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    Ritorno alle terre devastate

    Introduzione:"Ritorno alle Terre Devastate" è un'opera di fantascienza avvincente che ti terrà incollato ad ogni pagina.Esplora i confini del coraggio e della lealtà in un mondo sconvolto dalla distruzione, in cui la speranza e l'oscurità si scontrano in un crescendo emozionante.Preparati a immergerti in una storia di avventura, mistero e azione, mentre segui Jack in un viaggio in cui le scelt... Altro...

    Introduzione:

    "Ritorno alle Terre Devastate" è un'opera di fantascienza avvincente che ti terrà incollato ad ogni pagina.

    Esplora i confini del coraggio e della lealtà in un mondo sconvolto dalla distruzione, in cui la speranza e l'oscurità si scontrano in un crescendo emozionante.

    Preparati a immergerti in una storia di avventura, mistero e azione, mentre segui Jack in un viaggio in cui le scelte sbagliate potrebbero costare la sua stessa vita.

    Unisciti a noi e scopri cosa significa lottare per la sopravvivenza in un mondo post-apocalittico, in cui il destino è un'incognita e la verità può essere più pericolosa di ogni nemico.

    Sinossi:

    Jack e Marion sono costretti a difendersi dall’assalto di un gruppo di feroci predoni della sabbia che li attaccano dopo aver raggiunto la costa oceanica.

    I due lottano contro i loro aggressori, dimostrando un coraggio da leoni, fino a quando sembrano prossimi alla sconfitta.

    È in quel momento che vengono salvati da un gruppo di uomini che li invitano poi al loro villaggio, chiamato il Quartiere.

    Mentre Marion rimane affascinata da quel barlume di civiltà trovato in quel villaggio, Jack nutre dubbi e sospetti verso i suoi abitanti, che lo spingono ad indagare per scoprire se quella gente è quella che stava cercando da anni.

    Dopo aver incontrato uno strano individuo tra le rovine della città morta, il quale consce la storia del Quartiere, Jack scopre un segreto sconcertante: i padri fondatori adorano un ordigno nucleare, considerandolo al pari di una divinità, e compiono sacrifici umani in suo onore.

    Di fronte a quell’ennesimo atto di follia, Jack prende una decisione drastica: abbandonare il villaggio e tornare ad affrontare le terre devastate.

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    Mad Jack

    Madison Jack, o comeviene chiamato dagli amici che non ha, Mad Jack, è un uomo timido, umile epiuttosto riservato. È uno di quelli cheporge l’altra guancia di fronte alle offese e difficilmente cede alleprovocazioni di chi si trova di fronte. Grazie a quel suocarattere, che lo ha sempre tenuto lontano dai guai, viene cacciatodall’esercito, dopo dodici anni di eccellente servizio, p... Altro...

    Madison Jack, o comeviene chiamato dagli amici che non ha, Mad Jack, è un uomo timido, umile epiuttosto riservato. 

    È uno di quelli cheporge l’altra guancia di fronte alle offese e difficilmente cede alleprovocazioni di chi si trova di fronte. 

    Grazie a quel suocarattere, che lo ha sempre tenuto lontano dai guai, viene cacciatodall’esercito, dopo dodici anni di eccellente servizio, per aver mandatoall’ospedale il suo ufficiale in comando a seguito di un incidente, di cui nonfu responsabile e che non venne mai chiarito. 

    Ritrovatosi senza un tetto sulla testa e senza niente da fare, si ricorda di possedere una casa in un piccolo villaggio situato sulla superficie di Io, una delle lune di Giove. 

    Deciso di tornare in quel villaggio, dove si sarebbe stabilito e avrebbe cercato un lavoro, si mette in viaggio dopo essersi imbarcato a bordo di una nave da carico, con l’intento di ripagare quel passaggio con il suo lavoro. 

    Su quella nave inizieranno le sue avventure nel mondo civile.

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    Athena

    Nell’anno duemilaottanta sette l’aumento della popolazione mondiale contribuisce a creare ilmalcontento in tutto il pianeta. A causa dellapovertà e della disoccupazione, molti si riversano per le strade permanifestare contro il governo. Per placare glianimi e per dare una possibilità a tutti di vivere, viene creato un mondovirtuale chiamato Atlantis. Al suo interno, gliutenti ... Altro...

    Nell’anno duemilaottanta sette l’aumento della popolazione mondiale contribuisce a creare ilmalcontento in tutto il pianeta. 

    A causa dellapovertà e della disoccupazione, molti si riversano per le strade permanifestare contro il governo. 

    Per placare glianimi e per dare una possibilità a tutti di vivere, viene creato un mondovirtuale chiamato Atlantis. 

    Al suo interno, gliutenti possono crearsi una seconda vita e guadagnare soldi che possono venirespesi anche nel mondo reale. 

