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    AVVENTURIAMO

    AVVENTURIAMO è un libro scritto per avvicinare grandi e piccini al fantastico mondo della natura e ricordarci quanto essa sia preziosa e fondamentale per la nostra stessa esistenza. In una civiltà votata prettamente al consumo che ha perso di vista l’importanza di tutelare l’ambiente in cui vive, prendere atto o riportare alla mente le meraviglie della natura è sicuramente un primo piccolo ... Altro...

    AVVENTURIAMO è un libro scritto per avvicinare grandi e piccini al fantastico mondo della natura e ricordarci quanto essa sia preziosa e fondamentale per la nostra stessa esistenza. In una civiltà votata prettamente al consumo che ha perso di vista l’importanza di tutelare l’ambiente in cui vive, prendere atto o riportare alla mente le meraviglie della natura è sicuramente un primo piccolo ma fondamentale passo per cambiare rotta.

    Puoi scoprire di più qui: https://www.ilfotomatico.com/avventuriamo/

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    OPORA (Ut Pictura Poesis)

    E di Settembrenon volli tornarealla foglia rossache s'affoltanel risciaquìo di pozze,all'oro che giacedi snudate radici,d'inquieti stormie di giardini stagni,dell'immutabile andare...strinato cielo di vendemmiapuniceo ventaglio di corniola,come cieco fuocova spegnendosi d'amore.Thea Matera ©️... Altro...

    E di Settembre

    non volli tornare

    alla foglia rossa

    che s'affolta

    nel risciaquìo di pozze,

    all'oro che giace

    di snudate radici,

    d'inquieti stormi

    e di giardini stagni,

    dell'immutabile andare...

    strinato cielo di vendemmia

    puniceo ventaglio di corniola,

    come cieco fuoco

    va spegnendosi d'amore.

    Thea Matera ©️

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    Mi è bastato quel raggio di sole

    Viandanti, con il cuore stretto tra le labbraancora nude.Tremano e rincorrono un abbraccio,mentre io rimango stretta al mio sole,perché mi bastino i suoi raggi,seppur con l'umore grigio e in tempesta. E ho affogato il dispiacere nel brindisidel suo cuore,sfavillante tristezza di immensa natura. Ma questi viandanti non sanno ripartire forse,mentre a me basta quel tiepidoraggio d'Aprile.&... Altro...

    Viandanti, con il cuore stretto tra le labbra

    ancora nude.

    Tremano e rincorrono un abbraccio,

    mentre io rimango stretta al mio sole,

    perché mi bastino i suoi raggi,

    seppur con l'umore grigio e in tempesta. 

    E ho affogato il dispiacere nel brindisi

    del suo cuore,

    sfavillante tristezza di immensa natura. 

    Ma questi viandanti non sanno ripartire forse,

    mentre a me basta quel tiepido

    raggio d'Aprile. 

    Sole. 

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    Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson

    Autore: Selma Lagerlöf⠀⠀Valutazione: 😀😀😀😀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Giudizio breve: romanzo di avventura-formazione-educativo della premio nobel Selma Lagerlöf, un viaggio per la Svezia del primo Novecento affascinante e condita di miti e leggende. Bello per i ragazzi, ma anche per gli adulti.⠀⠀⠀⠀⠀Recensione completa su finestrelle.wordpress.com... Altro...

    Autore: Selma Lagerlöf⠀⠀

    Valutazione: 😀😀😀😀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀

    Giudizio breve: romanzo di avventura-formazione-educativo della premio nobel Selma Lagerlöf, un viaggio per la Svezia del primo Novecento affascinante e condita di miti e leggende. Bello per i ragazzi, ma anche per gli adulti.⠀⠀⠀⠀⠀

    Recensione completa su finestrelle.wordpress.com

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    DANZA NELL'UNIVERSO DI TERESA AVERTA

    https://youtu.be/rl5H6qd7N9s

    EMOZIONI... SENSAZIONI...  E RICORDI SULLE NOTE DI ENNIO MORRICONE

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    LUNA INNAMORATA

    Innamorata più che mai del sole,ero celata in un timido velo.Pensai di nascondermi e chiesi al ventodi non svelar il mio volto d’argento.Rimasi nel cielo con un po’ di fortunaio regina della notte e timida lunaaspettavo lui alle porte dell’aurorae solo a vederlo, tremavo ancora.Spuntava lui: il sol trionfantecavalcava le nubi il mio tenero amante.S’innalzava maestoso sui bianchi montilo a... Altro...

