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    RUBRICA LETTERARIA LibEri e Libri "E quindi uscimmo a rivede

    https://youtu.be/hhAUkdzNboE

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    NELLO SPAZIO DI UN ATTIMO

    Maria Montessori è una figura pilastro della pedagogia italiana e mondiale del Novecento. Madre della Pedagogia scientifica è anche l’ideatrice delle “Case dei Bambini” ed ha esportato il proprio Metodo in tutto il mondo. Oltre che una grande pedagogista, la Montessori fu anche una attiva sostenitrice delle battaglie per l’emancipazione femminile, per il riconoscimento dei diritti delle ... Altro...

    Maria Montessori è una figura pilastro della pedagogia italiana e mondiale del Novecento. Madre della Pedagogia scientifica è anche l’ideatrice delle “Case dei Bambini” ed ha esportato il proprio Metodo in tutto il mondo. Oltre che una grande pedagogista, la Montessori fu anche una attiva sostenitrice delle battaglie per l’emancipazione femminile, per il riconoscimento dei diritti delle persone con deficit, dei poveri e degli sfruttati. Una donna poliedrica Maria Montessori, che nella sua vita si è dedicata allo studio, alla ricerca, al miglioramento della società mediante l’educazione, nella speranza di poter costruire, attraverso essa, un mondo di pace. Ancor oggi, la neuropsichiatra infantile ideatrice di uno dei sistemi educativi più noti e adottati in migliaia di scuole nel mondo, ’gioca’ ancora e sempre di più con i suoi bambini e lo ricordano i bambini, i genitori e le maestre che come me hanno deciso di dedicarle una lode poetica, in sua perenne e felice memoria.

    Ci sono donne

    che vivono fuori dal tempo

    che abitano

    perché sognano spazi

    infiniti dove non entrano.

    Ci sono maestre di libertà

    e democrazia,

    che non sanno cosa scegliere

    tra la verità

    e il sorriso di un bimbo.

    Ci sono donne

    sacerdotesse spericolate,

    che non hanno paura di immolarsi

    pur di promuovere un cambiamento.

    E l’istruzione è poca cosa

    se non insegna ad essere educati

    alla libertà di decidere

    se essere uomini o soldati.

    La pace la trovi

    in assenza di guerra

    quando le armi

    sono la luce e la conoscenza

    e la scuola diventa il giardino dei bimbi.

    Che sono fiori da coltivare

    diversi per bellezza e colore…

    loro, innocenti e puri,

    i veri maestri dell’umanità.

    E tu Maria di bellezza nascosta

    fosti la “Monnalisa” chiamata,

    a sacrificare la tua immagine

    per renderla immortale ai posteri.

    Nessun riverbero di egoismo

    sul sentiero dei diversi,

    dove ti seguirono gli angeli

    nella capanna del silenzio.

    Se insegnare è una missione

    tu l’hai incarnata a pieno titolo,

    vestendoti di semplice umanità

    e cancellando brutture e castighi.

    Non hai atteso “la manna dal cielo”

    ma hai aperto un varco nel cosmo

    hai messo fine a violenze e conflitti

    educando alla gioia, i bambini.

    È il tuo sguardo all’anima

    che racconta i sogni,

    e se dovessi raccontare

    di te alla posterità

    direi che sei tra le stelle

    come "il sole" in verità.

    In quel giardino fresco

    e fiorito brilli,

    dove ogni farfalla variopinta

    si posa tra le tue dita,

    pronta a volare

    nello spazio di un attimo.

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    CARISSIMO PINOCCHIO…

    FATINA: -Mio carissimo Pinocchio lo sai che se dici bugie ti cresce il naso e diventi nuovamente un burattino… ahahaha… che cosa mi combini!PINOCCHIO: -Innanzi tutto non dico solo bugie, molte volte dico bugie, che non è la stessa cosa, poi io, a mio avviso, sono l’uomo (anche se non sono un uomo ma un burattino) più trasparente del mondo.FATINA: -In questo periodo non sei stato il massimo... Altro...

    FATINA: -Mio carissimo Pinocchio lo sai che se dici bugie ti cresce il naso e diventi nuovamente un burattino… ahahaha… che cosa mi combini!

