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    Brescia

    Non andare, raccontami cos'è l'infernose dal sole piove ancora cenere, travestita d'invernoe le solite mani si toccano, sognando l'eternoquando là fuori lo spirito muore, per l'odio fraterno,Sto finendo l'inchiostro dal braccio, ora non posso fermarmisono all'ultimo piano che urlo, non sono capace a frenarmiho diviso le stelle dal cielo, per te so che li odi i legamihai visto più quadri che vol... Altro...

    Non andare, raccontami cos'è l'inferno

    se dal sole piove ancora cenere, travestita d'inverno

    e le solite mani si toccano, sognando l'eterno

    quando là fuori lo spirito muore, per l'odio fraterno,

    Sto finendo l'inchiostro dal braccio, ora non posso fermarmi

    sono all'ultimo piano che urlo, non sono capace a frenarmi

    ho diviso le stelle dal cielo, per te so che li odi i legami

    hai visto più quadri che volti, sono finti come gli origami,

    Fuori la notte fa freddo, sembra Brescia all'ultimo dell'anno

    ho visto morire dei sogni ho paura la vita sia solo un inganno

    ho preso per mano dei fogli se tiro le righe qualcosa diranno

    pure se finirò solo le porte che ho aperto non si chiuderanno,

    M'importa poco se sbaglio, se ascolto le voci o se lascio

    un unico sguardo che possa riaprire davvero l'inutile guscio

    ieri ti ho vista in un sogno, stavi annegando nel bagno

    la morte restava a guardare rideva rubava la voce al bisogno.

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    IN THE SHADOW OF A SPIDER'S WEB

    Sta sul cornicioneil mimo scalzo,s'arrampica alla lunalungo alzane di fiandra,cerca a tentoni la portadella notte,il pàthos di ludiche rapsodie.Piovono sassi sopra il cuoredissecca la rosa tra le labbra,l'occhiale sbilencorifrange il pergolato.La sfera piramidalesi finge in corde d'arpa,si moltiplica l'ederadans la mémoire,il bacio brevedel Coup de Théâtre.Sorseggi l'ultimo verbodell'Elegia ka... Altro...

    Sta sul cornicione

    il mimo scalzo,

    s'arrampica alla luna

    lungo alzane di fiandra,

    cerca a tentoni la porta

    della notte,

    il pàthos di ludiche rapsodie.

    Piovono sassi sopra il cuore

    dissecca la rosa tra le labbra,

    l'occhiale sbilenco

    rifrange il pergolato.

    La sfera piramidale

    si finge in corde d'arpa,

    si moltiplica l'edera

    dans la mémoire,

    il bacio breve

    del Coup de Théâtre.

    Sorseggi l'ultimo verbo

    dell'Elegia kafkiana,

    il morfema singolare si discosta

    dalla scomposizione postuma

    della Querelle des Anciens

    et des Modernes,

    e nella feritoia estetica 

    s'impaglia lo screzio dell'alveare.

    Che sia silenzio o sospensione

    la proporzione fra due tempi,

    dell'erba falciata nell'inéclos

    della pescaia,

    di pendole appoggiate alle pareti,

    mal s'accorda il disadorno vischio.

    Ti fanno strie sul capo

    le righe di pencole persiane,

    le nervature di avite case,

    il florilegio sui nenuferi

    bluastri della scacchiera,

    sullo strapiombo.

    Thea Matera©️

    Dal libro:"CARTEGGI PERPENDICOLARI ", Amazon.it

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    Cosa ti piace della citta?

    Cosa ti piace della città?I palazzi non sono alla tua altezza e i toni grigi non si abbinano ai tuoi sorrisi, sapevo di star sbagliando lasciandoti li...e lo spreco degli ultimi momenti insieme si fa sentire non soltanto per la tua distanza ma per le fantasie che faccio nell'attesa del nostro ritorno...Sai quand'ero piccolo credevo che far del bene significasse intervenire...per qualcuno...per qu... Altro...

    Cosa ti piace della città?

    I palazzi non sono alla tua altezza e i toni grigi non si abbinano ai tuoi sorrisi, sapevo di star sbagliando lasciandoti li...e lo spreco degli ultimi momenti insieme si fa sentire non soltanto per la tua distanza ma per le fantasie che faccio nell'attesa del nostro ritorno...

    Sai quand'ero piccolo credevo che far del bene significasse intervenire...per qualcuno...per qualcosa...ma immaginare la tua sola presenza sembra ripararmi dal cielo...appena prima che mi crolli addosso...

    Non sai quanto è lunga la notte qui...non passa mai...e il dolore è atroce, come una costante lama che entra e esce dalla carne...ma quale carne poi? È come se non avessi più le braccia, le ho lasciate su quella montagna, molli come stracci...ma non è di certo sotto questi pensieri che mi addormenterò questa sera, il mio obbiettivo per domani sarà di riuscire ad alzarle...e non solo per qualche secondo ma il tempo giusto di un abbraccio, il tempo poi di dimostrarlo e il tempo esatto per rifarlo...

    Mi vergogno un po' che sia solo questo a tenermi impegnato, che un solo colpo abbia voluto il mio destino cambiato...mi auguro tempi migliori per noi, spero di poter tornare presto, tu portami nel tuo cuore amore mio, per sempre, io porterò con me i tuoi occhi, è un ricordo sufficiente e ormai l'unico che mi faccia ancora sorridere.

    Sempre tuo Oscar

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