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    KALIMERA

    Riverbero

    esile volto,

    iridata scorza.

    S'intagliano ombre

    nell'erbaio.

    Thea Matera ©️ 

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    DISSOLVENZA

    Ti auguro di ritrovarela voce della Poesiadove il suono non sia frastuono,dove le parole s'assottiglianonel  cigolio d'imposte,nel canto del pettirossonel tripudio di camelie,la dismurata folgoredi respiri e di silenzi.Dove le parolesi contornano di lucenel brulichio di rimembranze,nel turbinìo di nebbiache inghiotte la sassìfraga,il trasmutato sorso della pergola.Ti auguro tempoche non sia... Altro...

    Ti auguro di ritrovare

    la voce della Poesia

    dove il suono non sia frastuono,

    dove le parole s'assottigliano

    nel  cigolio d'imposte,

    nel canto del pettirosso

    nel tripudio di camelie,

    la dismurata folgore

    di respiri e di silenzi.

    Dove le parole

    si contornano di luce

    nel brulichio di rimembranze,

    nel turbinìo di nebbia

    che inghiotte la sassìfraga,

    il trasmutato sorso della pergola.

    Ti auguro tempo

    che non sia frammento

    disperante vuoto,

    ma süaso fragorìo.

    Thea Matera ©️ 

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    LA MUTA DEL MELO (Inclinazione ad Est)

    Il tulipano biancocon un vezzo,trepido anela al soleche rosseggiando langue,nel ritmo vanesio di luce ed ombra.Ad uncino lo sguardo,sotteso fra le ciglia,s'addossa lievesul divenire di un aforisma.Crollai sul fondodell’origma - icàrio fusto-nel voltéggio di foglie brunitee stoppie d' autunno,con un sorriso inciso,spigolo di piombo tra le fronde.La solitudine mi è compagna,eco suadente,co... Altro...

    Il tulipano bianco

    con un vezzo,

    trepido anela al sole

    che rosseggiando langue,

    nel ritmo vanesio di luce 

    ed ombra.

    Ad uncino lo sguardo,

    sotteso fra le ciglia,

    s'addossa lieve

    sul divenire di un aforisma.

    Crollai sul fondo

    dell’origma - icàrio fusto-

    nel voltéggio di foglie brunite

    e stoppie d' autunno,

    con un sorriso inciso,

    spigolo di piombo tra le fronde.

    La solitudine mi è compagna,

    eco suadente,

    come amore eterno,

    e fedele suono,

    contorna i miei giorni

    (in camporum et arenarum

    solitudines concessit).

    Fra cirri aggrovigliati

    ascolto lo sfarfallìo

    del lampo lanciato nell'ombra,

    di albe raccolte nella luce

    di astri nascenti.

    Sono l'isola pensante,

    il periodo breve imbevuto

    di luna,

    il racemo che stride di lato,

    nel caduco falò del tempo

    che arroventa, nel chinarsi,

    le rughe del giorno.

    Conservo il senso del tempo

    sotto una campana di giada,

    e la mia eredità di spiccioli versi,

    preziosi come lacrime d'avorio,

    nell'ombra del mio cuore 

    nascosto.

    Ed un verso s'apprende

    nel crampo della mano,

    everge, opale, verso il mare.

    Thea Matera ©️ 

    EBOOK "CARTEGGI PERPENDICOLARI" DI THEA MATERA - ON AMAZON

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    PLÉIADE

    L'amore non ènell'intaglio del tronconel cuore scavatotra due nomi,non  è nello schernodella lunanell'angolo di luceche stordisce,nelle frasi puntated'improvvidi poetinegli avverbi patinati,nel garbuglio di stelleche rotola sui tetti...L'amore è nel lampo azzurro di uno sguardo,nell'abbraccio chein gaffa s'acchiude,nel bacio di gineprofra i capelli,sull'uscio della stanzae tu mi appar... Altro...
    L'amore non ènell'intaglio del tronconel cuore scavatotra due nomi,non  è nello schernodella lunanell'angolo di luceche stordisce,nelle frasi puntated'improvvidi poetinegli avverbi patinati,nel garbuglio di stelleche rotola sui tetti...L'amore è nel lampo azzurro di uno sguardo,nell'abbraccio chein gaffa s'acchiude,nel bacio di gineprofra i capelli,sull'uscio della stanzae tu mi appari.Amore è ogni volta chedal botro dell'assenzachiami il mio nome.

           Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

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    PANE NOSTRO

    Pane, Sacra Luce,Pane Santoche ravvede e schiara,Pane antico,fra braccia sopraffattedi contadini scalzi,nei campi giugnoliprofusi di spighe e fiordalisi.Pane nero, tra mani grinzeimbianchite di farina,di pavorose donnein frusti scialli.Pane amaro,brucia il sale dell'impastosopra il cuore,mestato pane d'orzo,implorato pane secco,nei sacchi scabridi mandorle verdi.Thea Matera ©️ (Dal libro:"... Altro...

    Pane, Sacra Luce,

    Pane Santo

    che ravvede e schiara,

    Pane antico,

    fra braccia sopraffatte

    di contadini scalzi,

    nei campi giugnoli

    profusi di spighe e fiordalisi.

    Pane nero, tra mani grinze

    imbianchite di farina,

    di pavorose donne

    in frusti scialli.

    Pane amaro,

    brucia il sale dell'impasto

    sopra il cuore,

    mestato pane d'orzo,

    implorato pane secco,

    nei sacchi scabri

    di mandorle verdi.

    Thea Matera ©️ 

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

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    TEMPUS FUGIT

    Il sole gettato nel buiod'acqua cosmicagenera sempiterni circoli,orbitano in ordinate ellissiastri d'ogni forma e luce,il suono si propaga, tace.Un tempo spezzavamole fionde di festanti cacciatori,fuggivamo fra sassaie liscecome perle,fra cedri accesi come stelle,fra suoni di buccine,  urtando le parole sopra i righi,il bagliore negli occhi di un cerbiatto.“Tempus Fugit”fra rette intersec... Altro...

    Il sole gettato nel buio

    d'acqua cosmica

    genera sempiterni circoli,

    orbitano in ordinate ellissi

    astri d'ogni forma e luce,

    il suono si propaga, tace.

    Un tempo spezzavamo

    le fionde di festanti cacciatori,

    fuggivamo fra sassaie lisce

    come perle,

    fra cedri accesi come stelle,

    fra suoni di buccine,  

    urtando le parole sopra i righi,

    il bagliore negli occhi di un cerbiatto.

    “Tempus Fugit”

    fra rette intersecate,

    grandi cappelli

    e bianche vesti di vapore,

    finisce gli orci sbeccati,

    s’insinua negli intrecci di vimini.

    Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

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    SYNCHRONICITY

    Il silenzio che segueal rumore della fogliasocchiusa,alla nuvolaspezzata,alla luce implosadietro l'antro,nell'ombra dei ciocchidi quercia,rassomigliaall'impronta leggeradella fiamma,allo sprazzo di fuocoche scricchialungo il cavodella siepe,per sparirefra i ricordi,fra rami convessie spighe acuminatee piene,come l'istantesolennedi una strettadi mani,di un furenteabbraccio.Thea Matera ©️ (D... Altro...

    Il silenzio che segue

    al rumore della foglia

    socchiusa,

    alla nuvola

    spezzata,

    alla luce implosa

    dietro l'antro,

    nell'ombra dei ciocchi

    di quercia,

    rassomiglia

    all'impronta leggera

    della fiamma,

    allo sprazzo di fuoco

    che scricchia

    lungo il cavo

    della siepe,

    per sparire

    fra i ricordi,

    fra rami convessi

    e spighe acuminate

    e piene,

    come l'istante

    solenne

    di una stretta

    di mani,

    di un furente

    abbraccio.

    Thea Matera ©️ 

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

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    SUR LE POINTS (Le battement d'ailes du colibri)

    Bernard passeggiava mordendosi il labbro, a passo penzolo, con le suole inzaccherate ripassava il viale muto, vivido di ombre lunghe e vernati sgrigioli. Rimurginava sull'ultimo passo del testo di Mandelbrot, sul grovigliato paradigma de "The fractal geometry of nature", dissertando sull’ego empirico, barbugliando dell'esametro dattilico, del canto di nebule sirene. Il cielo era costellato ... Altro...

