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    Terrore Di Natale (Racconto gratuito)

    [caption class="snax-figure" align="aligncenter" width="662"][/caption]Il natale si avvicina e la scelta del regalo diventa l'ansia dei giorni festivi. Cindy lo sa bene, lavorando per un negozio di giocattoli, si troverà alle prese con uno strano pupazzo, un orsetto rosso chiamato Little Bear. Pare sia la moda del momento, ma quel grazioso orsetto rosso diventerà la fonte di una serata movimenta... Altro...

    [caption class="snax-figure" align="aligncenter" width="662"][/caption]

    Il natale si avvicina e la scelta del regalo diventa l'ansia dei giorni festivi. Cindy lo sa bene, lavorando per un negozio di giocattoli, si troverà alle prese con uno strano pupazzo, un orsetto rosso chiamato Little Bear. Pare sia la moda del momento, ma quel grazioso orsetto rosso diventerà la fonte di una serata movimentata all'interno del negozio.

    Puoi leggerlo ora gratuitamente, dal mio blog ufficiale... Buone feste a tutti! Terrore Di Natale

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    UN NATALE SENZA…

    La neve era scesa tutta la notte e aveva imbiancato l’intero circondario, ma d’altra parte a Rovaniemi la faceva da padrona. Quella vigilia l’aria era diversa però, vento di novità soffiava sulla Lapponia, atmosfera frizzante, di quelle che predicono una grande notizia. Mamma Natale stava ultimando le ultime leccornie per il classico cenone della Vigilia. Ogni anno, prima di partire, il... Altro...
    La neve era scesa tutta la notte e aveva imbiancato l’intero circondario, ma d’altra parte a Rovaniemi la faceva da padrona. Quella vigilia l’aria era diversa però, vento di novità soffiava sulla Lapponia, atmosfera frizzante, di quelle che predicono una grande notizia. Mamma Natale stava ultimando le ultime leccornie per il classico cenone della Vigilia. Ogni anno, prima di partire, il marito degustava, insieme a tutti i suoi elfi, piatti da tutto il mondo, preparandosi al grande viaggio con una bella abbuffata. Questo lo rendeva più umano, riusciva ad immergersi nei sentimenti di chi lo aspettava tutta la notte. Il grande salone era già pronto, gli elfi e tutti gli abitanti di Rovaniemi trepidavano per la cena, molto affamati dopo aver passato l’ultimo mese ad incartare regali più disparati per bambini di tutto il mondo. Grandi ghirlande ornavano le finestre, mentre l’enorme sempreverde illuminava la stanza con le sue mille lucine. Colori sgargianti, oro, rosso, argento, blu…Le decorazioni della famiglia Natale esulavano dalla moda del momento, da sempre amavano utilizzare tutti i colori disponibili. Sul grande tavolo i segnaposti erano sistemati, Babbo Natale amava chiamare per nome – e li conosceva tutti – ogni suo aiutante. Ghirlande anche sulle sedie, sparso ovunque vischio per permettere a chiunque di diffondere amore durante quella grande festa. Quella mattina Babbo Natale aveva radunato tutta la famiglia, mamma e figli Natale, elfi e folletti e fatine, e aveva comunicato:  “Questa sera ci sarà una grande novità per tutti voi, quello che vedrete non si ripeterà per anni. State in guardia miei cari Elfi, resterete esterrefatti”.  Si guardarono tutti, allibiti, non c’era mai stato spazio per le novità a Rovaniemi, tutto era dominato dalla tradizione, ogni anno. Il primo dicembre si iniziava l’incartamento, il 24 si sellavano le renne e la sera si cenava alla grande mensa, a mezzanotte tutti salutavano il vecchio Natale, mentre Mastro Tempo rallentava il grande orologio per permettere al signore in rosso di consegnare ogni regalo. L’aria era frizzante, tutti parlottavano tra loro immaginandosi il grande annuncio.  “Secondo me va in pensione”  ”NON andrà mai in pensione, i figli non sono ancora pronti per sostituirlo” Insomma un gran vociare di idee, ognuno aveva la propria.                                                                           DRIIIIN la campanella della cena aveva suonato. Tutti presero posto rapidamente, le pesanti tende cremisi si aprirono e lui uscì col volto coperto da un foulard rosso come il suo abito. Si sedette a tavola, a capo tavola, sorrise con gli occhi a tutti i suoi commensali e calò un silenzio tombale. Trepidazione, ansia e curiosità dominavano l'atmosfera del grande salone. Ma Babbo Natale non aveva fretta. "Salve a tutti cari commensali, vi starete chiedendo come mai porto questo sciallè intorno al mento. Presto lo scoprirete!" "Dai Babbo Natale, parlaci della novità, siamo tutti in attesa del grande annuncio" "Non è un annuncio quel che devo farvi, cari miei. Quel che vedrete vi stupirà, renderà questo Natale memorabile e vi farà comprendere una grande lezione: spesso, per migliorarci, dobbiamo sottrarre e non aggiungere" Mamma Natale e gli elfi cuochi iniziarono a servire il pasto, ma Natale restava a volto coperto. Serviti tutti si pronunciò nuovamente: "È giunto il momento di svelarvi questo segreto". Pian piano si tolse il velo che gli copriva il mento, con movimenti lenti e perentori…Un grande “ooooooooohhhhhhhhhh” invase la sala Babbo Natale si era tagliato la barba e mostrava a tutti il suo viso nudo.

