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Intervista al M° Alessandra Celletti

Con immenso piacere torno ad intervistare Alessandra Celletti, pianista e compositrice di fama internazionale, ha all’attivo una carriera concertistica in Italia, Europa, Africa, India e Stati Uniti, oltre 20 produzioni discografiche e milioni di ascolti su Spotify.

Molte le collaborazioni con artisti italiani (da Gianni Maroccolo a Claudio Rocchi, ai Marlene Kuntz, a Franco Battiato) e stranieri (tra cui il mitico Hans Joachim Roedelius, pioniere dell’elettronica tedesca con Brian Eno e i Cluster).

Alessandra Celletti su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandra_Celletti_(pianista)

Spotify: https://open.spotify.com/artist/0BbHILJDz4eN90gbl1mHZj?si=D7Vz9RZ8S8qn23tO2P5cuw

Facebook: https://www.facebook.com/cellettialessandra

Instagram: https://www.instagram.com/alessandracelletti_official/

Youtube:  https://www.youtube.com/user/alesscell

1) Alessandra vorrei tornare per un momento al 2021 anno in cui si è esibita con il suo “Mini Piano Tour Experience” nel Friuli- Venezia Giulia portando le sue composizioni scritte per pianoforte. Cosa ha suonato durante questo tour? C’è una correlazione con Il “piano piano on the road” del 2013?

Ogni volta che si presenta un ostacolo cerco di ribaltare la situazione e di far nascere un’idea…Sia “Piano piano on the Road” che “Mini Piano Tour Experience” sono state una mia risposta ad un periodo di crisi in cui tutto sembrava bloccato e in cui sembrava impossibile fare concerti. Così nel 2013 caricai il  pianoforte su un camion e girai l’Italia portando la mia musica in luoghi bellissimi e inediti, direttamente a contatto con le persone. Nel 2021 la situazione era ancora più complessa. Non si poteva più suonare per il pubblico così ho pensato: “viaggerò da sola con il mio minipiano e suonerò lungo i corsi d’acqua del Friuli Venezia Giulia, una regione che amo tantissimo. Suonerò per i fili d’erba, per i fiori, per gli insetti….anch’essi sono esseri viventi e sicuramente ameranno la musica”. Così sceglievo un punto che mi ispirava e improvvisavo qualcosa con l’unico desiderio di condividere suoni e purezza. Ho ripreso tutto con la mia videocamera e registrato i suoni che poi ho editato e rielaborato. E’ nato così “Experience” un album che racconta il mio amore  per la trasformazione.

2) L’otto di aprile uscirà il suo nuovo album “Sacajawea” ispirato alla vita di questa donna nativa americana (Sacajawea) che ebbe un ruolo importante nella spedizione di Lewis e Clark, tra il 1804 e il 1806, finalizzata all’esplorazione dell’America nord-occidentale. Una donna come poche in grado di percorrere migliaia di chilometri con il suo bambino in grembo. Come nasce la sua idea di ispirarsi ad un personaggio storico di notevole carisma e forza? Quali aspetti l’hanno colpita maggiormente della vita di Sacajawea?

Di Sacajawea mi colpisce il grande coraggio e la sua forza d’animo. Quando accompagno’ la spedizione di Lewis e Clark aveva appena sedici anni. Partorì lungo il viaggio e continuò l’audace avventura con il suo piccolo sulle spalle. Nonostante la  giovane età il suo contributo fu decisivo per la riuscita della spedizione. In America Sacajawea è una vera eroina, simbolo dell’emancipazione femmnile. In Europa invece non è quasi conosciuta. Per questo ho deciso di dedicarle un concept album e di  raccontare la sua bellissima storia attraverso la musica.

3) “Sacajawea” è un album in cui il pianoforte è accompagnato da diversi strumenti tra cui il flauto, le percussioni, la chitarra, la voce umana. Una collaborazione impegnativa e di grande effetto sonoro. Cosa l’ha spinta ad utilizzare proprio questo organico strumentale?

Ogni brano è un piccolo mondo con una propria sonorità. Non ho preso decisioni a priori ma ho assecondato le esigenze espressive di ogni singola composizione mano a mano che prendeva forma. Sono felice di avere avuto la collaborazione di tanti bravissimi musicisti.

4) In Great Spirit il flauto è portavoce di una Entità superiore al quale i Nativi Americani si sono rivolti, una melodia sacra che porta con sé grande saggezza e amore verso i doni della natura; potrebbe essere interpretata in questo modo?

Quando compongo qualcosa mi lascio trasportare dai suoni senza pensare troppo al significato. Sono molto istintiva e mi piace molto quando chi ascolta mi riferisce le proprie emozioni restituendomi a posteriori  il senso di ciò che ho fatto. Quindi ti ringrazio per questa tua interpretazione di “Great Spirit”.

