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C'erano una volta, nel paese di Casa Verde, due sorelle gatte e un'ape, che adoravano trascorrere del tempo insieme. Zelda e Ilda si divertivano a rincorrere Reginella, che adorava svolazzare sopra le loro teste. L'ape Reginella era solita mangiucchiare i fiori di Casa Verde, per poi spostarsi fino a Grandilandia. Lì cercava i fiori più belli, nei parchi, nei giardini e nei balconi degl... Altro...C'erano una volta, nel paese di Casa Verde, due sorelle gatte e un'ape, che adoravano trascorrere del tempo insieme. Zelda e Ilda si divertivano a rincorrere Reginella, che adorava svolazzare sopra le loro teste. L'ape Reginella era solita mangiucchiare i fiori di Casa Verde, per poi spostarsi fino a Grandilandia. Lì cercava i fiori più belli, nei parchi, nei giardini e nei balconi degli umani. • Ehi Reginella, dove te ne vai di bello oggi? - domandò la gattina Zelda.• Vado a succhiare un po' di fiori a Grandilandia.• Con quel caos! Io sto bene qui nella mia bella Casa Verde - le rispose Ilda.• Ora è tutto cambiato, sapete? Grandilandia non è più la stessa. Pochi umani, non ci sono più quegli aggeggi che loro chiamano macchine, persino l'aria è diversa.• Ma dai – rispose Zelda – e cosa è successo?• Venite con me e ve lo spiego. Le due gatte e l'ape Reginella si lasciarono così alle spalle Casa Verde e si incamminarono verso Grandilandia. Mano a mano che si avvicinavano, Zelda e Ilda guardarono con i loro occhi quello che Reginella le aveva raccontato poco prima. • Ma qui è tutto diverso – ammise Ilda.• Dove sono gli umani? - chiese Zelda. L'ape Reginella si poggiò sopra un bel tulipano, le succhiò il nettare e disse: • Mmmmm che buono, sembra di stare in mezzo alla natura. Non sentite anche voi? Sembra che ogni cosa abbia di nuovo il giusto sapore.• Noi non mangiamo fiori – scherzò Ilda. Cosa è cambiato, raccontaci, vogliamo sapere, cosa è successo? Reginella si mise comoda e cercò di spiegare tutto. • Dovete sapere che qui è arrivato un potente Virus, un mostriciattolo chiamato Corona oppure Covid19, una parola così strana, ah gli umani... - disse Reginella.• Virus? - chiese Ilda – Cos'è? E cosa ha fatto agli umani per non farli più correre con quegli aggeggi, l'aria era irrespirabile.• E poi ve li ricordate? Sempre così di corsa – riprese Zelda – chissà dove correvano e poi pochi sorridevano.• Si – spiegò l'ape Reginella. Gli umani non si fermavano mai, presi dal lavoro e dagli impegni, non si soffermano mai a guardare davvero un tramonto, a gioire per una rosa che sboccia. Non sanno godere del loro tempo.• Oh, questo è vero! - disse Ilda – Io e Zelda viviamo intensamente ogni minuto della giornata. Ci sdraiamo al sole, nel grande prato di Casa Verde.• Noi gatti sappiamo come fare per rimanere sempre sereni – le feco eco Zelda - Viviamo l'attimo, ascoltiamo e respiriamo il sole che ci ilumina il musetto. Le due gatte chiacchieravano amabilmente con Reginella. Le raccontavano del loro dolce far nulla, che serviva per riprendere l'energia e ripartire ancora più cariche. • Gli umani hanno un difetto. Credono che fare più cose insieme abbia senso. Ma cosi non riesci a sentirne mai il gusto - disse Zelda.• Sono d'accordo – rispose Reginella.• Quando mangio, io non riempio solo la mia bocca ma tutto il corpo. Quando sono felice, faccio le fusa. Quando non sono d'accordo con qualcuno, miagolo e mi faccio sentire – spiegò Ilda. • Già – riprese Reginella – sembra che noi animali sappiamo godercela di più.• Ma spiegaci – chiese Zelda – cosa fanno gli umani adesso che il loro tempo è così lungo? Reginella sorrise. Ora che sono sempre a casa hanno scoperto tante cose, a cui prima non badavano. • Ok spiegaci – chiesero all'unisono le due sorelle gatte.• Stando a casa, hanno capito che siamo noi a dare valore al nostro tempo. Quindi fanno tutto ciò che vogliono, quello che gli piace davvero. Trascorrono più tempo con i loro piccoli.