    PINOCCHIO: -Innanzi tutto non dico solo bugie, molte volte dico bugie, che non è la stessa cosa, poi io, a mio avviso, sono l’uomo (anche se non sono un uomo ma un burattino) più trasparente del mondo.

    FATINA: -In questo periodo non sei stato il massimo della trasparenza!

    PINOCCHIO: -Hai ragione fatina mia, con gli altri forse…non so…ma con te che mi vuoi bene….

    FATINA: -Ricorda piccolino mio: prima vengono i sorrisi, poi le bugie… “Bontà di vita e onestà di bocca, assai vale e poco costa.”

    PINOCCHIO: -Alcune volte dico bugie per timidezza, perché non ho il coraggio di dire le cose come stanno… in questi casi non mi sembra che la bugia sia propriamente un peccato.

    FATINA: -si si vabbè… Beh, l’ottavo comandamento recita: non dire falsa testimonianza, questo non si può negarlo, inoltre dire una bugia è sempre una mistificazione della realtà. E ti ricordo ancora: non sfidarmi con il tuo orgoglio, e malafede, perché in questi casi l’indifferenza sarà da parte mia la medicina più amara e acerba.

    Con immutato affetto dalla tua fatina!

    MORALE DELLA FAVOLA: “La fiducia nella bontà altrui è una notevole testimonianza della propria bontà.”

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    LA MATITA SDRUCCIOLINA

    La matita sdrucciolinacanticchiava ogni mattinaio non voglio disegnare          e nemmeno accorciare.Sono lunga e affusolatabella, a punta, e colorata.Non mi mettere bambino                                                      proprio dentr... Altro...

    La matita sdrucciolina

    canticchiava ogni mattina

    io non voglio disegnare          

    e nemmeno accorciare.

    Sono lunga e affusolata

    bella, a punta, e colorata.

    Non mi mettere bambino                                                      

    proprio dentro al temperino

    lui è forte anche se è vecchio

    ed io finisco dentro al secchio.

    Se Disegno e mi consumo

    non è colpa di nessuno

    la carta bianca è il mio regno

    e dovunque lascio un segno.

    Qualche volta faccio errori

    ma camuffo coi colori.

    E se devo dirla tutta

    non mi va di esser distrutta,

    se la gomma mi cancella

    io divento ancor più bella.

    Cose grandi realizziamo

    se mi sai tenere in mano.

    Teresa Averta

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    AMAMI SE PUOI

    -Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia-Hai ragione,ho il diritto di essere un bambino,di avere un nome,di avere una famiglia,di essere educatodi essere istruito,di essere curato,di essere rispettato,di crescere in libertà,di essere protetto ed accuditodi non essere maltrattato e discriminato.Hai ragione ho diritto a tutto ciò che vuoi!Ma ciò che m’importa più di tutto,è ricord... Altro...

    -Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia-

    Hai ragione,

    ho il diritto di essere un bambino,

    di avere un nome,

    di avere una famiglia,

    di essere educato

    di essere istruito,

    di essere curato,

    di essere rispettato,

    di crescere in libertà,

    di essere protetto ed accudito

    di non essere maltrattato e discriminato.

    Hai ragione ho diritto a tutto ciò che vuoi!

    Ma ciò che m’importa più di tutto,

    è ricordarti: AMAMI SE PUOI!

    Non so se è amarsi ed essere amati

    è un diritto,

    ma so che ne ho bisogno

    quanto un adulto!

    Nessun ha il diritto

    di guardare dall’alto in basso

    senza aprire il suo cuore

    senza tendere la mano,

    nessuno ha il diritto

    di guardare dall’alto in basso

    o calpestare un fiore

    senza mostrare un sorriso

    o dimenticare ciò che siamo.

    Non devo “guadagnare” Amore.

    Non posso guadagnare il diritto di respirare…

    Io respiro semplicemente

    perché esisto come esisti tu…

    Io e te siamo degni di Amore

    perché esistiamo.

    Si vive però, in modo autentico

    per meritare il proprio Amore

    e quello degli altri.

    Non parlarmi di diritti se puoi,

    ma credi semplicemente

    in me e amami per ciò che sono…

    ed io ti amerò per ciò che sei

    in fondo, credo…

    sia quello che tu vuoi.

