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    LA PERSISTENZA DEL PIANO TRAVERSO di Thea Matera – IVVI EDITORE

    Un libro di versi s'acquista forse per curiosità, o per diletto, ancor più per una bella copertina, occasionale riflessione sul tema - la poesia è ciò che annoia e non ristora - un tecnico quanto inesorabile tourbillon d'improduttivi versi e rime da scolaretti, insensatezze poco importanti. Sicuramente una nuova raccolta di poesie non fa la differenza e, con buona probabilità, a pochi, o ness... Altro...

    Un libro di versi s'acquista forse per curiosità, o per diletto, ancor più per una bella copertina, occasionale riflessione sul tema - la poesia è ciò che annoia e non ristora - un tecnico quanto inesorabile tourbillon d'improduttivi versi e rime da scolaretti, insensatezze poco importanti. Sicuramente una nuova raccolta di poesie non fa la differenza e, con buona probabilità, a pochi, o nessuno, interesserà la profusione di parole scritte in bella copia.

    La poesia intimorisce - la parola ci attraversa - la poesia non è lettura complicata, è parte del vento, come la musica, non lontana dal nostro caffè nero, dal tempo che ci piega, dall'occhio ancora stretto dalla notte, dall'angolo violaceo del pc acceso, dalla disutile conversazione che accende il giorno d'apparenti attese. La poesia decanta la stagione che c'involge e ci foggia, non si defila dalla sostanza delle cose - oralità desueta - non è gassosa percezione di smorte voci che tornano da passati muffi di zavorre, l'ambage che ristagna sulle forme e si fa polvere della ragione. Il Poeta non ama sostare sotto i riflettori, non giunge ad alcun traguardo, non è un numero, il punto o la virgola, il rudimento automatista, non il triste clown della foto in bianco e nero, inconsapevole oblio dell'opera a stampa... la fama è un'ombra che appiattisce.

           POÈTES, DANSEURS REBELLES SOUS LA PLUIE

    Thea Matera©

               "LA PERSISTENZA DEL PIANO TRAVERSO"

                                                     di

                                           Thea Matera 

                                     IVVI EDITORE (€4,99)

    https://www.ivvi.it/product/la-persistenza-del-piano-traverso/

    https://www.ivvi.it/autori/matera-thea/

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    Pensieri di terra, di vita, d’amore, di Domenico Cornacchia

    Domenico Cornacchia torna dai suoi amati lettori con un nuovo e imperdibile libro intitolato: “Pensieri di terra, di vita, d’amore”. Una raccolta di poesie che racchiude in una dimensione atemporale i pensieri che vanno a fare breccia sulla memoria e abbracciano la vita e i sensi che sono liberi di vagare e fluttuare. È un gioco ricco di suoni: dalla terra al cielo, dove gli elementi della ... Altro...

    Domenico Cornacchia torna dai suoi amati lettori con un nuovo e imperdibile libro intitolato: “Pensieri di terra, di vita, d’amore”. Una raccolta di poesie che racchiude in una dimensione atemporale i pensieri che vanno a fare breccia sulla memoria e abbracciano la vita e i sensi che sono liberi di vagare e fluttuare. È un gioco ricco di suoni: dalla terra al cielo, dove gli elementi della natura sono declinati in tutte le loro forme, in un moto incessante in cui nessuno prevale sull’altro. Un’immagine che colpisce particolarmente nel libro è la presenza costante degli “occhi”: il sostantivo ricorre ben ventiquattro volte. Occhi che non si limitano soltanto a guardare, ma diventano sguardo che scruta, osserva, lusinga e si compenetra nelle cose per farle brillare di luce propria. Inoltre, gli occhi accarezzano anche la bellezza della natura, in concomitanza con l’arrivo della primavera: il mare, lo splendore della montagna, il tramonto e le stelle.

    La copertina colpisce subito lo sguardo del lettore perché troneggia in primo piano l’occhio malinconico e profondo di un cavallo, quasi un invito metaforico a cavalcare la sensibilità di “Pensieri”, a briglia sciolta. Il carattere indomito di cui l’equino è simbolo rappresenta, inoltre, il coraggio di rischiare, di mettersi a nudo e di superare i condizionamenti interni ed esterni che circondano la nostra vita. È il tempo del risveglio dell’anima, del carpe diem: è filosofia del “panta rei” che illustra come vivere sino in fondo le emozioni, come resistere quando la vita ti mette a dura prova. Si nota inoltre che i “Pensieri” dell’autore Domenico Cornacchia sono ricchi di similitudini con l’intento di valorizzare ogni luogo, ogni entità e realtà allo stesso modo. Lo scrittore riesce a riportare su carta tutta la sensibilità che percepisce attraverso i suoi sensi.

