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Quei giorni al lago

Si sentiva soltanto il canto degli uccelli fra le fronde degli alberi. Faceva caldo e si affacciò alla finestra. Una bellissima veduta si presentò dinanzi a lei: l’acqua quasi immobile del lago che brillava sotto i cocenti raggi del sole.

Uno spettacolo della natura!

La baita sorgeva proprio sulle sponde del lago e lì aveva deciso di trascorrere quelle giornate d’estate.

Uscì a sedersi nella veranda davanti la porta d’ingresso in compagnia di un bel libro. E così, lontana dalla caotica frenesia della città, si era immersa nel dolce silenzio della natura.

Intenta nella lettura e catturata dalla trama del giallo non si accorse dello rapido scorrere delle ore. Stava quasi calando la sera, gli uccellini si erano appollaiati sui rami e c’era assoluto silenzio. Si alzò ed entrò per cenare. Quando  ritornò fuori e guardò in alto vide nel cielo una bellissima luna piena che rifletteva il suo magnetico chiarore sul lago.

Quella scena era di un fascino indescrivibile!

Accese poi il lampioncino e ritornò alla lettura. Si stava molto bene là fuori. Era proprio una di quelle belle serate estive senza vento, come ferme nel tempo.

Ad un tratto udì un ticchettio, un rumore quasi indistinto. Sul momento, concentrata nella lettura, non vi prestò attenzione, ma un attimo dopo si fermò a riflettere e si mise ad ascoltare. Si guardò intorno. Cosa poteva essere stato? Da dove proveniva?

Ritornò tra le pagine del libro e lo udì nuovamente. Si alzò di scatto e rientrò subito nella baita. Ebbe un fremito e pensò che forse si era lasciata suggestionare dalla trama del giallo. Guardò l’orologio, era quasi la mezzanotte. Spense le luci, ascoltò ancora, ma niente. Decise così di andare a dormire.

Era una notte d’estate, una notte di plenilunio!

Le leggende sui lupi mannari riaffiorarono allora nella sua mente, ma non volle farsi turbare, perché si trovava in un posto stupendo, magico e non aveva alcuna intenzione di andar via.

Si mise a letto, il bagliore della luna entrava dalla finestra e illuminava tutta la stanza. Chiuse gli occhi e ripensò al lago, alla luna, ai libri da leggere. All’improvviso un ululato in lontananza…

Un lupo, pensò. O un lupo mannaro?!

Intanto il sonno prese il sopravvento su di lei e lentamente precipitò tra le braccia di Morfeo, abbandonando i pensieri ed entrando nel mondo dei sogni.

Chissà cosa sognò o quali incubi fece, chissà quali avventure, reali o immaginarie, in quei giorni di permanenza al lago.

Caterina Marchesini 

(racconto di qualche anno fa per Libreriamo)

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