    Sarah, unaemarginata che vive di piccoli furti, entra nel mondo di Atlantis per tentaredi vivere con quel gioco e, col tempo, diviene un cacciatore di taglie, per poidiventare un sicario al soldo di un criminale che ha espanso il suo dominioanche in quel mondo virtuale. 

    Divenutaun’assassina con centinaia di uccisioni sulle spalle, Sarah si ritrova braccatanel mondo reale da quegli stessi utenti a cui dava la caccia all’interno diAtlantis.

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    Ellen Thrace

    Rimasta orfana, esenza un tetto sulla testa, all’età di sedici anni, Ellen si unisce ad unabanda di criminali per non morire di fame. Dopo essersi fattastrada nel mondo della criminalità, le viene offerto un nuovo lavoro che nonpuò rifiutare, uccidere un malvivente che sta disturbando gli affari della suabanda. Ucciso ilmalvivente, Ellen si trova circondata da alcuni poliziotti che ... Altro...

    Rimasta orfana, esenza un tetto sulla testa, all’età di sedici anni, Ellen si unisce ad unabanda di criminali per non morire di fame. 

    Dopo essersi fattastrada nel mondo della criminalità, le viene offerto un nuovo lavoro che nonpuò rifiutare, uccidere un malvivente che sta disturbando gli affari della suabanda. 

    Ucciso ilmalvivente, Ellen si trova circondata da alcuni poliziotti che la arrestano perpoi portarla alla centrale di polizia. 

    Qui, vieneinterrogata dall’agente speciale Johnson che, dopo aver esaminato la sua fedinapenale, le annuncia di dover finire in una carcere governativo per il restodella sua vita. 

    Considerando lapreparazione di Ellen, l’agente le offre una scelta, finire in carcere oppureindossare una divisa e andare a combattere su Marte. 

    Ellen, dopo unanottata trascorsa in cella, decide per la vita militare e andrà su Marte, dovescoprirà un segreto che il mondo intero deve conoscere.

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    'Il cavaliere senz’ombra', di Raffaele Olivieri

    Il cavaliere senz’ombra è il nuovo libro di Raffaele Olivieri edito Guida Editore. Protagonista è Gualtiero, un nobile rampollo di un’antica casata, figlio di un cavaliere appartenente all’Ordine dei Templari.  La trama si svolge in Francia, nel 1295; per Gualtiero la figura del  padre è un alto modello da seguire e emulare, seppur dentro di sé non sgorghi il sacro fuoco del ca... Altro...

    Il cavaliere senz’ombra è il nuovo libro di Raffaele Olivieri edito Guida Editore. Protagonista è Gualtiero, un nobile rampollo di un’antica casata, figlio di un cavaliere appartenente all’Ordine dei Templari.  La trama si svolge in Francia, nel 1295; per Gualtiero la figura del  padre è un alto modello da seguire e emulare, seppur dentro di sé non sgorghi il sacro fuoco del cavalierato e della temerarietà. Quella di Gualtiero è un’anima malinconica, letteraria, ingabbiata fra spade e armature; la delicatezza dell’anima del giovane si scontra con la concretezza e l’austerità del carattere del padre. Gualtiero si emoziona di fronte a un paesaggio, seppur non sappia cosa siano le emozioni; ha con sé un lista, un prontuario per vivere secondo certi canoni, in cui l’amato padre ha scritto tutte le situazioni e le persone da cui Gualtiero deve diffidare.

    Il suo carattere remissivo, troppo codardo per la guerra, gli era valso anche gli scherni della comunità; tuttavia, tutto cambia quando alla morte del padre il giovane rampollo ne eredita l’armatura: una corazza che diventerà una prigione, una sorta di oggetto transazionale di Winnicottiana memoria. L’armatura avuta in eredità diviene una vera e propria fortezza in cui Gualtiero si rinchiude, senza volersi mai staccare, simbolo di una gabbia d’oro e spauracchio di un effettivo e concreto mezzo per sconfiggere i dolori, le sofferenze e le realtà della vita vera. Il giovane, per dimostrare agli altri e a sé stesso di valer pur qualcosa, decide di partire per prender parte alle Crociate; il suo scopo diventa quello di inseguire le guerre, non perché sia un cuor di leone ma perché l’armatura diventa un riflesso di quella temerarietà  di cui Gualtiero manca. La battaglia, nella concezione del protagonista, diventa così un contesto mitico: soverchiato da un alone leggendario quasi come le gesta mitologiche di eroi del calibro di Achille. Tuttavia, le crociate sono finite da un pezzo: il giovane non cede alle sue convinzioni  e, anzi, la sconfinata paura da cui è pervaso lo obbliga a utilizzare questa falsa credenza come pretesto per non abbandonare l’armatura del padre; pesante, ingombrante, ma sicura e appagante dal punto di vista emotivo. Gualtiero intraprende un folle viaggio verso le guerre, schernito da tutti: ma è proprio durante il suo viaggio in Galilea che scoprirà sé stesso, grazie agli incontri singolari con cui si rapporterà durante il suo cammino.

