Sapete cos’è la malachite? E la leggenda legata a questo tipo di pietra? No?
Una leggenda narra che la Malachite protegge talmente tanto chi la possiede al punto di autodistruggersi una volta assolto il proprio compito. Quando la pietra si esaurisce diventa opaca, perde la sua brillantezza originaria e necessita di essere ricaricata per tornare ad essere efficace.
Ilgaz è un po’ come questa pietra preziosa,si autodistrugge pur di proteggere la donna che ama,perdendo brillantezza giorno dopo giorno.
Hanno attraversato insieme periodi bui,ma Ilgaz non ha ceduto,la roccia che è in lui non si è sgretolata anche dopo aver saputo che l’assassino che tanto stava cercando era proprio accanto a lui. D’altro canto Ceylin era caduta molte volte,ma grazie a lui si era sempre rialzata,aveva trovato la forza di andare avanti e di vivere. Ilgaz le aveva detto che col dolore doveva imparare a convivere,che non sarebbe mai andato via,avrebbe sempre fatto parte di lei. Lui lo sapeva bene,aveva perso sua madre pochi anni prima a causa di una malattia,ma comunque la sua vita continuava a scorrere normalmente ed anzi ora aveva un buon motivo per farlo: stava per nascere una nuova vita,stava per arrivare la piccola Kiymet.
Era ormai passato 1 anno dalla morte di Zafer e dall’arresto di suo padre e suo fratello,si erano finalmente sposati,erano andati a vivere insieme in una nuova casa ed ora stavano per avere una bambina. Ilgaz ricordava perfettamente il giorno in cui Ceylin scoprì di essere incinta. Quel giorno non erano ad Istanbul,avevano intrapreso un tour con il caravan della mamma di Ilgaz. Era un venerdì mattina come tutti gli altri, si trovavano a Bolu,avevano posteggiato il caravan in riva ad un lago ed avevano dormito all’aria aperta,abbracciati sotto le stelle. Per tutta la notte Ilgaz rimase immobile a fissare Ceylin che dormiva. La sua pelle olivastra illuminata dalla luce della luna,le sue labbra rosa vivo e i suoi capelli castani che scendevano lungo il corpo. Ilgaz ricordava ancora il loro profumo, era un misto di fiori di lavanda e gelsomino. Quando la mattina aprì gli occhi,accanto a lui non c’era Ceylin,ma una coperta vuota. Ilgaz si fece prendere dal panico: forse si era persa nel bosco? Ad un tratto la porta del caravan si spalancò e Ceylin avanzó piano verso di lui in lacrime. Aveva qualcosa in mano,qualcosa che stringeva con forza.
“Ceylin stai bene?” le chiese subito Ilgaz.
Quelle non erano lacrime di dolore,ma di gioia.
“Sono incinta!” urló Ceylin,piangendo e ridendo allo stesso tempo.
Ilgaz si alzó di scatto,corse verso di lei e la prese in braccio.
“Ma come…?” disse balbettando Ilgaz.
“Erano un po’ di giorni che mi sentivo strana,sapevo che in me c’era qualcosa che non andava,avevo una strana sensazione. Stamattina all’alba mi sono alzata per andare in bagno e avevo la nausea. Così ho deciso di fare il test ed eccomi qua. Scusami se non ti ho svegliato” rispose Ceylin mostrando fiera il test positivo.
Ilgaz scoppiò a piangere,non pensava minimamente di avere una moglie o addirittura un figlio nella vita. Essere padre significava questo? Era così che ci si sentiva?
Guardò fiero sua moglie,gli occhi le brillavano. La loro famiglia stava per allargarsi. Un pensiero andò a Zafer: sarebbe stato felice di crescere un nipotino o una nipotina. In quel momento Ceylin fissava un punto impreciso al di là del lago. Forse stava pensando la stessa cosa…