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Sema JuniorOffline

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  • Due corpi, un’anima

    “Finalmente si è addormentata” pensò Ilgaz mentre le rimboccava le coperte. Era stata una dura giornata per Ceylin,una di quelle da cancellare dalla mente. Ilgaz aveva già provato quel dolore quando anni prima perse sua madre,ma erano preparati. Apprendere invece che tuo padre è morto,sapendo che si trovava su una nave di ritorno da Haiti,è completamente diverso. Era così contenta giorni... Altro...

    “Finalmente si è addormentata” pensò Ilgaz mentre le rimboccava le coperte. Era stata una dura giornata per Ceylin,una di quelle da cancellare dalla mente. Ilgaz aveva già provato quel dolore quando anni prima perse sua madre,ma erano preparati. Apprendere invece che tuo padre è morto,sapendo che si trovava su una nave di ritorno da Haiti,è completamente diverso. Era così contenta giorni fa,così entusiasta di riabbracciare suo padre dopo settimane. Contava i giorni,le ore e persino i minuti che la separavano da quel maledetto mercoledì. Quel giorno arrivarono presto al porto insieme a tutta la sua famiglia,prima ancora che la nave attraccasse. Erano tutti eccitati all’idea di rivederlo,di poter di nuovo contare su di lui,la roccia della loro famiglia. Ma da quella nave non scese mai,il capitano le disse che lì non era mai salito. Ad Ilgaz tornarono in mente le parole dell’ambasciata tedesca e realizzò che si trattava di una messa in scena. Ceylin era distrutta. Aspettava trepidante quel momento che purtroppo non arrivò. Le sue speranze,peró, non si spensero. Fino a quando un giorno arrivò la notizia del ritrovamento di un cadavere nel bosco. “Le persone muoiono ogni giorno,no?” gli aveva detto. Quando vide quel cadavere con i suoi occhi,pensò subito a Zafer,alla sua esile corporatura. Sperava con tutte le sue forze che non fosse lui. Come avrebbe fatto a dirlo a Ceylin? Non voleva pensarci. 

    İl cadavere era irriconoscibile,ma quando Ceylin vide la giacca nera di velluto di suo padre emise un urlo sordo che le lacerò l’anima. Si dimenava mentre Ilgaz la teneva ferma da dietro. Si inginocchiò,le mancavano le forze. Non piangeva,era sotto shock. La tirò su di peso e la strinse a sé accarezzandole i capelli. Voleva che quel momento non arrivasse mai,sperò fino alla fine che quel corpo non fosse il suo. Per un attimo pensó che Ceylin fosse rimasta in attesa per settimane,aspettando un ritorno che non ci sarebbe mai stato. Ripensò al suo sogno,così reale in quel momento. Padre e figlia avevano un legame così forte che anche a distanza sentivano che c’era qualcosa che non andava. Quello era un sogno premonitore ed Ilgaz ora ne era certo. Dopo aver analizzato gli abiti ed essersi accertati che appartenessero a Zafer Erguvan,Ceylin ebbe un crollo emotivo. Smise di parlare e fissava nel vuoto dritto avanti a lei come se stesse cercando di realizzare. Era come tornare indietro nel tempo al giorno in cui la trovarono nel bosco in stato catatonico. Ilgaz non voleva rivederla in quello stato,così decise di portarla a casa sua per farla riposare. 

    Ed era lì fermo a guardarla dormire. Nel silenzio più assoluto riusciva a sentire il suo respiro affannato. Stava sicuramente facendo un brutto sogno. Si sedette sul bordo del letto accanto a lei e le mise una mano in fronte per controllare se avesse la febbre. Sudava freddo e aveva le guance rosse,così Ilgaz le bagnò il viso con acqua fredda. İl suo respiro diventò sempre più affaticato,il suo cuore sembrava sul punto di esplodere. Ilgaz le prese il capo e lo appoggiò sul suo petto. “Sono qui Ceylin,non aver paura”. İn quel preciso istante,Ceylin gli strinse le braccia attorno al petto mormorando parole sconnesse,forse per colpa della febbre alta. Lui si sdraiò al suo fianco e tenne la sua testa sul petto per tutta la notte. Si addormentò anche lui,con le sue labbra premute contro la testa di lei,come a volerla proteggere dagli incubi.

