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Gio LoreleyOffline

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  • Come uovo senza guscio

    Sono come uovo

    senza guscio

    gettato in una padella

    senza fiamma,

    sotto il sole rovente.

    Sono qui,

    come chiuso

    in un grumo di niente,

    grano di sale

    sputato dal mare,

    i n d i f f e r e n t e.

    G.L.

  • Ho perso cosi tanto tempo

    Cara brezza dell'alba dove sei?_____________________________Ho perso così tanto tempoche gli orologi sono impazziti,non sanno più dove sbattersi,in un senso o nell'altrotutto è contrario,strali di attimi incistati nel nientedi un caffè freddo, indifferente.Cara brezza dell'alba dove sei?Di quel vento che dondolava il sognoe quel tormento delle tempestedi maggio che buttava all'aria le foglie m... Altro...

    Cara brezza dell'alba dove sei?

    _____________________________

    Ho perso così tanto tempo

    che gli orologi sono impazziti,

    non sanno più dove sbattersi,

    in un senso o nell'altro

    tutto è contrario,

    strali di attimi incistati nel niente

    di un caffè freddo, indifferente.

    Cara brezza dell'alba dove sei?

    Di quel vento che dondolava il sogno

    e quel tormento delle tempeste

    di maggio che buttava all'aria le foglie morte della magnolia?

    Sto nell'incavo di un petalo

    come nella mano di un dio

    scosso dal vento,

    non posso se non tacere, dentro

    un bisbiglio d'addio,

    in questo affondo del tempo,

    un graffio nel vuoto,

    mentre sto, resto

    nel mio guscio di pane.

    E te e me, ultimo orizzonte,

    cadeva forse quel giorno cenere,

    non ricordo bene

    se quel vociare d'ombre fosse

    polverulenta tra rami chini,

    latrava alla notte un cane,

    incombente.

    (...)

    G.L.

  • Cuore di carta

    L'agrezza della ginestra lenta nella sera, lèmuri di corolle riverse sulla sabbia.Non lo avevo capito.Guai ad avere un cuore di carta,si accartoccia facile.È inutile leggervi cosa vi resta scritto,è già torto in sé.Un pescatore curvo sulla rivascruta l'onda che danza,Incoccia la brezza ciò chedi questo cuore avanza.G.L.... Altro...

    L'agrezza della ginestra lenta nella sera, 

    lèmuri di corolle riverse sulla sabbia.

    Non lo avevo capito.

    Guai ad avere un cuore di carta,

    si accartoccia facile.

    È inutile leggervi cosa vi resta scritto,

    è già torto in sé.

    Un pescatore curvo sulla riva

    scruta l'onda che danza,

    Incoccia la brezza ciò che

    di questo cuore avanza.

    G.L.

  • Cara brezza dell'alba dove sei?

    Ho perso così tanto tempoche gli orologi sono impazziti,non sanno più dove sbattersi,in un senso o nell'altrotutto è contrario,strali di attimi incistati nel nientedi un caffè freddo, indifferente.Cara brezza dell'alba dove sei?Di quel vento che dondolava il sognoe quel tormento delle tempestedi maggio che buttava all'aria le foglie morte della magnolia?Sto nell'incavo di un petalocome nella m... Altro...

    Ho perso così tanto tempo

    che gli orologi sono impazziti,

    non sanno più dove sbattersi,

    in un senso o nell'altro

    tutto è contrario,

    strali di attimi incistati nel niente

    di un caffè freddo, indifferente.

    Cara brezza dell'alba dove sei?

    Di quel vento che dondolava il sogno

    e quel tormento delle tempeste

    di maggio che buttava all'aria le foglie morte della magnolia?

    Sto nell'incavo di un petalo

    come nella mano di un dio

    scosso dal vento,

    non posso se non tacere, dentro

    un bisbiglio d'addio,

    in questo affondo del tempo,

    un graffio nel vuoto,

    mentre sto, resto

    nel mio guscio di pane.