    Innamorata più che mai del sole,

    ero celata in un timido velo.

    Pensai di nascondermi e chiesi al vento

    di non svelar il mio volto d’argento.

    Rimasi nel cielo con un po’ di fortuna

    io regina della notte e timida luna

    aspettavo lui alle porte dell’aurora

    e solo a vederlo, tremavo ancora.

    Spuntava lui: il sol trionfante

    cavalcava le nubi il mio tenero amante.

    S’innalzava maestoso sui bianchi monti

    lo accoglieva l’alba nel suo incanto.

    Lo seguivo nascosta e lo guardavo

    e pallida e triste piangevo,

    ma lui preso a scaldar l’universo,

    di me, Luna non si accorgeva.

    Quante lacrime per il sole

    versavo ... per amore.

    Ma lui le raccoglieva

    e le gettava al mare.

    Un bel giorno il vecchio, amico vento di ponente

    portò le mie risa fragorose e squillanti

    ma quando si accorse di me, era tardi ormai

    perchè non fu possibile incontrarmi mai.

    Da allora fui solitaria per le vie del cielo,

    decisi di percorrere furtiva il mio sentiero.

    le stelle mi seguivano a mille, a mille

    ed io dimenticavo il mio amore folle.

    “O sole mio” -gridai-

    anche se non ci incontreremo, mai

    sempre io ti amerò,

    ma sola e lontana da te vivrò.

    Mi specchierò nei fiumi, nei laghi

    e nelle fonti chiare

    dove il mio pallido volto

    potrai contemplare...

    non sarò mai per te dimora e casa

    piangerai la tua eterna malinconia

    in cielo, in terra e in ogni cosa.

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    Un libro…

    Come un seme,

    aspetta latente da qualche parte.

    Come un fiore,

    spunta e cresce liberamente.

    Come una foglia,

    si stacca dal ramo e vola ovunque.

    Come una radice,

    si fa strada nel profondo.

    E tu sei lì.

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    I MIEI MARI

    Abbraccio questo troncoabbandonato in questa rivache ha il sapore di saledi un oceanoChe si schiantòprima o dopo il mio naufragioe osservo la schiuma biancarimasta appiccicata sul mio corponello strappo ferocedelle tue piume volate sulle nuvole.Vicino a me eriCiò che dovevi essere,e ora sei disteso in un’urna d’acquae come una reliquia riposi in una vetrinaquasi fossi una bombonierainfrangib... Altro...

    Abbraccio questo tronco

    abbandonato in questa riva

    che ha il sapore di sale

    di un oceano

    Che si schiantò

    prima o dopo il mio naufragio

    e osservo la schiuma bianca

    rimasta appiccicata sul mio corpo

    nello strappo feroce

    delle tue piume volate sulle nuvole.

    Vicino a me eri

    Ciò che dovevi essere,

    e ora sei disteso in un’urna d’acqua

    e come una reliquia riposi in una vetrina

    quasi fossi una bomboniera

    infrangibile.

    Sudicio di luce

    Ti pulisti per rientrar

    nel buio dell’embrione in cui nascesti.

    Mi sono avventurata nell’universo

    a raccoglier per te

    migliaia di stelle…

    ma le spegnevi tutte

    ad una, ad una.

    E qui meglio

    mi sono riconosciuta,

    non ero per te “albero maestro”.

    Di mari ne ho attraversati tanti

    ma dentro le tue lacrime

    non avevo mai navigato.

    Non biasimo i tuoi sogni,

    adagiati nella culla dei ricordi

    ma lasciarmi naufragare

    nel silenzio

    è storia senza cuore

    e senza tempo…

    e in quelle occulte mani

    hai lasciato scivolare

    il senso della vita

    che non si è perso. Era il mio!

    Quella rara Felicità

    che ho accolto e compreso

    quando ho attraversato i “miei mari”.

    E in quell’azzurro mi sono rimescolata

    E in mezzo a quelle onde…

    ho lasciato andare mille tempeste.

    Mi sono conosciuta e amata,

    e non ho avuto più paura.

    La forza era il cielo riflesso nel mare.

    Il coraggio ero io che cercavo la riva,

    il porto sicuro,

    questi sono i miei mari,

    la mia nostalgia.

    La schiuma si è sciolta…

    su questo tronco solitario

    e i pesci danzano ancora nell’acqua.

    Or ch’è di nuovo è giorno

    la mia anima mi pare una corolla

    perché dentro i mari:

    son capitano della mia dolce vita.