• Presi dai loro lavori – disse Ilda – non riuscivano mai a dedicarsi completamente ai loro cuccioli.• Poi – chiese Zelda – cos'altro?• Non ci crederete – continuò Reginella – hanno ripreso a cucinare.• Ripreso? - disse Ilda – non capisco. Gli umani non mangiavano?• Ma si cara Ilda, mangiavano perchè dovevano. Ma ora, non ci crederete, li ho visti da un balcone mentre mi ero appoggiata sopra ad una pianta di rosmarino, un'umana stava cuocendo qualcosa che loro chiamano pane. La sua cucciola, dovevate vedere com'era contenta. Ora mangiano per essere felici, per condividere. Le due gatte e l'ape raggiunsero un giardino di Grandilandia. Proprio lì c'era una piccola umana, Alice. Nel suo visino, cadevano copiose lacrime. • Cosa succede a quella piccola? – chiese Zelda.• Possiamo provare ad avvicinarci – rispose Ilda. Le sorelle si avvicinarono ad Alice. Cominciarono una danza dolcissima, tra le sue gambine. Sembravano due ballerine. Si intrecciavano e la guardavano. • Cosa fate, dispettose? - sorrise la piccola umana.• Siamo qui per quelle brutte lacrime – disse Zelda.• Si piango, per colpa del Coronavirus.• Si, Reginella ci ha spiegato. Hai paura?• Si, perchè quel mostriciattolo ha fatto diventare mio nonno un angelo. Le gatte e l'ape si guardarono tristi. La piccola umana aveva bisogno di aiuto. Zelda, Ilda e Reginella invitarono così Alice ad attenderle lì nel suo giardino, visto che ora gli umani non potevano uscire di casa. La piccola umana le aveva raccontato di suo nonno, Mario. Di come amasse gli animali selvatici, di come la loro libertà lo aveva sempre affascinato. • Vuoi un modo per sentirlo ancora vicino, Alice?• Si, lo vorrei tanto.• Cosi arrivarono in un boschetto, poco fuori Grandilandia e lì sapevano di trovare un'amica, Gina la volpe. • Ginaaa, ci sei?• Ehi Gina, dai vieni fuori. Dobbiamo presentarti Alice. Gina era una volpe con un manto meraviglioso, un arancione caldo come quello dei tramonti più belli. • Cosa c'è – rispose contrariata.• Alice ha perso suo nonno. Lui amava gli animali, adorava il nostro spirito libero e così ho pensato che la piccola umana non aveva mai visto da vicino una volpe. La convinsero a seguirle fino alla casa di Alice. • Sono qui – disse Gina, facendo una piccola giravolta.• E' davvero bella. Posso accarezzarla?• Va bene – disse Gina, lasciando che la piccola Alice posasse la piccola manina sopra al suo manto. Gli occhi della bambina si illuminarono. Zelda, Ilda, Reginella e anche Gina sapevano di aver fatto un bel gesto. Nel momento di difficoltà, gli amici fanno questo, ti aiutano a ritrovare un motivo per sorridere. La piccola umana sentiva suo nonno Mario vicino. A causa del Coronavirus, non aveva potuto salutarlo per l'ultima volta. Ma ora sapeva che ogni volta che un animale si lasciava accarezzare, ogni volta che un fiore sbocciava e un'ape ne succhiava tutto il sapore, ogni volta che una gatta dagli occhi verdi e ammalianti si strusciava tra le sue gambine, suo nonno era lì, a raccontargli una storia. A dirle di come la natura sia meravigliosa. Di come la lentezza aiuti il pianeta Terra a respirare profondamente, di come umani, animali, piante, fiori possono convivere e gioire della bellezza autentica. • Non aver mai paura Alice – disse Ilda – il silenzio, la tranquillità, i nostri cari, la natura, la luce dell'alba che lascia intravedere la montagna e il mare, l'immaginazione, persino la noia, queste sono le cose che dovrai amare quando sarai grande. Pensa a tuo nonno, amava gli animali, anche quelli più dispettosi, perchè sapeva che siamo tutti importanti e insieme faremo in modo che quel mostriciattolo del Coronavirus vada via per non tornare più. • Non farti mai trascinare da quella corsa folle che hanno tutti gli umani adulti – disse Zelda – non sanno che un passo alla volta si possono raggiungere le vette più maestose.
