La mano s’attarda
in spirali d’acqua,
perpendicola la rosa
annega fra garze
di quartzite.
Clinato il corollino
molce nello scompiglio
di sbriciate foglie,
frasca il mimulo
sul testo a fronte.
Se non mi sèderai
accanto,
se farai ombra sul
mio cuore di corallo
non sarò rosa
fra le tue mani
ma lacciòli di spine.
Sarà vertigine
– ipèrmetra –
lène paradigma,
fibra intangibile
cerràcchio di basalto.
Thea Matera