Storie recenti

  • in

    Quando?

    Quando?Mi sembra di sognare...i due lati della medaglia che si contendono il da farsial vivace scaldaresi specchia il freddarsiall'umano sbagliaresi perdona il mostrarsi,Non c'è vetta quando la scelta rincorre e la paura si affretta lo spazio reggerà lo stesso anche quando l'intimorito tempo si fermeràperché la testa che teme dice bastamentre il cuore che mente urla restae l'anima ininflu... Altro...

    Quando?

    Mi sembra di sognare...

    i due lati della medaglia che si contendono il da farsi

    al vivace scaldare

    si specchia il freddarsi

    all'umano sbagliare

    si perdona il mostrarsi,

    Non c'è vetta quando la scelta rincorre e la paura si affretta 

    lo spazio reggerà lo stesso anche quando l'intimorito tempo si fermerà

    perché la testa che teme dice basta

    mentre il cuore che mente urla resta

    e l'anima ininfluente si discosta,

    Il sole nascosto non si lamenta, o si spaventa, perfino con l'oscurità s'imparenta

    non temendo si ostenta! Anche quando c'è da lottare

    con la magnifica tormenta

    ciò che era non si rammenta

    quando la vecchiaia non blocca forse

    ma recinta e infima si annienta,

    L'anziana succinta sormonta e sgomenta

    dimenticata ci aspetta e nel ticchettio rispunta

    respinta si aggira e nell'ade trasporta

    mentre con gioia racconta:

    Il tempo certo in amore rallenta 

    ma nei miei occhi non c'è torto

    che la mia mano consenta.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    Estratto da: Pristine – Il futuro intatto

    Alla nostra destra distese verde scuro, color alga, di fitti alberi stretti l’uno vicino all’altro, interrotti da macchie di rocce a gradini su cui scivolano piccoli ruscelli che si tuffano giù per dirupi. Solchi grandi su cui piccoli corsi d’acqua scorrono comodamente. Vestigia di una abbondanza idrica rievocata ma ormai persa.“Adesso percorreremo la costa fino a Long Island, non ho prop... Altro...

    Alla nostra destra distese verde scuro, color alga, di fitti alberi stretti l’uno vicino all’altro, interrotti da macchie di rocce a gradini su cui scivolano piccoli ruscelli che si tuffano giù per dirupi. Solchi grandi su cui piccoli corsi d’acqua scorrono comodamente. Vestigia di una abbondanza idrica rievocata ma ormai persa.

    “Adesso percorreremo la costa fino a Long Island, non ho proprio voglia di viaggiare sulla terraferma col rischio di beccare qualche drone della security di Fort Smith e perdere mezzora per farci ispezionare, tenteremo la fortuna tagliando dritto per Manhattan dal collo di terra dal quale parte l’isola”.

    In silenzio sono impegnato a scrutare l’orizzonte e il panorama cangiante che presto diventa pieno di strade dissestate immerse tra gli alberi prima, tra erba secca dopo. Approfittando della quiete, non riesce ad aspettare il viaggio di ritorno come promesso e comincia a farmi domande su un’epoca passata che ho in qualche modo vissuto, mi chiede anche se può soprannominarmi <<viaggiatore>> visto che nella sua testa il mio fittizio salto temporale ha una cornice romanzata.

    L’aria all’esterno comincia ad oscillare, come quanto fluttua sospesa su un asfalto rovente. Naresh continua a tempestarmi di domande stupide sui videogiochi, sui fast food e sulle app di incontri, occasionalmente spiegandomi che stiamo circumnavigando quello che rimane di Cape Cod e residui a pelo d’acqua di Nantucket, per poi ritrovarci affiancati alle antenne dell’isola di Long Island nello stato di New York. È parecchio sottile la striscia di terra rimasta a galla e dopo averla percorsa tutta giriamo a destra per ritrovarci davanti la Statua della Libertà con i piedi a mollo, pendente in maniera simile alla Torre di Pisa, a causa della corrosione della sua struttura metallica. Alle sue spalle in lontananza vedo i primi palazzi sventrati e quando finalmente li raggiungiamo mi si stringe un nodo alla gola ad assistere a queste enormi dita ossute ergersi dall’acqua, puntate verso un cielo vibrante di fuoco. Gli unici colori attorno a noi sono il grigio, il marrone e il rosso. New York è una landa desolata di ruggine, cemento e polvere.Naresh è elettrizzato, mi indica quello che rimane delle insegne appena visibili fuori dall’acqua di luoghi simboli del consumismo e dell’irrequietezza, dove si gustavano caffelatte da dieci dollari al bicchiere, dove si mangiavano hamburger tra cimeli di artisti musicali o dove era possibile vedere gli spettacoli più in vista, alla Radio City Music Hall, di cui a malapena si riesce ancora a vedere la scritta <<Radio>>. Naresh ha difficoltà a trovare Times Square, senza le insegne luminose e la gente che sgambetta agitata, torva in viso, è impossibile identificarla.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    A chi?