    Durante il suo viaggio verso la Galilea il cavaliere senz’ombra,  abituato agli agi e alla comodità, inizia a scontrarsi con le prime intemperie della vita; il timore degli insetti, abili e veloci nell’insidiarsi sotto la sua armatura diventata, oramai, una vera e propria casa e, ancora, la fame, il freddo e il caldo. Ogni tanto, alla vista di qualche paesaggio o di qualche personaggio durante il suo cammino,  sopraggiunge un grumo di emozioni che Gualtiero percepisce nel petto, credendo si tratti di un dolore alle costole. Con lui il suo cavallo e un coniglio selvatico incontrato lungo la strada;  un animale la cui simbologia con il protagonista appare evidente: il poco coraggio, la paura, il non lasciarsi mai andare. Durante il corso delle pagine, il lettore noterà la crescita emotiva e umana del protagonista della storia: non solo grazie a una sua graduale evoluzione ma anche, e soprattutto, grazie ai personaggi che saranno riflesso dei suoi timori e che, tramite gesti o parole, li dissiperanno. Da ogni incontro imparerà qualcosa: la calma e la quiete di una comunità che vive senza parlare, al chiarore della luna, la cui dottrina si ispira all’amore, alla cooperazione e alla solidarietà. Nomadi legati alla terra che insegneranno al giovane il legame con la natura,  o la possibilità di una  la vita condotta senza il superfluo che pur può essere serena. Ai lunatici Gualtiero dona alcuni pezzi della sua armatura affinché possano reperire dalla vendita di quest’ultima del denaro per compare cibo e viveri. Questo passaggio è emblematico: l’armatura, co-protagonista del romanzo, si sfalderà nel corso delle pagine rivelando la vera essenza del cavaliere che la indossa. Alcune parti saranno rubate, altre donate ancora a un uomo deforme dopo aver incontrato i lunatici, altri pezzi andranno perduti.

    Questa progressiva perdita simboleggia, in realtà, la possibilità di ritrovarsi; ogni pezzo perduto dell’armatura coincide con l’incontro  verso la sofferenza, l’empatia , l’amore e, in altre parole, verso l’umanità. Piano piano, il carattere rigido che contraddistingue Gualtiero lascia il posto a una spiritualità che sembra sempre più espandersi, nel corso delle pagine,  tanto da arrivare a  rifiutare il motivo primario che lo ha fatto partire: la guerra. Incontra, in seguito, Frate Girolamo che lo invita a sostare nel monastero insieme ad altri frati; qui, Gualtiero, dopo una sosta decide di andare via, ancora, per la sua strada.  Successivamente, un menestrello gli indica la via della magia per rispondere a quei quesiti che Gualtiero, nel corso del suo viaggio, si continua a porre.  L’uomo incontrato per strada lo conduce dalla maga Jolanda che, invece di preparargli una pozione, gli rivela una profezia che sconvolge il cavaliere. La stanza della maga è sinistra, gli odori di rane e lumache bollite poco invitanti, le ombre nere dell’aldilà che il giovane cerca di combattere inquietanti. Eppure, la maga, scorge qualcosa di maestoso nel cavaliere dal cuore pavido e gli predice di essere destinato alla Grande Armonia: una condizione che implica lealtà, rispetto,  coraggio ma non la guerra.

    ‘’Ogni volta che rinuncerete a un pezzo della vostra armatura, riceverete un segno a indicarvi che siete sulla strada giusta. […]. Dovrete imparare ad incassare i colpi della vita, non quelli delle spade. Al termine del viaggio raggiungerete la Grande Armonia’’.