    Info biografiche

    Domenico Cornacchia è nato ad Ascoli Piceno nel 1990. Vive a Santa Rufina in provincia di Teramo, al confine tra l’Abruzzo e le Marche. L’amore per la natura l’ha portato a effettuare studi agrari sia alle scuole superiori che all’Università, laureandosi alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo. Ha trascorso tutta la sua vita a stretto contatto con la natura e con gli animali, dei quali ne è stato sempre un amante. La sua più grande passione è viaggiare, per scoprire il mondo e se stesso. A luglio 2022 è uscito il suo primo libro “Resto qui”.

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    «La ferocia con il pizzo», di Lisa Di Giovanni

    La Ferocia con il Pizzo torna in una nuova edizione negli scaffali delle migliori librerie di tutta Italia e negli store online, arricchita stavolta da splendide illustrazioni in stile manga a cura dalla talentuosa Stefania Diaferia che, dopo aver letto con molta attenzione le poesie, ha voluto rappresentare in versione assai speciale l'autrice con la meravigliosa immagine che troviamo in copertin... Altro...

    La Ferocia con il Pizzo torna in una nuova edizione negli scaffali delle migliori librerie di tutta Italia e negli store online, arricchita stavolta da splendide illustrazioni in stile manga a cura dalla talentuosa Stefania Diaferia che, dopo aver letto con molta attenzione le poesie, ha voluto rappresentare in versione assai speciale l'autrice con la meravigliosa immagine che troviamo in copertina. Fresca e genuina ma assolutamente adatta per rappresentare una donna dalla spiccata sensibilità che non ha mai smesso di ascoltare il famoso fanciullino di pascoliana memoria, a lei tanto caro. Una grafica colorata e accattivante ha reso poi il testo ancora più fruibile e convincente anche per un pubblico giovane che oggi fatica ad avvicinarsi al mondo poetico che fa parte del nostro immenso patrimonio artistico e culturale da sempre. Non per nulla l'Italia è la terra di grandi poeti e del Sommo, venerato ovunque nel mondo e che in ogni dove ci invidiano!

    Una silloge poetica quella della di Lisa Di Giovanni, grande esperta di comunicazione e autrice sopraffina fin da giovane, che parla d'amore e che lo emana, come un profumo ora più dolce, ora più speziato, o ancora muschiato, da tutti i pori, memore però del fatto che ognuno di noi, proprio come ogni sentimento che si rispetti, ne abbia uno che è ben distinguibile e assolutamente originale. Ed è per questo che va in qualche maniera protetto e tutelato. 

    Protetto sia dalle ondate di calore che dai venti gelidi. L'autrice  cerca, senza alcuna forma di presunzione, perché mai questo sentimento fu più lontano dal suo cuore,  di essere esaustiva nel suo racconto in versi che non stanca mai e poi mai e  che è reso ancora più piacevole dalla presenza di alcuni fugaci pensieri che svolgono la funzione di delicata,  ma comunque molto evocativa,  di raffinati maggiordomi che ci introducono nelle stanze del  dell'anima, dell'abile penna di una poetessa che sa- indubbiamente- il fatto suo ma che non ce lo fa pesare perché lei è- in realtà-una di noi. Una donna sensibile, ma non fragile. Determinata e bella, ma bella per davvero, non solo esteticamente parlando. Così la definisce – tra le righe- l'addetto stampa Laura Gorini, anche lei poetessa, nonché editor, che ha il privilegio di collaborare da tempo con la Di Giovanni in svariati ambiti.

    Il sentimento è ben sintetizzato in ogni sua parte ma mai poi mai anestetizzato perché non lo merita. Deve essere vissuto fino in fondo, senza alcuna paura o piccola remora.  Sa essere morbido e avvolgente come un caldo abbraccio e una coperta di lana colorata, ma anche ferire con ferocia, che talora è solo apparente, altre volte con delicatezza, con il pizzo per l'appunto, come ha ben spiegato in una speciale nota psicoanalitica la Dottoressa Maura Ianni.

    È un sentimento che talora ha l'urgenza, persino assai impellente, di farsi vivere, altre volte sa aspettare, mentre altre chiede rispetto e persino alla tanto celebre privacy della quale oggi giorno si discute più che mai. Ma è in ogni caso è profondamente vero e merita pertanto di essere vissuto fino in fondo, dall'alba al tramonto. Non ha paura di esistere e, tra le pagine, c’è un invito- ora più implicito, ora più esplicito, a lasciarsi andare: la vita ha in serbo per ognuno di noi tante sorprese e noi non possiamo coglierle al volo. L'importante è che ognuno di noi abbia il proprio mare e la propria rotta ben precisa, stampata non in testa, ma nel cuore e nell'anima. Perché non si può restare fermi dopo aver vissuto fino in fondo la propria notte... E la poetessa con la sua sublime arte ce lo ha ampiamente confermato.