    Teresa Averta

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    VELENO DOLCE

    Come veleno dolcezampilla e bisbigliala fonte del mio essereora che sei ritornatodal tuo lungo viaggioe assetato vuoi bere tuttii baci della mia bocca.Hai mangiato polvere e desertolontano dai miei occhi di fuoco...ora scivola sul mio corpo,semina pure il tuo amoree fiorisci come il silenzioso grano,prima che faccia inverno.Piangi pure le tue sventuresulle mie mammellecosì che possa berle:le tue ... Altro...

    Come veleno dolce

    zampilla e bisbiglia

    la fonte del mio essere

    ora che sei ritornato

    dal tuo lungo viaggio

    e assetato vuoi bere tutti

    i baci della mia bocca.

    Hai mangiato polvere e deserto

    lontano dai miei occhi di fuoco...

    ora scivola sul mio corpo,

    semina pure il tuo amore

    e fiorisci come il silenzioso grano,

    prima che faccia inverno.

    Piangi pure le tue sventure

    sulle mie mammelle

    così che possa berle:

    le tue lacrime di libertà.

    Dormi placido

    nella cuna dei miei seni,

    dopo avermi succhiato

    completamente l’anima.

    Teresa Averta

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    STORIA DI UNA LACRIMA

    Ti sei chiesto che cosa è una lacrima, che fine fa, dopo che nasce e muore... e muore veramente una lacrima?E quello che mi sono chiesta anch’io, fino a che, un meraviglioso giorno di questa fantastica vita, ho avuto il coraggio di chiederlo direttamente a Lei.Mia cara lacrima, so, quanto sei bella e sacra, e quando hai voglia di nascere, non guardi niente e nessuno; ma so che quando arrivi, bu... Altro...

    Ti sei chiesto che cosa è una lacrima, che fine fa, dopo che nasce e muore... e muore veramente una lacrima?

    E quello che mi sono chiesta anch’io, fino a che, un meraviglioso giorno di questa fantastica vita, ho avuto il coraggio di chiederlo direttamente a Lei.

    Mia cara lacrima, so, quanto sei bella e sacra, e quando hai voglia di nascere, non guardi niente e nessuno; ma so che quando arrivi, bussi, educata e fragile come sei, luminosa e pulita come non mai.

    Il mio cuore Ti ama e ti trattiene perché sa che servi, sei necessaria. È vero, sei solo acqua, ma sei Acqua pura, piena, e vera; acqua di sale, di dolore, di rabbia, acqua di emozione, di sofferenza, di gioia e di allegria, acqua e sempre acqua che ci libera, da tutto, da noi stessi, dalla prigione degli errori, dalla gabbia degli orrori, dalla guerra di quelli che si “credono” grandi, dalle battaglie quotidiane per un tozzo di pane e un briciolo di giustizia, acqua che ci inonda come un fiume e porta via tutti i detriti del peccato e delle vanità mondane.

    Mia cara lacrima, sei un dono. Un dono che non ha prezzo, gratuito, ma non tutto ciò che è gratuito è apprezzato. Per questo ti concedi a pochi, e fai bene, le lacrime non si consumano per niente. Le lacrime sono i fiori che sbocciano quando l’anima scoppia e rinasce a nuova vita, ed è una meraviglia ai nostri occhi, quando questo avviene!

    Ti voglio bene cara lacrima, perché sei spontanea e sincera e sei di tutti: uomini, animali e cose... piangono gli uomini, piangono i bambini e purtroppo piangono anche le cose e noi non ce ne accorgiamo. E sì, “piangono le cose” quando le dimentichiamo, quando le abbandoniamo, quando le maltrattiamo, quando le usiamo senza chiederci il vero senso del loro esistere. E quante volte abbiamo confuso persone e cose, lacrime e canzoni, soldi ed emozioni, titoli e falsità, miseria e nobiltà, vita e morte per uno spicciolo di eternità.

    È la vita... mia dolce lacrima, compagna cara e stretta delle mie notti insonni, amica fervente e devota nelle mie preghiere quando non riuscivo ad abbracciare nessuno, neanche chi mi stava accanto, con una calda tisana e un cuscino di piume.

    Lacrima, acqua santa che nasci da miei occhi innocenti, e solchi il mio viso passando delicatamente fra le rughe della mia esistenza, quanta strada hai fatto prima di attraversarmi, e finalmente eccoti qui, non ti asciugherò perché le lacrime non si asciugano, non ti berrò perché le lacrime non vanno ingoiate, ma devono sgorgare fuori, come acqua che zampilla di nuova vita, di felicità, di gioia senza fine.

