Parliamo del “Capitale” di Marx, di “Essere e tempo” di Heidegger, dei “Saggi” di Montaigne. Penso che Marx è molto datato dal punto di vista economico. Ai suoi tempi per generare plusvalore e poi profitto i capitalisti aumentavano le ore lavorative oppure intensificavano l’attività lavorativa in modo che gli operai produccesero più pezzi in un giorno per esempio. Oggi per generare profitto ci sono nuove modalità tramite il marketing e l’ingegneria gestionale. Penso a tutto il settore di studi della neuroeconomia e del neuromarketing, che stanno a dimostrare l’importanza dello studio della psicologia del consumatore. Per non parlare del fatto che oggi a tratti l’economia finanziaria ha la meglio sull’economia produttiva. Penso che Heidegger fa un’analisi accuratissima del rapporto tra essere ed esistenza, ma come scriveva Kierkegaard l’esistenza è impredicabile e lo stesso vale per l’essere, aggiungo io. Ma non lo dico. Lui mi dice che preferisce tra i tre Montaigne o almeno lo incuriosisce di più. Penso che Montaigne è stato un profondo conoscitore di sé stesso, uno scopritore delle subpersonalità e il padre del relativismo culturale. Parliamo del più e del meno.