Mattino,
venisti a me
in stormi d’ uccelli
disposti in forme
di arco radente.
Venisti a me
in vapori d’ Oriente
su nebule accese
ad intervallo costante,
in migrazioni
abbrunite
da collinari dossi.
E ti sentii addosso
come benedizione
del Tempo,
e del giorno che
schiudeva l’ antera.
Venisti a me
in giochi di vento,
su tele di croco e zafferano,
onusto di mari a grano.
Mi cola nel cuore,
mattino,
la bianca tesa
del tuo tenero ordito,
abbracciami,
ed anch’ io
sarò
luce d’ infinito.
ROSITA MATERA