Vorrei paragonare la presenza di Dio nella storia, nella vita quotidiana, a una percezione che per lo più viene raccolta a posteriori, alla luce dei fatti analizzati ex post. Solo a posteriori infatti si coglie il senso di una direzione, sconosciuta al momento che veniva imboccata, ex ante, che diviene nota al momento del suo completamento.
Nel momento che è realizzata volgendo lo sguardo al passato si vede la ratio della direzione presa, volontariamente, involontariamente o forzatamente…e si può con cognizione valutare il rapporto fra il momento del cambio di direzione e il punto di arrivo,
Un ruolo importante nel decidere lo riveste la preghiera. La preghiera infatti apre la capacità percettiva, la illumina, la rischiara, ti dà un atto decisivo immediato che nasce da un atto di sicurezza di non sbagliare che ti arriva senza ulteriore spiegazione, in sé e per sé.
Dunque soprattutto nella preghiera si rivela il disegno divino insito nella storia. La preghiera crea un effetto di augmented reality, spirituale che tocca però anche il materiale. Sarebbe un errore considerare il materiale privo dello stesso spirito divino che opera nell’uomo e nella storia.
La preghiera rivela instantaneamente lo spirito in atto nella materia, i.e. storia.