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    STRALCI

    Oggi è più dura del solito, la voglia di farmi mi entra dentro; giunge alle sinapsi e le formicola con strane idee per far l'amore con lei, la bimba. Trapana il cervello, ci provo a distrarmi: ascolto musica, ballo, gioco alla play, pulisco casa, ma nulla. L'idea oggi è presente come Berlusconi in politica...credo non se ne andrà mai. Pensieri bui, non voglio altro che quello, desidero s... Altro...
    Oggi è più dura del solito, la voglia di farmi mi entra dentro; giunge alle sinapsi e le formicola con strane idee per far l'amore con lei, la bimba. Trapana il cervello, ci provo a distrarmi: ascolto musica, ballo, gioco alla play, pulisco casa, ma nulla. L'idea oggi è presente come Berlusconi in politica...credo non se ne andrà mai. Pensieri bui, non voglio altro che quello, desidero sentirmi cadere e poi tornare su, godermi quella sensazione di discesa e risalita in mezzo secondo...le voglio...entrambe. Voglio cucinare, voglio sentire lo sfrigolio sulla carta stagnola, quell'odore di ammoniaca che precede il "crack" della fumata.  Insomma, oggi è il 15° giorno e io sento di essere arrivata al limite della sopportazione. Pensieri cupi, atmosfera pesante, tempo immobile, ticchettio dell'orologio nelle orecchie come una tarma che rosicchia il legno. Giro e cammino per casa con le mani sudate e i capelli che seguono l'altalenarsi del capo. Le voci cupe che sento nelle mia testa possono essere fermate solamente in un modo e io so benissimo qual è.  Vorrei allenarmi un pochino per distendere i nervi, ma la tensione è così potente da immobilizzarli. 15 giorni senza toccare nessun tipo di sostanza. Un record, dopo aver passato gli ultimi 5 anni a usare quella "merda" quotidianamente. 15giorni. Sono più forte io, mi dico, ma poi arriva il pensiero di quella sensazione di pace dopo l'uso che , ecco, è più forte lei. Le domande si susseguono impetuose come fosse un gioco a premi e io dovessi rispondere in velocità: "Vado?" "Non vado?". Ripetute di continuo, infinitamente, velocissime, assillanti, importune...UN'OSSESSIONE - in uno sprazzo di lucidità mi metto a cantare a squarciagola "Nuova ossessione" -, ma questa è una vecchia ossessione, una vecchissima e putridissima ossessione. ...e poi...STOP. Come un dardo lanciato durante la Guerra dei cento anni, un pensiero sfreccia tra le mie facoltà psichiche e intellettive.  14 giorni fa mi trovavo in psichiatria per un wash out dalle sostanze, il ricovero è stato duro, impegnativo, volontario. Ed è l'ultimo aggettivo che blocca i pensieri. "VOLONTARIO". Sono stata io a voler una possibilità che mi permettesse di cambiare vita. Ora avrei dovuto mandarsi tutto a farsi fottere per una voglia simile a quella della Fiesta dopo aver mangiato solo un panino? Oh, NO! Signori miei, io resisto.Io combatto. Io esisto senza le bimbe. Io sono forte e intelligente - forse poco umile -, ma ce la farò.  IO RESISTO. 16 GIORNO DI ASTINENZA.

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    C'era una volta un pirata

    Il conte di Sutcliffe ha un problema: suo figlio, Daniel, preferisce gli uomini alle donne.  Dopo due anni di matrimonio con Lady Kathryn Sinclair, Daniel non ha prodottoun erede. Disperato per voler continuare la sua linea di sangue, Sutcliffe si rivolge al suo figlio illegittimo, Talon Montgomery.Sapendo che il prospero corsaro americano non farà mai quello che vuole,Sutcliffe fa in modo c... Altro...

    Il conte di Sutcliffe ha un problema: suo figlio, Daniel, preferisce gli uomini alle donne.  

    Dopo due anni di matrimonio con Lady Kathryn Sinclair, Daniel non ha prodotto

    un erede. Disperato per voler continuare la sua linea di sangue, Sutcliffe si rivolge al suo figlio illegittimo, Talon Montgomery.

    Sapendo che il prospero corsaro americano non farà mai quello che vuole,

    Sutcliffe fa in modo che suo figlio venga falsamente arrestato per pirateria. Talon è devastato quando crede che tutto il suo equipaggio sia stato giustiziato.  Quando scopre che Sutcliffe ha interceduto in loro favore, Talon è disposto a fare qualsiasi cosa per tenerli al sicuro, anche sedurre sua cognata.

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    Camera anecoica. 2.

    il mio antenato, quello divorato intendo, viveva seguendo altri ritmi e non certo le scadenze e le bollette e le menate dei ritardi e degli anticipi: il sole sorge, mi alzo; il sole cala, accendo il fuoco, costruisco un riparo; si mostra la volta stellata, dormo.  all'alba, cammino e inseguo la mia preda, stando attento a non divenire io la preda. non come noi, nevrotici, in fila al supermerc... Altro...