  • Boy or girl?

    (5 mesi dopo…) La vita in casa Kaya scorreva tranquilla: Ilgaz lavorava ancora in tribunale come procuratore,mentre Ceylin ormai si era trasformata in una casalinga perfetta. İl pancione cresceva giorno dopo giorno e le era difficile lavorare in ufficio in quelle condizioni,perciò Ilgaz le aveva ordinato di stare a casa e riposarsi. İ primi mesi erano stati un po’ complicati,la gravidanza ... Altro...

    (5 mesi dopo…)

    La vita in casa Kaya scorreva tranquilla: Ilgaz lavorava ancora in tribunale come procuratore,mentre Ceylin ormai si era trasformata in una casalinga perfetta. İl pancione cresceva giorno dopo giorno e le era difficile lavorare in ufficio in quelle condizioni,perciò Ilgaz le aveva ordinato di stare a casa e riposarsi. İ primi mesi erano stati un po’ complicati,la gravidanza non era stata tutta rose e fiori. Dopo aver trascorso quasi 2 mesi in ospedale a causa di un problema alla placenta, era tornata a casa insieme a suo marito e a Defne. Certo,perché ormai la sorellina di Ilgaz era diventata a tutti gli effetti una loro figlia adottiva. Aiutava Ceylin nelle faccende domestiche quando era troppo stanca e Ceylin in cambio la aiutava nei compiti di matematica. 

    Un pomeriggio,mentre erano sul balcone a bere il te’ e a mangiare biscotti,Ceylin e Defne fantasticavano sul sesso del bambino.

    “Secondo me è una femmina!” disse Defne.

    “No,secondo me è un maschio” rispose Ceylin “E sono sicura che diventerà un ottimo procuratore come suo padre” aggiunse ridendo.

    “Che nome le daresti se fosse femmina?” chiese Defne mentre masticava un biscotto.

    “Non lo so,non ci ho ancora pensato in realtà…forse Kiymet?” rispose Ceylin.

    Defne rimase immobile a fissarla. Non si aspettava minimamente che Ceylin scegliesse il nome di sua madre. Non ricordava molto di lei,era piccola quando morì. Quello che sapeva di lei lo aveva sentito dai suoi fratelli più grandi. Una lacrima scese piano e rigó la sua guancia. Accennó un sorriso,si alzó e corse ad abbracciare Ceylin. “Grazie” le sussurró in un orecchio. 

    “Ma se dovesse essere un maschio..”inizió Ceylin sorridendo “Credo proprio che lo chiameró Deniz” .

    “Deniz? Perchè?” chiese accigliata Defne.

    “Deniz vuol dire mare e il mare mi ricorda tanto mio padre” disse Ceylin guardando l’orizzonte.

    “Ho capito. Perché non chiamarlo direttamente Zafer come lui?” chiese ancora Defne incuriosita.

    “Perché nella mia vita c’era e ci sarà solo un Zafer e quello è mio padre. Nessun uomo potrá essere come lui” rispose voltandosi verso Defne e accarezzandole i capelli. 

    “Bene,è quasi il tramonto. Aiutami a sistemare qui e andiamo a preparare la cena” aggiunse Ceylin alzandosi. 

    Sparecchiarono il tavolo e andarono dentro a preparare la cena. Nel frattempo,Ilgaz era rientrato dal lavoro e aveva un’espressione cupa.

    Andó verso Ceylin,le diede un bacio e accarezzó il pancione. Diede un bacio sulla fronte a Defne e si buttò sul loro amato divano azzurro quasi stremato. Ceylin capì subito che c’era qualcosa che non andava e si sedette accanto a lui. Con una mano prese ad accarezzargli i capelli.

    “Cosa c’e’ che non va?” gli chiese.