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Recensione "Gli occhi degli orologi" di Giorgia Spurio
Autore: Giorgia SpurioCasa editrice: Il Camaleonte EdizioniAnno di pubblicazione: 2018Genere: Romanzo DistopicoBreve trama"Cosi continuiamo la nostra vita, la nostra sopravvivenza, lungo i vagoni della metro. Non si chiama così da tempo. C'è chi la chiama Il Grande Treno, altri la definiscono La nave della Terra."Ha inizio così la storia scritta dall'autrice Giorgia Spurio, vincitrice del premi... Altro...Autore: Giorgia Spurio
Casa editrice: Il Camaleonte Edizioni
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Romanzo Distopico
Breve trama
"Cosi continuiamo la nostra vita, la nostra sopravvivenza, lungo i vagoni della metro. Non si chiama così da tempo. C'è chi la chiama Il Grande Treno, altri la definiscono La nave della Terra."
Ha inizio così la storia scritta dall'autrice Giorgia Spurio, vincitrice del premio InediTo- Colline di Torino del 2017.
Il romanzo esordisce, descrivendo un pianeta semi distrutto, irriconoscibile, indefinito, imbruttito e malauguratamente controllato.
La protagonista Julienne ha vissuto la bellezza del passato, rimembra il profumo delicato di un fiore e vive una sorta di limbo tra ciò che era e quello che è costretta a vivere e subire nel presente.
Julienne è una donna che vive le sue fragilità, con forza.
Piena di paure e di domande, cerca ogni giorno di trovare la Bellezza, nel mezzo di un post apocalittico proiettato nel 2048. Vuole diventare madre, in un modo o nell'altro.
Sono diverse le tematiche del libro. Giorgia Spurio racconta un futuro nero, imbrigliato negli errori di un passato, che assomiglia al nostro presente. Viviamo questi tempi nella consapevolezza che le scelte compiute oggi, avranno ripercussioni negli anni che verranno e la Spurio immagina un mondo che non conosce più l'odore e il sapore della terra, un inquinamento che sotterra ogni luogo del pianeta, che sporca la libertà dell'individuo, controllando tutti attraverso gli agenti dell'Orologio.
Chi sono gli orologi? Controllori delle azioni. Chi puniscono? Chi commette errori.
"Il ticchettìo è ricominciato. Lo hanno aggiustato. É tornato a sorvegliarci. È tornato a rubarci gli occhi. É tornato il tempo".
Un tempo gestito dall'intenso scorrere degli orologi. Governati e sottomessi al volere di altri, automi in cerca di ordini che fanno paura, che si disprezzano ma che ci si ritrova a dover seguire, per sopravvivere. A volta, la ricerca della verità può diventare una minaccia che corrode l'anima.
Sembra esserci un riferimento con la pellicola cinematografica In Time, diretta da Andrew Niccol, nella quale il tempo diventa strumento di controllo della popolazione, creando divari e una società squilibrata.
Potremmo assimilare il potere degli orologi a quello della tecnologia, che occupa e in un certo qual modo gestisce la vita odierna.
Altro tema affrontato dalla scrittrice Giorgia Spurio è quello della maternità.
Nella clinica Le Monde, Julienne cerca la possibilità di avere un figlio, aspettando di conoscere l'uomo che è stato selezionato e corrisponda al suo profilo.
Cos'altro cerca Julienne, se non una creatura alla quale donare amore?
La maternità rappresenta oggi un punto dal quale si diramano prospettive e opinioni diverse, sentenze di ogni genere.
Naturale, assistita, consapevole, con un solo genitore, oppure in coppia, la donna viene spesso criticata o giudicata.
Julienne affronta il percorso della scelta di essere madre, impaurita ma decisa.
In quella che potrebbe sembrare un'ossessione o un capriccio, Julienne cerca di nuovo la bellezza nel buio, come quelle lucciole verdi che lampeggiano all'orizzonte. Julienne le guarda da casa sua, immaginando siano una fuga da quella realtà drammatica.
"La famiglia non è una cosa importante, è tutto." - Michael J.Fox
E' nella sua infanzia, nella sua famiglia, nel rapporto protettivo con sua madre, nella lotta e nell'amore viscerale con il padre, nella custodia gelosa della sorella, che Julienne affonda le più remote paure.
Sarà nella sua stessa famiglia, che troverà le risposte per abbandonarsi alla vita?
La scrittura di Giorgia Spurio scorre come zampilli di acqua fresca, ti aiuta a porti quesiti quasi senza accorgersene.
Grazie al suo stile fortemente evocativo, Julienne diventa un'amica alla quale vorresti dare una mano.
Il coraggio, la curiosità, la molla che spinge a non rinunciare, a non perdere la speranza è quella che muove da secoli il cuore delle donne. Julienne è in fondo come ognuna di noi, seppure raccontata in un contesto inquietante come quello post apocalittico.
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