    il mio antenato, quello divorato intendo, viveva seguendo altri ritmi e non certo le scadenze e le bollette e le menate dei ritardi e degli anticipi: il sole sorge, mi alzo; il sole cala, accendo il fuoco, costruisco un riparo; si mostra la volta stellata, dormo.  all'alba, cammino e inseguo la mia preda, stando attento a non divenire io la preda. non come noi, nevrotici, in fila al supermercato: la preda inscatolata, imbustata e pesata.  il prezzo della sua conquista lo scontrino e il denaro da sborsare. la fila si allunga e la nostra pare ferma. proviamo quel perenne senso di frustrazione da cassa del supermercato, mi dico io, dato dalla memoria atavica tradita di esserci ancora una volta dimostrati incapaci di procurarci del cibo, alla pari, lottando contro le belve? il mediocre nostro sopravvivere, ricordatoci, a scorno, dalle buste della spesa? se non il saldo più conveniente, nessun trofeo resta del mio antenato che scuoterebbe la testa in segno di disapprovazione, magari frastornato dai colori delle confezioni e dagli odori artificiali dei cibi. la tigre però non mi pare una alternativa poi così allettante, mio caro antenato! guarda che fine hai fatto! privi del super udito per la tua distrazione! e che ne sarà stato della linea genetica di coloro i quali si immolarono, ingenui o temerari, per assaggiare piante, animali e qualsiasi cosa avesse parvenza di nutrimento? i sommelier e i gourmet sono forse gli eredi di coloro i quali sopravvissero? ne rimane traccia nel loro DNA? dovremmo ben pensare a una sorta di riconoscimento, magari una bella statua: AL SACRIFICIO PER LA COMMESTIBILITA'. non ci pensa mai nessuno? ma quanti rami anche qui potati per garantire un futuro alle future generazioni? e senza pensare ad altro che al proprio (preistorico) stomaco vuoto! il massimo egoismo vantaggioso per i discendenti. non è forse così che è proceduto il mondo? l'ottimizzazione del proprio bisogno che, a cascata, porta vantaggio a chi verrà? e così appare come se vi fosse una richiesta dalla vita: che si proceda. che si continui. inesorabilmente. come è crudelmente ovvio, davanti alla scomparsa di qualcuno di caro, rendersi conto che per il resto del mondo, quello che ci pareva essere un prezioso dono, ora a noi sottratto, insostituibile, nella sua assenza, non scalfisca nulla. guardavo spesso le foto, i filmati, i quadri delle generazioni passate e non potevo non osservare quanta vita vi fosse in quegli occhi, ora svaniti. ma la traccia del loro passaggio restava e ancor più me li rendeva cari, vicini a me. quello sguardo avrebbe potuto essere il mio e quel sorriso, quella posa: non forse erano i miei? sarebbe accaduto anche a me: svanire, divorato nel gorgo del tempo. ma rimettendomi a questa sensazione che la vita vuole solo la vita, che procederà perché in se stessa trova la sua giustificazione e la sua ragion d'essere, al di là dell'individuo. pensai che, un giorno, il più lontano possibile, ovviamente, pur avendo concluso il mio ciclo vitale, capendone meno di quanto avrei voluto, qualcosa permarrà. intrecciata la serie di cause e conseguenze quale sono io, avrò portato avanti un frammento  di questa necessità. idea o concetto non del tutto consolante o risolutivo , ma si sa che la paura dell'oblio compete soltanto all'ego. e di ego ne possediamo a sufficienza per riempirci le ampolle sulla Luna di ariostesca memoria. per garantirci una parvenza di identità, di nucleo fondante e, invece, è un nonnulla: un grumo di passioni e di ricordi, per lo più travisati dalla memoria, così fallace, così ricostruttiva di senso a posteriori da diffidarne! ma a noi piace raccontarci per quel che fummo e che vorremmo essere, in nome di chissà quale insieme di idee che ci siamo fatti per vivere e per sopravvivere davanti al mondo. bisogna essere delicati davanti ai racconti di vita altrui: ricostruiscono non chi, ma come avrebbe voluto essere quell'io narrante. ed è lì che ogni parola e ogni immagine acquisiscono un valore per quel che rivelano nella loro scelta. siamo lo storytelling delle nostre vite. e quante ne ho raccontate io e quanti ricordi mi sono inventato, senza saperlo, senza volere: è così disarmante dire di sé. per quanto sia, inconsciamente, sfalsato dal reale! immagini e percezioni e poi una sorta di filo conduttore esistenziale: chi ha scritto la mia sceneggiatura? chi ha scelto che io dovessi preferire i lamponi alle more? e chi ha piantato in me il seme del dubbio e dell'entusiasmo? perché odio il western e mi appassiona la fantascienza? risposte nulle. se non un finto ritrovare ricordi a loro conferma: camaleonti del reale immaginato, questo sono gli esseri umani!  intanto batteva il cuore: l'istinto di preservazione è parte essenziale della vita e il mio stomaco gorgogliava, quale quello del mi antenato. allora, mi riavvicinavo alla porta, scrutando in cerca di un altro essere umano che venisse a salvarmi. e dopo tutte quelle riflessioni, mi domandai se non mancasse qualcosa al mio pensare. un concetto più ampio.  la domanda. anzi il domandone. Ma non era ancora il momento. La porta andava aprendosi ai suoni del mondo. 

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    Camera anecoica. 1.

