile ripercorrere alcune tappe di un rapporto intenso e senza tabù. Piccole e grandi gelosie, frammenti di vita condivisa, nostalgie e attese; e l'amore, naturalmente, declinato nelle prospettive che oscillano tra la dimensione eterea e l'erotismo spinto.

    [Fine luglio 1904]

    60 Shelbourne Road, Dublino

     

    Mia particolarmente imbronciata Nora, ti avevo detto che ti avrei scritto. Ora scrivimi tu e dimmi che diavolo avevi l’altra sera. Sono sicuro che qualcosa non andava. Mi sembrava tu fossi dispiaciuta per qualcosa che non era accaduta – che sarebbe cosa molto da te. Ho cercato di consolare la mia mano da allora ma senza riuscirci. Dove sarai sabato sera, domenica sera, lunedì sera, dato che non potrò vederti? Adesso, adieu, carissima. Ti bacio quella fossetta miracolosa sul collo, il Tuo Cristiano Fratello di Lussuria.

    J.A.J.

    Quando tornerai di nuovo lascia i bronci a casa – pure i corsetti

    Ecco “Le lettere a Nora” di James Joyce, libro a cura di Andrea Carloni, edito da Alter Ego Edizioni, in distribuzione da Maggio 2024.

    È lo scambio epistolare l’espediente che Andrea Carloni utilizza nella sua realizzazione del testo. Il libro curato e tradotto da quest’ultimo, presenta una serie di lettere scambiate tra Joyce e Nora Barnacle, il cui appuntamento tenutosi il 16 Giugno, ispirerà alcuni eventi dell’opera Ulisse. Un testo moderno e contemporaneo, capace di accompagnare il lettore nella ricostruzione veritiera di personaggi ed eventi. Nora non è l’angelo del focolare, ma una donna voluttuosa, famelica, ribelle ed emancipata. Ella intrattiene con Joyce un rapporto, considerato per l’epoca dei fatti, infruttuoso e scandaloso. Una relazione che si concretizzerà ben dopo gli atti fisici in un matrimonio. Un rapporto viscerale, diretto, dove Joyce vede la sua musa “in posizioni grottesche, virginali, languide” e in cui ordina “concediti a me”. Una visione della vita ben precisa, quella presentata da Joyce e che Carloni cura con estrema efficacia. Una vita che svia da tabù e costrutti, gettandosi nell’esistenza libera, dove navigare a vele scoperte è la regola principale.

    Un libro, quello curato da Carloni, capace di presentare le opere principali dello scrittore dublinese, e al tempo stesso ricostruire porzioni di tempo essenziali nella conoscenza di un autore senza tempo. 

    Sesso, debiti, malattie, scandali, delusioni, amore: un semplice e contorto distillato di vita, che a poco a poco mostra le sue parti nascoste, mostrando uno spettacolo contemporaneo e crudo, seguendo la scia di uno degli artisti di Dublino più famosi al mondo.

    La relazione tra James Joyce e Nora Barnacle iniziò il 16 giugno del 1904, giorno del loro primo appuntamento: una data che oggi coincide con il "Bloomsday", la festività istituita in onore dell'autore irlandese. L'appassionato legame con Nora, destinata a diventare amante, musa e moglie, fu fonte di ispirazione per innumerevoli dettagli descritti nelle opere dello scrittore dublinese. In questo volume viene riportata una selezione della loro corrispondenza; attraverso le missive è possibile ripercorrere alcune tappe di un rapporto intenso e senza tabù. Piccole e grandi gelosie, frammenti di vita condivisa, nostalgie e attese; e l'amore, naturalmente, declinato nelle prospettive che oscillano tra la dimensione eterea e l'erotismo spinto.

     

    Info biografiche

    BIO AUTORE (James Joyce)

    James Joyce è certamente uno dei più grandi autori del XX secolo e le sue opere sono tra le pietre fondanti della moderna letteratura. Nonostante ciò, il suo genio non venne subito riconosciuto. Scelse sin dalla gioventù una vita di esilio, caratterizzata da ristrettezze economiche e una costante tendenza alla precarietà. La sua frequentazione fuori dal matrimonio con Nora Barnacle fu per i tempi scandalosa e gli atteggiamenti che ebbe nei confronti della sessualità, della politica e del cattolicesimo risultarono sempre molto complessi e controversi. Scrittore cosmopolita, mantenne però un fortissimo legame territoriale con Dublino, sua città natale, in cui ambientò quasi tutti i suoi scritti, fra i quali la raccolta di racconti Dubliners e Ulysses, romanzo fondamentale nella svolta modernista della storia letteraria del Novecento.