    Teresa Averta

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    LEFAVOLEDITERESA "Cappuccetto Rosso" (F.Grimm)

    https://youtu.be/Tk_SmTb6WSw

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    L'ANGELO DELLA MONTAGNA

    L’educazione alla coscienza è un tema che ha ripreso vigore e importanza come cardine dell’intera educazione morale. Il mondo attuale patisce la mancanza di “punti di riferimento”, di una bussola certa. L’assenza di certezze e di freni, di riferimenti e di memoria provoca in molti ragazzi la sensazione di essere come astronauti fluttuanti in assenza di gravità. Per questo hanno bisogno... Altro...

    L’educazione alla coscienza è un tema che ha ripreso vigore e importanza come cardine dell’intera educazione morale. Il mondo attuale patisce la mancanza di “punti di riferimento”, di una bussola certa. L’assenza di certezze e di freni, di riferimenti e di memoria provoca in molti ragazzi la sensazione di essere come astronauti fluttuanti in assenza di gravità. Per questo hanno bisogno di un “centro”, un punto di gravità, una roccia sicura su cui costruire la casa della loro vita. Questa roccia esiste ed è dentro di loro. È la coscienza.

    Il libro narra la storia di una ragazza di nome Sonia, la straordinaria protagonista di questo racconto fantastico che s’ingegna per valorizzare la propria dignità, cerca soluzioni, mette in gioco tutti i suoi talenti per farcela. Anche quando appare sconfitta, là dove manca il “lieto fine”, anche in quel caso la dignità della persona non smette mai di risplendere. Perché, ciò che conta non è arrivare chissà dove, ma piuttosto restare in possesso della propria dignità che oggi sembra essere offuscata dalla nebbia dell’epoca della nostra realtà. In una situazione di ombre e luci, la nostra protagonista, nel dipanarsi di questa storia surreale, si affiderà completamente al fato, dopo una lunga lotta interiore. Sarà “la primavera” di un'era planetaria, il germoglio di un mondo nuovo.

    E porterà il lettore, a spasso nel tempo, a risvegliarsi, a riprendere in mano il timone della sua vita, a rivoluzionare il suo modo di pensare e illuminare la sua coscienza. Ed è a questo stadio profondo di consapevolezza che giunge felicemente Sonia, “L’Angelo della montagna”.

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    L’AMORE, IL REGALO PIÙ BELLO

    Ultimo giorno di scuola, prima delle attese vacanze natalizie. L'arrivo del Natale, ogni anno è annunciato da un’atmosfera particolare per la scuola e la società. Le strade illuminate delle città si riempiono di persone, che diventano più allegre o si precipitano nei negozi a fare acquisti. Ai bambini luccicano gli occhi, al sol pensiero del presepe o dell'albero pieno di luci e giocattoli. ... Altro...

    Ultimo giorno di scuola, prima delle attese vacanze natalizie. L'arrivo del Natale, ogni anno è annunciato da un’atmosfera particolare per la scuola e la società. Le strade illuminate delle città si riempiono di persone, che diventano più allegre o si precipitano nei negozi a fare acquisti. Ai bambini luccicano gli occhi, al sol pensiero del presepe o dell'albero pieno di luci e giocattoli. Il Natale è una festività prevalentemente religiosa, si sa, e si può festeggiare con luci splendenti, alberi di Natale e addobbi vari anche a scuola. Si può renderlo gioioso, ma senza sottovalutare l'importanza del cuore, di quello che è il vero significato della festa. Bisogna far capire ai bambini il vero senso delle festività natalizie: il senso di pace e armonia che si respira tra le persone, il desiderio di credere che ci sia qualcos'altro oltre doni e gli oggetti materiali. La bontà, che ci costringe, a pensare a quelle persone che trascorrono il Natale staccate dai loro affetti, a quelli che sono sommersi dalle difficoltà economiche e a chi ha svariato motivi d’infelicità.

    Anche quest’anno, a scuola, abbiamo respirato un’atmosfera gioiosa tra musica, suoni, colori e sapori. Tombolina per i nostri amati bambini. Regali e Balocchi come premi.

