Mai come oggi il desiderio sessuale è infinito o quasi. Un poco è sempre stato così. Oggi ciò è vero in maniera esponenziale. Abbiamo hegelianamente l’Aufhebung, ovvero il superamento incessante del desiderio. Il desiderio di ognuno si supera continuamente. Non c’è nessun psicofarmaco che può ridurre o eliminare il desiderio. Al massimo possono essere prescritti alle persone degli antipsicotici che riducono l’ideazione. Ecco perché alcuni politici a torto propongono la castrazione chimica per stupratori e pedofili. Mi chiedo io però: se la giustizia sbagliasse e venissero castrati degli innocenti chi li ripagherebbe della virilità perduta? Fino ai primi anni duemila i fruitori della pornografia erano uomini (adolescenti, giovani oppure scapoli). Erano tutte persone che non avevano una sessualità appagante. Chi fruiva della pornografia per la mentalità comune era un maniaco, uno alle prime armi oppure una persona sola. Le donne che fruivano della pornografia (riviste o videocassette) erano tutte in coppia, spesso per ravvivare il desiderio o per evadere dalla noia. Un tempo si vergognavano coloro che andavano a comprare riviste hard dall’edicolante o che andavano a noleggiare delle videocassette. Eppure in grande segretezza, con vergogna e titubanza la fruizione della pornografia per gli adolescenti era già allora l’unica forma di educazione sessuale. Eppure la pornografia offre una rappresentazione distorta della sessualità. Oggi la pornografia è stata completamente sdoganata. Oggi chiunque può navigare, visionare siti porno nell’anonimato e poi cancellare la cronologia. Con la diffusione dei siti porno, dove vengono condivisi video, tutte le donne possono essere utenti di Youporn o Pornhub. In quei siti ci sono sia attori/attrici professionisti/e ma anche ragazze della porta accanto, vittime di revenge porn. Diciamocelo francamente: buona parte dell’amatoriale è delinquenziale purtroppo. Sfatiamo il tabù secondo cui alle donne fa schifo la pornografia. In realtà eccita sessualmente anche loro. È stato dimostrato oggettivamente con degli esperimenti, indipendentemente dal giudizio morale negativo, che ne traggono molte donne. In realtà le fantasie erotiche di entrambi i sessi e di tutti gli orientamenti sessuali restano misteriose, enigmatiche, non hanno una spiegazione precisa. Le dinamiche del desiderio, per chi come noi non è un sessuologo, sono senza senso a livello individuale, mentre naturalmente si può ricavarne qualche spiegazione a livello collettivo, a grandi linee. Le ragazze e le donne di oggi sono più emancipate. Le infezioni sessuali non fanno più paura, anche se esistono, sia perché se ne parla di meno sia perché una persona sieropositiva oggi ha un’aspettativa di vita di solo 1-2 anni in meno rispetto alla media. C’è a ogni modo molta ignoranza rispetto alle malattie infettive. Se ne può sentire di ogni. La sessualità è una forza primigenia che trascende la logica, trasgredisce la morale, si impadronisce dei corpi delle persone. Basta ricordarsi del libro “Io e lui” di Moravia. Soprattutto in gioventù molti ragazzi e molti uomini ragionano solo col proprio “lui”. Ma ci sono anche anziani pronti a imbottirsi di Viagra, rischiando di avere una dolce morte tra le braccia dell’amante. La sessualità assoggetta la razionalità e la compostezza di molti/e. Quante persone rischiano, addirittura si rovinano la reputazione, il patrimonio, la famiglia, la vita per qualche ora di sesso, per qualche incontro trasgressivo? Qualche anno fa il mondo dell’editoria lanciò le cosiddette “pornoromantiche” (Gisela Scerman, Pulsatilla, Caterina Cutolo). Oggi la maggioranza delle ragazze sono così nel migliore dei casi, anche se ho dei dubbi effettivi sul romanticismo di molte. Ovviamente hanno il diritto a essere come vogliono e la mia è una pura e semplice constatazione di fatto; non è assolutamente moralismo. Non fraintendetemi: oggi l’aspetto fisico è uno scoglio importante, è tramite quello che avviene la scrematura. Oggi le ragazze cercano partner senza difetti fisici. Oggi tutti sono esigenti esteticamente e sessualmente. I canoni imposti sono quelli dello show business a livello estetico e della pornografia a livello