    Cara lacrima, sei importante e meravigliosa: per amore nasci e per amore muori.

    E oggi... che so quanto vali, ti prego non morire sulla mia bocca, ma arriva dritta al cuore, una lacrima non va buttata via perché è un pezzo di noi, un pezzo di storia che non si può dimenticare.

    Teresa Averta

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    CREMINO IL TROVATELLO

    La tua e la mia, mio caro figlio, sì perché, per me sei un “ figlio” CREMINO! Ho partorito tre figli, e il dolore è scomparso come un fulmine a Ciel sereno, alla gioia di vedere le mie creature venire alla luce. Ma per te non è stato così. Tu sei per me, non un figlio qualunque, ma sei il figlio speciale, che ho “trovato” e che ho salvato, mio piccolo trovatello.Nel mio feedback menta... Altro...

    La tua e la mia, mio caro figlio, sì perché, per me sei un “ figlio” CREMINO! Ho partorito tre figli, e il dolore è scomparso come un fulmine a Ciel sereno, alla gioia di vedere le mie creature venire alla luce. Ma per te non è stato così. Tu sei per me, non un figlio qualunque, ma sei il figlio speciale, che ho “trovato” e che ho salvato, mio piccolo trovatello.

    Nel mio feedback mentale, scene strazianti ricalcano il teatro dei ricordi.

    Nella mia mente lucida e chiara, mi rivedo ancora, in compagnia di Serena -la mia amica del cuore- a passeggiare lungo via dei Glicini in Fiore … era nostra abitudine, dopo aver servito e riverito gli ospiti del Bed and Breakfast, fare delle lunghe passeggiate serali, dopo cena, prima di andare a dormire.

    La luna ci teneva compagnia mentre i nostri “quattro passi” rilassavano il corpo e smaltivano le nostre fatiche quotidiane. Ecco che, all’improvviso, la nostra chiacchierata fu interrotta bruscamente da alcuni forti gemiti, che non provenivano da così lontano e non promettevano nulla di buono. La nostra prima reazione fu di stupore misto a spavento. Serena, di scatto si voltò… per capire bene da dove arrivassero simili lamenti. Anch’io, dopo qualche secondo di esitazione, mi girai, e il mio sguardo si posò in direzione della postazione dei cassonetti della spazzatura. Serena ed io, velocemente ci avvicinammo, non curanti del cattivo odore dell'immondizia, per sentire meglio; il lamento era sempre più forte e acuto. Non si vedeva nulla, proprio nulla!

    Era buio. I nostri occhi stanchi non ci aiutavano a distinguere tra i sacchetti neri e sporchi e le bottiglie di vetro accantonate dalla differenziata, sana consuetudine del nostro comune montano.

    Monterotondo è sempre stata una città pulita e ordinata, e meta turistica di molti visitatori, perché città bella da visitare, e inoltre ospita intellettuali e poeti, ogni anno, per gli eventi culturali.

    Serena ed io ci guardammo negli occhi, e immediatamente, senza pensarci tanto…con grande forza di volontà, spostammo tutti i sacchetti puzzolenti. Eravamo ansiose e curiose di sapere, di vedere chi fosse quella fragile e indifesa creatura, nascosta in quel marciume. La paura e l’ansia crescevano ai massimi livelli, al pensiero che potesse trattarsi di una creatura umana.

    Man mano, si discriminavano le buste dell’immondizia, il lamento si faceva più intenso e acuto. Serena urlò: -Rita è un animale; è un cane! Ed io guardando con occhi smarriti aggiunsi:- mio Dio, sì, lo vedo. Forza, coraggio tiriamolo fuori!