    Splendi ora che ti vedo in lontananza...So che non vuoi tornare indietro e mi chiedo dov'è finito ora il tuo cercarmi la mano?L'ultimo ricordo del tuo volto nascosto per non farti veder piangere, mi confonde e rende pensieroso invano,mentre il tempo in modo inesorabile non mi aspetta ma avanza. Prevedo giorni solitari prima di star meglio e so che non puoi dirmelo, ma a chi stanno andan... Altro...

    Splendi ora che ti vedo in lontananza...

    So che non vuoi tornare indietro e mi chiedo dov'è finito ora il tuo cercarmi la mano?

    L'ultimo ricordo del tuo volto nascosto per non farti veder piangere, mi confonde e rende pensieroso invano,

    mentre il tempo in modo inesorabile non mi aspetta ma avanza. 

    Prevedo giorni solitari prima di star meglio e so che non puoi dirmelo, 

    ma a chi stanno andando ora i tuoi pensieri? 

    Ti cerco ogni volta che i pallidi raggi governano le acque o l'apprensivo sole cura le terre quaggiù,

    mi hai fatto conoscere l'Amore e a metà dell'opera hai calato il sipario,

    a quale principio essere di nuovo il protagonista e sbarcare il lunario,

    se alla fine della giornata i tuoi abbracci non mi consoleranno più? 

    È stato il maggio più freddo che riesca a ricordare e mi chiedo solamente a chi stiano andando ora i tuoi pensieri?

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    APHORISME N.18

    I poeti disvelano la vena d'acqua, 

    la voce nei rami rubati al tempo, 

    il soffio rimasto in gola, 

    la candente fiorescenza...

    Thea Matera ©️ 

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    Castelli di nuvole

    CASTELLI DI NUVOLEForse sono io che non riesco nel mettermi a mio agio...voglio davvero superare i miei problemi?Mi ritrovo in un albergues nel deserto della Spagna, con i piedi e le ginocchia doloranti e l'unica cosa a cui riesca a pensare è riuscirò mai a creare un legame che rimanga?Mi illudo spesso, non so perché...forse sono un ingenuo, oppure perché sento di auto escludermi...non mi gius... Altro...

    CASTELLI DI NUVOLE

    Forse sono io che non riesco nel mettermi a mio agio...voglio davvero superare i miei problemi?

    Mi ritrovo in un albergues nel deserto della Spagna, con i piedi e le ginocchia doloranti e l'unica cosa a cui riesca a pensare è riuscirò mai a creare un legame che rimanga?

    Mi illudo spesso, non so perché...forse sono un ingenuo, oppure perché sento di auto escludermi...non mi giustificherò, sarebbe solo tempo perso e non ho la voglia... probabilmente farei meglio se creassi dei castelli di nuvole.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    Anaffettivo

    Così tanto tempo e nessuno con cui condividerlo...Non me ne frega un cazzo, mi sto uccidendo poco per volta, così nessuno se ne accorgerà mente arriverà davvero la fine del mio momento...Quando non ci sarò più ucciderò da dentro tutte le persone che mi hanno voluto bene...Scrivere queste frasi mi sta tenendo impegnato, non voglio immaginare cosa mi farò appena posata questa penna, forse il... Altro...

    Così tanto tempo e nessuno con cui condividerlo...

    Non me ne frega un cazzo, mi sto uccidendo poco per volta, così nessuno se ne accorgerà mente arriverà davvero la fine del mio momento...