sessuale. Tutto è basato sul fottere, sull’amplesso. Così è in Occidente e poco importa ai più di altre forme alternative come la pratica trukese, il sesso tantrico. Poco importano i preliminari. Poco importa esplorare i corpi per sapere tutte le zone erogene della partner. Ma perché forse l’uomo deve possedere con forza e violenza la partner? Forse perché è l’unico retaggio arcaico della cultura patriarcale, l’ultima illusione di pensare di avere dominio e controllo sulla donna di oggi, sempre più emancipata, affermata professionalmente, sempre più sfuggente. È ormai l’ultimo modo che ha l’uomo per affermarsi come maschio, per dire alla propria donna “io sono”, ma anche “io ti voglio” e anche “io ti voglio bene”: tutte queste cose in un unico atto. Chi non vi riesce è un fallito. Chi non fa l’amore o non sa far l’amore è un fallito. Possono mettere alla prova una, due, tre volte, ma poi le donne si stancano di dare chance, di offrire esami di riparazione. La donna deve essere bella e magra. L’uomo deve essere alto, palestrato, superdotato sessualmente. Per molte ragazze altezza è mezza bellezza oppure pensano a una correlazione, talvolta illusoria, tra l’altezza e la dimensione del sesso maschile. Nei siti porno le donne obese non sono rappresentate. Eppure molte produzioni pornografiche hanno sede proprio negli Usa, dove le persone obese sono sempre più una parte consistente della popolazione. Nessuno può essere fuori forma. È quasi una vergogna oggi fare sesso con una donna obesa. Questi sono i nuovi imperativi categorici della sessualità! Eppure un tempo, prima della diffusione capillare del porno e dell’omologazione televisiva ci si sceglieva anche per simpatia, per interessi comuni, per affinità elettive. È vero che per una donna la bellezza e che per un uomo la prestanza fisica/sessuale fanno parte, darwinianamente parlando, della fitness (ovvero dell’idoneità inclusiva) e permettono dalla notte dei tempi il successo riproduttivo. Ma è anche vero i criteri estetici non sono assoluti, ma relativi all’epoca e alla cultura. È vero che un tempo le persone si sceglievano non in base alla conformità o meno di certi modelli imposti dai mass media e dal potere, ma in base a dei gusti personali. Oggi l’immaginario estetico/sessuale è stato quasi totalmente colonizzato dal potere. Ci viene detto, ordinato, stabilito che cosa desiderare. Rimane poco del nostro arbitrio, della nostra libertà. Prendiamo per esempio la questione delle misure. Oggi la bellezza della donna dipende dalle misure fisiche. Le modelle devono essere slanciate ed essere 90-60-90. Per gli uomini la prestanza si misura in centimetri e in durata dell’amplesso. Eppure un tempo gli uomini sceglievano delle donne in carne perché ricordavano loro la madre e costei è la prima donna di cui si innamorano i bambini. Un tempo solo le donne che non avevano risolto il conflitto edipico volevano a tutti i costi un partner superdotato sessualmente. Un tempo l’occhio voleva la sua parte. Oggi in questa civiltà dell’immagine non contano più odori, sapori, ma soprattutto l’immagine: a partire dalla pornografia. Oggi la psicodinamica non spiega più il desiderio. Per sapere cosa desiderano oggi le persone bisogna analizzare accuratamente film, trasmissioni televisive, talk show, ciò che propone la moda internazionale e soprattutto la pornografia. Ancora oggi non so se le persone a forza di vedere siti porno avranno dei comportamenti standardizzati in base al mainstream della pornografia, basato tutto sulla penetrazione e sulla dominazione delle donne, oppure se le persone consolideranno le loro perversioni, suddivise in questi siti in categorie, prendendo come riferimento le parafilie della nosografia psichiatrica. Tutti sono più esigenti esteticamente e sessualmente. Oggi molti e molte preferiscono la solitudine perché le/gli aspiranti partner non rispecchiano i canoni oppure perché deludono aspettative troppe elevate. Ma il tempo passa presto. Si invecchia presto. È subito sera e in un batter d’occhi si fa presto a vivere di rimpianti e frustrazioni; si fa presto a rimanere inappagati, soli e vecchi, a morire , senza aver mai vissuto relazioni autentiche, senza aver vissuto realmente.