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    Il cenone

    Il cenoneEra da solo in casa. Tutta la sua famiglia , parenti vicini e lontani , si erano presi il covid. Ed erano in isolamento. Si accingeva a passare l'ultimo dell'anno da solo . Si sedette in poltrona e accese la radiolina. Era una piccola radio non digitale, tradizionale, con antennina. Fece scorrere il cursore e si fermo' su alcune stazioni radio. Musica, notizie, deejay che commentavano-era... Altro...

    Il cenone

    Era da solo in casa. Tutta la sua famiglia , parenti vicini e lontani , si erano presi il covid. Ed erano in isolamento. Si accingeva a passare l'ultimo dell'anno da solo . Si sedette in poltrona e accese la radiolina. Era una piccola radio non digitale, tradizionale, con antennina. Fece scorrere il cursore e si fermo' su alcune stazioni radio. Musica, notizie, deejay che commentavano-erano i nuovi  opinionisti-e telefonate dei radioascoltatori. Questi ultimi ci tenevano a far sapere che avrebbero passato l'ultimo dell'anno in compagnia. Avrebbero brindato. Poi i botti. E i cani e i gatti, poveretti? Sei il solito animalista ed ecologista sognatore in un mondo che ha macellato migliaia di  agnelli per il cenone, penso'. Dobbiamo uccidere l'anno che e'passato. Lasciateci festeggiare, dicevano  i radioascoltatori. Lasciatelo lavorare, dicevano di Berlusconi. Quando non vedi le facce te le immagini. La radio e' uno strumento per ciechi che stimola l'immaginazione. Le trasmissioni radio sono diari orali. Puoi ancora farti il tuo film. Dette una scorsa ai social, sul telefonino. La sua finestra sul mondo dove si affacciava per vedere le migliori versioni che gli altri volevano dare di se'. Figuriamoci le peggiori, penso'. La solita collezione di foto di piatti succulenti per il cenone. Gli auguri di rito. Cuoricini e vogliamoci bene. A volte pero' i rapporti virtuali possono essere piu'sinceri di quelli reali, penso'. Durante il cenone sei impegnato a elogiare i cuochi e a spazzolare i piatti come un reduce del Biafra collezionando colesterolo invece che denutrizione. Il cenone e' dispersivo. La comunicazione e'disturbata dal cibo consumato per gola. Come fosse droga. Poi prese il telecomando e fece zapping. Vide dieci minuti de Il barbiere di Rio, con Abbatantuono improbabilissimo barbiere romano che va ad innamorarsi in un  Brasile altretranto improbabile. Poi le notizie. 127 mila contagi e quasi 200 morti, per covid. Inseguiamo l'immunizzazione con i vaccini ormai da tre anni. La gente quasi ha voglia di arrendersi. Curioso, penso'. La gente con maggior voglia di socializzare era quella meno comunicativa.  Gia'. In che cosa si concretizzava questa voglia di socializzare. Questa voglia di liberta'? Perche' soffrivano? Perche' non potevano andare al ristorante?  Il problema era il ristorante...non che ci fossero persone che non  potevano mangiare. Ma che andava a pensare? Le crisi mondiali si erano risolte davanti ad una bella fiorentina. La fissione atomica l'avevano decisa davanti a dei cannelloni ripieni. Giusto? Avrebbero detto che era il solito snob, se avessero letto i suoi pensieri. Il solito radicalchic. Il solito asociale odiatore di bagni di folla. Invece sarebbe stato bello che fosse tutto aperto.  Nuovi Freud avrebbero parlato del cunnilingus mentre mangiavano ricci di mare. Spense tutto e apri' un libro che aveva a tiro. Era l'autobiografia di Che Guevara  di Kalfon. Quasi mille pagine. Apri' la pagina dov'era arrivato. Poi penso' a quello che aveva letto sino a quel momento . Che Guevara per tutta la vita , riguardo al mangiare, era stato un fachiro. Aveva mangiato quanto poteva quando poteva. Per resistere meglio quando non avrebbe potuto mangiare. Aveva viaggiato in tutto il mondo e conosciuto migliaia di persone, in quel modo, molte delle quali gente comune. Ma alla fine  era un uomo solo. Solo con la sua asma. Solo con le due idee. Solo con con i suoi affetti. Eppure cosi amato, a distanza. Si. Si poteva anche non consumare nessun cenone, quell'ultimo dell'anno, perso' di se'. Si sarebbe nutrito degli affetti a distanza. Quegli affetti che costituiscono il vero nutrimento della vita e che  un maledetto virus li separava da lui, con il corpo. Rendendoglieli pero' piu'vividi in spirito.

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    Sognando Ginger Rogers

    Viale Milton è una strada signorile, in una zona tranquilla della città; qui, in una fredda notte di dicembre, la vita di sei personaggi si incrocia in modo drammatico. Un padre serio e presente, un tossico, una ragazza appassionata, un'insegnante forte e determinata, un figlio responsabile e maturo, una donna in carriera. Tutti diversi, ma tutti alla ricerca di un po' di felicità, e, proprio n... Altro...

    Viale Milton è una strada signorile, in una zona tranquilla della città; qui, in una fredda notte di dicembre, la vita di sei personaggi si incrocia in modo drammatico. Un padre serio e presente, un tossico, una ragazza appassionata, un'insegnante forte e determinata, un figlio responsabile e maturo, una donna in carriera. Tutti diversi, ma tutti alla ricerca di un po' di felicità, e, proprio nella dimensione del sogno e dell'evasione, sullo sfondo dei film in bianco e nero di Ginger e Fred, il destino li porterà a incontrarsi e a riconoscersi.

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