    Lisa Di Giovanni, da diversi anni, è la portavoce di ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche relazioni e progetti di inclusione sociale. Scrittrice e poetessa, il suo ultimo libro di poesie è stato pubblicato in inglese e italiano, intitolato ‘Daylight’.

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    LUCE M’È CARA

    CELEBRANDO LA MAMMA NEL MONDOLa Festa della Mamma è un momento molto speciale, nel mondo, in cui si festeggia l’amore e la dedizione delle madri verso i propri figli. Tuttavia, molte persone sono costrette a celebrare questa giornata senza la propria madre, che purtroppo è deceduta o ancora vive malata e sofferente.La malattia o la morte di una madre è un dolore immenso, e può sembrare diffi... Altro...

    CELEBRANDO LA MAMMA NEL MONDO

    La Festa della Mamma è un momento molto speciale, nel mondo, in cui si festeggia l’amore e la dedizione delle madri verso i propri figli. Tuttavia, molte persone sono costrette a celebrare questa giornata senza la propria madre, che purtroppo è deceduta o ancora vive malata e sofferente.

    La malattia o la morte di una madre è un dolore immenso, e può sembrare difficile trovare le parole giuste da utilizzare in questa occasione. Nonostante tutto però la letteratura e la poesia ci vengono incontro e ci aiutano a commemorare la propria mamma e celebrare l’amore che ci legava e ci lega. Sì, perché la Mamma è celebrata in ogni contesto e luogo sociale: nella musica, nel cinema ma anche nella poesia e nella letteratura. La mamma è.… la Mamma. Chi lo può negare! È vero, la sua festa è tutti giorni, ma oggi ancor di più!

    Una poesia della scrittrice e autrice calabrese Teresa Averta, la canta in versi emozionanti e sinceri come il cuore di una Mamma.

    LUCE M’È CARA

    Sulle mie labbra il cielo ha scritto il tuo nome

    e nel tuo ventre il mare m’ha costruito il nido

    emersi dal fondo del sonno come seme

    virgulto crebbi nel palmo della tua mano,

    il vento è nei tuoi occhi o prima primavera,

    dolce principio dei miei puri affetti,

    cui forse oblio non porterà mai sera,

    teco una volta sola i miei diletti.

    Hai incendiato i miei crepuscoli

    con le fiamme del tuo amore

    ho raccolto tutte le mie notti

    sotto la luce del tuo cuore.

    Io ero terra, ma anche bimba lattante,

    succhiavo da te la pioggia d'inverno,

    ero sposa chiusa nel serraglio battente

    anima desiosa di uscire dall’urna.

    Porterò su di me la tua bellezza grande

    e il sorriso delle tue labbra o mamma mia

    poiché fuori è la folgore, una folgore potente

    il lampo di luce sommerse la vita mia…

    E tu sai con certezza, di essere fra i dolori

    solo un lungo silenzio che conforta…

    ti custodirò per sempre nel campo dei miei fiori,

    che si inginocchieranno davanti alla tua porta.

    Tu duri sempre o madre mentre la vita muore

    tu sola, eterna, tra le nebbie e il sole

    sei musica vivente, ti prego, lasciati abbracciare...

    tu battito mio forte dentro al petto.

    Mi pesano dentro i giardini che non ho attraversato

    ti cerco invano come farfalla nel vento

    ma per il mio cuore che ti ha tanto amato…

    tutto è fiorito, tutto è sentimento.

    Senti la mia voce flebile e sincera

    Come ti chiama: mamma!

    Le labbra tremano un crepito, bagliori,

    ed ecco si leva quella dolce fiamma.

    Io sono qui, nella profondità… io sono

    luce ai miei occhi per vederti o mamma mia

    ombra che mi reca il bianco giorno

    e sciogliere potrà quest'alma mia.

    Teresa Averta

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    Parlami

    Musa tormentata e incompresa bramosa di conoscenza, insaziabile e vorace di utili virtù. Placa l’ignorante sete inondando con fresche acque colme di impareggiabile sapere. Con le altre tue sorelle fuggi e rifuggi da incomprensibili farfugli, che copiosi fuoriescono da vuoti involucri di carne e sangue un tempo tempio del sapere, oggi vuoti corridoi bui alimentati da fredde luci alogene. ... Altro...
    Musa tormentata e incompresa bramosa di conoscenza, insaziabile e vorace di utili virtù. Placa l’ignorante sete inondando con fresche acque colme di impareggiabile sapere. Con le altre tue sorelle fuggi e rifuggi da incomprensibili farfugli, che copiosi fuoriescono da vuoti involucri di carne e sangue un tempo tempio del sapere, oggi vuoti corridoi bui alimentati da fredde luci alogene. Ribellati nei cuori di chi ancora spera in un giorno di sole, in un giorno di pioggia, vi ricerca la virtù e la cultura del fare bene è meglio, di chi ricerca ancora un colore perfetto, un verso riuscito, un intaglio liscio e uniforme, rivelati ai più che bramano la conoscenza. Per coloro che si meravigliano ancora di fronte a un quadro, per chi freme di fronte alla poesia, per chi naviga estasiato sull’ultima terzina di una poesia lasciata incompiuta, rifugiati nei più di quanti ancora ti cercano sognanti in questa realtà buia sospinta dal freddo andar via veloce. Non si ha più tempo per la bellezza Non si ha più tempo per la cultura L’ignoranza del sapere fare di chi si riempie la bocca del nulla, privo di fondamento all’ordine del giorno riempiono ogni dove.

