Il treno a vapore fischio a Rotterdam, in Gennaio,
addensai la posa sul muro e il granaio.
Intrapresi un viaggio, poi tornai indietro,
su prospettive aleatorie di vento.
Stetti come un velo sul cuore del cielo,
nella conta sommaria dei passi,
sui campi.
Le contadine,
in scialli consunti,
si strinsero in gruppi di quattro
per non gelare il pensiero.
Ma io scendevo ad ogni stazione,
la mia voce era fertile fuoco di coltre.
Sui tetti di Rotterdam ricamai meraviglie,
un merletto il sole, balenava tra i tigli.
Ma non scelsi mai dove cadere,
seguii solo il canto
delle mie ali leggere.
Rosita Matera