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Recensione "Da un altro mondo"

Non si tratta semplicemente di un romanzo di fantascienza, anche se rientra a pieno titolo nel genere. Infatti, le pagine di questo agile libro, che si legge tutto d’un fiato, offrono molti spunti su cui riflettere, proponendo una amplificazione o forse un altro modo di intendere la famosa frase dell’Amleto di Shakespeare “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”.

Mikauula è un Raccoglitore del tempio della Conoscenza sul pianeta Primum One, che gravita attorno a Mintaka, ossia una delle tre stelle che formano la costellazione che noi conosciamo con il nome di Cintura d’Orione. Su questo pianeta prospera una delle civiltà più antiche della galassia (la frutta è l’unico cibo consumato, e questo la dice lunga sull’attitudine pacifica dei suoi abitanti), l’unica ad essere progredita senza incorrere nel rischio di estinzione, forse perché a determinare la sua longevità è la ricerca del benessere sia per il singolo che per la società intera. Non esistono leggi, poiché ogni individuo sa distinguere il Bene dal Male, non ci sono governi, non sono necessarie religioni e l’unico principio sacro a cui tutti tendono è proprio il rispetto per la vita.

In breve, potremmo pensare a Primum One come a una sintesi di tutte le Utopie terrestri, un modus vivendi che è stato agognato da tanti, ma che non è mai stato possibile realizzare sulla Terra, proprio perché il rispetto per la vita, nel significato più ampio del termine, alle volte non sembra proprio appartenere al genere umano.

Su questo pianeta ogni individuo è destinato ad una particolare attività che per Mika, come viene chiamato dagli amici, è quella di raccogliere, leggere e catalogare i diari degli Osservatori, che hanno il compito di andare in missione su altri mondi, allo scopo di “osservare”, senza interferire, il grado di evoluzione delle forme di vita presenti.

Il ruolo di Raccoglitore a Mika sta un po’ stretto, anche lui – come capita a noi umani –  ha un grande desiderio ossia diventare egli stesso un Osservatore e viaggiare nello spazio, grazie all’energia del pensiero, per visitare i luoghi di cui ha tanto letto, un sogno che, grazie al suo attento e preciso lavoro, diventa presto realtà.

Dopo alcune esperienze in mondi definiti di “classe inferiore”, dove cioè l’evoluzione è ancora agli stadi iniziali, Mikauula viene inviato sul pianeta Terra, dove approda utilizzando il Ciondolo degli Osservatori che, emettendo un campo psichico, altera la percezione della realtà negli abitanti del pianeta e che gli permette di mescolarsi tra di loro senza venire scoperto.

Arrivato, comunque, sul pianeta Terra, Mika si trova a vivere in mezzo ai “sapiens” e per farlo è costretto a trovarsi, oltre che un alloggio, anche un lavoro, perché una cosa gli è subito chiara circa la società degli umani: tutto ruota attorno ai soldi. Ma sulla Terra, Mika avrà modo di sperimentare e di capire molto della razza che popola la Terra, soprattutto grazie a due incontri: uno con un personaggio che non si aspettava di incontrare e che lo informerà circa le intenzioni di una razza aliena per soggiogare gli uomini e l’altro con un esemplare della razza umana che è a lui molto affine.

Commento personale

Le esperienze di Mikaaula sono descritte in modo molto divertente, e il lettore è costretto ad ammettere l’assurdità di certe nostre pratiche (la burocrazia) e l’uso e l’abuso della tecnologia.

Mikauula non critica, ma semplicemente ci aiuta ad osservare con altri occhi la nostra società e la nostra cultura, dove persino gli insegnamenti delle grandi figure religiose e di molti filosofi non sono riusciti a raddrizzare il nostro sentire per quanto riguarda il principio fondamentale che è la Vita.

Grazie al resoconto di Mika fatto in prima persona, il lettore terrestre si trova molto spesso a chiedersi infatti a quanto strana sia la razza a cui apparteniamo, visto che in primis sulla nostra società hanno influito aspetti economici, politici, religiosi che hanno portato guerre e carestie, senza troppo considerare la nostra fragilità e vulnerabilità.

Per certi versi Mika ha molti tratti umani, non è infatti totalmente indifferente ai sentimenti e alla capacità di alcuni di noi di comprendere ed accettare l’altro e molto spesso proprio come un umano alle volte si comporta.

È con grandi aspettative dunque che si arriva al finale, un finale che però, personalmente, avrei preferito diverso con un maggiore sviluppo di alcune trame secondarie. Questo però non toglie nulla al racconto che invoglia a soffermarsi con il pensiero su alcuni aspetti importanti della vita e a “osservare” con occhi diversi la costellazione della Cintura di Orione!

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