    Quando non ci sarò più ucciderò da dentro tutte le persone che mi hanno voluto bene...

    Scrivere queste frasi mi sta tenendo impegnato, non voglio immaginare cosa mi farò appena posata questa penna, forse il sangue si mischierà all'inchiostro e ne verrà fuori una splendida tonalità di viola...

    Voglio volare sopra il Santuario di Itsukushima e se dovrò farlo sotto forma di cenere così sia...nient'altro che scomparire tra il vento...una piccola vendetta verso la mia parte anaffettiva.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    DISSOLVENZA

    Ti auguro di ritrovarela voce della Poesiadove il suono non sia frastuono,dove le parole s'assottiglianonel  cigolio d'imposte,nel canto del pettirossonel tripudio di camelie,la dismurata folgoredi respiri e di silenzi.Dove le parolesi contornano di lucenel brulichio di rimembranze,nel turbinìo di nebbiache inghiotte la sassìfraga,il trasmutato sorso della pergola.Ti auguro tempoche non sia... Altro...

    Ti auguro di ritrovare

    la voce della Poesia

    dove il suono non sia frastuono,

    dove le parole s'assottigliano

    nel  cigolio d'imposte,

    nel canto del pettirosso

    nel tripudio di camelie,

    la dismurata folgore

    di respiri e di silenzi.

    Dove le parole

    si contornano di luce

    nel brulichio di rimembranze,

    nel turbinìo di nebbia

    che inghiotte la sassìfraga,

    il trasmutato sorso della pergola.

    Ti auguro tempo

    che non sia frammento

    disperante vuoto,

    ma süaso fragorìo.

    Thea Matera ©️ 

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    BAIGNÉ PAR LA LUMIÈRE

    Andavamo, ebbre lanterne,per mostre d'artein cerca di ludiche anticaglie,propaggini frugali,a guardare, tèndini,la piega fatalista,la miccia di frumento,la luce mutevole del pettine rado,l'assedio dell'onda di fango.Non si ravvede il canto ribelle- corde pulsum tangite -la foto strappata di un volto,il lembo dell'occhio neroa destra della luna,di lampade ad olionella foschia di pece,un canto di n... Altro...

    Andavamo, ebbre lanterne,

    per mostre d'arte

    in cerca di ludiche anticaglie,

    propaggini frugali,

    a guardare, tèndini,

    la piega fatalista,

    la miccia di frumento,

    la luce mutevole del pettine rado,

    l'assedio dell'onda di fango.

    Non si ravvede il canto ribelle

    - corde pulsum tangite -

    la foto strappata di un volto,

    il lembo dell'occhio nero

    a destra della luna,

    di lampade ad olio

    nella foschia di pece,

    un canto di nebbia

    di algide presenze

    in abito da sera.

    Moire gravitano

    sulla lama del foglio,

    in un'aria di fosforo

    limano il filo di lana

    sulla rotaia punta,

    sul contorno

    di balze sforbiciate

    di fossili alpestri,

    fintantocché non giunga

    in limine il polso flesso.

    Fa' che sia importante

    il fondo di ogni verso,

    ricopia ogni parola

    sulla campata sdrucciola,

    ricopri la parola da ogni lato,

    non perderla fra brogli d'orzo

    e zampe di cristelle.

    Il lupo fissa di lontano

    il paesaggio innevato

    e, solitario, si perde nel corrusco,

    dove il poeta rude

    zufola del croco

    e di nocciòli nivei,

    e l'orologio molle

    mostra l'ora inerme

    sulla costa di tormalina.

    Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    TEMPUS FUGIT

    Il sole gettato nel buiod'acqua cosmicagenera sempiterni circoli,orbitano in ordinate ellissiastri d'ogni forma e luce,il suono si propaga, tace.Un tempo spezzavamole fionde di festanti cacciatori,fuggivamo fra sassaie liscecome perle,fra cedri accesi come stelle,fra suoni di buccine,  urtando le parole sopra i righi,il bagliore negli occhi di un cerbiatto.“Tempus Fugit”fra rette intersec... Altro...