5) Little Indian Child e Pompey’s Lullaby sono due ninne nanne, nella prima Lei stessa immagina che sia il bambino di Sacajawea nel grembo materno a cantare quasi volesse confortare la madre, nella seconda su testo di Jane L. Fitzpatrick, i riferimenti sono al Grande Spirito, alla Madre Terra, alla vita (non so se sia giusto). Nella conferenza stampa Lei ha accennato ad un progetto cinematografico, immagino che Pompey’s Lullaby farà parte della colonna sonora. Di cosa si tratta esattamente?

Da diversi anni sono in contatto con Jane L. Fitzpatrick, autrice e produttrice di un un film intitolato  “Sacajawea. The windcatcher”. Jane è una persona molto speciale che sta portando avanti questo progetto dedicato a Sacajawea con vero amore e rispetto. Mi sta anche aiutando a comprendere più profondamente il mondo dei Nativi e le sono grata  per il testo che mi ha ispirato una Ninna nanna molto dolce.  Amo molto cantare questa Lullaby. Spero che presto potranno iniziare le riprese e che la mia musica potrà far parte della colonna sonora.

6) In Shaman Chant la voce maschile accompagnata dal pianoforte affascina, esercitando una forte capacità di attrazione verso l’ignoto. Le parole del testo a cosa si riferiscono? 

Anche io sono rimasta affascinata dalla voce di Shaman Chant. E’ nato come esperimento vocale del mio amico musicista Alberto Tre e subito ho avuto la sensazione di un canto sciamanico. Le parole non corrispondono a nessun linguaggio esistente e forse proprio per questo mi sembravano perfette per suggerire una comunicazione con il mondo dell’invisibile.

7) Bird Woman ha di per sé un titolo evocativo: la guarigione di Sacajawea e la sua ricerca verso la libertà senza dimenticare le sue origini. Il testo di Pietro Lanzara è stato fonte d’ispirazione per la realizzazione di questo album, cosa l’ha colpita di più leggendo le parole dell’autore?

Bird Woman è un brano che mi sta particolarmente a cuore. Ho da sempre una passione per il volo e quando ho scoperto che il soprannome di Sacajawea era proprio “donna uccello” questo me l’ha resa ancora più vicina. Il suo desiderio di libertà è anche il mio; e anche la sua gioia di vivere.  Il testo è ricco di emozioni: paura, dolore, confusione, ma anche speranza e ritrovata felicità. E’ stato molto interessante per me cercare i diversi colori della mia voce.

8) In Daydream la melodia accompagnata dal pianoforte e dalla chitarra pare essere stata composta sulle basi di un’atmosfera onirica, potrebbe essere interpretato come un sogno ad occhi aperti della protagonista?

Sognare ad occhi aperti è una vera dote naturale. Dai sogni ad occhi aperti nascono spesso grandi intuizioni. Ho immaginato Sacajawea così: romantica e sognatrice, ma anche rivolta verso il futuro con determinazione. Sognare è il primo passo per trasformare la realtà.

9) Gleams e Frozen Landscape letteralmente lampi e paesaggio ghiacciato, sono elementi importanti che trovano ampio spazio nella cultura indigena così come tutto ciò che si riferisce a Madre natura. Sospesi tra il giorno e la notte questi due brani, accompagnati dal pianoforte e da altri strumenti, sono pervasi da una ricerca timbrica che sottolinea il suo costante interesse verso forme sonore di tipo sperimentale. A quali generi musicali si è ispirata nel comporre queste melodie?

Ti devo ringraziare perché  queste tue domande mi stanno aiutando a mettere a fuoco molti aspetti di questo mio nuovo lavoro. E’ vero: il giorno e la notte….

La ricerca timbrica è un aspetto molto importante nel mio percorso musicale. La mia amatissima insegnante di pianoforte Vera Gobbi Belcredi mi ha trasmesso l’importanza del colore del suono. La musica elettronica offre possibilità infinite di esplorazione  e rappresenta per me un ampliamento di questa ricerca timbrica.  Quando compongo non mi pongo dei modelli da seguire ma è naturale che confluiscano tutte le esperienze che hanno fatto parte della mia vita musicale: da Satie a Brian Eno, da Gurdjieff a Philip Glass.

10) L’album si conclude con Prayer una canzone cantata da Sacajawea dedicata alla sua tribù. Una preghiera di altissimo livello in cui l’amore e il pensiero costante verso il suo popolo accompagnano la protagonista lungo il viaggio dei due esploratori. Perché comporre una preghiera in musica?

A volte suonare e cantare sono un modo di pregare. Attraverso i suoni si entra in contatto con una parte spirituale. La musica, così come la preghiera, evoca la luce.

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