    BIO CURATORE/TRADUTTORE (Andrea Carloni)

    Andrea Carloni è nato nel 1977 a Roma, dove attualmente vive. Ha pubblicato la raccolta di racconti Chi mai in qualche dove (Caravaggio, 2019), il romanzo Lissy è stata qui (Leonida, 2022), la traduzione di Musica da camera di James Joyce con postfazione di Enrico Terrinoni (Castelvecchi, 2022) e i componimenti sperimentali FemminiciDio e altri stupri (Amazon, 2024). Conduce su YouTube e Spotify il canale/podcast “Ritratto Di Ulisse” con approfondimenti e interviste a esperti di Joyce. Si occupa di poesia e traduzione come redattore in "Laboratori Poesia" (Samuele Editore) e pubblica articoli, interviste, traduzioni, poesie su lit-blog come Nazione Indiana, Atelier Poesia, Limina, Poetarum Silva, Clandestino, Equi-Libri Precari e Fogli Bianchi.

     

  • "Hi chiuso con te" di Emanuela Esposito Amato

    “Ho chiuso con te” edito Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Narrato attraverso tre punti di vista che si alternano, ovvero quello di Lola, quello di Alessandro, quello della voce narrante del tempo di Caivano che s’intromette a raccontare il passato delle gemelle, il libro ha per protagoniste Lola, che non ha memoria della tragedia familiare, e Nina che invece ne ... Altro...

    “Ho chiuso con te” edito Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Narrato attraverso tre punti di vista che si alternano, ovvero quello di Lola, quello di Alessandro, quello della voce narrante del tempo di Caivano che s’intromette a raccontare il passato delle gemelle, il libro ha per protagoniste Lola, che non ha memoria della tragedia familiare, e Nina che invece ne ha, e forse è questo il motivo che l’ha spinta a diventare la donna che è adesso.

    Un romanzo che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al pathos che trasmette. L’ambientazione è quella di Caivano, una zona di Napoli vittima di degrado e di abbandono. Le protagoniste sono Lola e Nina, due gemelle che a causa di un evento traumatico si vedranno costrette a dividersi. 

    Lola andrà a Parigi perché vuole diventare importante nel mondo della moda, mentre Nina decide di restare qui a Napoli e di dedicarsi all’arte. La vita di Nina verrà stravolta da un incontro. Cosa succederà a entrambe? Un romanzo introspettivo che va a scavare non soltanto nella vita delle protagoniste ma anche in quella degli stessi lettori. Il passato e il presente vanno a intrecciarsi in questa lettura creando curiosità nel lettore e soprattutto spingerà a chiedergli sempre: “Cos’è che ora accadrà”? Uno stile fluido, coinvolgente che viene caratterizzato da un ritmo veloce e soprattutto carico di tensione e adrenalina, quel tocco in più che servirà proprio per affrontare il rush finale della lettura e restare coinvolti e colpiti dal finale. Non soltanto quindi il racconto della vita delle due protagoniste, di Napoli, la figura di Alessandro e la tematica del narcisismo, presente all’interno del romanzo anche segreti legati alla sfera della famiglia.

    “Quando ci hai chiamati a raccolta, con quella voce impostata di chi ha qualcosa di fondamentale da dire, ho pensato al peggio. E non sbagliavo. Gli zii sono andati in estasi. Complimenti, promesse di sostegno, strette orgogliose”.

    Ho chiuso con te, è un romanzo dalla struttura narrativa ben articolata che richiama alla mente L’amica geniale di Elena Ferrante, le sue due protagoniste, ma qui non c’è nessun mistero legato all’identità dell’autrice.

     

     

     

     

  • “Ho chiuso con te” di Emanuela Esposito

    “Ho chiuso con te” edito da Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Un romanzo coinvolgente che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al ... Altro...

    “Ho chiuso con te” edito da Guida porta la firma della scrittrice Emanuela Esposito Amato. Un romanzo coinvolgente che va a esplorare e ad affrontare i temi legati all’ambiente familiare e la ricerca della propria identità. Un libro che attrae e incuriosisce i lettori sin dalle prime pagine, un romanzo che va ad avvicinarsi anche al mondo del thriller e del giallo grazie alla tensione e al pathos che trasmette. 

    L’ambientazione è quella di Caivano, una zona di Napoli vittima di degrado e di abbandono. Le protagoniste sono Lola e Nina, due gemelle che a causa di un evento traumatico si vedranno costrette a dividersi. Lola andrà a Parigi perché vuole diventare importante nel mondo della moda, mentre Nina decide di restare qui a Napoli e di dedicarsi all’arte. La vita di Nina verrà stravolta da un incontro. Cosa succederà a entrambe? Un romanzo introspettivo che va a scavare non soltanto nella vita delle protagoniste ma anche in quella degli stessi lettori. Il passato e il presente vanno a intrecciarsi in questa lettura creando curiosità nel lettore e soprattutto spingerà a chiedergli sempre: “Cos’è che ora accadrà”? 

