LA SORTIE DE L'USINE LUMIÈRE
Siamo ricordi baciati dal sole,
un canto di speranza.
Oltre il ronco di massi,
un cancello di lame.
Thea Matera ©️
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Siamo ricordi baciati dal sole,
un canto di speranza.
Oltre il ronco di massi,
un cancello di lame.
Thea Matera ©️
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Il silenzio che segue
al rumore della foglia
socchiusa,
alla nuvola
spezzata,
alla luce implosa
dietro l'antro,
nell'ombra dei ciocchi
di quercia,
rassomiglia
all'impronta leggera
della fiamma,
allo sprazzo di fuoco
che scricchia
lungo il cavo
della siepe,
per sparire
fra i ricordi,
fra rami convessi
e spighe acuminate
e piene,
come l'istante
solenne
di una stretta
di mani,
di un furente
abbraccio.
Thea Matera ©️
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Se pensi ch'io mi sbagli guarda il fondo del bicchiere, il giardino di conchiglie, affiora il lezzo di lavanda, il canto di balene. Fuggivamo fra topazi accesi di burrasche, il falco pellegrino sorvolava crepanze di ciglioni, scogliere albine, viluppi di ligustri. Sbagli se guardi i punti di gramigna d'immote fiorescenze, l'imponderabile apparenza - sterile mermanza - l'indefinibile altrove la forma del vaso il rimorso dello scorpione. Thea Matera ©️ (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Rinfresca la marea
su vecchi girasoli,
il tempo s'affaccia alla finestra
sul tremitìo di specchi,
e nel cuore di foreste
s'ammuffa la lineata stanca,
sbuffa sui bulbi innacquati,
nella cuna della baia annerrita
su gomiti di salgemma.
A ridosso del biancospino
un romorio di ghiande,
di pioggia sulle serrature,
di gàlbuli crespati di neve
nella costura di lune traverse.
Sporge il giglio
sull'unghia di calce,
si scompone il lezzo amarantino
sulla fronte di un mago dipinto
nell'orlo di legno,
scompare nel lago
di cerchi impetrati,
si sversa in dotti di trecce
navigati dall'ignoto
sopra un corpo di diamante.
Thea Matera ©️
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Nell'iride spicca il taglio
la feritoia di velluto,
lo smeriglio di lucerne.
Sembiante la crepa
d'ossidiana
al fondo dell'imbuto,
il baco pesco
alla cuna di lìlac.
Nel lezzo della gronda
una radura inerte,
si dislega la torma di ricci
nella minugia dello spino,
di violati simulacri,
nel portento della nuvolaglia
si sfila il fuoco della torcia.
Un profumo di latte
si schiara tra i denti,
l'aroma di cenere
di baci accollati
s'abbuia nella falce
di luna rossa.
Nell'ombrìa del sopraccièlo
màrmore, un istrice s'allinea
all'acquitrino tosco,
nella vertebra di torba
un ricordo di colori.
Thea Matera ©️
(NO TO WAR, YES TO DREAMS)
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Bernard passeggiava mordendosi il labbro, a passo penzolo, con le suole inzaccherate ripassava il viale muto, vivido di ombre lunghe e vernati sgrigioli. Rimurginava sull'ultimo passo del testo di Mandelbrot, sul grovigliato paradigma de "The fractal geometry of nature", dissertando sull’ego empirico, barbugliando dell'esametro dattilico, del canto di nebule sirene. Il cielo era costellato di strie azzurrine, e dal cielo torvo colavano ali bianchicce sopra vette di basalto. Sull'uscio Bernard rivolse gli occhi al cielo, rovistandosi le tasche in cerca delle chiavi di casa, sfregando vigorosamente gli scarponcini brogue sul rasposo zerbino bordeaux, mentre fiotti diamantini defluivano gelidi dalla grondaia, sui suoi capelli fulvi ed arruffati sulla fronte, e rivoli ghiacciati come stalattiti orlavano i gradini venati. Ruotò lentamente la chiave nella toppa, strattonando la porta di legno umido, e stringendosi nelle spalle per il freddo sgrollò la sciarpa infeltrita e la giacca ragnata e smunta. Con uno scatto rapido si diresse verso il camino, scurito da schianze di fuliggine e lacci di aspri ciocchi, mentre fuori l’aria era scossa da lampi nello sprofondo di valli nascoste e brumosi nembi scorrevano a grappoli sui pioppi e l’eucalipto, sui pergolati avvinti. La lente degli occhiali d'osso sauro rifletteva la luce livia dell'Auriga, il ghiribizzo del compasso, e, dalla finestra a tramoggia, diacci granuli voltolavano lungo la parete scalcinata. Il trattato