    “Niente Ceylin,cose di lavoro. Non ci pensare,devi avere tranquillità adesso” le rispose sorridendo.

    Ceylin gli sorrise. Era incredibile come Ilgaz mettesse lei prima di tutto. Aveva sempre avuto un istinto protettivo nei suoi confronti,sia nei momenti belli che in quelli brutti. Era tutto per lei,tutta la sua vita era racchiusa in quell’uomo. Lui non lo sapeva,ma a volte durante la notte,quando Ceylin non riusciva a dormire a causa dei calci del bambino,rimaneva immobile a guardarlo. E mentre lo fissava, pensava a quanto fosse fortunata ad avere un uomo così,che la amava incondizionatamente e che riusciva a capirla. Sembravano quasi in simbiosi,perché riuscivano a capirsi anche solo con uno sguardo. 

    Lui le aveva ridato la vita,proprio nel momento in cui pensava di essere morta ed ora era lei a donargli la vita,una nuova però,che stava per arrivare. 

    Erano rimasti seduti sul loro divano. Lei continuava a massaggiargli la nuca mentre lui le accarezzava il pancione. 

    “Vieni qui,stendi le gambe sono un po’ gonfie” le disse Ilgaz mentre le toglieva le ciabatte. 

    Ceylin mise le gambe su di lui e nel frattempo stringeva le sue mani sul pancione.

    Defne arrivò correndo e si sedette accanto a loro.

    “Sai İlgaz,Ceylin ha detto che se sarà una femmina la chiamerà Kiymet come la mamma” esordì Defne.

    “Davvero?” disse Ilgaz con gli occhi lucidi guardando Ceylin.

    Ceylin arrossì ed abbassó lo sguardo. Ilgaz le bació la testa e la strinse sul suo petto.

    “E io?” protestó Defne.

    “Vieni qui” le disse Ilgaz sorridendo.

    Si strinsero tutti e tre in un unico,grande abbraccio. Ora erano più uniti che mai. Entrambi proteggevano la futura mamma,colei che avrebbe di lì a poco dato alla luce un piccolo Kaya. 

    Ilgaz rimase fermo. Le sue enormi braccia stringevano le sue donne. Avevano il profumo più buono del mondo. Non poteva desiderare di meglio. Aveva al suo fianco una donna meravigliosa: audace,intelligente,bellissima. La amava più di ogni altra cosa al mondo. Ora anche di più,perchè stava per arrivare il frutto del loro amore smisurato…

  • Un nuovo arrivo

    Sapete cos’è la malachite? E la leggenda legata a questo tipo di pietra? No? Una leggenda narra che la Malachite protegge talmente tanto chi la possiede al punto di autodistruggersi una volta assolto il proprio compito. Quando la pietra si esaurisce diventa opaca, perde la sua brillantezza originaria e necessita di essere ricaricata per tornare ad essere efficace. Ilgaz è un po’ come quest... Altro...

    Sapete cos’è la malachite? E la leggenda legata a questo tipo di pietra? No?

    Una leggenda narra che la Malachite protegge talmente tanto chi la possiede al punto di autodistruggersi una volta assolto il proprio compito. Quando la pietra si esaurisce diventa opaca, perde la sua brillantezza originaria e necessita di essere ricaricata per tornare ad essere efficace.

    Ilgaz è un po’ come questa pietra preziosa,si autodistrugge pur di proteggere la donna che ama,perdendo brillantezza giorno dopo giorno.

    Hanno attraversato insieme periodi bui,ma Ilgaz non ha ceduto,la roccia che è in lui non si è sgretolata anche dopo aver saputo che l’assassino che tanto stava cercando era proprio accanto a lui. D’altro canto Ceylin era caduta molte volte,ma grazie a lui si era sempre rialzata,aveva trovato la forza di andare avanti e di vivere. Ilgaz le aveva detto che col dolore doveva imparare a convivere,che non sarebbe mai andato via,avrebbe sempre fatto parte di lei. Lui lo sapeva bene,aveva perso sua madre pochi anni prima a causa di una malattia,ma comunque la sua vita continuava a scorrere normalmente ed anzi ora aveva un buon motivo per farlo: stava per nascere una nuova vita,stava per arrivare la piccola Kiymet.