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    Con la Testa tra le Nuvole

    "Con la Testa tra le Nuvole" è un libro di poesie illustrate con un taglio grafico moderno composto da immagini fotografiche panoramiche forti e poesie profonde e toccanti che si fondono per dare vita ad un viaggio tra pensieri, sentimenti, sensazioni e riflessioni al tempo del Covid-19.Puoi scoprire di più visitando: https://www.ilfotomatico.com/con-la-testa-tra-le-nuvole-libro/... Altro...

    "Con la Testa tra le Nuvole" è un libro di poesie illustrate con un taglio grafico moderno composto da immagini fotografiche panoramiche forti e poesie profonde e toccanti che si fondono per dare vita ad un viaggio tra pensieri, sentimenti, sensazioni e riflessioni al tempo del Covid-19.

    Puoi scoprire di più visitando: https://www.ilfotomatico.com/con-la-testa-tra-le-nuvole-libro/

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    Tossica gente

    Aghi negli occhi Vetri nelle mani Lame sulla lingua Sale sulle mie ferite

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    Realtà

    Non tutto è oro quello che luccica tutto è apparenza

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    STRALCI

    Oggi è più dura del solito, la voglia di farmi mi entra dentro; giunge alle sinapsi e le formicola con strane idee per far l'amore con lei, la bimba. Trapana il cervello, ci provo a distrarmi: ascolto musica, ballo, gioco alla play, pulisco casa, ma nulla. L'idea oggi è presente come Berlusconi in politica...credo non se ne andrà mai. Pensieri bui, non voglio altro che quello, desidero s... Altro...
    Oggi è più dura del solito, la voglia di farmi mi entra dentro; giunge alle sinapsi e le formicola con strane idee per far l'amore con lei, la bimba. Trapana il cervello, ci provo a distrarmi: ascolto musica, ballo, gioco alla play, pulisco casa, ma nulla. L'idea oggi è presente come Berlusconi in politica...credo non se ne andrà mai. Pensieri bui, non voglio altro che quello, desidero sentirmi cadere e poi tornare su, godermi quella sensazione di discesa e risalita in mezzo secondo...le voglio...entrambe. Voglio cucinare, voglio sentire lo sfrigolio sulla carta stagnola, quell'odore di ammoniaca che precede il "crack" della fumata.  Insomma, oggi è il 15° giorno e io sento di essere arrivata al limite della sopportazione. Pensieri cupi, atmosfera pesante, tempo immobile, ticchettio dell'orologio nelle orecchie come una tarma che rosicchia il legno. Giro e cammino per casa con le mani sudate e i capelli che seguono l'altalenarsi del capo. Le voci cupe che sento nelle mia testa possono essere fermate solamente in un modo e io so benissimo qual è.  Vorrei allenarmi un pochino per distendere i nervi, ma la tensione è così potente da immobilizzarli. 15 giorni senza toccare nessun tipo di sostanza. Un record, dopo aver passato gli ultimi 5 anni a usare quella "merda" quotidianamente. 15giorni. Sono più forte io, mi dico, ma poi arriva il pensiero di quella sensazione di pace dopo l'uso che , ecco, è più forte lei. Le domande si susseguono impetuose come fosse un gioco a premi e io dovessi rispondere in velocità: "Vado?" "Non vado?". Ripetute di continuo, infinitamente, velocissime, assillanti, importune...UN'OSSESSIONE - in uno sprazzo di lucidità mi metto a cantare a squarciagola "Nuova ossessione" -, ma questa è una vecchia ossessione, una vecchissima e putridissima ossessione. ...e poi...STOP. Come un dardo lanciato durante la Guerra dei cento anni, un pensiero sfreccia tra le mie facoltà psichiche e intellettive.  14 giorni fa mi trovavo in psichiatria per un wash out dalle sostanze, il ricovero è stato duro, impegnativo, volontario. Ed è l'ultimo aggettivo che blocca i pensieri. "VOLONTARIO". Sono stata io a voler una possibilità che mi permettesse di cambiare vita. Ora avrei dovuto mandarsi tutto a farsi fottere per una voglia simile a quella della Fiesta dopo aver mangiato solo un panino? Oh, NO! Signori miei, io resisto.Io combatto. Io esisto senza le bimbe. Io sono forte e intelligente - forse poco umile -, ma ce la farò.  IO RESISTO. 16 GIORNO DI ASTINENZA.

