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    L'HISTOIRE D'UNE VIE (A Cesare Pavese)

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,ancorato ad una stella,mai tacesti parolache non fosse terra d’alberi e di strade,il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,di nidi sopra i tetti,ostinata brezza sulle colline avvolte.Urla il cuore all’alba che non giungea placare l’anima sul soglio dell’ignoto,torce la luce nel fiotto del bacile.Esacerbata notte che s’arrende,affiora dai disciolt... Altro...

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,

    ancorato ad una stella,

    mai tacesti parola

    che non fosse terra d’alberi e di strade,

    il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,

    di nidi sopra i tetti,

    ostinata brezza sulle colline avvolte.

    Urla il cuore all’alba che non giunge

    a placare l’anima sul soglio dell’ignoto,

    torce la luce nel fiotto del bacile.

    Esacerbata notte che s’arrende,

    affiora dai disciolti nimbi

    la fievole apparenza,

    cuspide la ruga sullo specchio,

    il segno del prodigio nel cuore di una viola...

    e quell'amore che non fu mai gancio

    ma fuggente desiderio,

    inafferrato gaudio, agognato sorso.

    Thea Matera

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    Affreschi campestri

    Luminescente calore solare scaturivadal cielo vermiglio di mezz’estate.I contadini zigzagavano nella terraalla ricerca dell’ombra rinfrescanteche alcuni alberi donavanocon le loro folte chiome.Nonostante il caldo soffocante,i fanciulli giuocavano sotto il sole,provocandolo e beffeggiandolo,quasi a dire che i suoi ragginulla potevano contro la forzadell’adolescente gioventù.Banchetti si prep... Altro...

    Luminescente calore solare scaturiva

    dal cielo vermiglio di mezz’estate.

    I contadini zigzagavano nella terra

    alla ricerca dell’ombra rinfrescante

    che alcuni alberi donavano

    con le loro folte chiome.

    Nonostante il caldo soffocante,

    i fanciulli giuocavano sotto il sole,

    provocandolo e beffeggiandolo,

    quasi a dire che i suoi raggi

    nulla potevano contro la forza

    dell’adolescente gioventù.

    Banchetti si preparavano sotto tendoni ombreggianti,

    cibi freschi, frutta di stagione e vini leggeri.

    Tutta la contrada si riuniva a pranzare

    dopo il duro lavoro svolto nei campi.

    Poi si danzava, quasi a ringraziare Dio

    per il fortunato raccolto,

    o solo per dimenticare la stanchezza

    accumulata nella giornata.

    Erano tempi memorabili, improponibili oggi.

    Smarrita la genuinità.

    L’immancabile utilizzo sfrenato delle macchine

    ha ucciso la semplicità dell’uomo.

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