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L'ultima nota

Ho pescato un altro fottuto pezzo di fumo dal cappello e non mi ha dato affatto fastidio il pensiero di riempirmi con quel estasiante…

Ho aggiunto altri tre centimetri al taglio che ogni giorno ripasso, guardarlo mi fa solo ricordare e rendere conto che quello che voglio è solo calcare di più, fino in fondo e bucarlo quel polso…

Quando uscirò di casa non mi peserà abitare questo corpo, sarà abbastanza il focalizzarmi su quello che aspetto febbrilmente…il coro degli angeli, l’eutanasia…dolce solo se estremizzata il meno possibile…delicata solo se accompagnata da pensieri quotidiani.

Ho sentito pronunciare parole quali “la vita è come andare in bicicletta”, solo che i miei pedali sono in fiamme e la strada è lava che cola, perché sono all’inferno…obbligato a restarci finché rimarrà accettabilmente doloroso, finché non mi ritroverò in una stazione di servizio con la bava alla bocca, mentre non riuscirò più a controllare il mio corpo dagli spasmi.

La vasca, che mi fa da letto, sembra quasi me lo stia per dire…forse può davvero accogliere il mio ultimo respiro…sento di rassicurarla, perché non dovrà aspettare ancora a lungo.

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“L’undicesimo giorno della falena” di Eva Forte

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