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    L'HISTOIRE D'UNE VIE (A Cesare Pavese)

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,ancorato ad una stella,mai tacesti parolache non fosse terra d’alberi e di strade,il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,di nidi sopra i tetti,ostinata brezza sulle colline avvolte.Urla il cuore all’alba che non giungea placare l’anima sul soglio dell’ignoto,torce la luce nel fiotto del bacile.Esacerbata notte che s’arrende,affiora dai disciolt... Altro...

    A te, che assorto ad ascoltare il mare,

    ancorato ad una stella,

    mai tacesti parola

    che non fosse terra d’alberi e di strade,

    il luminìo di acque sugl'infebbrati frutti,

    di nidi sopra i tetti,

    ostinata brezza sulle colline avvolte.

    Urla il cuore all’alba che non giunge

    a placare l’anima sul soglio dell’ignoto,

    torce la luce nel fiotto del bacile.

    Esacerbata notte che s’arrende,

    affiora dai disciolti nimbi

    la fievole apparenza,

    cuspide la ruga sullo specchio,

    il segno del prodigio nel cuore di una viola...

    e quell'amore che non fu mai gancio

    ma fuggente desiderio,

    inafferrato gaudio, agognato sorso.

    Thea Matera

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    OuLiPo

    Un'anima sostavasulla riva di spinose pendolea Longchampin uno sparto covile d'acquaragia,d'oro fino l'intaglio delle nubila paglietta d'uva spina,trasverso il giornod'apparenti opali, le vocali.Non riguarda il nuvololo strabo verbis di Monna Lisa,a filet il crochet rammagliaantichi fazzolettiora che la luce urta nei cahiers il diametro dei piedi sulla fune,del Louvre s'affinano i contorniil ... Altro...

    Un'anima sostava

    sulla riva di spinose pendole

    a Longchamp

    in uno sparto covile d'acquaragia,

    d'oro fino l'intaglio delle nubi

    la paglietta d'uva spina,

    trasverso il giorno

    d'apparenti opali, le vocali.

    Non riguarda il nuvolo

    lo strabo verbis di Monna Lisa,

    a filet il crochet rammaglia

    antichi fazzoletti

    ora che la luce urta nei cahiers 

    il diametro dei piedi sulla fune,

    del Louvre s'affinano i contorni

    il rodio nebbiore dell'elmo détraqué,

    la crepa di ceramica

    che turba il nigello paravento.

    Misura un quarto di bottoni

    se con l'algebra e l'imbuto

    fa un comparto di mattoni,

    la curvatura del numero tre

    dimezza l'otto nella forma,

    subduce 8½ allo spiegone

    di voci avvolte nel ginepraio;

    ebriato, come al circo,

    Janvier balla il tip-tap,

    sulla suola di lapazio

    di un clown sul trapezio

    bine ripiegano le stuoie.

    Si stacca l'arancia dall'Aeglos,

    insino il frullo d'ali dell'aiglon

    malioso lameggia dalla latebra.

    Thea Matera ©️

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    APHORISME N.18

    I poeti disvelano la vena d'acqua, 

    la voce nei rami rubati al tempo, 

    il soffio rimasto in gola, 

    la candente fiorescenza...

    Thea Matera ©️ 

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    Amore Amaro. L'esordio poetico di Piero Mieli

    “AmoreAmaro” è un’antologia di racconti sentimentali struggenti e contemporanei a cura de “Il tizio dell’alba”.Non si tratta di storie in rosa, ma di resoconti di vita vissuta: amori interrotti, negati o protratti per effetto della precarietà dell’esistenza, influenzati dall’immediatezza dei social e dalla rapidità delle comunicazioni chat. “Sentimenti liquidi all’epoca... Altro...

    AmoreAmaro” è un’antologia di racconti sentimentali struggenti e contemporanei a cura de “Il tizio dell’alba”.

    Non si tratta di storie in rosa, ma di resoconti di vita vissuta: amori interrotti, negati o protratti per effetto della precarietà dell’esistenza, influenzati dall’immediatezza dei social e dalla rapidità delle comunicazioni chat. “Sentimenti liquidi all’epoca di whatsapp” per dirla alla maniera del sociologo Zygmunt Bauman, teorico della comporaneità, che per primo descrisse la difficoltà di mettere radici in una società in continua evoluzione. Undici racconti più una ghost track: undici spaccati di vita e di sentimenti vissuti all’ombra quieta degli ulivi pugliesi o della freneticità ipercinetica milanese.  Uno stile di scrittura immediato, leggero e diretto, che si concentra sui dettagli, esaltandone la particolarità, rendendo unico ogni momento di vita vissuta. 