    Uno stile fluido, coinvolgente che viene caratterizzato da un ritmo veloce e soprattutto carico di tensione e adrenalina, quel tocco in più che servirà proprio per affrontare il rush finale della lettura e restare coinvolti e colpiti dal finale. Non soltanto quindi il racconto della vita delle due protagoniste, di Napoli, la figura di Alessandro e la tematica del narcisismo, presente all’interno del romanzo anche segreti legati alla sfera della famiglia.

    “Quando ci hai chiamati a raccolta, con quella voce impostata di chi ha qualcosa di fondamentale da dire, ho pensato al peggio. E non sbagliavo. Gli zii sono andati in estasi. Complimenti, promesse di sostegno, strette orgogliose”.

     

  • “Un’altra notte ancora”, di Domenico Cornacchia

     “Un’altra notte ancora, Kilimangiaro Marangu Route” è l’ultimo libro di Domenico Cornacchia, edito da Edizioni Efesto, in distribuzione da Novembre 2023.Il testo di Cornacchia nasce in seguito ad un viaggio in Tanzania. L’esperienza è così indimenticabile da suscitare nell’autore il desiderio di condividere le proprie emozioni. La Tanzania viene presentata nella sua ricchezza ... Altro...

     “Un’altra notte ancora, Kilimangiaro Marangu Route” è l’ultimo libro di Domenico Cornacchia, edito da Edizioni Efesto, in distribuzione da Novembre 2023.

    Il testo di Cornacchia nasce in seguito ad un viaggio in Tanzania. L’esperienza è così indimenticabile da suscitare nell’autore il desiderio di condividere le proprie emozioni. La Tanzania viene presentata nella sua ricchezza dei colori, nella gioia della sua gente che vive con l’essenziale, nella forza delle donne, instancabili lavoratrici, nelle immense distese di mais e riso. Elementi questi, che accompagnano il lettore in un viaggio emozionante, che parte dalla Tanzania cittadina per arrivare, rifugio dopo rifugio, fino alla vetta più alta del Kilimangiaro.

    L’autore, in compagnia di un gruppo di amici, e della mano forte degli accompagnatori professionali, compirà un viaggio emozionante dove fatica, freddo, caldo, e dubbi, si mescolano insieme in un mix esplosivo dedicato ai suoi lettori. Non mancheranno consigli pratici per un eventuale partenza nel medesimo luogo. Attrezzatura da usare, periodo dell’anno da preferire, l’abbigliamento giusto, i costi cui si va incontro. Questi “ingredienti tecnici” rendono il libro di Cornacchia un manuale, una guida per appassionati. Il testo corredato di scatti, accompagnerà quindi il lettore in un posto lontanissimo, dove le usanze, la lingua Swahili e i profumi del cibo presenteranno un posto lontanissimo capace di rapire il cuore.

    Il Kilimangiaro è la montagna singola più alta del mondo, il monte più alto del continente africano ed è una delle “Seven Summits”, ovvero le sette vette più alte di ciascun continente della Terra. Il libro di Cornacchia si propone di narrare una storia, conferendo, al contempo, indicazioni ben precise su di un itinerario: quello che, in Tanzania, conduce alla cima del Kilimangiaro, attraversando una delle tante vie possibili da percorrere per raggiungere la vetta, la Marangu Route. Raggiungere la vetta del Kilimangiaro, con i suoi 5895 m, è un’impresa assolutamente non impossibile, ma non per tutti. Anche le persone meno esperte possono raggiungere la vetta, con determinazione, allenamento e tanta forza di volontà. Per questo, pur essendo una guida finalizzata a dare consigli utili su percorso, attrezzatura e logistica per tutti coloro che vogliano cimentarsi nella salita del Kilimangiaro, il presente volume racconta una storia tutta personale, senza la consueta freddezza dei manuali per viaggiatori, regalando al lettore, con semplicità, la vicenda di un’anima trovatasi al cospetto dell’immensità, registrando visioni, emozioni, sensazioni, colori, sapori, odori.

     

     

    Info biografiche Domenico Cornacchia è nato ad Ascoli Piceno nel 1990, vive a Santa Rufina nel comune di Valle Castellana, al confine tra l’Abruzzo e le Marche. L’attitudine alla natura l’ha portato ad effettuare studi agrari sia alle scuole superiori che all’Università, laureandosi alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo.