    E te e me, ultimo orizzonte,

    cadeva forse quel giorno cenere,

    non ricordo bene

    se quel vociare d'ombre fosse

    polverulenta tra rami chini,

    latrava alla notte un cane,

    incombente.

    (...)

    G.L.

  • Come scoprii che una madre poteva morire

    Come scoprii che una madre poteva morire."E il cuore quando d'un ultimo battitoavrà fatto cadere il muro d'ombraper condurmi, Madre, sino al Signore,come una volta mi darai la mano" (Ungaretti)Dinanzi a questi versi,io piansi.Avevo dieci anni, forse.E misurai per la prima voltal'ampiezza dell'angosciadi fronte ad un addio.E per anni quell'addiocome l'estrema carezzal'ho sentito dietro quella port... Altro...

    Come scoprii che una madre poteva morire.

    "E il cuore quando d'un ultimo battito

    avrà fatto cadere il muro d'ombra

    per condurmi, Madre, sino al Signore,

    come una volta mi darai la mano" (Ungaretti)

    Dinanzi a questi versi,

    io piansi.

    Avevo dieci anni, forse.

    E misurai per la prima volta

    l'ampiezza dell'angoscia

    di fronte ad un addio.

    E per anni quell'addio

    come l'estrema carezza

    l'ho sentito dietro quella porta.

    L'eterna porta senza chiavi.

    E me la immaginavo

    sbattuta dal vento.

    Socchiusa. Sibilante,

    ogni volta, dietro quel muro d'ombra, restavo per ore seduta.

    E sognai la potenza della parola,

    odiai la sua perseveranza.

    Imparai ad impastare parole

    per farne pane.

    Ma quell'addio mi resta come un mantello addosso, sotto la mano senza pelle,  un verso.

    G.L.

  • Sono

    Sono come uovo

    senza guscio

    gettato in una padella

    senza fiamma,

    sotto il sole rovente.

    Sono qui,

    come chiuso

    in un grumo di niente,

    grano di sale

    sputato dal mare,

    i n d i f f e r e n t e.

    Gio Loreley 

  • Ti volterai un giorno

    Ti volterai un giornosull'orizzonte alle tue spalle,gli occhi dietro il capostanchi cercheranno il sole,statue di pane sulle arcatedi un celo scopertoin quell'unica notteche, stese le tue braccia,parole gettasti in un abisso.E mi volteró un giornotra cocci di clessidra,tra le dita sanguee stracci di carta,sulle spalle il pesodi un mondo che si chiude.Si schiude l'ombranello sguardo indegno,intons... Altro...

    Ti volterai un giorno

    sull'orizzonte alle tue spalle,

    gli occhi dietro il capo

    stanchi cercheranno il sole,

    statue di pane sulle arcate

    di un celo scoperto

    in quell'unica notte

    che, stese le tue braccia,

    parole gettasti in un abisso.

    E mi volteró un giorno

    tra cocci di clessidra,

    tra le dita sangue

    e stracci di carta,

    sulle spalle il peso

    di un mondo che si chiude.

    Si schiude l'ombra

    nello sguardo indegno,

    intonso il suolo freddo

    della dimenticanza.

    Come Orfeo che perse,

    voltando la sua ombra

    negli inferi del tempo,

    Euridice,

    e morse nel pianto dell'amore

    dal fato, punte di veleno,

    come sarebbe trasformarle

    in un abbraccio?

    nel laccio d'un canto che

    sofferse altrove,

    l'anima è scoperta, nuda

    nell'immensitá dell'ade,

    tra gli asfodeli e i colchici.

    Che farò senza di lei,

    l'anima mia? Mi dici?

    (...)

    G.L.

    (........continua...é un po' lunga)

  • il filo del tempo

    MammaRiavvolgerei il filo del tempoper vedere il tuo corporicomporsi dalla nuda terra.Respirando aria,soffierei sull'animasospesa ancoranel nulla eternoe ritroverei ora quegli occhiaccesi delle notti vuote.I piedi ricomporrei d'argilla,e risalendo al pettocon il tocco lieveriannoderei quel filo al cuore,per sentire ancora il ritornodel tuo battito alla vita.Gio Loreley... Altro...