    ..ero al buio. in quello strano silenzio riempito dai suoni del mio corpo. potevo immaginare che vi fosse qualcun altro, al di là e oltre: il mondo esisteva ancora in me, come immagine cui mi volevo ricongiungere. ma ero, lì. disperatamente solo. in quell'ovattato crepuscolo sonoro. una condizione che raramente sperimentiamo, non fosse altro per il rumore di fondo che ci accompagna, inascol... Altro...

    ..ero al buio. in quello strano silenzio riempito dai suoni del mio corpo. 

    potevo immaginare che vi fosse qualcun altro, al di là e oltre: il mondo esisteva ancora in me, come immagine cui mi volevo ricongiungere. ma ero, lì. disperatamente solo. in quell'ovattato crepuscolo sonoro. una condizione che raramente sperimentiamo, non fosse altro per il rumore di fondo che ci accompagna, inascoltato ma udibile, della città o della natura. e poi c'è sempre qualcosa che si muove nei pensieri, nella mente. e la mente, infatti, si agitava. riottosa a calmarsi, una proiezione impazzita 24/7: fotogrammi e parole che si accavallavano privi di una logica e di un criterio di definizione su cosa volessi io proiettare, libera e selvaggia. io ero diventato una sorta di identità isolata e messo faccia a faccia con me stesso, in quella stanza: non solo preso  dai miei pensieri, ma anche e soprattutto a contatto intimo con il mio corpo. un prodigio a pensarci bene: organi e sistemi che in autonomia ci mantengono in vita senza la nostra partecipazione. in quei momenti, chissà come, seppur sia comprensibile, mi si presentava alla mente la struttura dell'orecchio interno. che pensiero assurdo: la sua immagine, vista chissà quando e dove, e memorizzata, evidentemente, a mia insaputa, mi si proponeva costantemente e io la ruotavo nella fantasia, sospeso in quel tempo che scorreva piano e denso.  vedevo chiaramente le parti dell'orecchio interno. come si erano formate, in quanto tempo e seguendo quale legge di selezione naturale... erano  nate o si erano evolute, per prove e funzionalità, in quel modo? il che mi portava a pensare che ci fosse, che dovesse esistere un qualcosa all'origine che, con la potenza infinita e strabordante della sua immaginazione, con la sua capacità di valutare cosa sarebbe andato meglio per vivere sul pianeta sul quale posiamo le nostre orme, ci avesse dotato di un qualcosa di così sofisticato, progettato per garantirci una forma di sopravvivenza  tramite il suono captato del mondo esterno. attenzione però: entro una determinata fascia di frequenze e non più ampia o più limitata, per non confonderci e renderci vulnerabili.  forse un nostro antenato poteva udire ben oltre noi, ma la sua capacità lo aveva posto davanti a un problema di sovraesposizione che non lo aveva avvantaggiato: la tigre dai denti a sciabola se lo era divorato, d'un balzo, incredula per quella scarsa attenzione al pericolo della sua preda, ed era lui, il nostro antenato potenziato, distratto dal cinguettio voluttuoso di qualche uccello e dall'impetuoso gorgoglio di un rivolo d'acqua: selezione naturale immediata e così ci siamo persi la possibilità di udire l'attuale inudibile. andata! addio al super udito! e mentre il mio antenato diveniva un ramo evolutivo brutalmente potato, permaneva la domanda sulla possibilità e la probabilità del nostro pur semplice esistere.  e io mi chiedevo, in quel mostruoso monologo interiore, che tutti noi abbiamo provato e che ci inonda con il suo flusso incoerente le menti generalmente prive di una qualsiasi forma di argine, ma come era possibile essere divenuti quali siamo? perché non altrimenti? perché poi così differenti fra noi? il contesto ci aveva plasmato e un ordine interno, autoregolamentato da differenti tipi di "tigri dai denti a sciabola" , pronte a selezionare, a scremare  e a ottimizzare.  una efficienza quasi paradossale nella sua varietà infinita di forme animali e vegetali... intanto il tempo trascorreva e pareva aver preso una sua dimensione tangibile. avrei potuto afferrare un minuto e stringerlo tra le mie mani, la trasposizione materiale di sessanta secondi che scorrevano tra le mie dita: in quel momento il tempo era allineato con me. ero nel e del tempo. uno, due, tre e quattro e via così.  fisso nell'istante. provavo una pace in quel ritmo che si affiancava al mio, a quello dei battiti del mio cuore. che pace, in quel preciso istante... poi ritornavo al confuso apparire e svanire del film 24/7. la sensazione mi aveva sconcertato: noi siamo sempre un po' sfalsati rispetto al tempo: quello della storia, della società e del mondo. ci portiamo un po' in avanti: ecco ci sporgiamo sul futuro. un po' indietro e precipitiamo nel passato. in bilico su una sfera di ore e giorni e anni, confusi e precari quali siamo. poi, magicamente, accade. entriamo nel tempo e ci ricolleghiamo al suo ritmo: il nostro cuore incontra la follia di un altro essere, sfalsato anch'esso, che gli risponde. il prodigio! come si fa a sapere se si è innamorati, se si è un più vivi, se non quando il tempo acquisisce una sua temporanea sospensione che ci immerge nel tempo del mondo e libera quella nostra follia, relegata in un angolo, a ricomporci nel presente? a reinserirci nel tempo, a farci abitare un tempo che è un luogo dell'anima, finalmente, presenti e vivi... mi sembrava un pensiero profondo: ne provavo una sorta di commozione, quella che accompagna le grandi scoperte. quelle verità che forniscono ossatura alla nostra esistenza. mi ci sarei anche voluto soffermare, per coglierne le sfumature e i rimandi ai miei giorni, ma la mia mente si era rimessa in azione. il moto implacabile dei pensieri, in quel silenzio, pareva assurdo a dirsi: in quella condizione di isolamento, mi sentivo come quegli speleologi che si fanno rinchiudere per mesi nelle grotte e poi, tornati in superficie, credono di aver guadagnato un giorno o due. il tempo interno si è dilatato ed espanso, privo com'è di riferimenti. tic tac tic tac... 