    Il sole gettato nel buio

    d'acqua cosmica

    genera sempiterni circoli,

    orbitano in ordinate ellissi

    astri d'ogni forma e luce,

    il suono si propaga, tace.

    Un tempo spezzavamo

    le fionde di festanti cacciatori,

    fuggivamo fra sassaie lisce

    come perle,

    fra cedri accesi come stelle,

    fra suoni di buccine,  

    urtando le parole sopra i righi,

    il bagliore negli occhi di un cerbiatto.

    “Tempus Fugit”

    fra rette intersecate,

    grandi cappelli

    e bianche vesti di vapore,

    finisce gli orci sbeccati,

    s’insinua negli intrecci di vimini.

    Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    OBJECTLESS

    Il Sedimento eticodell'equazione termica,in tecnicismi scioltila fisica quantisticaeverte il fondamento plasticoper spettatori pavididell'universo espansoin filze e cubi d'onice,la simmetria sfocatadell'esacordo archetipo.Fanno due copie e poi quattrodel tempo che s'incurva,in fili e fibre di apriche sogliee buchi neri,di passi sincroni enumerati.Si sposta di un millesimoil guscio della coqueil di... Altro...

    Il Sedimento etico

    dell'equazione termica,

    in tecnicismi sciolti

    la fisica quantistica

    everte il fondamento plastico

    per spettatori pavidi

    dell'universo espanso

    in filze e cubi d'onice,

    la simmetria sfocata

    dell'esacordo archetipo.

    Fanno due copie e poi quattro

    del tempo che s'incurva,

    in fili e fibre di apriche soglie

    e buchi neri,

    di passi sincroni enumerati.

    Si sposta di un millesimo

    il guscio della coque

    il divario dell'infosfera,

    si sfalda l'impasto resipiscente,

    rischiara il palmo dell'alburno

    il papavero sulla scansia.

    Thea Matera ©️

    (Dal libro:" CARTEGGI PERPENDICOLARI " -   Amazon.it, Copyright 2022©️)

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • in

    I ritorni – Orientarsi tra il suono dello spazio e la forma del

    I ritorni - Orientarsi tra il suono dello spazio e la forma del tempo, edita da Homo Scrivens, è la raccolta poetica d'esordio di Achille Pignatelli. L'opera è divisa in 8 sezioni legate tra loro, seguendo la struttura della rosa dei venti; l'argomento principale della silloge è il tempo, scandito nei temi: vita come viaggio, ricordo, polvere, valore del tempo, rapporto con la propria epoca, va... Altro...
    I ritorni - Orientarsi tra il suono dello spazio e la forma del tempo, edita da Homo Scrivens, è la raccolta poetica d'esordio di Achille Pignatelli. L'opera è divisa in 8 sezioni legate tra loro, seguendo la struttura della rosa dei venti; l'argomento principale della silloge è il tempo, scandito nei temi: vita come viaggio, ricordo, polvere, valore del tempo, rapporto con la propria epoca, valore delle piccole cose. "E' un'idea ingenua pensare di essere donne e uomini assoluti, distanti e distaccati da un contesto di partenza; siamo persone del nostro tempo, punto d'incontro di coordinate spaziotemporali che influenzano, se non determinano in toto, sia il nostro modo che il moto d'essere", si legge nelle prime righe dell'Introduzione; la spaziotemporalità delle nostre vite è uno dei concetti alla base del cammino dell'opera, che è un viaggio di ritorno alla nostra vita e al tempo che ci è stato sottratto. Nella Prefazione, Silvio Perrella ci dice: "Nei ritorni di Achille agisce il suo sentimento della vita: fugacità, malinconia, ma anche necessità del fare [...] in lui ho visto convivere la convinzione dell’impegno con il soffio necessario a trasformare il mondo in espressione. Insomma: fare e insieme tradurre il fare in linguaggio. [...] I poeti sono i battezzatori del mondo. Ad ogni generazione c’è chi prova a ridare i nomi alle cose e ai sentimenti. E quanto è necessario e “politico” farlo oggi, visto che le cose sono abbandonate a se stesse e le parole muoiono o in recinti specialistici o nell’insignificanza solitaria delle retoriche. Achille Pignatelli come Atlante si mette il mondo sulle spalle e prova a rinominarlo, parola dopo parola. "

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *