C’è modo e modo
D’essere oscuro
E lo si può essere
per sé e non per altri.
Scrivere senza
uno scopo
Come per polverizzare
una pustola
E fare della disavventura
Un filo di perle.
Il passo è andato
Nel territorio bruciato
Del vuoto di senso
E sono ormai alieno
In un filtro di attimi cangianti.
La consapevolezza
Stordisce e non si trova
Sulle superfici riflettenti
Di specchi iper-reali.
Trasfigurato nella carne
Primigenia e senza colpa
Mi muovo come automa
Lungo pensieri particolari.
Programmi molto concreti
Senza più audaci competitività
Che si rifacevano alla forza
Del dominio del’idea maggioritaria.
Mi sento come un nulla
Travestito da una specie di borghese
In grado di pronunciare
Solamente rivoluzionari “no”.
Le mie gatte
Tutti i frustranti amori inattuati
La forza necessaria a trascinarsi
In attesa del fuoco venga dal cielo
Incenerendo il clero rumoroso
E brulicante di ogni addormentato.