    Pacchetti che girano, genitori che salutano, cellulari che squillano...

    Maestre ansiose e festose di donare l'abbraccio conclusivo.

    Ed ecco che c'è il fatidico scambio di doni tra insegnanti e bambini. E in questa magica scena, sullo sfondo appare una dolcissima creatura, che mi mette in mano un "biglietto", lo conservo, mi allontano serenamente... e di nascosto, leggo le seguenti parole scritte:- “Teacher Terry, non ho abbastanza soldi per un regalo ma secondo me, il vero regalo è l’amore; quindi, ti do tutto il mio amore e ti auguro un Buon Natale.”

    Commossa, torno da lei... ci guardiamo negli occhi e ci abbracciamo fortemente.E le dico: -piccola mia, non preoccuparti, per me non sono importanti i regali! Oggi tu, mi hai dato un’immensa gioia, ed è il dono più bello che io potessi ricevere per questo Natale.-Mi hai consegnato il tuo Amore, e me l'hai donato proprio tutto... sappi che è arrivato già, dentro il cuore mio.

    -Sei una bambina meravigliosa, non cambiare, mai!

     E questo è stato il Natale più bello, un Natale ricco di gioia e di speranza, quello in cui hai regalato un sorriso, quello in cui hai donato e ricevuto piccoli doni, capaci di grandi emozioni.

    Teresa Averta

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    CARA MAESTRA…

    Mia caro stato, ho scritto una letterina l’altro giorno alla mia maestra, e l’ho scritta guardando il mondo dalla finestra... pensavo e penso che la scuola che vorrei sia solo un sogno, ma come ogni bambino a me piace sognare e ho scritto così:-Cara maestra, quanto vorrei che la nostra scuola fosse diversa! Mi piacerebbe una scuola nella quale ci sono persone “dal volto umano” e non ... Altro...

    Mia caro stato, ho scritto una letterina l’altro giorno alla mia maestra, e l’ho scritta guardando il mondo dalla finestra... pensavo e penso che la scuola che vorrei sia solo un sogno, ma come ogni bambino a me piace sognare e ho scritto così:

    -Cara maestra, quanto vorrei che la nostra scuola fosse diversa! 

    Mi piacerebbe una scuola nella quale ci sono persone “dal volto umano” e non costruite in laboratorio, a cominciare dalle bidelle, dal custode, fino ad arrivare alle maestre e al Signor Preside. Nella scuola che vorrei ci sono lavoratori umili che, senza sostegno alcuno da parte delle istituzioni locali e nazionali, combattono la battaglia più dura e importante della nostra società: quella di formare noi bimbi, dall'asilo all'ultimo anno del liceo, passando per le elementari e per le medie, l'ossatura, il centro nevralgico della formazione di un ragazzo che si affaccia all'età adulta. Tutte persone normali che con tanto impegno, tanta fantasia, tanta buona volontà, provano giorno dopo giorno a fare il loro mestiere, importante e centrale nella nostra società, con onestà e dedizione. La scuola che vorrei è una scuola nella quale non ci sono i figli dei professionisti, dei notai, degli avvocati, dei professori universitari, dei magistrati o dei politici, ma è la scuola degli extracomunitari, degli immigrati e degli abbandonati. Perché i bambini non si devono disperdere, ma hanno tutti il diritto di entrare nelle scuole pubbliche. La scuola che vorrei non è nel quartiere bene, nella strada storica dove ci sono eleganti atelier o nelle vicinanze della storica piazza ritrovo della gioventù per bene della città. 

    No, no di certo. La scuola che vorrei è nei quartieri difficili, a ridosso delle periferie dimenticate e abbandonate dallo Stato. A volte immersa tra le piazze di spaccio e i mercatini dove la gente spende i propri risparmi nel quotidiano per mettere il pane a tavola e nulla più. 

    E accoglie la scuola che vorrei, tutti, ma davvero tutti: dal figlio dell'impiegato al figlio del commerciante, dalla figlia del cassintegrato ai figli di chi un lavoro non l'ha mai avuto e mai l'avrà; probabilmente, in questa Italia devastata da una politica che non favorisce lo sviluppo e non consente al mondo del lavoro di riprendere fiato.

