All'amicizia, bellezza
Vorrei tu venissi qui,
in silenzio andremmo,
al vespro, lungo il viale
fino alla porta della Differenza,
dentro la poesia.
Da qui, con lo sguardo
come di un orbo, sentiremmo
il sole calante sulla gota,
con passo lento, respirando Tempo,
accecati di magia.
Poi fino a valle,
come i viandanti di cesti
di sale e fichi sul capo andavano chini,
scenderemmo vòlti a sinistra, io alle tue spalle,
ché tu non perdessi istanti
di tale infinito espanso.
Statue di roccia su questi gradini, li vedi?
Furono, siamo.
Sono certa,
ti fermeresti per un inchino,
pure per riposare il cuore dal peso della bellezza.
Una cesura, per non morire.
Ed io, se anche allargarsi le braccia
fino al cielo laggiù,
non direi la misura della mia doppia
felicità, il mare e Tu.
G. L.
Bello