    Un approccio narrativo bukowskiano che esalta il pathòs, pur con un velo di nostalgia cui fa da contraltare una buona dose di ironia, espressa massimamente negli aforismi autoprodotti che anticipano i racconti.  Spiega questa sua distintiva unicità, la scrittrice Mariella Medea Sivo nella prefazione: «Voi non sapete cos’è l’amore, ve lo dico io cos’è”, scriveva Raymond Carver in una poesia dedicata a Bukowski. Sembra dirci la stessa cosa Piero Meli attraverso i racconti di questo libro, storie diverse tra loro, di perdite dolorose, di dubbi altalenanti, di errori incalcolabili, di momenti di irrefrenabile gioia, di leggerezza ad elevato peso specifico. Racconti che urlano la voglia di credere nell’amore sempre, a qualunque costo, e che descrivono la magia di un bacio, di una goccia di pioggia sui vetri, di un piatto di spaghetti all’assassina. La fragile bellezza dei sogni che si distinguono per delicatezza di concezione e di fattura si intravede in filigrana tra le pagine di questo piccolo scrigno di parole, esordio da solista dell’Autore». Una raccolta di emozioni che permette al lettore di sognare e immedesimarmi e catarticamente espiare la propria sofferenza interiore, consapevole di non essere più solo ma uno tra tanti, in questa baraonda di incerto sentire. «Ma sono pur sempre storie, racconti, finzione. Fiction, spettacolo messo in scena sul palcoscenico di queste pagine da una compagnia di attori, alcuni un po’ improvvisati, altri vagamente professionisti, ma tutti accumunati dallo stesso intento, regalare a voi lettori qualche ora di emozione e di svago».

    BIOGRAFIA AUTORE

    Piero Meli, appassionato di fotografia e scrittura, nasce a Bari nel 1980, consegue la maturità classica e si laurea in economia. Perito assicurativo di giorno, fotografo e scrittore di notte. Ha partecipato nella veste di autore ad alcune antologie: “C'era una nota in Puglia" - antologia di scrittori pugliesi contemporanei (editore Besa Muci), “Racconti pugliesi” (Historica Edizioni) e “Mare in cento parole” (L’erudita). Collabora stabilmente con i magazine: “Amazing Puglia” e “Amazing Bari” su cui vengono pubblicati i suoi racconti con lo pseudonimo de “il tizio dell’alba”. A maggio del 2022 è uscito il suo primo libro: "AmoreAmaro: racconti tratti da storie (quasi) vere" edito da Secop Edizioni. Comune denominatore a tutte le sue molteplici attività è l’amore per la sua terra, protagonista mai troppo silenziosa delle storie che scrive. Parole ed immagini sono i mezzi che utilizza per trasmettere emozioni. Riveste, inoltre, il ruolo di consigliere nell’Associazione di promozione sociale #WeAreInBari.

     

    NOTA EDITORIALE

    “Secop edizioni”: è una casa editrice pugliese, che ha sede a Corato, in provincia di Bari e fa suo questo motto: «Ciò che conta non è essere un’altra casa editrice, ma una casa editrice altra». Se il nostro è “il pianeta dei naufraghi”, come sostiene Serge Latouche, allora i libri possono essere ipotesi di zattere a cui il terzo millennio deve ancorarsi, è l’idea che ha dato origine alla giovane e dinamica casa Editrice.

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    Mi è bastato quel raggio di sole

    Viandanti, con il cuore stretto tra le labbraancora nude.Tremano e rincorrono un abbraccio,mentre io rimango stretta al mio sole,perché mi bastino i suoi raggi,seppur con l'umore grigio e in tempesta. E ho affogato il dispiacere nel brindisidel suo cuore,sfavillante tristezza di immensa natura. Ma questi viandanti non sanno ripartire forse,mentre a me basta quel tiepidoraggio d'Aprile.&... Altro...

    Viandanti, con il cuore stretto tra le labbra

    ancora nude.

    Tremano e rincorrono un abbraccio,

    mentre io rimango stretta al mio sole,

    perché mi bastino i suoi raggi,

    seppur con l'umore grigio e in tempesta. 

    E ho affogato il dispiacere nel brindisi

    del suo cuore,

    sfavillante tristezza di immensa natura. 

    Ma questi viandanti non sanno ripartire forse,

    mentre a me basta quel tiepido

    raggio d'Aprile. 

    Sole. 

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    Poesia e guerra. Il poeta siciliano Vincenzo Calí omaggia l’Ucra

    La memoria storica della letteratura che l’Ucraina ha dato vita nel corso dei secoli e la memoria storica delle sue varie lingue si sono fuse oggi in una coscienza nazionale che ha dimostrato e continua a dimostrare più che mai in questo tragico momento storico, la solidità, la compatezza, la tenacia e la determinazione dei suoi portatori. Il poeta siciliano Vincenzo Calí, vincitore di presti... Altro...

