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    L'anziano signore (racconto brevissimo)

    L'anziano signore qualche giorno prima aveva parlato col medico. Doveva essere operato urgentemente. Il dottore aveva detto che c'erano diverse probabilità che l'intervento non andasse bene, tuttavia era necessario intervenire. Non si poteva fare altrimenti. L'anziano poteva morire sotto i ferri. Non si sarebbe accorto di niente. Sarebbe passato dall'anestesia alla morte. Il signore era come sosp... Altro...

    L'anziano signore qualche giorno prima aveva parlato col medico. Doveva essere operato urgentemente. Il dottore aveva detto che c'erano diverse probabilità che l'intervento non andasse bene, tuttavia era necessario intervenire. Non si poteva fare altrimenti. L'anziano poteva morire sotto i ferri. Non si sarebbe accorto di niente. Sarebbe passato dall'anestesia alla morte. Il signore era come sospeso in un limbo. Era ansioso oltremodo. Era spaventato. Aveva una grande paura di morire. Era sempre stato bene fino ad allora e non aveva mai pensato seriamente alla dipartita. Si preparò, si vestì, preparò la borsa e si incamminò per recarsi all'ospedale.  Durante il tragitto cercò di non pensare a niente, ma la grande preoccupazione continuava a gravare sulla sua psiche. Aveva dei dolori diffusi in tutto il corpo ma riusciva ancora a passeggiare, seppur lentamente. L'importante era non inciampare. Quindi si mise a riflettere che quel giorno poteva essere il suo ultimo giorno, che doveva pregare, che si doveva confessare al frate che passava di camera in camera. Meditò anche sul fatto che anche se fosse morto nessuno si sarebbe addolorato veramente, nessuno avrebbe versato lacrime. Nessuno avrebbe aspettato di sapere l'esito dell'operazione in sala di attesa. Nessuno si preoccupava per lui. Nessuno aveva a cuore la sua sorte. Da un lato era un bene perché nessuno avrebbe sofferto in quanto era un uomo solo. Dall'altro lato nessuno lo avrebbe ricordato. Quel percorso da casa sua all'ospedale lo aveva fatto per decenni quando voleva prendere una boccata di aria fresca e sgranchirsi le gambe. Ricordò che un tempo portava in quella zona anche il cane al guinzaglio e quel quadrupede era morto da tempo immemorabile di vecchiaia. Guardò il cielo completamente limpido che non rispecchiava in alcun modo il suo stato d'animo. Per la maggioranza degli uomini quel giorno era uno come un altro. La maggioranza degli uomini nemmeno si sarebbe ricordata minimamente di quel giorno. Per lui era un giorno fatale, decisivo, cruciale. Osservò le case, le strade, i palazzi, gli alberelli, le fratte, le foglie marce a terra. Niente e nessuno sembrava partecipe dell'inferno terreno per il momento che stava vivendo. Conosceva ogni buca dei marciapiedi. Conosceva ogni rigonfiamento del suolo per le radici dei pini. Cercò degli spiccioli. Li contò. Entrò nel solito bar. Era un avventore abitudinario. Ordinò il solito cappuccino. La barista giovane e bella lo guardò intensamente. La ragazza notò come una luce strana nel fondo degli occhi del suo anziano cliente. Avrebbe voluto iniziare a discorrere con lui, era da due anni che lo vedeva ma si era sempre peritata. In fondo a volte bastava poco per rallegrare la giornata di un anziano. Bastava scambiare due parole, anche solo due frasi di circostanza. Il signore la squadrò dalla testa ai piedi. La ragazza era molto avvenente. Pensò che gli sarebbe piaciuto scambiare due chiacchiere con lei, ma ormai quel che era fatto era fatto. Ormai era troppo tardi. Non era era per secondi fini o perché aveva delle mire espansionistiche. Era un modo come un altro per rompere la solitudine. Come tutte le altre volte però entrambi rimasero in silenzio e vinse ancora una volta il non detto. Si pulì le labbra con una salvietta, si tolse i residui di schiuma. Voleva essere presentabile di fronte al medico e alle infermiere. Oramai non gli restava che quello. Non gli restava che preoccuparsi di questi dettagli insignificanti. Purtroppo il suo destino era tutto nelle mani altrui. Meditò anche sulla defecatio post mortem. Pensò al cattivo odore che avrebbe emanato se fosse morto. Era un fenomeno imbarazzante, ma era ciò che avveniva a quasi tutti. In fondo il personale sanitario c'era abituato a certe cose e poi una volta morti si deve rendere conto solo al Creatore, se esiste, non di certo agli uomini. Quindi pagò il conto. Sorrise alla ragazza. Si avviò verso l'ospedale. L'operazione poi non andò a buon fine. La ragazza per mesi si chiese che fine avesse fatto quel signore così gentile, quindi si mise l'animo in pace. Non ebbe alcuna notizia del signore, anche perché non sapeva minimamente chi fosse: lo conosceva solo di vista. In poco tempo si dimenticò per sempre di quell'anziano signore. 

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