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    LA PIUMA DELL'AQUILA

    Un giorno, la piuma di una giovane aquila cadde accanto ad un uomo bello ma arrogante; lui la vide, la prese, la guardò solo “un attimo” e la gettò via pensando fosse la piuma di una gallina… più avanti un uomo ignorante ma dall’anima bella, vide la stessa piuma a terra, la prese e la tenne con sé.Di lì a poco… giunse la regina dei cieli “una meravigliosa Aquila” che guardò l... Altro...

    Un giorno, la piuma di una giovane aquila cadde accanto ad un uomo bello ma arrogante; lui la vide, la prese, la guardò solo “un attimo” e la gettò via pensando fosse la piuma di una gallina… più avanti un uomo ignorante ma dall’anima bella, vide la stessa piuma a terra, la prese e la tenne con sé.

    Di lì a poco… giunse la regina dei cieli “una meravigliosa Aquila” che guardò l’uomo sorridendo e gli disse: volo, volo così tanto che lascio sempre qualche piuma per terra e tu ne hai raccolta una, tenendola con te. Grazie!

    Beato te, uomo che non solo hai guardato... ma hai contemplato e hai conservato con te la bontà e la bellezza, imparando il segreto del mio volo.

     

    Morale della favola: Non sono le tiepide amicizie o i falsi amori ad elevare il nostro spirito ma le passioni forti scoprono la vera essenza del Bene e dell’Amore. Come aquile assetate di senso cerchiamo e sfioriamo il cielo e il tempo, e sgretoliamo con le ali le montagne pur di afferrarlo e poter mostrare a tutti, quanta fierezza c’è nel canto nella vita.

     

    Teresa Averta

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    IL CONTADINO SUPERBO

    C’era una volta un uomo superbo...che lavorava la terra, nel campo di famiglia.La terra dava i suoi frutti, e lui diceva sempre che era merito suo perché arava, zappava, potava le piante e via dicendo...Ogni giorno faceva a gara con i contadini vicini per avere sempre il migliore orto, i più bei vigneti, gli alberi più fioriti, i campi più verdeggianti.I poveri vicini lavoravano in silenzio ... Altro...

    C’era una volta un uomo superbo...che lavorava la terra, nel campo di famiglia.

    La terra dava i suoi frutti, e lui diceva sempre che era merito suo perché arava, zappava, potava le piante e via dicendo...

    Ogni giorno faceva a gara con i contadini vicini per avere sempre il migliore orto, i più bei vigneti, gli alberi più fioriti, i campi più verdeggianti.

    I poveri vicini lavoravano in silenzio e raccoglievano ciò che la terra donava in ogni stagione.

    Il contadino superbo, nonostante avesse il paradiso, continuava a maltrattare i vicini e diceva loro che erano dei fannulloni, incapaci di utilizzare i metodi moderni di lavorazione, e che non avrebbero mai raggiunto il suo livello.

    Lui si sentiva il migliore, il più bravo, ma ahimè era anche il più egoista. Perché quando arrivavano le feste ricordate, i contadini buoni e onesti regalavano i frutti della terra ai poveri mentre lui si beava di tutto quel ben di Dio e non dava niente a nessuno. Diceva che era tutto opera sua, e che era lui il mago delle meraviglie, della ricchezza che donava la "sua" terra, e gli altri non potevano godere dei suoi beni. E in cuor sapeva di mentire, perché il merito era della terra che ogni stagione puntualmente dava i suoi frutti. Ogni campo arato e seminato, aldilà del metodo di lavoro dei suoi operai, offriva i suoi frutti. Nessuno si dava delle arie, ma umilmente faticavano e si aiutavano a vicenda. Non è un caso che i contadini siano quasi sempre persone dal carattere umile. Chi si confronta ogni giorno con la bellezza e la grandezza della Natura, non può che sentirsi piccolo ed essere rispettoso.

    Morale della storia

    Quindi se vi capitasse di conoscere una persona superba, non mandatela a quel paese, mandatela in campagna: potreste salvarla. Semina impegno, raccoglierai risultati. Semina onestà, raccoglierai onore. Semina gentilezza, raccoglierai gratitudine. Semina amore, raccoglierai felicità. E ricorda: anche se non dovessi raccogliere niente, non stancarti mai di seminare.

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