    La memoria storica della letteratura che l’Ucraina ha dato vita nel corso dei secoli e la memoria storica delle sue varie lingue si sono fuse oggi in una coscienza nazionale che ha dimostrato e continua a dimostrare più che mai in questo tragico momento storico, la solidità, la compatezza, la tenacia e la determinazione dei suoi portatori. Il poeta siciliano Vincenzo Calí, vincitore di prestigiosi premi letterari, omaggia l’Ucraina e il popolo degli ucraini con cinque poesie che vogliono sottolineare lo spirito mai domo di un popolo aggredito e martoriato sulla strada del raggiungimento e consolidamento della giusta fierezza della propria memoria storica e linguistica.

    Poche volte si è toccato il tema identitario-linguistico-letterario in relazione all’Ucraina durante questi mesi di guerra. L’impressione è quella che troppi ucraini vogliano chiudere la propria identità in un concetto nazionale limitato, di carattere locale e folklorico. Allo stesso tempo, l’Ucraina si trova a fare i conti con una situazione in cui la lingua dichiarata ufficialmente di stato, che statisticamente gode del sostegno della maggior parte dei cittadini, è quella che sembra essere meno “attraente” come lingua veicolare quotidiana.

    Le poesie di Calí sono toccanti e asciutte, non si perdono in facili retoriche e vogliono contribuire a sostenere la diffusione della cultura ucraina nei paesi europei, con il supporto dell’Unione Europea. Molti sforzi sono stati fatti negli ultimi anni da studiosi in varie istituzioni, ma la politica è ancora cieca e il poeta siciliano dimostra come la poesia in tempo di guerra possa servire e al contempo risultare, impresentabile e come sostiene il poeta ucraino Serhij Zadan, la poesia è un attributo del demonio e paradossalmente aiuta a proteggerci dai crimini e dalle violenze di chi aggredisce, a restare umani, e lo possiamo essere anche solamente soltanto perché custodiamo le Parole che suonano come preghiere.

    La poesia può sembrare inpotente ma quella vera, può essere letale come uno sparo, una bomba, una fucilata. Chi scrive non lo fa per ambire ad uno status di salvatore, ma come Vincenzo Calí, per trascendere se stesso, esiliandosi dall’agonismo poetico e dalla fama.

    Scrivere poesie significa sprofondare “nella materia informe del mondo” come afferma Giuseppe Pontiggia in “Origine” e in tal senso Calí non vuole consolare, né esaltare il proprio nome, ma comunicare, far percepire la letalità della poesia, la sua forza nel rimediare ai disastri del mondo, quando tutto sembra precipitare.

    La mini raccolta poetica di Calí si configura come un blocco omogeneo, articolato su immagini concise ed efficaci che rendono le liriche espressive ed incisive.

    Figli mai resi

    Figlio mio torna

    con brandelli e spoglie,

    rinviate al cuore sacro, il fiore sventrato,

    io madre avvelenata fino al nesso,

    i denti strido tra morso e lutto,

    di vergogna e di pianti che è meglio morire

    che vedere.

    Figlio, mai negheranno l’immago vivido,

    ai mie occhi resta.

    Tu uomo,

    tu anche padre,

    tu cane furioso,

    che pesti dignità e coraggio,

    mai ti vedrò io madre, con occhi parchi,

    mai ti darò io madre, riscatto e fama,

    mai scorderò la tua indole amara,

    mai saprai cos’è grembo e parto,

    mai e mai dolcezza da figlio avrai.

    Tu cane astuto,

    con brandelli e spoglie,

    rendimi il mio,

    il figlio prestato alla patria.

    Tu uomo,

    come puoi negare la vita

    e i figli mai resi.

    Giallo sole, blu eco di cielo

    Vietata al cuore ucraino,

    URSS sempiterno invasore.

    Tornò a sventolare tronfia,

    stretta al cuore,

    col giallo di sole fertile,

    col blu eco di cielo.

    Si levano grida alla pace,

    le guerre vane

    stremate di coscienze abbagliate.

    Sventola stendardo,

    sventola possente sui campi di ghiaccio

    affinchè lo spiro tremante d’amore

    spazzi via l’orrore.

    Granaio d’oro

    Brucia…

    Brucia il granaio d’oro,

    oro d’Europa, di carbone e ferro,

    di doni sotterrati, di prestigio agli allupati.

    Pane e sangue compromessi,

    patriottismo ai cuori acerbi,

    esser vivi prima conta,

    d’un miraggio è libertà.

    Scuote fiera l’armi dello straniero,

    la morte in corsa cala d’ombre sulle fosse colme,

    con scudi umani è l’ illusa meta,

    gli abissi del male ormai sciolti.

    Il coraggio è motore,

    di certezze e d’agire,

    per la vita non temete

    per la morte non tremate,

    della gloria mangerete.

    Lo Zar e la Star

    Menti che mentono,

    divi coscienti dei nuovi tempi.