avulso di Fenomenologia si gialliva di cera e di thé rosso, la laurea incorniciata sul comò si bistrava d'inchiostro e rose vizze. “Nessun cristallo di neve è uguale all'altro” pensava Bernard, Keplero ne aveva osservato l’invisa finitezza, la catarsi esagonale, lo sfilarsi di rami d’acquerugiola, di fiori di sale, il disvelarsi di ghirigori brulli… fiocchi si frammentavano in sagome disformi, si forgiavano colonne a ritmo lieve, ocellati gusci cavi scendevano come incorporee stelle, come theta ed omega, iota e gamma si sfaceva la goccia acìcula, galleggiavano i merletti di Koch nel petto cinetico di marmo. Solenne l'abete brillava di nevischio, nello scollinare di pernici bianche, immerso in una luce d'ocra, e raggi di lumini capriolavano sull'erba riarsa dal gelo, sul palmo rubizzo ricadeva un velo di spilli ghiaccei in cuori e fiori quarzini, abissi incandescenti, trepide sculture d'amore. Si muovevano ombre tra fronde di creta, fluttuavano dime di carta biancofumo, in un'aria di castagne e legno secco di Prugnolo selvatico, di piumaggi argentati di zìgoli che come punti iridescenti seguivano il treno in corsa. Stridevano le rotaie sul pietrisco ed i vagoni, come tamburi nebbiati, rombavano in un lezzo di metallo e sfasciumi accostavano muri stonacati, brulicavano sentori di primevi pini nel tinnio di stoviglie ramate, ed il re bianco era in arrocco sulla scacchiera, ad un passo dalla torre ferma. “ Un tempo spezzavamo le fionde di festanti cacciatori, fuggivamo fra sassaie lisce come perle, fra cedri accesi come stelle, fra suoni di buccine, urtando le parole sopra i righi, il bagliore negli occhi di un cerbiatto. Tempus Fugit - fra rette intersecate, grandi cappelli e bianche vesti di vapore, finisce gli orci sbeccati, s’insinua negli intrecci di vimini. Il sole, gettato nel buio d'acqua cosmica, ha generato cerchi perpetui, orbitano in ordinate ellissi astri d'ogni forma e luce, il suono si propaga…” E sul reticolo, in lontananza, danzavano bioccoli su chiome glabre. Nel riflesso concavo s'eternano disegni d'acqua, archerotipe circonvoluzioni, lepide anse e bovoli. S’addormentò Bernard, con la guancia torta nel cavo della mano, con frastagli di domande ancora appese al camino acceso, lui, giovane pupilla incerta,s’è mutato in albero per toccare il cielo, in colibrì per sfidare il vento, che in un fioccodi neve ha guardato muoversi il mondo, lui, che in un cuore di vetro ha riconosciuto ildisegno dell'Universo e le sue stelle, in cui ha scorto, sospeso sul trapezio, il soffio delDivino.
Thea Matera ©️
Copyright 2022©️
Celi il tuo volto
dietro ali di farfalla,
la forma ovale,
l'espiro greve,
si colma l'occhio di lumini,
scolora il soffitto in dormiveglia.
Stride di zinco
il taglio della lama,
su piani inclinati
di pomi appuntati
levi il bicchiere dell'annuncio,
e una moneta d'acqua scivola
sulla panchina di bambù.
Un astrologo di paglia
fa bolle di sapone
sopra arazzi di magnolia,
fa stelle di selci
fra grate rosicchiate,
s'annidano armillati sfumi
di turchese
fra matasse di capelli.
Un pulcinella di mare sorvola
la vampa di lampare,
la nascenza di smilze
ombre sulla meridiana.
Thea Matera ©️
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
Tra ruderi intatti e gusci
bianchi di folte vigne
fioriscono le crepe denudate,
dissolvono le terminate rùggie.
Nel ghiribizzo di magnolie,
nella mèstica di rose
su tovaglie disadorne,
brillano resupini gambi
di grafite
in ceste di panaie,
riemergono lamine di berillio
in serti di viole,
ravviano gerle di pane,
le pregiate porcellane,
nello zendale ampio
di asperèlle e tulipani.
Nei vialetti di foglie
si disfano trame di corvi
dopo il fuoco del tramonto,
il pomo corvino ricade
fra minuzzoli di lana,
e la maglia lisa profuma
di lavanda,
di marsiglia nei cassetti
e sui guanciali,
come un tempo i panni
nei lavatoi,
le stoffe di seta e
di cotone delle spose.
Nel rezzo salmastro
di fogliami
mi sfiora le mani
un compìto cenno,
si spalanca sul petto
di campi verditi
un giaciglio di Mimose.
Thea Matera ©️
(8 MARZO, FESTA DELLA DONNA)
(Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " - Amazon.it, Copyright 2022©️)
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