    Nonostante questo, la scuola che vorrei ce la fa. E mentre ce la fa, diventa anche esempio di grande civiltà, d’integrazione buona, adottando programmi di accoglienza dei meno abbienti, dei non italiani, dei bambini provenienti da altre etnie e culture vincendo premi comunali, regionali e a volte anche nazionali. E riesce -tra mille pressioni delle lobby interne finanche al Ministero, al Provveditorato e della politica interessata ai voti delle lobby- a tenere fuori dalle aule dei bambini la terribile e infernale cultura bieca del gender, proponendo in alternativa programmi nei quali la Famiglia è comunione inscindibile tra un uomo e una donna, e il rispetto è uno dei valori fondamentali tra esseri umani.

    La scuola che vorrei, infine, tra tanti stenti e senza la benché minima ombra di risorse economiche, in questo periodo ricorda la tradizione, e fa vivere a tutti i bambini, la magia del Natale. A scuola si organizzano balli e canti, saggi e recite, per far sentire il calore natalizio a noi piccoli e ai nostri genitori e per far capire che, nonostante tutto, la comunità dei valori della buona tradizione scolastica italiana può ancora perpetuarsi di generazione in generazione, che la comunità dei valori della scuola italiana è e deve restare ancora comunità di popolo, è, e deve restare comunità di famiglie vere. E non capisco e non voglio imparare paroloni come Indifferenza, Individualismo, ed Egoismo. Competitività, Edonismo, e Arrivismo. Sono questi soltanto alcuni dei “valori” che caratterizzano le nostre generazioni. Non si rendono conto ma gran parte del carattere, della personalità e del bagaglio di valori che ci cuciamo addosso per tutta la vita li assorbiamo sui banchi di scuola, fin dall'asilo, fin dalle elementari... poveri noi!

    -Meravigliosa la tua lettera! Così ha detto la mia maestra. - 

    E dopo averla corretta e messo “bravissimo”, ha voluto finirla così:

    - In questa cornice descritta dal mio alunno, un quadro reale che forse visto con gli occhi di un bambino diventa ancora più vero e assume chiarezza e nitidezza, la scuola riveste una centralità strategica per formare le nuove generazioni. Generazioni di giovani appartenenti a un'Italia non più soltanto italiana ma europea, nella quale i valori della difesa della famiglia e della vita sono sotto attacco da parte della cultura mortifera, "del tutto è permesso”, in nome di falsi miti di progresso che vogliono trasformare la società di valori in società di aberrazioni.

    Oggi sono un’insegnante preoccupata in un'epoca storica nella quale non s’intravede più la luce, alla fine del tunnel, di una crisi economica che sta portando buio, depressione, devastazione e che per questo mette in discussione tutto, persino le certezze fin qui, sempre, considerate tali.

    Per fortuna sono anche un’insegnante felice perché ancorata a sani principi tradizionali, e porto avanti il valore dell'educazione in questa difficile realtà.

    Non è tutto oro quel che luccica, è vero ma tutto quel che si “fa a fin di bene” senza un soldo bucato diventa oro, e quell'oro, giorno dopo giorno, costruisce il tesoro della formazione grazie alla quale sono convinta che i nostri bambini saranno dei ragazzi migliori domani.

    Teresa Averta

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    ADELE

    Adele passa tra i banchi,silenziosa e lieve se ne va…un soffio la fa volare tra i campicome la vita, poi ritornerà. Bella e riccioluta guarda e saluta il mondodanza con i compagniin un gran girotondo. Fiori, profumi e ricordidella sua scuola di periferia,mette nel suo zainettoprima di andare via. Raccoglie gioia e sorrisi dei grandi e dei bambini,non dimentica l’odore... Altro...

    Adele passa tra i banchi,

    silenziosa e lieve se ne va…

    un soffio la fa volare tra i campi

    come la vita, poi ritornerà.

     

    Bella e riccioluta 

    guarda e saluta il mondo

    danza con i compagni

    in un gran girotondo.

     

    Fiori, profumi e ricordi

    della sua scuola di periferia,

    mette nel suo zainetto

    prima di andare via.

     

    Raccoglie gioia e sorrisi 

    dei grandi e dei bambini,

    non dimentica l’odore

    del fresco ciliegio dei giardini.

