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A noi, solo il passato

Probabilmente, quando certe cose accadono, si dovrebbe solo pensare a come venirne fuori il prima possibile, per non sentirsi intrappolati lì dentro, non soffocare in un passato senza futuro, senza alternative o vi d’uscita. A loro la vita ha riservato buon tempo, tempo sufficiente per vivere bene, godere degli attimi felici e accorgersene solo dopo, tanto erano impegnati a viverli. Loro avranno un posto che chiameranno casa, che affaccerà sui giardini residenziali o sulla via trafficata del centro o sulla viuzza di campagna con le colline sullo sfondo, che si illuminano di tutti i colori che il giorno e la notte portano con sé e con le stagioni che scandiscono  gli anni. Loro supereranno mano nella mano le difficoltà che affolleranno di tanto in tanto i loro giorni, dalle più stupide a quelle più serie, ricordando l’accaduto davanti ad una tazza di cioccolata o tè al tavolo del bar di una capitale europea o, chissà, in America: il grande sogno che diventa realtà. Non avresti voluto andare in America? Andare per scoprire ciò per noi sarebbero stati nuovi mondi, tutti i mondi che avremmo potuto essere insieme: sul letto dell’albergo ad assaporare caramelle e torroni, niente che non abbia un dolcissimo sapore e che non sia caramellato. Sgusciare fuori il naso dalla finestra e accorgerci che da pochissimo a iniziato a nevicare e le lucine sui davanzali delle finestre stanno prendendo vita e i camini sono più vivi che mai; Chissà se vi sono ancora spazzacamini laggiù. Quale sarebbe stato il luogo che avresti scelto per scartare il mio regalo per te? Il simbolo del per sempre fra le tue mani avrebbe preso a roteare tutt’intorno e ti si sarebbe posato luminoso sul dito, con te incredulo e immobile per lo stupore. Saremmo saliti sulla prima giostra con i cavalli e non avremmo smesso di guardarci neanche per un secondo. Avremmo fatto a gara per scaldarci le mani e davanti a un fuoco scoppiettante ci saremmo sciolti come neve: il fuoco è il Sole della notte, d’altronde. Davanti alla solita panchina, anche noi avremmo riassaporato ogni attimo dei nostri momenti magici, avremmo riso e non mi sarei mai stancata di tenerti per mano, anche se erano le mie mani a venire trovate sempre per prime. E poi avranno dolci perfino le parole ogni volta che qualcosa non andrà, per ogni momento di felicità, qualcuno di essenziale con cui proseguire sicuri: qualcuno che li protegga sempre nel modo unico in cui sa fare l’amore. Per noi, solo ricordi, carissimo Fritz; Per me, solo speranze infrante. Ti ho visto cedere solo con me accanto, solo per un attimo e poi mai più, neanche quando non potevi sentirmi. Ti ho visto andartene senza lasciarmi mai, che credo sia il modo più doloroso di non potersi avere: non perdersi senza potersi avere mai. Mi hai sentita chiudermi la porta alle spalle certo che presto, prestissimo, l’indomani, sarei ritornata, mi avresti avuta con te, come il giorno prima, ma dopo quel giorno, tutto si è riempito di forse e di mai, con me che mi aspettavo di vederti io alzarti e venirmi incontro: che l’impossibile potesse farsi realtà. Ho perduto il cuore e la spensieratezza, che è tutto per chi aveva vent’anni come noi. Li avremmo inseguiti fino a riprenderceli di nuovo, con qualche anno di più, anche dieci, forse un po’ ammaccati dalla stanchezza di chi lotta e non sa se ne uscirà, ma certi che sarebbe arrivato ancora Natale, anche per noi. Un peluche fa sempre Natale; Fa sempre freddo, quando non sei accanto a me, forse è per questo che me ne hai regalati, perché ti avessi accanto quando sapevi che non avresti potuto esserci. E ti ho tenuto accanto, ti ho sempre avuto con me. Molte cose non si realizzeranno mai, ma basta davvero anche un solo Natale perché possano tornare ad esserlo tutti gli altri. Non è il fatto di perdere, è che quando vedi l’amore fare i bagagli e andarsene per sempre, con te appoggiato alla porta, che resti a guardare e non puoi fare altro, capisci che ti sta’ chiedendo di rinunciare, di smettere, di fermarti, perché per voi non ci sarà più nient’altro, e questo mi smonta, in infinitesime particelle di me, che non torneranno insieme e non daranno più “me stessa” senza di te. Per questo è importante donarsi l’infinito, perché possa continuare a vivere quando niente ti sembrerà essere una buona ragione per farlo e alla vita non potrai dire di no, perché lei proseguirà inarrestabile. E chissà, chissà se in fondo il Natale non eri tu, e così ritornerai.

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