    Era ormai passato 1 anno dalla morte di Zafer e dall’arresto di suo padre e suo fratello,si erano finalmente sposati,erano andati a vivere insieme in una nuova casa ed ora stavano per avere una bambina. Ilgaz ricordava perfettamente il giorno in cui Ceylin scoprì di essere incinta. Quel giorno non erano ad Istanbul,avevano intrapreso un tour con il caravan della mamma di Ilgaz. Era un venerdì mattina come tutti gli altri, si trovavano a Bolu,avevano posteggiato il caravan in riva ad un lago ed avevano dormito all’aria aperta,abbracciati sotto le stelle. Per tutta la notte Ilgaz rimase immobile a fissare Ceylin che dormiva. La sua pelle olivastra illuminata dalla luce della luna,le sue labbra rosa vivo e i suoi capelli castani che scendevano lungo il corpo. Ilgaz ricordava ancora il loro profumo, era un misto di fiori di lavanda e gelsomino. Quando la mattina aprì gli occhi,accanto a lui non c’era Ceylin,ma una coperta vuota. Ilgaz si fece prendere dal panico: forse si era persa nel bosco? Ad un tratto la porta del caravan si spalancò e Ceylin avanzó piano verso di lui in lacrime. Aveva qualcosa in mano,qualcosa che stringeva con forza. 

    “Ceylin stai bene?” le chiese subito Ilgaz.

    Quelle non erano lacrime di dolore,ma di gioia.

    “Sono incinta!” urló Ceylin,piangendo e ridendo allo stesso tempo.

    Ilgaz si alzó di scatto,corse verso di lei e la prese in braccio.

    “Ma come…?” disse balbettando Ilgaz.

    “Erano un po’ di giorni che mi sentivo strana,sapevo che in me c’era qualcosa che non andava,avevo una strana sensazione. Stamattina all’alba mi sono alzata per andare in bagno e avevo la nausea. Così ho deciso di fare il test ed eccomi qua. Scusami se non ti ho svegliato” rispose Ceylin mostrando fiera il test positivo.

    Ilgaz scoppiò a piangere,non pensava minimamente di avere una moglie o addirittura un figlio nella vita. Essere padre significava questo? Era così che ci si sentiva?

    Guardò fiero sua moglie,gli occhi le brillavano. La loro famiglia stava per allargarsi. Un pensiero andò a Zafer: sarebbe stato felice di crescere un nipotino o una nipotina. In quel momento Ceylin fissava un punto impreciso al di là del lago. Forse stava pensando la stessa cosa…

  • Finalmente sposi…

    Era una calda mattinata di giugno nel quartiere di Sarıyer ad İstanbul. Nella sua stanza,una donna era intenta a prepararsi per il giorno più importante della sua vita. Era in piedi,immobile davanti allo specchio. Sorrideva al suo stesso riflesso,quasi incredula. Finalmente dopo mille peripezie stava per sposare l’amore della sua vita,colui che era riuscito a salvarla da se stessa,colui che a... Altro...

    Era una calda mattinata di giugno nel quartiere di Sarıyer ad İstanbul. Nella sua stanza,una donna era intenta a prepararsi per il giorno più importante della sua vita. Era in piedi,immobile davanti allo specchio. Sorrideva al suo stesso riflesso,quasi incredula. Finalmente dopo mille peripezie stava per sposare l’amore della sua vita,colui che era riuscito a salvarla da se stessa,colui che aveva sempre creduto in lei sia nel bene che nel male,il suo ultimo romantico. 

    İndossava un semplice abito bianco a tubino con il corpetto ricoperto di perline,un paio di decolleté bianche ed una coroncina di roselline bianche con un lungo velo orlato. Il suo viso era truccato appena,i suoi occhi di un verde quasi innaturale erano lucidi,le sue mani tremavano. Si spostò un ciuffo di capelli dietro le orecchie come d’abitudine,si guardó un’ultima volta nello specchio,fece un respiro profondo e si avvió verso la porta. 

