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    Romanzo digitale, di Antonio Pascotto

    Romanzo Digitale di Antonio Pascotto è edito dalla casa editrice Jolly Roger Edizioni per la collana IQ133 Narrativa Aumentata, in distribuzione da settembre 2023.C’era una volta un tempo in cui i giorni si contavano strappando i fogli da un blocchetto. C’era una volta, e poi nulla più.Il mondo è in continua evoluzione, sta attraversando una fase di importanti innovazioni, e noi, anche inco... Altro...

    Romanzo Digitale di Antonio Pascotto è edito dalla casa editrice Jolly Roger Edizioni per la collana IQ133 Narrativa Aumentata, in distribuzione da settembre 2023.

    C’era una volta un tempo in cui i giorni si contavano strappando i fogli da un blocchetto. C’era una volta, e poi nulla più.

    Il mondo è in continua evoluzione, sta attraversando una fase di importanti innovazioni, e noi, anche inconsciamente, stiamo cambiando insieme a Lui.

    Questo preambolo introduttivo rappresenta appieno il romanzo di Antonio Pascotto. L’autore ci accompagna attraverso gli occhi di Giancarlo, il protagonista, che sottoforma di diario paragona passato e presente; il confronto tra i due è notevole e lo sottolinea. Del resto, l’evoluzione tecnologia degli ultimi anni ha cambiato inevitabilmente le nostre abitudini e il nostro stile di vita: oggigiorno, per esempio, è facile trovare robot che scrivono poesie, che pongono quesiti e che, attraverso algoritmi sofisticati, allungano addirittura la vita dell’uomo. La realtà odierna, forse è assurdo ammetterlo, è governata dalle intelligenze artificiali. Ma proprio l’assurdo è ormai parte integrante della nostra esistenza: la realtà aumentata è la regola, la solitudine digitale non tarda ad arrivare e i taxi non hanno conducente. Romanzo Digitale, però, offre uno sguardo attento sul passato, per capire il presente, ma anche e soprattutto il futuro: si parte da un passato non così tanto remoto, quello della pandemia da Covid-19, all’intelligenza artificiale, fino ad arrivare a riflessioni accurate sui limiti tecnologici, sulle minacce e sul concetto di tempo. 

    Romanzo digitale sottolinea anche un altro importante concetto: il rispetto all’ambiente, che strizza l’occhio ai vecchi giochi da bambini, senza disdegnarne l’avvento dei nuovi. La nostalgia del passato cammina e “balla a braccetto” con il futuro, in un mondo dove il Metaverso ha già preso piede e spalanca le porte a una realtà dove tutto è possibile. Romanzo digitale possiamo definirlo come “un racconto per immagini”: quelle che iniziano con la pandemia, che ha accelerato la fase di transizione da un mondo all’altro, e quelle che si proiettano verso un futuro molto vicino. Realtà e immaginazione si mescolano in un viavai di momenti già vissuti e di altri che devono ancora arrivare, ma che sono oramai alle porte, alternandosi con le pagine dei diari del protagonista, che partono dal 2020, per arrivare fino al 2033. Ma Romanzo Digitale è tanto altro ancora. Attraverso una serie di riflessioni sul mondo che cambia, ma anche sul passato, a un certo punto, diventa anche una sorta di viaggio nel tempo. E proprio il tempo, infatti, è il filo conduttore delle pagine di questo libro, dove i ricordi descrivono emozioni che riemergono alla vigilia di grandi cambiamenti. Tempo e futuro sono in stretta correlazione.

    È possibile cogliere diverse sfaccettature del tempo: c’è il tempo che misura le ore e i giorni e quello che ancora deve arrivare; il tempo trascorso e quello che regaliamo agli algoritmi, quando restiamo incollati ai cellulari per ore; quello (sempre più veloce) impiegato dalle macchine dotate di intelligenza artificiale per svolgere un particolare compito; e poi ancora, il tempo che abbiamo ancora a disposizione (ma non per molto) per tutelare l’ambiente ed evitare la catastrofe. La costante, però, è unica: il tempo oscilla come un pendolo.

