in

MÉLOPLASTE

Salivano verso il cielo
legnosi vampi,
storti echi di portali,
sgocciavano pinti teli dai balconi,
a spirale si placavano le vecchie fontane nel vociare di civette.

Non ricordo che un pallido
disegno d’occhi
nel cielo capovolto che scolora,
di passi incerti su zerbini di conchiglie rosse;
riposa nel fogliame
la pagina divenuta bianca,
nella fessura in cui ricadde
la coda dell’accento
– rignata forbice di cavallette –
enumeri le bolle di sapone
come chicchi d’uva nera ammucchiati sotto alberi di lana.
M’inventai una nuvola
sul rovescio blu della medaglia,
sulle ginocchia raggelate
dal crampo inesorabile del tempo dove si snoda  – condanna del passato – il sasso nello stagno.

Thea Matera

Cosa ne pensi?

0 Blops
Blop

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

"Le donne di Maddalena” di Mormandi

“Moti d’inerzia”, di Mariagrazia Spadaro