    L’uno senziente,

    con vigore al dente,

    non crolla a perdente,

    già aspira venti d’Europa,

    con sfottò impudente allo zar è sovente ,

    è una star presidente.

    L'altro potente,

    folle incosciente,

    non perdona niente,

    veleno e spionaggi,

    ingrassa ingranaggi per fasto e risorse ai magnati in corsa...

    Spara uomo incredulo, Zar senza Dio,

    spara che esisto,

    spara che io resisto...

    Vite sospese

    Tra i calcinati massi,

    le schegge ferrose infestanti,

    i corsi tra le case murate per paura,

    i bimbi giocano per strada innocenti,

    incoscienti agnelli al sacrificio.

    A ridosso il fronte

    e l’attesa scalcia fragorosa

    tra ansie e morte,

    tra lingue bugiarde

    quieta lo strazio di parole disattese.

    Russia, chiamala invasore, uccide non per te.

    Sull’autore

    Vincenzo Calì nasce a Milazzo (ME) il 12 luglio del 1973. Da diversi anni coltiva la passione per la scrittura e la poesia. L’amore e la vita nella sua complessità sono le sue muse ispiratrici. La poesia rappresenta per lui il vero modo di mettere a nudo l’“io complesso”, quasi con analisi critica. Vincitore del premio “M. T. Bignelli” per la poesia d’amore (XXI Edizione del Concorso Nazionale “Garcia Lorca” 2010/2011), ha pubblicato in diverse antologie poetiche: Il Federiciano in diverse edizioni (Aletti Editore), ultima nel 2016 e Luoghi di Parole, “Premio Tindari- Patti Agenda Poetica 2010”. Nel 2011 nasce la sua prima raccolta intitolata Vincikalos, seguita da Intro nel 2013 che rappresenta un nuovo ritratto del suo personale cammino, entrambe edite da Aletti Editore. A seguire pubblica nell’antologia poetica Mario Luzi 2012 e Scrivi col Cuore, Poeti Italiani – III Edizione, Granelli di Parole – III e IV Edizione, Lettere d’amore – III Edizione, Unione Mondiale dei Poeti – I Edizione e Vento a Tindari – II Edizione per la Casa Editrice Kimerik. Nel 2018, in concomitanza con l’evento d’arte e poesia “Angeli a Calatagèron”, nasce la sua nuova creazione intitolata MediterrAnima, come percorso evocativo delle tradizioni siciliane e a suggellare l’evento riuscitissimo nella cittadina di Caltagirone. Il nuovo libro riceve oltre centocinquanta articoli su svariati blog e testate giornalistiche italiane importanti, vincendo nel 2019 il trofeo 1° posto del premio “ASAS - sezione B1”, patrocinato dall’Università di Messina. Successivamente MediterrAnima è premiato ancora a “Impavidarte” Biennale della Cultura, concorso “Artistico-Letterario”, patrocinato dell’Università degli Studi di Roma “UNITELMA SAPIENZA”; è 2° classificato al podio, Menzione Speciale al “Premio Comitato di Lettura”, “Premio IRSSAF” dell’Università di Nicosia. Nello stesso anno dona i suoi versi per la mostra fotografica *LiberALia* organizzata dal coworking “Lia Ci Sì” di Barcellona P. G., delle donne libere, dei sogni e di tanto altro, scatti fotografici aventi per soggetto volti di donne siciliane e innamorate della propria terra. Ha donato i suoi versi ai comuni di Caltagirone, Roccavaldina e Sant’Agata di Militello. Nel 2020 omaggia l’artista metafisica Laura Villani con la poesia REM e nel 2021 scrive la poesia Profluvi,tradotta in due lingue, tributo alle opere del grande pittore internazionale neorealista Santiago Ribeiro, cooperando alla realizzazione di un video per il progetto mondiale “New Surrealism Now”, con la partecipazione speciale dell’attore Maurizio Bianucci per la voce italiana (“Premio Crocitti”, che ha preso parte a film come Suburra, Aldo Moro e altre importanti fictions RAI), per la voce inglese “Flows” il prezioso contributo della giornalista e blogger Annalina Grasso. L’arte non si ferma sui social ai tempi della pandemia e il progetto ottiene un grosso successo, con oltre trecento articoli sui giornali di tutto il mondo e centomila visualizzazione sul web. Nell’agosto 2021 presta i suoi versi "Voluttuosi… dal palato ai sensi esplosi" per lo spot pubblicitario del “Medusa Lounge Restaurant” di Milazzo,  sempre nello stesso anno selezionato al concorso "Piccole pesti leggono VI" per Kimerik, con la favola "Momatina e la spazzola magica". Nel 2022 con la favola intitolata " Mumbi e Formichella" dona il suo contributo al progetto  "Le favole degli agrumi", libro la cui parte del ricavato andrà in beneficienza alla Onlus C. D'Agostino.

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