    Seduto sul divano,evidentemente nervoso,Ilgaz giocherellava con un paio di cuffiette colorate. Alzò lo sguardo e la vide avanzare verso di lui. Era bellissima,di una bellezza soprannaturale,la sua pelle olivastra,il suo vestito bianco,i suoi morbidi capelli castani che le scivolavano sulle spalle: era perfetta. Fece un giro su se stessa e gli sorrise,come solo lei sapeva fare. 

    Con gli occhi lucidi le si avvicinò,prese le sue mani e le baciò. Prese dalla tasca una scatoletta,la aprì e al suo interno c’era una splendida collanina di perle.

    “Manca il tocco finale” le disse sorridendo “Voltati”.

    Le mise la collana delicatamente,poi le sue mani scivolarono sulle sue spalle,giù fino ai suoi fianchi. La strinse a sé e cominciò a baciarle il collo.

    “Ilgaz,dobbiamo andare” disse lei con gli occhi chiusi.

    “Per forza?” rispose lui con tono supplichevole.

    “Si per forza o mia madre inizierà a chiamare preoccupata. Andiamo” disse lei prendendolo per mano.

    Arrivarono all’ingresso di un enorme parco,con archi fatti di fiori bianchi e rosa,un lungo tappeto rosso e proprio lì,in fondo,un altare ricoperto di veli bianchi e petali di rosa. L’ufficiale e gli invitati erano in fermento, Defne con un ampio vestito rosa e una coroncina in testa li aspettava sul gradino dell’altare con in mano le loro fedi. 

    Seduti di fronte agli ospiti,si tenevano per mano mentre l’ufficiale pronunciava le fatidiche parole “Ilgaz Kaya vuole prendere la qui presente Ceylin Erguvan come sua moglie?”

    Lui la guardò soddisfatto come se lei fosse la sua unica ragione di vita,il motivo per cui si alzava ogni mattina,il suo respiro.

    “Si” rispose lui con voce tremante.

    “E lei Ceylin Erguvan vuole prendere il qui presente Ilgaz Kaya?”

    La sua mano stretta in quella di lui sudava terribilmente. Anche lei si voltò a guardarlo e in quel momento le balenarono davanti tutti i loro momenti,dal loro primo incontro nell’ufficio di Ilgaz al momento in cui lei diventò l’avvocato di Çınar,dal loro finto matrimonio al loro primo bacio fino alla loro prima notte insieme in ufficio. Sorrise al pensiero. Fu la prima volta che le loro anime si misero a nudo,che i loro corpi si univano davvero. Non aveva mai desiderato un uomo come desiderava Ilgaz. La faceva stare bene,si sentiva a suo agio,sentiva di poter essere se stessa almeno per una volta. La mente di Ceylin tornò bruscamente alla realtà. Si rese conto che tutti la stavano fissando in attesa di una risposta.

    “Si!” disse entusiasta.

    “Con il potere conferitomi dallo stato di Turchia,vi dichiaro marito e moglie. Ora puó baciare la sposa!”

    Ceylin scoppió a ridere. Questa frase l’aveva già sentita,ma stavolta non doveva fingere,non doveva trattenersi,poteva finalmente baciare suo marito,il suo vero marito,colui con il quale avrebbe passato il resto della sua vita.

    Si alzarono,lui prese tra le mani il viso di lei,le spostó i capelli dietro le spalle e la bació. Mentre tutti applaudivano,tra una pioggia di coriandoli bianchi,percorsero mano nella mano il tappeto rosso. Ad un tratto Ceylin sentì una voce alle sue spalle che la chiamava. Si voltó,e proprio lì sotto l’arco di fiori,suo padre e sua sorella la salutavano felici. Ceylin sorrise col volto rigato di lacrime mentre Ilgaz le accarezzava la schiena. 

    “Andiamo” le disse sottovoce.

    Lei annuì ed insieme si incamminarono verso la loro nuova vita insieme,priva di ostacoli e finalmente felici.

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