    Bernard passeggiava mordendosi il labbro, a passo penzolo, con le suole inzaccherate ripassava il viale muto, vivido di ombre lunghe e vernati sgrigioli. Rimurginava sull'ultimo passo del testo di Mandelbrot, sul grovigliato paradigma de "The fractal geometry of nature", dissertando sull’ego empirico, barbugliando dell'esametro dattilico, del canto di nebule sirene. Il cielo era costellato di strie azzurrine, e dal cielo torvo colavano ali bianchicce sopra vette di basalto. Sull'uscio Bernard rivolse gli occhi al cielo, rovistandosi le tasche in cerca delle chiavi di casa, sfregando vigorosamente gli scarponcini brogue sul rasposo zerbino bordeaux, mentre fiotti diamantini defluivano gelidi dalla grondaia, sui suoi capelli fulvi ed arruffati sulla fronte, e rivoli ghiacciati come stalattiti orlavano i gradini venati. Ruotò lentamente la chiave nella toppa, strattonando la porta di legno umido, e stringendosi nelle spalle per il freddo sgrollò la sciarpa infeltrita e la giacca ragnata e smunta. Con uno scatto rapido si diresse verso il camino, scurito da schianze di fuliggine e lacci di aspri ciocchi, mentre fuori l’aria era scossa da lampi nello sprofondo di valli nascoste e brumosi nembi scorrevano a grappoli sui pioppi e l’eucalipto, sui pergolati avvinti. La lente degli occhiali d'osso sauro rifletteva la luce livia dell'Auriga, il ghiribizzo del compasso, e, dalla finestra a tramoggia, diacci granuli voltolavano lungo la parete scalcinata. Il trattato avulso di Fenomenologia si gialliva di cera e di thé rosso, la laurea incorniciata sul comò si bistrava d'inchiostro e rose vizze. “Nessun cristallo di neve è uguale all'altro” pensava Bernard, Keplero ne aveva osservato l’invisa finitezza, la catarsi esagonale, lo sfilarsi di rami d’acquerugiola, di fiori di sale, il disvelarsi di ghirigori brulli… fiocchi si frammentavano in sagome disformi, si forgiavano colonne a ritmo lieve, ocellati gusci cavi scendevano come incorporee stelle, come theta ed omega, iota e gamma si sfaceva la goccia acìcula, galleggiavano i merletti di Koch nel petto cinetico di marmo. Solenne l'abete brillava di nevischio, nello scollinare di pernici bianche, immerso in una luce d'ocra, e raggi di lumini capriolavano sull'erba riarsa dal gelo, sul palmo rubizzo ricadeva un velo di spilli ghiaccei in cuori e fiori quarzini, abissi incandescenti, trepide sculture d'amore. Si muovevano ombre tra fronde di creta, fluttuavano dime di carta biancofumo, in un'aria di castagne e legno secco di Prugnolo selvatico, di piumaggi argentati di zìgoli che come punti iridescenti seguivano il treno in corsa. Stridevano le rotaie sul pietrisco ed i vagoni, come tamburi nebbiati, rombavano in un lezzo di metallo e sfasciumi accostavano muri stonacati, brulicavano sentori di primevi pini nel tinnio di stoviglie ramate, ed il re bianco era in arrocco sulla scacchiera, ad un passo dalla torre ferma. “ Un tempo spezzavamo le fionde di festanti cacciatori, fuggivamo fra sassaie lisce come perle, fra cedri accesi come stelle, fra suoni di buccine, urtando le parole sopra i righi, il bagliore negli occhi di un cerbiatto. Tempus Fugit - fra rette intersecate, grandi cappelli e bianche vesti di vapore, finisce gli orci sbeccati, s’insinua negli intrecci di vimini. Il sole, gettato nel buio d'acqua cosmica, ha generato cerchi perpetui, orbitano in ordinate ellissi astri d'ogni forma e luce, il suono si propaga…” E sul reticolo, in lontananza, danzavano bioccoli su chiome glabre. Nel riflesso concavo s'eternano disegni d'acqua, archerotipe circonvoluzioni, lepide anse e bovoli. S’addormentò Bernard, con la guancia torta nel cavo della mano, con frastagli di domande ancora appese al camino acceso, lui, giovane pupilla incerta,s’è mutato in albero per toccare il cielo, in colibrì per sfidare il vento, che in un fioccodi neve ha guardato muoversi il mondo, lui, che in un cuore di vetro ha riconosciuto ildisegno dell'Universo e le sue stelle, in cui ha scorto, sospeso sul trapezio, il soffio delDivino.

    Thea Matera ©️

    Copyright 2022©️ 

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