    La mia amica Serena lo afferrò, e lo tirò fuori da quella tana sudicia, dove avrebbe trascorso la fine dei suoi giorni, tra dolori indescrivibili e sofferenze atroci. Non appena Serena lo consegnò alle mie braccia, un dolore forte mi colpì al centro del cuore. La mia anima si straziò alla vista di tutto quel sangue.Il nostro trovatello era ferito, insanguinato e dolorante in varie parti del corpo. Non riusciva a respirare. Il suo fiato era corto. Pensavamo che morisse. Una folle corsa a casa, fu la sfida al tempo che gli rimaneva da vivere. Una creatura, che muta, e con gli occhi rivolti al cielo, chiedeva la grazia della vita. E nessun perché avrebbe dato la risposta al suo crudele e inevitabile destino. A gambe levate, e come cavalli infuriati in corsa agli ostacoli verso il traguardo della vittoria finale, arrivammo a casa. Serena corse al piano di sopra, a prendere garze, fasce, disinfettante e acqua pulita, mentre io adagiavo il cagnolino nel piano inferiore, in cucina, su un lenzuolo fresco e pulito. Era stremato povero cucciolo! Era un cane di piccola taglia di color crema con occhi grandi e neri. Era dolcissimo e mansueto, e mentre lo curavamo… ci guardava con occhi lucidi e tristi. Uno sguardo che esprimeva dolore e nello stesso tempo speranza di poter guarire al più presto per ritornare alla vita di sempre.

    Quel cagnolino, aveva voglia di guarire, tanta voglia di rivedere la luce. Aspettavamo con ansia che iniziasse a respirare regolarmente, e che cominciasse a scodinzolare e a correre verso la vita. Avremmo avuto un nuovo amico, un nuovo compagno di cammino e di giochi. Avremmo avuto Cremino, il nostro cucciolo trovatello, e il mondo sarebbe diventato più bello.

    Questa è la storia di CREMINO, un cagnolino abbandonato per strada dal suo padrone, buttato tra i rifiuti, in una via di Monterotondo, ma per fortuna trovato e portato in salvo da noi che ce ne siamo presi cura.

    L’ennesima storia che racconta l’insensibilità, l’incoscienza, la crudeltà e l’inciviltà di alcune persone verso gli animali e anche – e per fortuna – il gran cuore, l’amore e la generosità di altre.

    Questa storia, io l'ho immaginata dal punto di vista di CREMINO e ho voluto raccontarvela così. È tratta da un fatto realmente accaduto!

    È successo qualcosa di miracoloso, quando ormai ogni speranza sembrava vana; pare che Dio l’abbia fatto trovare a noi per salvarlo. Siamo degli angeli? No! Siamo persone speciali? No! Forse e senza forse siamo ESSERI UMANI che abbiamo deciso di salvare un essere animale ma pur sempre una creatura di Dio.

    Oggi CREMINO è vivo, è guarito e può cominciare una nuova vita, accudito da una persona speciale di Monterotondo che lo ama. Lo ama come un figlio!

    Sicuramente la sua brutta esperienza gli ha lasciato un segno per sempre. Anche a me e a Serena. CREMINO, però, saprà che esistono anche persone di cui si può fidare, buone e magnanime che riescono a riconoscere e a rispettare la vita in ogni essere vivente.

    Spero che questo racconto tratto da una storia vera, faccia il giro del web.

    Ho deciso di raccontarvelo perché voglio che sia conosciuto da più persone possibili. Mi piacerebbe che diventasse un manifesto contro la violenza e i maltrattamenti verso gli animali e un esempio perché tutti capiscano che i cani, come tutti gli animali, non sono dei giocattoli da utilizzare quando ci va e poi buttare via quando non ci piacciono più; non sono strumenti per il nostro spassa tempo, ma sono dei meravigliosi compagni di vita con un cuore che batte e devono essere amati e tutelati fino all’ultimo istante di vita.

    Teresa Averta

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    ABBRACCI DI CIELO

    Dalla finestra, di fronte alla quercia, avvampano luci, lanterne a festa. E lassù, sulla collina, il cielo cinge la strada in un abbraccio di lavanda selvaggia, sui caseggiati abbrunati, sull' ambra.Sussurrano i limoni in un filo di voce, il giorno li cuce, in campi dove cammina lenta la pace.E qui vi è ancora la strarna china alla font... Altro...

    Dalla finestra, 

    di fronte alla quercia, 

    avvampano luci,

     lanterne a festa. 

    E lassù, 

    sulla collina,

     il cielo cinge la strada 

    in un abbraccio di lavanda selvaggia,

     sui caseggiati abbrunati, 

    sull' ambra.

    Sussurrano i limoni in un filo di voce, 

    il giorno li cuce, in campi dove 

    cammina lenta la pace.

    E qui vi è ancora 

    la strarna china alla fonte:

    vi beve a sorsi il melo 

    riverso nel suo velo

    tra le ridenti braccia del cielo.

    Rosita Matera, 2022

    (Dal Blog Letterario ' I Colori della Vita' di Rosita Matera)

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