    Mamma

    Riavvolgerei il filo del tempo

    per vedere il tuo corpo

    ricomporsi dalla nuda terra.

    Respirando aria,

    soffierei sull'anima

    sospesa ancora

    nel nulla eterno

    e ritroverei ora quegli occhi

    accesi delle notti vuote.

    I piedi ricomporrei d'argilla,

    e risalendo al petto

    con il tocco lieve

    riannoderei quel filo al cuore,

    per sentire ancora il ritorno

    del tuo battito alla vita.

    Gio Loreley

  • Strale di spina

    Ricucire il disincanto

    come l'elfo ricuce

    tele d'aquiloni

    strappate dal vento.

    Il suono delle mie risate

    vorrei indietro,

    in qualche angolo

    del già detto,

    dove le ho dimenticate?

    uno strale di spina io sento.

     G.L.

  • Memorie

    In tutta questa Storia c'è un po' di ognuno di NoiCerte anime sono eterne nel ricordo di chi le ha amate. Mia mamma ricordava sempre questo suo fratello disperso in guerra. Aveva 21 anni, ne avrebbe avuti 100, oggi.Mio zio era diplomato, amava tanto lo studio e voleva diventare un maestro. Partì per combattere e fu un aviatore. Lì, nei cieli di Pescara per sempre vivrà ma prima nei miei ricord... Altro...

    In tutta questa Storia c'è un po' di ognuno di Noi

    Certe anime sono eterne nel ricordo di chi le ha amate. Mia mamma ricordava sempre questo suo fratello disperso in guerra. Aveva 21 anni, ne avrebbe avuti 100, oggi.

    Mio zio era diplomato, amava tanto lo studio e voleva diventare un maestro. Partì per combattere e fu un aviatore. Lì, nei cieli di Pescara per sempre vivrà ma prima nei miei ricordi, narrati e scritti negli  angoli del cuore.

    Era il 31 agosto di una normale giornata balneare, le spiagge affollate di bagnanti, l’aria si riempì del rombo dei motori dei B24 Liberator americani e del suono acuto delle sirene d’allarme.  Fu l’inferno; il numero dei morti del 31 agosto, in quell'unico attacco,  pur non essendo mai stato accertato in via definitiva, varia da 600 a 3000.Nel bollettino di guerra n.1193 - 31 agosto "Nuove azioni sono state condotte da reparti aerei germanici contro navigli nella rada di Augusta: un mercantile di medio tonnellaggio e alcuni mezzi speciali da sbarco risultano colpiti. L'arma aerea nemica ha ieri compiuto incursioni su Civitavecchia, Decimo e nei dintorni di Napoli; attaccata ogni volta dai cacciatori italiani e germanici, che si gettavano animosamente con­tro i bombardieri ed i bimotori di scorta, l'aviazione avversaria per­deva nel cielo del Lazio e della Campania 40 velivoli, 10 abbattuti dalla nostra caccia, 27 da quella tedesca, 3 dalle batterie contraeree.

    Bollettino n. 1194 del 1 settembre 1943: “Aeroplani nemici hanno ieri bombardato Pisa, Pescara, Salerno, Co­senza e Catanzaro causando notevoli danni e numerose vittime tra la popolazione civile. La caccia italo – tedesca ha abbattuto 4 appa­recchi, altri 3 sono stati distrutti dalle batterie della difesa".

    Ti ho cercato, ti ho trovato qui, sei diventato un maestro, insegnando con la vita, quanto vale la Libertà.

    La mia nonna morì di crepacuore, la mia mamma ti ha tenuto in vita oltre.

    Al Milite Ignoto fu concessa la medaglia d'oro con questa motivazione: Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria   e la grandezza della Patria.

    Qualcuno conserva le tue medaglie, io il tuo valore.Difendiamo la Libertà, sempre, fino all'ultimo respiro.

bilancio punti 442 / Punti
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