    Info biografiche 

    Antonio Pascotto è giornalista e lavora a Mediaset ormai da molti anni, dal 1993. Attualmente, è caporedattore della testata TgCom24. Antonio ha varie pubblicazioni alle spalle e, tra le più rilevanti, riportiamo: La televisione senza palinsesto. Contenuti nella tivù dell’era digitale, De Angelis Editore, 2007; Alberto Sordi. Il cinema e gli altri, De Angelis Editore, 2008; L’informazione connessa, Armando Curcio Editore, 2012; Il mondo senza Internet. Connessioni e ossessioni. Dallo scandalo Facebook alla quiete digitale, Male Edizioni, 2019. 

     

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    Estratto da: Pristine – Il futuro intatto

    Alla nostra destra distese verde scuro, color alga, di fitti alberi stretti l’uno vicino all’altro, interrotti da macchie di rocce a gradini su cui scivolano piccoli ruscelli che si tuffano giù per dirupi. Solchi grandi su cui piccoli corsi d’acqua scorrono comodamente. Vestigia di una abbondanza idrica rievocata ma ormai persa.“Adesso percorreremo la costa fino a Long Island, non ho prop... Altro...

    Alla nostra destra distese verde scuro, color alga, di fitti alberi stretti l’uno vicino all’altro, interrotti da macchie di rocce a gradini su cui scivolano piccoli ruscelli che si tuffano giù per dirupi. Solchi grandi su cui piccoli corsi d’acqua scorrono comodamente. Vestigia di una abbondanza idrica rievocata ma ormai persa.

    “Adesso percorreremo la costa fino a Long Island, non ho proprio voglia di viaggiare sulla terraferma col rischio di beccare qualche drone della security di Fort Smith e perdere mezzora per farci ispezionare, tenteremo la fortuna tagliando dritto per Manhattan dal collo di terra dal quale parte l’isola”.

    In silenzio sono impegnato a scrutare l’orizzonte e il panorama cangiante che presto diventa pieno di strade dissestate immerse tra gli alberi prima, tra erba secca dopo. Approfittando della quiete, non riesce ad aspettare il viaggio di ritorno come promesso e comincia a farmi domande su un’epoca passata che ho in qualche modo vissuto, mi chiede anche se può soprannominarmi <<viaggiatore>> visto che nella sua testa il mio fittizio salto temporale ha una cornice romanzata.

    L’aria all’esterno comincia ad oscillare, come quanto fluttua sospesa su un asfalto rovente. Naresh continua a tempestarmi di domande stupide sui videogiochi, sui fast food e sulle app di incontri, occasionalmente spiegandomi che stiamo circumnavigando quello che rimane di Cape Cod e residui a pelo d’acqua di Nantucket, per poi ritrovarci affiancati alle antenne dell’isola di Long Island nello stato di New York. È parecchio sottile la striscia di terra rimasta a galla e dopo averla percorsa tutta giriamo a destra per ritrovarci davanti la Statua della Libertà con i piedi a mollo, pendente in maniera simile alla Torre di Pisa, a causa della corrosione della sua struttura metallica. Alle sue spalle in lontananza vedo i primi palazzi sventrati e quando finalmente li raggiungiamo mi si stringe un nodo alla gola ad assistere a queste enormi dita ossute ergersi dall’acqua, puntate verso un cielo vibrante di fuoco. Gli unici colori attorno a noi sono il grigio, il marrone e il rosso. New York è una landa desolata di ruggine, cemento e polvere.Naresh è elettrizzato, mi indica quello che rimane delle insegne appena visibili fuori dall’acqua di luoghi simboli del consumismo e dell’irrequietezza, dove si gustavano caffelatte da dieci dollari al bicchiere, dove si mangiavano hamburger tra cimeli di artisti musicali o dove era possibile vedere gli spettacoli più in vista, alla Radio City Music Hall, di cui a malapena si riesce ancora a vedere la scritta <<Radio>>. Naresh ha difficoltà a trovare Times Square, senza le insegne luminose e la gente che sgambetta agitata, torva in viso, è impossibile identificarla.

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