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    Ha pagato in anticipo

    Non c’è due senza tre. Si dice ed è vero. Almeno nel caso dell’attività letteraria di Maurizio Costacurta, un architetto prestato alla letteratura. Dopo un romanzo monumentale a sfondo autobiografico, “Non la vedevo da un sacco di tempo”, un altro romanzo breve o racconto lungo, “Quei Silenzi Pieni Di Parole”, con questa sua terza opera, una novella dal titolo “HA PAGATO IN ANTICI... Altro...

    Non c’è due senza tre. Si dice ed è vero. Almeno nel caso dell’attività letteraria di Maurizio Costacurta, un architetto prestato alla letteratura. Dopo un romanzo monumentale a sfondo autobiografico, “Non la vedevo da un sacco di tempo”, un altro romanzo breve o racconto lungo, “Quei Silenzi Pieni Di Parole”, con questa sua terza opera, una novella dal titolo “HA PAGATO IN ANTICIPO”, Maurizio si cimenta, nientemeno, che col genere giallo, ma, attenzione! Non si tratta di un giallo classico, del solito giallo pieno zeppo di omicidi, sirene spiegate, polizia, detective arguti, sangue e rilievi necroscopici, bensì di un giallo che definirei psi- cologico-informatico e, per di più, di stampo pirandelliano. Riguarda un caso di doppia personalità. Ed è, come gli altri due suoi libri, anche questo contrappun- tato, direi permeato, da una delle sue grandi passioni: la musica pop, in particolare quella inglese.

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    Il rock progressico

    Se chiedete di Maurizio al nostro amico Salvatore Mazzarella vi dirà che, mentre molti erano fermi alla musica italiana, già alla fine dei “mitici anni ‘60” Maurizio ascoltava “altra musica”, fuori da quella italiana e da alcuni stereotipi britannici e americani. Anzi, appena ascoltammo “Abbey road” e “Electric Ladyland” abbandonò progressivamente la musica italiana (quasi tut... Altro...

    Se chiedete di Maurizio al nostro amico Salvatore Mazzarella vi dirà che, mentre molti erano fermi alla musica italiana, già alla fine dei “mitici anni ‘60” Maurizio ascoltava “altra musica”, fuori da quella italiana e da alcuni stereotipi britannici e americani. Anzi, appena ascoltammo “Abbey road” e “Electric Ladyland” abbandonò progressivamente la musica italiana (quasi tutta), per ascoltare “altro”. Io e Salvatore facciamo fatica ancora oggi, i Rolling Stones, ci fanno accapponare la pelle.

    Per noi tre: per me e Salvatore Beatles e basta ancora oggi, Maurizio non solo Beatles per sempre, ma tutta la musica, quasi tutta degli anni ’60 e ’70 è parte della sua cultura, che, ovviamente, non è solo ascoltare. E ha deciso di scrivere quello che per tanti versi potrebbe essere un saggio, perché gli han detto “come mai uno con la tua passione non ha mai fatto niente con la musica”.

    Giuseppe Monti, altro nostro amico, sentendo che Maurizio avrebbe scritto un saggio, ha detto: “Un saggio da uno che non è mai stato saggio? La penna del contrabbasso”.

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