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    Mad Jack

    Madison Jack, o come viene chiamato dagli amici che non ha, Mad Jack, è un uomo timido, umile e piuttosto riservato. È uno di quelli che porge l’altra guancia di fronte alle offese e difficilmente cede alle provocazioni di chi si trova di fronte. Grazie a quel suo carattere, che lo ha sempre tenuto lontano dai guai, viene cacciato dall’esercito, dopo dodici anni di eccellente servizio, per a... Altro...

    Madison Jack, o come viene chiamato dagli amici che non ha, Mad Jack, è un uomo timido, umile e piuttosto riservato. È uno di quelli che porge l’altra guancia di fronte alle offese e difficilmente cede alle provocazioni di chi si trova di fronte. Grazie a quel suo carattere, che lo ha sempre tenuto lontano dai guai, viene cacciato dall’esercito, dopo dodici anni di eccellente servizio, per aver mandato all’ospedale il suo ufficiale in comando a seguito di un incidente, di cui non fu responsabile e che non venne mai chiarito. Ritrovatosi senza un tetto sulla testa e senza niente da fare, si ricorda di possedere una casa in un piccolo villaggio situato sulla superficie di Io, una delle lune di Giove. Deciso di tornare in quel villaggio, dove si sarebbe stabilito e avrebbe cercato un lavoro, si mette in viaggio dopo essersi imbarcato a bordo di una nave da carico, con l’intento di ripagare quel passaggio con il suo lavoro. Su quella quale inizieranno le sue avventure nel mondo civile.

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    Fuga dalle terre devastate

    Jack abbandona la città, che lui stesso ha fondato dopo aver ucciso Abigail, e torna ad affrontare le terre devastate, dopo averne sentito il suo potente richiamo. A bordo di un veicolo, riprende il suo viaggio verso nord, dove pensa che la civiltà sia tornata a fiorire come un tempo, proprio come fioriva prima che la guerra nucleare avesse ucciso il mondo. Con coraggio e determinazione, si fa s... Altro...

    Jack abbandona la città, che lui stesso ha fondato dopo aver ucciso Abigail, e torna ad affrontare le terre devastate, dopo averne sentito il suo potente richiamo. A bordo di un veicolo, riprende il suo viaggio verso nord, dove pensa che la civiltà sia tornata a fiorire come un tempo, proprio come fioriva prima che la guerra nucleare avesse ucciso il mondo. Con coraggio e determinazione, si fa strada tra signori della sabbia, tra la disperazione di quel mondo che non riesce a risollevarsi dalle proprie ceneri, tra mangiatori di esseri umani e tra farabutti di vario genere. Grazie all’aiuto di Marion, una donna che riesce a liberare dalla schiavitù del signore della sabbia che regna su WilsonTown, affronta tutte quelle difficoltà, deciso nel trovare quella parte migliore dell’umanità che non riesce a trovare attraverso quelle terre devastate.

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    Il tuo incubo peggiore

    Quando una coppia di ricchi clienti si presenta al ristorante dove lavora, Nate Barnett cerca in tutti i modi di assecondare le loro richieste, ma marito e moglie vanno via senza consumare né pagare e lamentando un servizio inadeguato. Senza riuscire a trattenersi, Nate inveisce contro l'uomo e lo minaccia. Non sa però di avere di fronte Christopher Hart, una persona talmente potente da essere i... Altro...

