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Il Grande Oblio Olocausto del Congo

[Se la Storia non dice, la Poesia urla]

Fiume di Nebbia, nelle tue profonde acque segreti di sangue, gemito di morti che scorre, di mani mozze affumicate, nell’indifferenza.

Piedi marci di infanti battono sentieri di inferni, la nebbia scende a fiotti, copre i colpi delle chicottes con le feroci melodie di morti senza tombe.

Ti chiamano Nsala, rabberci i resti della tua bambina, due gracili spezzatini per cani su un davanzale freddo,

passavi nelle trame di resina le dita leste, rattoppi nodosi di fame e rincorrevi quel paradiso bianco di pane su rade colline e radure.

Nero, ancora gli occhi lerci di bianco ti braccano accanto

e l’urlo tuo strozzato dalla storia si leva come d’un pianto.

Da queste pagine strappate alla memoria s’ode l’urlo di corpi sfregiati dalle corde

con i musi a terra di sangue

e di catene.

E’ un male l’uomo che dimentica ma peggiore è l’uomo che non sa.

G.L.

(Collana Isole)

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