     

    Conserva il diario dei ricordi

    che aprirà un giorno con stupore

    tra quelle pagine troverà

    sorprese d’ogni colore.

     

    Emozioni di amicizia 

    e parole d’affetto gradite,

    lacrime di felicità

    per averle vissute.

     

    Gli anni passano…

    e Adele crescerà

    sarà un bellissimo fiore

    che presto sboccerà,

     

    spanderà il suo profumo

    ovunque lei andrà,

    riempirà ogni cuore

    di tenerezza e bontà.

     

    Studierà e la vita 

    le farà compagnia,

    poi sotto le stelle

    leggerà questa poesia…

     

    penserà alla Calabria

    e all’azzurro del mare,

    ai suoi amati compagni 

    che non potrà scordare.

     

    Delle care maestre

    seguirà gli insegnamenti,

    ma porterà nel cuore

    i loro buoni sentimenti,

     

    Se un giorno il distacco  

    sarà duro per Adele,

    l’amore sarà dolce

    sempre più del miele…

     

    quel dono importante

    che perder non potrà

    è l’amore che ha lasciato…

    e in cuor suo ritroverà.

     

    Passa il tempo 

    e volerà sulle nuvole

    perché crederà 

    un po' di più alle favole.

     

    I sogni viaggiano

    a ritmo del vento

    “le cose belle”

    durano un istante.

     

    Adele, passa tra i banchi

    silenziosa e lieve se ne va…

    un soffio la fa volare tra i campi

    come la vita, poi ritornerà. 

     

    (T. Averta)

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    PICCOLE DONNE

    Ho letto PICCOLE DONNE e lo rileggerei ancora e poi ancora perché mi è piaciuto molto.È il più famoso romanzo di Louisa May Alcott, bravissima scrittrice statunitense, che ha pubblicato inizialmente in due volumi, il primo nel 1868 e il secondo nel 1869, negli Stati Uniti con il titolo Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy. Amo e ho amato questo libro che tengo, gelosamente, custodito nella ... Altro...

    Ho letto PICCOLE DONNE e lo rileggerei ancora e poi ancora perché mi è piaciuto molto.

    È il più famoso romanzo di Louisa May Alcott, bravissima scrittrice statunitense, che ha pubblicato inizialmente in due volumi, il primo nel 1868 e il secondo nel 1869, negli Stati Uniti con il titolo Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy. Amo e ho amato questo libro che tengo, gelosamente, custodito nella mia piccola biblioteca perché mi ha appassionato molto suscitandomi forti emozioni.

    Ho sognato insieme con Louisa in questa stupenda storia, ambientata nel mezzo della Guerra di Secessione Americana e incentrata sulle piccole donne di casa March, Meg, Jo, Amy e Beth, che hanno condotto una vita serena, tranquilla fino a quando il padre non fu costretto a partire per il fronte, lasciandole sole con la moglie e la governante.

    Un racconto intrecciato di aspirazioni, sentimenti e difficoltà familiari a causa delle ristrettezze economiche, dove i protagonisti riescono a combattere le “miserie quotidiane” ma non a uscirne mortificate da questo stato precario di cose. Il loro legame è più forte di tutto.

    La solidità del loro rapporto di sangue è il risultato di una combinazione perfetta tra personalità completamente differenti e un equilibrio di intenti che le porterà lontano e qualcuna anche al successo sociale.

    RECENSIONE DEL LIBRO

    Piccole donne di Louisa May Alcott

    Le protagoniste e i personaggi di Piccole donne

    Meg, la primogenita, è il punto di riferimento principale per le altre sorelle. È bella, dolce e socievole, e anche abbastanza ambiziosa.

    Decisamente l’opposto è la secondogenita, Jo: anticonformista, tenace, intuitiva e impulsiva. Considerata l’eroina indiscussa del romanzo e alter ego della stessa Alcott, Jo nutre una passione per i libri, per la letteratura e sogna di diventare un giorno scrittrice (come me). Ecco perché questo amabile romanzo ha lasciato un segno nella mia anima: mi sono rispecchiata nel suo personaggio e ho volato sulle ali dell’immaginazione e della fantasia.