    Quando una coppia di ricchi clienti si presenta al ristorante dove lavora, Nate Barnett cerca in tutti i modi di assecondare le loro richieste, ma marito e moglie vanno via senza consumare né pagare e lamentando un servizio inadeguato. Senza riuscire a trattenersi, Nate inveisce contro l'uomo e lo minaccia. Non sa però di avere di fronte Christopher Hart, una persona talmente potente da essere in grado di far chiudere il ristorante, lasciando Nate senza lavoro e con una tale voglia di vendicarsi da fargli decidere di diventare il suo incubo peggiore. Il piano di rivalsa si fa più interessante quando entrano in gioco Isabel, la giovane figlia di Christopher, e Lee Johnson, un ragazzo che a sua volta sembra avere validi motivi per odiare Hart. La vendetta, tuttavia, non sempre restituisce il piacere che brama chi la compie e Nate sarà costretto a impararlo a proprie spese.

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    Athena

    Nell’anno duemila ottanta sette l’aumento della popolazione mondiale contribuisce a creare il malcontento in tutto il pianeta. A causa della povertà e della disoccupazione, molti si riversano per le strade per manifestare contro il governo. Per placare gli animi e per dare una possibilità a tutti di vivere, viene creato un mondo virtuale chiamato Atlantis. Al suo interno, gli utenti possono ... Altro...

    Nell’anno duemila ottanta sette l’aumento della popolazione mondiale contribuisce a creare il malcontento in tutto il pianeta. A causa della povertà e della disoccupazione, molti si riversano per le strade per manifestare contro il governo. Per placare gli animi e per dare una possibilità a tutti di vivere, viene creato un mondo virtuale chiamato Atlantis. Al suo interno, gli utenti possono crearsi una seconda vita e guadagnare soldi che possono venire spesi anche nel mondo reale. Sarah, una emarginata che vive di piccoli furti, entra nel mondo di Atlantis per tentare di vivere con quel gioco e, col tempo, diviene un cacciatore di taglie, per poi diventare un sicario al soldo di un criminale che ha espanso il suo dominio anche in quel mondo virtuale. Divenuta un’assassina con centinaia di uccisioni sulle spalle, Sarah si ritrova braccata nel mondo reale da quegli stessi utenti a cui dava la caccia all’interno di Atlantis.

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    Cronache dalle terre devastate

    L’impatto con i detriti di una cometa e una seguente guerra nucleare, distruggono il pianeta rendendolo un posto arido e sabbioso. Tra cambiamenti climatici e violenza causata dai pochi sopravvissuti, un uomo solitario si fa strada attraverso le terre devastate in cerca di un veicolo che possa permettergli di raggiungere la costa, dove crede che la civiltà sia rifiorita come un tempo. Sulla sua... Altro...

    L’impatto con i detriti di una cometa e una seguente guerra nucleare, distruggono il pianeta rendendolo un posto arido e sabbioso. Tra cambiamenti climatici e violenza causata dai pochi sopravvissuti, un uomo solitario si fa strada attraverso le terre devastate in cerca di un veicolo che possa permettergli di raggiungere la costa, dove crede che la civiltà sia rifiorita come un tempo. Sulla sua strada incontra una città chiamata WreckageTown, dove i sopravvissuti assemblano veicoli ricavando i pezzi da altri relitti. In cambio di un veicolo funzionante, si offre di recuperare dei mezzi rubati da alcuni banditi al signore della sabbia che regna su quelle terre. Unitosi ad uno dei comandanti di WreckageTown raggiunge l’accampamento dei banditi e si prepara per recuperare quanto rubato. Quando scopre che non ha a che fare con dei banditi, ma con comuni persone, tenterà di salvare quella gente dalla follia del signore della sabbia.

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    L'ultima donna

    Michele si reca per lavoro in Nuova Zelanda mentre nel suo paese vengono trovati dei casi di un nuovo virus che avanza nel mondo. Trovatosi in quel paese lontano, assiste all’aumento dei contagi nel mondo mentre pensa di trovarsi al sicuro proseguendo nella solita vita. Le cose si complicano quando l’epidemia lo raggiunge e rimane bloccato in quel paese senza la possibilità di tornare a casa.... Altro...

    Michele si reca per lavoro in Nuova Zelanda mentre nel suo paese vengono trovati dei casi di un nuovo virus che avanza nel mondo. Trovatosi in quel paese lontano, assiste all’aumento dei contagi nel mondo mentre pensa di trovarsi al sicuro proseguendo nella solita vita. Le cose si complicano quando l’epidemia lo raggiunge e rimane bloccato in quel paese senza la possibilità di tornare a casa. Dopo diverse settimane trascorse ad aspettare che la situazione cambiasse, riesce a tornare nel suo paese, dove trova un mondo completamente diverso da quello che aveva lasciato e a cui non riesce a adattarsi, arrivando a comportarsi come un perfetto estraneo. Con il complicarsi della pandemia, decide di abbandonare la città per recarsi in campagna, dove incontrerà una donna di nome Mary che cambierà per sempre la sua vita.

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