PORPORATA DI MARZO
I sassi,
ranicchiati,
in dormiveglia,
rivolgono il lato d’ oro ad Est.
S’ avvitano in velluti
di talli e muschi sparsi.
È un velo d’ acquerello
l’ alito del vento,
carezza porporata di papaveri chiassosi.
Declivi
dove l’ occhio mio si perde,
umori freschi di ginestre,
erba sapida in canestre.
Lo stupore dell’ alba
porta ancora l’ oro in bocca,
si sfarina in rivoli di brina,
resto in piedi, è già mattina.
Il giorno è in avanzata ascesa,
lenzuola e brina in bianca stesa
tra verdi colate di giardini,
nella resa tiepida di tremuli acquitrini.
ROSITA MATERA