    Poi c’è la piccola Beth, ragazza timida e generosa, sensibile ma poco incline alla compagnia esterna alla famiglia, tanto da non riuscire a socializzare con nessuno al di fuori dei contatti più stretti e cari.

    L’ultima è la piccola Amy, bambina vispa e vivace, la cui spiccata vanità la porta ad apparire a volte esuberante e altezzosa.

    In realtà, le sorelle di Piccole donne sono tutte simpatiche a modo loro e la differenza le arricchisce.

    Chi fa da collante tra le quattro è la signora March, madre sempre attenta, premurosa e presente, delicata e intelligente perché sa come lasciare spazio e concedere autonomia alle proprie figlie, permettendo loro di vivere liberamente le proprie esperienze al fine di farle crescere serenamente e responsabilmente.

    Completano la storia altri personaggi come la bisbetica zia March, il burbero signor Laurence e suo nipote Laurie, vicino di casa e amico fidato delle sorelle March.

    Insomma, un cast super social, come diremmo oggi, da seguire dall’inizio fino alla fine del romanzo, con il fiato sospeso.

     

    I valori espressi in Piccole Donne

    È proprio in una frase uscita dalla bocca matura e consapevole dalla saggia Meg che è racchiuso tutto il senso del libro:

    «L’inverno sarà difficile per tutti e non dovremmo spendere denaro in cose futili, quando i nostri uomini stanno soffrendo in guerra. Noi non possiamo fare molto, ma possiamo contribuire con qualche piccolo sacrificio e dovremmo farlo volentieri.»

    Dunque, è necessario crescere con sani e buoni valori se si vuole diventare grandi in ogni senso. È questa l’educazione che la signora March ha trasmesso alle proprie figlie, consentendo loro di affrontare le avversità della vita con maturità, aiutandosi reciprocamente, nonostante la diversità del loro carattere e della loro personalità.

    Nonostante le precarietà economiche, ognuna delle quattro sorelle tenta di coltivare le proprie passioni come la musica, la pittura e la scrittura, soprattutto in un’epoca non affatto progressista e piuttosto incline a supportare un mondo “fatto di soli uomini”.

    «Gli uomini devono lavorare e le donne si sposano per denaro. È un mondo orribilmente ingiusto.»

    Questa volontà di ribellarsi alle convenzioni trova la sua realizzazione nel personaggio di Jo. Anticonformista per eccellenza, come ho già detto; è lei che più di tutte combatte contro la volontà comune nel vedere le donne relegate a un ruolo secondario.

    In questo libro c’è amore, fratellanza, inclusione, pari opportunità, rispetto, educazione, arte… quindi per la varietà e l’importanza dei temi trattati, il libro della Alcott appare decisamente all’avanguardia rispetto all’epoca in cui è stato scritto.

    L’attenzione posta sul nucleo familiare e sui valori che derivano lascia trasparire il desiderio di affermazione personale.

    Perché leggere Piccole donne oggi

    Piccole Donne è un libro meraviglioso da leggere, perché, attraverso la descrizione di questo affresco famigliare che abbiamo visto, l’autrice offre al lettore numerosi personaggi in cui potersi rispecchiare e notevoli spunti di riflessione, come il rifiuto degli stereotipi femminili, le restrizioni sociali e le disuguaglianze tra i generi.

    Consiglierei Piccole Donne alle giovanissime di oggi, per capire come sia cambiato il mondo, ma soprattutto l’importanza di nutrire e coltivare le proprie aspirazioni e i propri sogni e portare avanti i valori e gli ideali in cui si crede, acclamandoli così forte da fare la storia, lasciando un segno indelebile nel tempo.

    Il libro ebbe un successo immediato quando uscì e oggi è anche considerato un classico della letteratura per l’infanzia. Ancora lo consiglio a colleghi docenti, educatori e a coloro che si occupano di studi sulla pedagogia scolastica ed evolutiva, in quanto il tema principale del romanzo non è solo la famiglia, i figli e le loro problematiche, bensì la crescita e la trasformazione interiore da adolescenti ad adulti ed è questo risvolto etico e morale oltre che educativo e formativo a rendere il romanzo sempre nuovo e molto interessante.

    Teresa Averta

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