Recensione "Gli occhi degli orologi" di Giorgia Spurio

Autore: Giorgia Spurio

Casa editrice: Il Camaleonte Edizioni

Anno di pubblicazione: 2018

Genere: Romanzo Distopico

Breve trama

“Cosi continuiamo la nostra vita, la nostra sopravvivenza, lungo i vagoni della metro. Non si chiama così da tempo. C’è chi la chiama Il Grande Treno, altri la definiscono La nave della Terra.”

Ha inizio così la storia scritta dall’autrice Giorgia Spurio, vincitrice del premio InediTo- Colline di Torino del 2017.

Il romanzo esordisce, descrivendo un pianeta semi distrutto, irriconoscibile, indefinito, imbruttito e malauguratamente controllato.

La protagonista Julienne ha vissuto la bellezza del passato, rimembra il profumo delicato di un fiore e vive una sorta di limbo tra ciò che era e quello che è costretta a vivere e subire nel presente.

Julienne è una donna che vive le sue fragilità, con forza.

Piena di paure e di domande, cerca ogni giorno di trovare la Bellezza, nel mezzo di un post apocalittico proiettato nel 2048. Vuole diventare madre, in un modo o nell’altro.

Sono diverse le tematiche del libro. Giorgia Spurio racconta un futuro nero, imbrigliato negli errori di un passato, che assomiglia al nostro presente. Viviamo questi tempi nella consapevolezza che le scelte compiute oggi, avranno ripercussioni negli anni che verranno e la Spurio immagina un mondo che non conosce più l’odore e il sapore della terra, un inquinamento che sotterra ogni luogo del pianeta, che sporca la libertà dell’individuo, controllando tutti attraverso gli agenti dell’Orologio.

Chi sono gli orologi? Controllori delle azioni. Chi puniscono? Chi commette errori.

“Il ticchettìo è ricominciato. Lo hanno aggiustato. É tornato a sorvegliarci. È tornato a rubarci gli occhi. É tornato il tempo”.

Un tempo gestito dall’intenso scorrere degli orologi. Governati e sottomessi al volere di altri, automi in cerca di ordini che fanno paura, che si disprezzano ma che ci si ritrova a dover seguire, per sopravvivere. A volta, la ricerca della verità può diventare una minaccia che corrode l’anima.

Sembra esserci un riferimento con la pellicola cinematografica In Time, diretta da Andrew Niccol, nella quale il tempo diventa strumento di controllo della popolazione, creando divari e una società squilibrata.

Potremmo assimilare il potere degli orologi a quello della tecnologia, che occupa e in un certo qual modo gestisce la vita odierna.

Altro tema affrontato dalla scrittrice Giorgia Spurio è quello della maternità.

Nella clinica Le Monde, Julienne cerca la possibilità di avere un figlio, aspettando di conoscere l’uomo che è stato selezionato e corrisponda al suo profilo.

Cos’altro cerca Julienne, se non una creatura alla quale donare amore?

La maternità rappresenta oggi un punto dal quale si diramano prospettive e opinioni diverse, sentenze di ogni genere.

Naturale, assistita, consapevole, con un solo genitore, oppure in coppia, la donna viene spesso criticata o giudicata.

Julienne affronta il percorso della scelta di essere madre, impaurita ma decisa.

In quella che potrebbe sembrare un’ossessione o un capriccio, Julienne cerca di nuovo la bellezza nel buio, come quelle lucciole verdi che lampeggiano all’orizzonte. Julienne le guarda da casa sua, immaginando siano una fuga da quella realtà drammatica.

“La famiglia non è una cosa importante, è tutto.” – Michael J.Fox

E’ nella sua infanzia, nella sua famiglia, nel rapporto protettivo con sua madre, nella lotta e nell’amore viscerale con il padre, nella custodia gelosa della sorella, che Julienne affonda le più remote paure.

Sarà nella sua stessa famiglia, che troverà le risposte per abbandonarsi alla vita?

La scrittura di Giorgia Spurio scorre come zampilli di acqua fresca, ti aiuta a porti quesiti quasi senza accorgersene.

Grazie al suo stile fortemente evocativo, Julienne diventa un’amica alla quale vorresti dare una mano.

Il coraggio, la curiosità, la molla che spinge a non rinunciare, a non perdere la speranza è quella che muove da secoli il cuore delle donne. Julienne è in fondo come ognuna di noi, seppure raccontata in un contesto inquietante come quello post apocalittico.

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