    Ha trascorso tutta la sua vita a stretto contatto con la natura e con gli animali, di cui ne è stato sempre un amante.

    La sua più grande passione è viaggiare, per scoprire e scoprirsi. Questa passione l’ha portato a visitare posti meravigliosi in giro per il mondo, a confrontarsi con profumi e situazioni diverse, a vivere esperienze indimenticabili che hanno influenzato anche la sua scrittura.

     

  • Il fiore di Farahnaz di Yaprak Oz

    “Il fiore di Farahnaz” è in distribuzione da novembre 2023, edito da Edizioni le Assassine nella collana “Oltreconfine”, tradotto da Nicola Verderame.Siamo negli anni Settanta e la Turchia è scossa da profonde difficoltà economiche e sociali, tuttavia a Kilic, zona residenziale, dove vivono ingegneri e medici in servizio nel complesso minerario adiacente alla città di Zonguldak sulla c... Altro...

    “Il fiore di Farahnaz” è in distribuzione da novembre 2023, edito da Edizioni le Assassine nella collana “Oltreconfine”, tradotto da Nicola Verderame.

    Siamo negli anni Settanta e la Turchia è scossa da profonde difficoltà economiche e sociali, tuttavia a Kilic, zona residenziale, dove vivono ingegneri e medici in servizio nel complesso minerario adiacente alla città di Zonguldak sulla costa del Mar Nero, la vita scorre tranquilla e spensierata, tra serate al cinema, partite a canasta, balli e cene. La piccola comunità di funzionari è infatti molto unita e i rapporti di vicinato sono improntati alla massima solidarietà fino a quando la moglie del direttore degli impianti minerari non viene trovata morta. L’omicidio della giovane donna viene attribuito al pazzo del paese, tuttavia Yildiz, moglie di uno degli ingegneri, divoratrice di gialli e sarta per passione, non si accontenta di questa soluzione di comodo. Da acuta osservatrice, accumula indizi che la portano a conclusioni ben diverse. Ma la protagonista del romanzo avvince anche per il suo modo di essere: grazie a lei hanno voce tutte le donne del quartiere; ognuna di loro racconta i propri sentimenti ed emozioni: l’angoscia di un figlio che non arriva, la gioia di uno che sta arrivando, la tristezza di una madre che accompagna sua figlia non vedente nel verde dei boschi, fino alla rabbia di una donna che si è sempre sentita non voluta. “Voci di donne” diverse, che nel profondo si ricollegano a una voglia incessante di essere buone madri, ma anche di essere ancora figlie.

    Un giallo appassionante, capace non solo di raccontare il vero volto del male, ma di indagarne da vicino le profonde motivazioni di chi sceglie di macchiarsi di sangue per giungere alle vette più alte. Un testo premiato nel 2019, come miglior romanzo giallo dell’anno, in grado di offrire una fotografia precisa di una cittadina turca prima del colpo di Stato del 1980.

    “Qualcuno si ricorda questa mantella?” dissi con un dolce sorriso.

    “Sì”, mormorò triste Betty. “È la mantella di Figen”.

    “Diciamo di sì, ma mia cara Betty non è proprio quella di Figen, bensì una copia. Quella originale la indossava quando è morta. In suo ricordo ho cercato di rifarla, perché per me ha un significato particolare. Mi sono sforzata di riprodurla in maniera esatta, solo che quella di Figen era di stoffa a spina di pesce grigia, questa è di tweed grigio perché non ho trovato un tessuto identico.” Mi tolsi la mantella e la sistemai con cura su una sedia. Poi guardai con un sorriso Ziya, Selçuk, Zafer, Betty e Gül, che non sembravano aver capito come mai avessi cucito una mantella identica a quella di Figen e gliela stessi mostrando “. “Ora vi racconterò una storia che riguarda la nostra amica. Vi chiedo di ascoltarmi molto attentamente. Sono certa che alla fine potrete far sentire almeno un po’ di serenità alla povera anima di Figen, che ha detto addio alla vita in una maniera orribile. Sono convinta che dobbiamo farlo in quanto suoi amici, le persone più vicine a lei. Allora cominciamo.”

    Info biografiche

    YAPRAK ÖZ è nata nel 1973. Ha frequentato il Collegio TED di Zonguldak Koleji e la facoltà di Cultura e Letteratura Americana presso l’Università di Istanbul. Ha pubblicato poesie, racconti e saggi su numerose riviste e antologie in Turchia e all’estero. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue, tra cui inglese, greco e svedese. Fa parte dell’Unione degli Scrittori di Poliziesco di Turchia e del PEN International. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia e otto romanzi, quattro dei quali hanno per protagonista Yıldız Alatan.

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Giovanna Gargano
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